25. Novità

«Devo cerca Kanai'i!» mi lamentai tentando di liberarmi dalla presa dello sceriffo Charlie Swan, che mi stava tenendo per un braccio.
«È troppo pericoloso adesso. Sta piovendo troppo forte ed è troppo buio» rispose mentre suonava il campanello di casa mia. «Le ricerche riprenderanno domani mattina» aggiunse come per tranquillizzarmi.
«Ma se è pericoloso per noi, pensi a quanto potrebbe essere pericoloso per un bambino!» esclamai mentre si aprì la porta e mia madre apparve sulla soglia.
«Andrea, porta rispetto» disse lei, con gli occhi lucidi per il pianto.
Sbuffai e, con uno strattone, mi liberai dalla presa dello sceriffo, entrando in casa.
«Stia tranquilla, vedrà che lo ritroveremo».
«Kanai'i è così piccolo, perché è scappato di casa?».
Per non sentire altro, mi chiusi in camera. È solo colpa mia. Pensai. Se non lo avessi trattato così male, non sarebbe scappato.
Mi lasciai cadere sul letto a pancia in su e restai a fissare il soffitto per tutta la notte, infastidito dai miei pensieri.


Il mattino dopo, quasi all'alba, mi alzai e corsi fuori di casa, colto da un'idea brillante. Senza dire nulla ai miei genitori, salii sulla moto e sfrecciai verso la riserva dei Quileute, infrangendo tutti i limiti di velocità.
Arrivai alla casa di Billy Black e bussai con veemenza.
Dopo un attimo, la porta si aprì e mi ritrovai davanti l'uomo, seduto sulla sua sedia a rotelle. La sua espressione si indurì e fece per richiudere la porta, ma io lo bloccai.
«No, aspetti» dissi «Ho bisogno di lei, di suo figlio, dei lupi».
«Per quale motivo hai bisogno di noi?».
«Il mio fratellino è scappato di casa, ieri nessuno l'ha trovato e, senza i lupi, temo che non lo troveremo mai».
«Non so di quali lupi tu stia parlando» rispose lui, freddo.
«Oh... la prego» sospirai irritato «Ho bisogno di suo figlio, mi faccia parlare con lui».
«Jacob non c'è, è partito poco fa». 
«No, mi dica che non è vero, la prego. Mi serve assolutamente» dissi disperato. 
«Mi dispiace» rispose, ma dalla sua espressione si capiva che non era affatto dispiaciuto. «Spesso non ci si rende conto di essere stati egoisti finché non ci si ritrova da soli nel momento del bisogno» aggiunse prima di chiudermi la porta in faccia.
«Io non sono stato...» mormorai prima di rendermi conto che, accecato dalla rabbia per la morte di mia nonna, non mi ero accorto che stavo mettendo in pericolo i licantropi, rivelando la loro esistenza. «'Fanculo...» borbottai prima di salire sulla mia moto ed andare a casa di Seth. Forse lui avrebbe voluto aiutarmi. 
Arrivai giusto in tempo per vederlo con Jacob, vicino alla macchina di quest'ultimo. A giudicare dalle valigie, sembravano davvero in partenza.
Sentendo il rumore della moto, si voltarono verso di me e mi lanciarono un'occhiataccia. 
Abbandonai il mio mezzo e, camminando lentamente, li raggiunsi. «Ciao...» mormorai intimorito dai loro sguardi.
«Cosa vuoi?» chiese Jacob con un tono di voce glaciale.
«Io... il mio fratellino è scappato di casa. Ieri non è stato trovato e...».
«Non ce lo abbiamo noi» mi interruppe Jacob.
«Non vi stavo accusando di questo» risposi immediatamente «Volevo solo chiedere a voi lupi di unirvi alle ricerche».
«Dopo tutto quello che hai fatto? Sul serio?» domandò Seth.
«Per favore, è un bambino» dissi disperato.
«Anche Renesmee è una bambina» mi fece notare Jacob «E se tu avessi evitato di andare in giro a dire che Chiara è un licantropo, forse i Cullen non sarebbero andati via».
«Senti, so che l'imprinting ti porta a provare amore incondizionato per quella bambina, ma non puoi abbandonare Kanai'i. È un bambino, disperso chissà dove nel bosco. Anche Chiara lo conosce, so che lei mi aiuterebbe».
«Tu dovresti essere l'ultimo a parlare di Chiara!» ringhiò Seth, facendo un passo verso di me. Mi stupii moltissimo, non pensavo che Seth, il buono e dolce Seth, avrebbe mai potuto perdere la calma in quel modo. Tremando, mi afferrò per il colletto della giacca e mi spinse a terra. «Tu hai fatto solo del male a Chiara!» esclamò «E hai messo nei guai anche tutti noi lupi. Adesso cercati da solo tuo fratello!».
«Seth, andiamo» disse Jacob, posando una mano sulla spalla del ragazzo.
«Sì» borbottò lui. «Vai a farti sbranare da Sam» mi suggerì poi, prima di entrare nella macchina.
Jacob mise nel bagagliaio le valigie che erano state posate per terra e mi guardò. «Evita di tornare alla riserva, o finirà male» disse freddo, prima di entrare anche lui in macchina.
Rimasi lì, a terra, a guardarli andare via ed iniziai a pentirmi di quello che avevo fatto. Forse, a causa mia, non avremmo mai più ritrovato Kanai'i.


Mi alzai dalla sedia, sbuffando. Volevo disegnare qualcosa ma, per almeno un'ora, ero rimasta a fissare il foglio bianco, tenendo la matita in mano. Andai verso la finestra e scostai la tenda bianca. Davanti a noi si estendeva il bosco, come a Forks, ma era diverso. L'atmosfera, gli alberi, gli odori, la luce, tutto diverso!
E pioveva sempre. Certo, anche a Forks pioveva, ma ogni tanto c'erano delle giornate di sole. Da quando eravamo arrivati in questa casa non aveva mai smesso di piovere o piovviginare, ed era umido, più umido di Forks.
Faceva schifo.
Sorrisi leggermente, pensando che, probabilmente, a Forks pioveva per 363 giorni all'anno, ma qui pioveva addirittura più di 365 giorni. Probabilmente pioveva per 365mila giorni all'anno.
Mi mancava qualsiasi cosa di Forks.
Sospirai e tornai a sedermi davanti alla scrivania e al foglio bianco. Rimasi ad osservarlo per un po' e poi aprii il cassetto di un comodino lì vicino. Presi la collana formata da una pietra di un azzurro intenso, incastonata in un cerchio di legno, intagliato e decorato da due piume, una bianca e una nera.
Sorrisi pensando a Derek e a quando me l'aveva data, poco prima che entrambi partissimo. Chissà se era davvero partito o se, invece, era rimasto a Forks per qualche motivo. Non ci eravamo più sentiti, poiché non avevamo nessun modo per farlo, a parte questa collana. Me la rigirai un po' tra le mani e poi la strinsi nel pugno, pensando intensamente a Derek, come lui mi aveva detto di fare.

Sospirai quando mi resi conto che non funzionava. Feci per rimetterla nel cassetto, ma poi ci ripensai. Forse, dovevo solo pensarci per più tempo. 
La strinsi nuovamente nel pugno ed iniziai a pensare a Derek. Pensai ai suoi occhi di un intenso blu scuro, ai suoi capelli di un colore strano, a tutto quello che avevamo fatto insieme e ai suoi modi di fare, al tempo stesso irritanti e divertenti.
Riaprii gli occhi, che non sapevo bene quando avevo chiuso, con una nuova convinzione: sapevo dove andare, all'incirca.
Non ne ero molto sicura, perché non era molto forte ciò che sentivo, ma sapevo dove andare!
Sorrisi per quella strana sensazione. Era una sorta di sesto senso che mi diceva dov'era Derek, forse.
In quel momento la porta si aprì ed io buttai la collana nel cassetto, richiudendolo mentre Renesmee entrava saltellando in camera mia.
«C'è una sorpresa!» esclamò allegra. «Vieni?».
Mi alzai controvoglia, volevo riprendere quella collana e cercare di rintracciare Derek.
Con l'umore a terra, scesi le scale seguendo la bambina e sorrisi leggermente vedendola correre ad abbracciare Jacob.
«Ciao, Jake» dissi per niente stupita. Praticamente ogni weekend veniva da noi per trovare Renesmee.
«Ciao» sorrise mentre stringeva la bambina a sé. «C'è una persona per te» aggiunse indicandomi la porta d'ingresso chiusa.
Sospettosa, andai ad aprirla. Temevo che potesse esserci Andrea, ma quello che trovai fu cento volte meglio.
«Seth!» esclamai abbracciandolo immediatamente.
«Ehi, ciao» rise divertito, ricambiando l'abbraccio. «Perché tutta questa felicità?».
«Perché mi sei mancato, ovviamente» dissi allontanandomi leggermente. «Non sei mai venuto e non pensavo che lo avresti fatto» ammisi anche se mi aveva dato qualche indizio nella conversazione per messaggio di qualche giorno prima.
«Quanta fiducia che mi dai» ridacchiò entrando in casa.
Lo seguii facendogli la linguaccia.
«E poi, dovevo venire per proporti di passare il Natale da noi» continuò voltandosi verso di me.
«Natale?» chiesi confusa.
Mi guardò stupito. «Chiara, e il 20 dicembre. Cinque giorni ed è Natale». 
P

resi il telefono e guardai la data. Effettivamente, Seth aveva ragione. «Ah» ridacchiai «Ops». Erano stati dei mesi così noiosi e monotoni che avevo iniziato a perdere il conto dei giorni e a non pensare alle feste.
«Sei sempre la solita...» borbottò Seth, ridacchiando. «Allora, vieni?».
«Non lo so...» ammisi «Cioè... tornare a Forks...».
«Verrà anche Nessie» disse Jacob.
«Sì!» esclamò lei, ridendo felice. 
Sorrisi ed intercettai lo sguardo di Edward. Sembrava che mi stesse pregando di andare; probabilmente per evitare che Jacob facesse qualcosa di strano con Renesmee. Scoppiai a ridere quando i pensieri del vampiro mi confermarono la correttezza di quello che avevo supposto. «Va bene, verrò» dissi sorridendo.
«Grande!» esclamò Seth, prima di abbracciarmi.
«Seth, ehi, mi soffochi» mi lamentai ridacchiando, mentre cercavo di liberarmi dalla sua presa. 
Il licantropo si mise a ridere e si allontanò, liberandomi dall'abbraccio soffocante. 
«Ma... voi?» chiesi ai vampiri, indicandoli «Non verrete?».
«Vedremo» rispose Carlisle sorridendo. «In ogni caso, non sarebbe né il primo né l'ultimo Natale che passeremo separati».
«E ne abbiamo altri milioni da passare» aggiunse Emmett, divertito, pensando all'eternità che avevamo di fronte.
«Ok...» mormorai sorridendo felice. «Penso che Alexis sarà felice di vedermi» commentai. 
Quindi avrei passato il Natale a Forks. Avrei potuto rivedere tutti i miei amici. Probabilmente, però, avrei evitato in tutti i modi Andrea.

Avevo la vista appannata per gli occhi lucidi, a stento vedevo il corpo davanti a me. Le mie mani erano strette da altre due, più fredde e più forti.
«Cominciamo» sussurrò una voce bassa, maschile. Era stata pronunciata dall'uomo davanti a me. Di fianco a lui, sua moglie, che tratteneva a stento le proprie lacrime. Al centro, davanti a noi, c'era loro figlio, quello che per me era un fratello, la spalla su cui piangere, il mio migliore amico. Era steso a terra, rigido, con gli occhi chiusi e la pelle pallida e fredda. 
Noi altri eravamo stretti attorno a lui. Ci tenevamo per mano. Solo la luna piena rischiarava la piccolissima radura tra gli alberi.
«Benedici questo lupo, oh Fryogard» iniziò a dire una lupa appartenente al gruppo degli Anziani. Solitamente era lei a svolgere queste funzioni "religiose". «Guida questo spirito al Branco Originario affinché trovi pace per l'eternità»
Ci fu una lunga pausa poi, lentamente, tutti quanti alzammo lo sguardo al cielo per ululare.

Un forte trambusto mi fece aprire gli occhi di scatto.
Mi passai una mano sul viso. Era bagnato.
Avevo pianto? Probabile.
Mi stropicciai un po' gli occhi e poi capii da dove venivano le voci. 
Saltai giù dall'albero sul quale mi ero appisolato e raggiunsi correndo la tenda dell'Alpha.
«Dobbiamo andarcene!» urlò un uomo visibilmente molto arrabbiato. Era alto, indossava dei jeans sgualciti ed una camicia a quadretti rossi e neri, coperta da una giacca di pelle di cervo malamente lavorata. 
«Perché mai?» domandò l'Alpha, mantenendo un atteggiamento calmo. 
«Perché il cibo scarseggia. Dobbiamo spostarci più a sud o non sopravviveremo all'inverno».
«In questo periodo vi è sempre poco cibo, Ulrich, ma non possiamo spostarci più a sud di così. Ci sono gli umani».
«Allora aggiungiamo altri Cacciatori. Questi non bastano» ringhiò.
Molte persone dietro di lui, vestite anch'esse con strane pelliccie e vestiti rovinati, acclamarono l'idea di Ulrich con vari schiamazzi e brevi ululati.
«Non possiamo uccidere troppi animali. Non è saggio».
«Che senso ha risparmiare le prede per far morire il branco?!».
«Esatto! Esatto!» esclamarono quelli a sostegno di Ulrich.
«Tu sei l'Alpha, ti abbiamo giurato fedeltà, dovresti proteggerci! Dobbiamo andare a sud!» ringhiò avvicinandosi al suo interlocutore. 
Il Capobranco, vestito nello stesso modo degli altri, non si scompose. «Vi sto proteggendo evitando di farvi andare a sud dagli umani».
«Possiamo combattere i senza-pelo!» ringhiò ancora Ulrich, mettendo in bella mostra le sue zanne.
«No, non possiamo».
«Allora mandiamo via quelli che sono stati contaminati! Chi è stato con i dynol o i fampirod non è più un Sangue di Lupo».
«Vero! Vero! Esilio!» urlarono i sostenitori di Ulrich. 
Sentii Nicholas, poco dietro di me, sobbalzare. Sapeva perfettamente che Ulrich e gli altri si riferivano a lui e a suo fratello, che erano stati allevati da un vampiro in mezzo agli umani. Inoltre, non erano nemmeno nati nel branco.
«I giovani Logan e Nicholas sono stati accolti dal branco» disse l'Alpha, senza scomporsi di fronte alla posa aggressiva di Ulrich, ai suoi occhi gialli, alle zanne in mostra e alle linee nere che gli percorrevano le mani e il collo. «Sono da sempre stati pacifici e sono troppo giovani per poter fondare un loro branco. Inoltre, non hanno mai commesso un reato così grave da comportare l'esilio».
«Sono stati con i Danoy e coi Fampiros, così come lui!». Ulrich mi indicò. 
Usava due termini della lingua che tutti i Sangue di Lupo conosvevano ed significavano rispettivamente "umani" e "vampiri".
Lo osservai senza preoccuparmi. Se mi avesse attaccato, mi sarei difeso e avrei vinto.
«Derek è stato in missione per conto del Susikarja» rispose l'Alpha, avvicinandosi a me. Usò il termine della nostra lingua per indicare il Branco.
«Fògradh! Esilio!» ulularono gli spettatori a favore di Ulrich.
«Silenzio!» tuonò il Capobranco, visibilmente alterato.
I lupi ammutolirono all'istante e lo osservarono con gli occhi sgranati. Istintivamente, abbassarono la testa in segno di sottomissione.
«Dovete portare rispetto al vostro futuro Alpha» ringhiò il Capobranco, appoggiando una mano sulla mia spalla.
«E invece no. Non porto rispetto nemmeno a te» rispose Ulrich «Rwy'n eich herio chi».
"Ti sfido".
Calò il silenzio.
Ulrich appena sfidato l'Alpha usando la Lingua dei Sangue di Lupo. Era una questione seria. 
Greymark, il Capobranco, annuì e, lentamente, raggiunse un ampio cerchio di pietre.
Rappresentava il centro di quella che poteva essere definita una piazza e vi venivano posti gli animali appena cacciati, in attesa che l'Alpha assaggiasse la loro carne e desse il permesso di iniziare a mangiare. Però veniva utilizzato anche nel caso di qualche sfida.
Greymark aspetto che anche Ulrich lo seguisse.
Poi iniziò il saluto prima dello scontro. I due uomini afferrarono l'avambraccio destro del compagno in una presa salda che produsse un lieve tonfo. Strinsero forte e ringhiarono con gli occhi gialli, per poi allontanarsi di scatto ed iniziare a camminare in circolo.
Gli spettatori si disposero attorno al cerchio o al di sopra degli alberi, mentre il gruppo che sosteneva Ulrich continuava ad emettere rumore, estasiato. Si levarono molti ringhi ed ululati di eccitazione.
Io stesso ringhiai e mi sporsi leggermente in avanti. Le sfide generavano sempre attrazione e questa era anche importante a livello di gerarchia.
L'ansia era palpabile.
Greymark e Ulrich si guardarono negli occhi gialli, ringhiando. Erano ben visibili le linee nere, corrispondenti alle loro vene con il sangue di lupo, e le zanne.
Continuarono a camminare, studiandosi.
Poi Ulrich si trasformò e una frazione di secondo dopo anche Greymark era lupo.
Ripresero a girare, restando all'interno del perimetro formato da alte e piatte pietre. Erano delle lastre non troppo spesse, scavate nel terreno in modo che sporgessero per una spanna e mezza. Quasi tutte terminavano con una punta più o meno appuntita.
Secondo le regole, chi usciva dal perimetro del combattimento, perdeva istantaneamente. Si perdeva anche quando si decideva di sottomettersi all'avversario o quando si riportavano ferite troppo gravi e si sveniva o moriva.
Ciascuno dei due lupi studiava bene l'avversario, cercando di capirne i punti deboli.
Alla fine, si saltarono addosso nello stesso momento. Il nostro Alpha, però, era più forte di Ulrich e decisamente più esperto. Era anche più massiccio nella corporatura. Atterrò facilmente il lupo dalla pelliccia grigia, mordendolo alla gola, ma senza affondare troppo le zanne, per non ferirlo gravemente.
Ulrich cercò di liberarsi, ma le zanne e la zampa di Greymark che gli schiacciava lo sterno glielo impedirono.
Aveva perso in modo molto veloce. Ulrich abbassò le orecchie e guaì. 
Il gruppo che lo aveva supportato, iniziò ad acclamare l'Alpha, che lasciò andare il suo avversario e tornò umano.
«Tagradh! Indsend!» iniziò ad urlare la folla. «Sottomissione! Sottomettiti!».
Sorrisi divertito sentendo due parole così diverse per indicare la stessa cosa. La lingua dei Sangue di Lupo aveva influenze da più lingue nordiche e spesso si trovavano delle parole che venivano dette in modo diverso a seconda del branco.
Il lupo dalla pelliccia grigia si alzò e, dopo essersi trasformato, si inchinò, tenendo la testa abbassata, in segno di sottomissione. 
«Ulrich, come punizione per aver contrastato le mie decisioni da Capobranco, non potrai mangiare carne per tre giorni. Niente animali per te e niente caccia» disse l'Alpha, prima di andarsene e tornare nella sua tana. Pian piano, tutto il gruppo si disperdette ed anch'io mi allontanai. 
«Ehi, Derek» mi bloccò Nicholas, prendendomi per un braccio.
«Sì?» chiesi voltandomi verso di lui.
«Stai bene? Ti ho visto scosso».
Ripresi a camminare verso una direzione sconosciuta, stringendomi nelle spalle. «Stavo solo facendo un brutto sogno, prima che Ulrich e gli altri mi svegliassero».
«Che sogno?».
«Il solito...» sospirai e rabbrividì, rivedendo quelle terribili scene e rivivendo l'immenso dolore della perdita.
«Mh... però sono due i soliti che fai sempre» mi fece notare mentre ci addentravamo nel bosco.
Sorrisi leggermente mentre scavalcavo le radici degli alberi. «Quello con il mio amico» dissi guardando in basso.
Nicholas non rispose, ma, probabilmente, stava annuendo pensieroso. Essendo dietro di me, non potevo vedere la sua espressione. «E Chiara?» mi chiese d'un tratto.
«Chiara?» domandai voltandomi verso di lui.
«Sì, non ci pensi più a lei?».
«Più o meno» risposi appoggiando la schiena al tronco di un albero.
«Speri che venga qui?».
«Oh, decisamente, ma non credo che lo farà e... forse è meglio così. Ulrich e gli altri potrebbero irritarsi ed aggredirla».
Nicholas ridacchiò divertito. «Mio caro Derek, penso che tu sia innamorato».
«Non sono innamorato!» risposi immediatamente, tirandogli uno schiaffetto su un braccio.
«Sicuramente!» rise lui. «Rifiuti Hurit, diventi suscettibile se parliamo di lei, non vuoi che si faccia male» elencò continuando a ridere.
«Non sono innamorato» sbuffai alzando gli occhi al cielo «E comunque, non verrà. È già passato un sacco di tempo».
«Potrebbe sempre cambiare idea e venire» mi fece notare lui.
«Tanto, anche se verrà, non farà ciò che si aspetta l'Alpha» risposi «E se lo facesse, sicuramente al branco non piacerebbe. Lei è troppo... addomesticata».
Nicholas si strinse nelle spalle. «Sì, sicuramente una lupa addomesticata non può governare un branco, quando il nostro Alpha morirà» commentò mentre si arrampicava sul tronco dell'albero al quale ero appoggiato. «Però... ha sangue di Alpha dentro di lei. Cosa mi hai detto che è? La nipote del nostro Capobranco?» domandò mentre si sedeva su di un ramo, praticamente sopra alla mia testa. 
«Sì. Meinir, la sorella dell'Alpha, era sua madre» risposi «E ha lasciato il branco per seguire un vampiro». Feci una smorfia. Non mi piacevano molto i vampiri, non dopo quello che era successo al mio branco quando ero piccolo. Sentii Nicholas sospirare e mi pentii immediatamente della mia smorfia. «Scusa, mi dimentico sempre che tu e Logan siete cresciuti con un vampiro».
«Già, Philip...» mormorò appoggiando la schiena al tronco dell'albero, guardando in alto «Non importa, so che tu non apprezzi i vampiri».
«Però tu e Logan volevate bene a questo Philip, potrei smettere di parlare male di tutti i vampiri» risposi alzando lo sguardo per poterlo guardare «Scusa».
Nicholas ridacchiò e cambiò posizione, spostandosi in modo da sporgersi verso di me, tenendosi al tronco con una mano e con le gambe. «Stai diventando sdolcinato» mi fece notare sorridendo «Cos'è, vuoi anche baciarmi per farti perdonare?».
Lo osservai per un attimo e poi scoppiai a ridere. «Che schifo, Nicholas!» esclamai allontanandomi «Sei un maschio, a me piacciono le femmine! Metti da parte la tua bisessualità e non provarci con me!» dissi prendendo una pigna per tirargliela in testa. 
Ridendo, si lasciò colpire. «A te non piacciono le femmine, non più, ti piace Chiara. Solo ed esclusivamente Chiara» disse per prendermi in giro. 
«Non mi piace Chiara!» esclamai esasperato, tornando ad appoggiarmi con la schiena al tronco dell'albero. 
«Ceeeeerto» rise lui lasciandosi cadere a testa in giù, tenendosi con le gambe al ramo per non sfracellarsi al suolo. «Tha cridhe Derek air chall! Derek er forelsket!» cantilenò ridendo.
"Il cuore di Derek è perso! Derek è innamorato!"
«Non è vero!» esclamai alzando la testa per guardarlo. Allungai una mano e gli tirai uno schiaffetto sulla guancia, ormai era così vicino a me che potevo farlo.
«Ehi, guarda che non conquisterai mai Chiara se accarezzi me» commentò per prendermi in giro.
«Non era una carezza, era uno schiaffo!» esclamai ridendo. 
«Seeee, tutte scuse» rispose divertito. 
Ringhiai per scherzo, mostrandogli le zanne.
«Ora fai pure il maschio Alpha. Vuoi farmi davvero cadere ai tuoi piedi» commentò ridacchiando, prima di tirarmi i capelli. «Per me, dovresti smetterla di provarci con il sottoscritto e tornare dalla tua Chiara, farle una proposta di matrimonio e portarla qui».
«Chiara non verrebbe mai qui» dissi per l'ennesima volta. «Non è come noi. Qui siamo più lupi che umani, lei è tutto il contrario. È addomesticata, noi no».
«Mh... chiuderà un occhio per amore...» rispose lui, sbuffando.
«Ne dubito e... tu smettila di dire che ci provo con te, non è vero!» dissi ridendo, per cambiare argomento. 
Nicholas rise divertito «Tanto sai che scherzo. So che non ci provi con me, idiota».
«Meglio» ridacchiai scuotendo la testa.
«Ho notato che hai cambiato argomento» disse lui, prima di lasciarsi cadere, atterrando in piedi per terra «Ma non importa».
Roteai gli occhi, sbuffando.
«E penso di aver trovato un'altra cosa che alla tua Chiara non piacerebbe...».
«Cosa?» domandai stupito.
«Il fatto che il branco sia molto chiuso» rispose semplicemente, stringendosi nelle spalle «Odiano gli umani e i Sangue di Lupo addomesticati; se scoprissero che sono bisessuale potrebbero mandarmi via perché, oltre ad essere più addomesticato di voi, non contribuirei al proliferare della specie se mi mettessi con un maschio; la madre di Chiara ha dovuto lasciare il branco perché si è innamorata di un vampiro e... dai, ci sono altre cose, ma sono tutte più o meno simili».
Mi strinsi nelle spalle «Tanto Chiara non verrà, quindi non scoprirà mai tutte queste cose» risposi. «E adesso torniamo, si sta facendo tardi» aggiusi notando che la luce stava calando velocemente.
«Chi arriva prima vince... non so cosa, ma vince qualcosa!» esclamò Nicholas prima di trasformarsi ed iniziare a correre verso l'accampamento del branco.
«Non è valido, sei partito prima!» urlai prima di trasformarmi e partire al suo inseguimento.


§§§§§§Nota dell'autrice§§§§§§
Buongiorno e buon Natale! \^.^/
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e... ci vediamo presto con il prossimo!

P.S. sì, ho appositamente voluto pubblicare oggi il capitolo invece che nel weekend appena finito, però... no, mi sono accorta solo ora che questo è il capitolo 25 e che l'ho pubblicato il 25 XD

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