20. La cena

Quando arrivammo davanti alla mia casa, saltai immediatamente giù dalla moto di Andrea. «Grazie per il passaggio» gli dissi sorridendo mentre gli porgevo il casco.
«Posso venire anche io questa sera?» chiese d'un tratto.
«Questa sera? Con Derek?» domandai confusa.
«Esattamente».
«Andre... non lo so...».
«Perché? Se è un problema per i tuoi genitori che dovranno cucinare, verrò avendo già mangiato».
«Cosa? No, no, dubito che per loro sia un problema. È che...» non continuai la frase.
«Qual è il problema?» chiese lui «Mh? Perché vuoi stare da sola con Derek?».
«Non voglio stare da sola con lui, è solo che voi due litigate e non voglio che lui ti aggredisca!».
«Ci sarete voi a difendermi da lui. Non penso che sia più forte dei vampiri» rispose Andrea.
Sospirai frustrata. «E va bene, vieni».
Il ragazzo sorrise vittorioso. «Ci vediamo più tardi».
«Sì, ciao». Senza aspettare una risposta, entrai in casa, piuttosto irritata. Odiavo quando si comportava così.
«Qualcosa non va?» chiese Jasper che stava leggendo un libro, seduto sul divano.
«Da cosa lo capisci? Da quello che hai sicuramente sentito o dalla voglia che ho di uccidere tutto il mondo?» domandai acida.
Il vampiro alzò lo sguardo dal libro e sorrise. «Entrambe le risposte sono corrette. Andrea è geloso, dagli tempo».
«Chi ti dice che sia geloso?».
Jasper chiuse il libro, tenendo il segno con una mano, e allargò le braccia, guardandomi con ovvietà.
Sbuffai «Sì, giusto, capisci le emozioni altrui, ma... perché mai dovrebbe essere geloso?» sbuffai nuovamente «Stupido umano...» brontolai salendo le scale, senza ascoltare una possibile risposta del vampiro.
Mentre salivo per andare nella mia camera, situata in cima alla casa, incontrai Esme che usciva dallo studio di Carlisle. «Quindi, questa sera, verranno Derek e Andrea?» domandò sorridendo gentilmente.
Annuii. «Sì, se per voi non è un problema».
«Oh, no, va benissimo» rispose sorridendo. «Va tutto bene?» chiese premurosa.
Annuii nuovamente. «Sono soltanto Derek e Andrea che si sfidano sempre e non capisco perché».
Esme sorrise comprensiva «Dagli tempo e diventeranno amici» suggerì prima di scendere le scale.
Sospirai e andai in camera mia. Non ero così convinta dalle parole della vampira.
Gettai lo zaino vicino alla scrivania e mi buttai sul letto.
Non capivo perché Andrea fosse geloso. Derek aveva un comportamento provocatorio e sembrava provarci con me, ma si atteggiava allo stesso modo anche con le altre ragazze.

Rimasi sdraiata per un bel po', rilassandomi e perdendomi tra i vari pensieri, finché qualcuno non decise di disturbare il silenzio inviandomi un messaggio. Era Andrea.

Andrea
Ciao, senti... per questa sera non contatemi, non posso venire

Lessi il messaggio e un sorrisetto involontario si aprì sul mio viso. Mi morsi il labbro inferiore, scuotendo la testa.

Ok, ma... va tutto bene?

Andrea
Sì, ho solo scoperto di avere una cena di famiglia alla quale devo andare
Scusa
Ti amo <3

Tranquillo, non importa ;)
Divertiti :)

Prima di tornare a guardare il soffitto, mi cadde l'occhio sull'orario. Ah, sono quasi le otto... Derek arriverà a momenti, credo. Pensai e decisi di uscire, per aspettarlo fuori.
Effettivamente, non ci eravamo dati un orario preciso per vederci.
Raggiunsi il portico e mi sedetti sulle scale, con lo sguardo perso nel vuoto.
«Quando arriva? Sono curiosa» chiese Renesmee, sedendosi vicino a me.
Sorrisi e scossi la testa. «Non lo so, ammetto di non avergli dato un orario preciso».
«Ma quindi... uh, è lui?». La ragazzina, che ormai sembrava avere circa quindici anni, si accorse prima di me dell'arrivo del ragazzo in questione, poiché stava guardando il punto giusto nel bosco.
Mi voltai e lo vidi anch'io. Annuii. «Sì, è lui».
«Sembra simpatico» commentò osservando il ragazzo che si avvicinava.
«Beh... lo è» risposi sorridendo mentre, con un cenno della mano, salutavo Derek.
Il licantropo affrettò leggermente il passo e ci raggiunse «Ciao» disse sorridendo «Non sono in ritardo, vero?».
«No, tranquillo» risposi alzandomi e lo osservai «Wow, ma come siamo eleganti» ridacchiai prendendolo in giro.
Sorrise «Non volevo fare brutta figura» ammise osservando il suo completo. Indossava una camicia bianca -questa volta completamente abbottonata- delle scarpe blu come i suoi occhi e dei pantaloni e una giacca del medesimo colore. Inoltre, i capelli erano più pettinati del normale. Lo sguardo di Derek cadde su Renesmee, che si stava alzando in quel momento. «Ehi... ciao, io sono Derek» disse sorridendo.
«Renesmee» rispose lei e, sorridendo a sua volta, si allungò verso il nuovo arrivato, appoggiando una mano sulla sua guancia.
Il licantropo la osservò confuso, poi il suo sguardo vacillò nel vuoto. Durò poco più di un minuto, Nessie non aveva molto da dirgli. Quando finì di mostrargli quello che voleva, si allontanò sorridendo e saltellò dentro casa, annunciando agli altri che l'ospite era arrivato.
«Cosa è successo?» chiese confuso il licantropo.
Sorrisi «Ti ha mostrato le poche cose che sa su di te: è curiosa di sapere altro.
Ha un potere... Particolare, diciamo. Può far vedere agli altri quello che vuole semplicemente toccandoli».
«Wow...» mormorò Derek, stupito.
«Beh... vogliamo entrare?».
«Sì, certo» rispose e mi seguì dentro casa.
Ad attenderci c'erano tutti i vampiri, più Seth e Jacob, che teneva Renesmee in braccio.
Prima che potessimo dire qualsiasi cosa, si fece avanti Carlisle, che sorrise salutando Derek e si presentò come capo del clan di vampiri.
«Buonasera, signore» rispose cordialmente Derek mentre Jacob, che aveva lasciato Renesmee a Bella, si avvicinava.
«Jacob Black, Alpha di uno dei due branchi di licantropi a Forks» si presentò con un tono così formale che mi fece sorridere divertita.
«Buonasera» ripeté Derek stringendogli la mano.
Anche gli altri vampiri e Seth si presentarono, uno alla volta, poi, finalmente, ci spostammo nella sala da pranzo per mangiare.
Soltanto noi quattro licantropi mangiavamo, ma non era una cosa imbarazzante, era piuttosto normale. Per noi, almeno. Si capiva che Derek si sentiva leggermente a disagio.
Si tranquillizzò pian piano, mentre parlava con i miei familiari. Erano soprattutto Carlisle, Edward e Jacob a riempirlo di domande e a ricordargli le regole per una buona convivenza fra noi e gli umani.
«Allora, Derek, da dove vieni?» domandò Carlisle dopo un attimo, sorridendo per confortarlo.
«Da nessun posto di preciso: il branco si sposta spesso. Attualmente è in Galles».
«In Galles? Wow» commentò il vampiro, inarcando le sopracciglia «E tu perché sei qui?».
«Mi hanno mandato a cercare lei» rispose indicandomi «Ma non posso dirvi più di tanto. È l'Alpha che vuole e può dirglielo, non io».
«Il tuo Alpha non può venire qui?» chiese Jacob.
«E lasciare il branco? Oh, no. Per niente» Derek scosse la testa. «Si potrebbe lasciare agli Anziani per qualche tempo, eleggendo magari un Alpha per un po', ma... questo potrebbe usurpare il trono e prendere il comando. Oppure, se dovesse succedere qualcosa all'Alpha, si scatenerebbe il panico. Non si può rischiare tanto e non si può nemmeno spostare tutto il branco».
«Non avete qualcuno di fidato da eleggere come Alpha temporaneo?» domandò stupito Jacob.
«Oh, sì. Ma le persone cambiano quando hanno il potere e non si può rischiare tanto, visto che l'Alpha dovrebbe stare distante dal branco per molti giorni».
«Quanti siete nel branco?» chiese Edward, esprimendo una domanda che non avevo il coraggio di fare.
«Circa una quindicina di lupi più cinque cuccioli. Venti, in tutto».
«Un branco numeroso...» commentò Jacob «Come riuscite a stare tutti insieme? Non ci sono scontri?».
«Sì, ci sono, ma vengono sedati sempre. Da me, da altri lupi o dall'Alpha».
«Da te?» lo interruppe Esme, preoccupata. "È così giovane..." pensò mentre cercava di immaginarsi Derek che affrontava un uomo molto più grosso, forte e addestrato a combattere.
«Sì, ma stia tranquilla: i lupi mi rispettano e sono il miglior combattente» rispose il licantropo, con un'aria di superiorità.
Sorrisi divertita mentre riprendeva a raccontare.
«Nel nostro branco le cose sono un po' diverse che nel vostro. Per esempio, vi è una gerarchia diversa e, spesso, ci si comporta più come lupi che come uomini. Abbiamo un Alpha, che governa; gli Anziani, che lo aiutano con dei consigli e sono gli unici a sapere come fare determinate cose; e poi tutti gli altri: i Cacciatori, i Guerrieri, le lupe incinte, i lupi vecchi e i cuccioli».
«I lupi vecchi non sono Anziani?» domandai curiosa.
«Non per forza» rispose Derek voltandosi verso di me «Gli Anziani sono pochi e vengono scelti dall'Alpha e dagli Anziani già presenti». Fece una piccola pausa e tornò a parlare «Inoltre, spesso le ribellioni sono punite severamente, così come molte infrazioni».
«E vivete nel bosco?» chiese Carlisle.
Derek annuì, sorridendo.
«Siete mai stati scoperti dagli umani?» continuò il vampiro.
«Il mio branco no. Forse altri sì, ma non saprei dirle quali. Poi, noi viviamo nel bosco, molto distanti dagli umani. Non siamo Addomesticati, loro vivono come voi: fra gli umani, fingendo di essere quello che non sono» nella sua voce si avvertiva un leggero velo di disprezzo, ma si capiva che diceva quelle cose senza voler ferire veramente qualcuno. Probabilmente stava ripetendo una lezione che aveva imparato da piccolo. «Fin da cuccioli ci insegnano a non andare mai dagli umani.
Se ne incontriamo uno nel bosco non dobbiamo farci vedere e scappare alla prima occasione, cercando di raggiungere il branco e avvertirlo.
Se un umano ci vede, non dobbiamo dargli confidenza ma neppure attaccarlo. È severamente vietato attaccare l'uomo.
Inoltre, è severamente vietato trasformarsi davanti agli uomini o rivelare il segreto» fece una piccola pausa. «Chi trasgredisce a queste regole è severamente punito. Si va da punizioni leggere, come i digiuni o qualche sfuriata dell'Alpha, a punizioni più pesanti, come l'esilio dal branco o, nei casi peggiori, la morte».
Osservammo stupiti il ragazzo e tutti pensammo più o meno la stessa cosa: vivere in un branco del genere sembrava una cosa assurda per i tempi attuali.
«Hai detto che vivete nel bosco» disse Seth poco dopo «Dove dormite?».
«E cosa cacciate?» aggiunse Emmett.
«Solitamente i branchi vanno in posti dove è possibile trovare dei ripari e, spesso, sono posti che, in precedenza, erano di altri Sangue di Lupo. Usiamo le caverne, oppure scaviamo delle tante o costruiamo delle specie di capanne. Dipende dai luoghi.
In quanto alla caccia, cacciamo gli animali del bosco. Quelli degli umani, come galline, conigli e pecore, li attacchiamo solo se siamo disperati e siamo sicuri di non essere visti. Cacciamo in branco, come i lupi veri. Abbiamo un gruppo di Cacciatori che, a seconda della necessità di cibo, può essere più o meno grande. Spesso, se servono molti lupi, ne vengono presi alcuni che solitamente sono Guerrieri».

Quando non ci furono più domande da fare, Carlisle decise di ricordare ancora una volta a Derek le buone maniere da seguire in presenza degli umani, ma il ragazzo le sapeva già. «E fai attenzione a non farti vedere in forma di lupo: qui non ci sono i lupi e attualmente ci sono molti cacciatori».
Il licantropo annuì mentre si alzava. «Sì, farò più attenzione».
«Dove dormi, adesso?» chiese Esme.
«Nel bosco» rispose Derek tranquillamente «Ho trovato un piccolo anfratto nella roccia dove mettere le cose per ripararle dalla pioggia e dove, se proprio ne ho bisogno, posso ripararmi anch'io».
«Se vuoi, puoi dormire qui. Per tutto il tempo in cui resterai a Forks» propose la vampira.
Il licantropo sembrò stupito, come tutti noi. «No... grazie. Le case non mi piacciono: sono troppo chiuse. Ma... grazie comunque» rispose cercando di essere cortese.
«Se vuoi possiamo andare a farci un giro per il bosco» proposi sorridendo a Derek.
«Uhm, sì. Sarebbe bello» disse lui sorridendo.
«Non fate tardi. Domani avete entrambi scuola» ci raccomandò Carlisle, sorridendo divertito.
Ridacchiai ed annuii. «Andiamo» dissi trascinando Derek fuori dalla casa.
«Ah, Derek, aspetta» Jacob ci seguì con Seth «Uno di questi giorni, il prima possibile, mi serve che tu venga con me per presentarti al branco. Magari anche al branco di Sam. Sai... per evitare disguidi».
Il licantropo annuì «Va bene. Tipo... domani pomeriggio?» propose un po' titubante.
Jacob sorrise cordialmente. «Perfetto. Qui, domani. Appena avrete finito scuola».
Derek annuì e mi seguì nel bosco.

Mi trasformai immediatamente e mi voltai verso di lui. Allora, cosa vuoi fare? chiesi scodinzolando.
«Non lo so» ammise «Un... normale giro nel bosco? Posso mostrarti la mia tana» propose prima di trasformarsi. Ancora non ero abituata a vedere gli occhi gialli, le linee nere e un lupo normale.
Sì, ci sta! Sorrisi e gli diedi una spinta con il muso, prima di correre da qualche parte, senza una meta. Muoviti, sei lento! Lo presi in giro ridendo.
Il lupo drizzò le orecchie e mi seguì immediatamente. «Sei partita prima, non vale!» si lamentò ridendo.
Non è vero! Risposi fermandomi per aspettarlo.
Derek non si fermò e mi travolse. «Ciao!» ululò ridendo quando si trovò sopra di me.
Togliti! Ringhiai. Se fossi stata in forma umana sarei sicuramente arrossita.
«Va bene, va bene» rise Derek, spostandosi.
Mi rialzai scrollando la pelliccia. «Idiota...» mormorai leggermente irritata dalla situazione imbarazzante.
Il licantropo continuò a ridere, finché non si interruppe. Fiutò meglio l'aria e scodinzolò.
Che c'è? Domandai confusa, avvicinandomi a lui.
«Cervo» rispose sorridendo.
E... allora? Chiesi ancora più confusa.
«Cacciamolo! Insieme, vedrai che sarà divertente!».
Ehm... ok... ma io caccio benissimo da sola. Risposi iniziando a seguire la traccia del cervo.
«Insieme è più bello» ribadì lui superandomi.
Quando arrivammo vicino alla preda, ci nascondemmo fra i cespugli.
«Allora, vai di qualche metro più a destra e spaventalo, conducilo in quel punto, davanti a noi, e io lo finisco. Va bene?».
Non mi dai ordini. Mi lamentai fulminandolo con lo sguardo.
«Va bene, allora facciamo che io lo spavento e tu lo uccidi?».
No. Va bene il primo piano. Risposi ridacchiando e mi spostai silenziosamente a destra.
Uscii fuori dal nascondiglio non appena notai che il cervo aveva fiutato il mio odore e aveva alzato il muso.
L'animale mi vide e si alzò sulle zampe posteriori, calciando l'aria con quelle anteriori.
Ringhiai e tentai di morderlo. Sfortunatamente, riuscii a graffiargli solo un fianco.
Il cervo decise che era meglio scappare ed iniziò a correre proprio verso il punto indicatomi da Derek. Ad un tratto, il licantropo uscì fuori dal suo nascondiglio e saltò sulla schiena della preda. Affondò i denti e gli artigli nella carne dell'animale, che iniziò a dimenarsi per liberarsi.
Il licantropo lasciò la presa, per riprenderla subito dopo. Si avventò sul collo del cervo. Strinse le fauci e l'animale si accasciò al suolo, mentre il sangue colava sul muso di Derek.
La preda morì pochi istanti dopo.
Il lupo continuò a tenere il collo del cervo per qualche secondo, poi lo lasciò e si rialzò.
«Visto? È stato divertente!» esclamò scodinzolando.
Sì, non male, ma... io non ho fame dissi guardando la preda.
«Ok, la mangerò io» ridacchiò divertito.
Scossi la testa ridacchiando. Avevamo finito da poco più di un'ora di cenare e aveva voglia di mangiare un cervo intero. Però... Mugolai a disagio, dopo un attimo Adesso vado a casa. È tardi e domani c'è scuola.
Derek mi guardò e abbassò le orecchie, per poi annuire. «Va bene, ci vediamo domani».
«A domani» lo salutai prima di correre verso casa.

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