19. Derek -parte 2-

«E voi sareste...» disse un professore che stava mettendo a posto i suoi libri. Non vedeva l'ora di uscire da quella classe infernale. Solitamente durante le ore di sostituzione, molte persone si animavano e davano il loro peggio.
«Chiara Cullen e Derek...» non sapendo se aveva un cognome aggiunsi altro: «È il nuovo studente. Ho dovuto fargli fare il giro della scuola».
«Sì, sì, mi era stato annunciato da quello, forse» indicò Andrea che mi sorrise. «Quindi... sì, Derek Moons, giusto?» chiese il professore osservando l'elenco degli alunni di quell'ora.
Il licantropo annuì sorridendo «Esattamente».
«Che cosa avete fatto da soli per tutto questo tempo?» cantilenò Jeremy, solo per dare fastidio ad Andrea.
«Gli ho mostrato la scuola, ovviamente» risposi stringendomi nelle spalle.
«Oh... davvero? Nient'altro di più... interessante?» chiese alzandosi per andare a buttare un foglio di carta. Ci passò di fianco ed osservò Derek. «Con quella camicia sbottonata da bad boy... hai cercato di far colpo su di lei? E magari ci sei anche riuscito... povero piccolo Andrea che diventa uj bel toro» ridacchiò facendo il simbolo delle corna, mentre lanciava una veloce occhiata ad Andrea.
Il ragazzo si irrigidì ma mantenne la calma, limitandosi a fulminare con lo sguardo Jeremy. Come me e molti altri sapeva che quell'umano adorava infastidire la gente.
Derek, però, non fu altrettanto bravo. Scattò immediatamente. Afferrò Jeremy per il colletto della maglia e lo spinse contro un muro.
Il ragazzo mugolò di dolore per il colpo.
«Chiara non ha tradito nessuno e non osare accusarci di cose che non abbiamo fatto» ringhiò il licantropo, spingendolo di più contro il muro.
Varie esclamazioni partirono dai componenti della classe, ma nessuno cercò di fermarli.
«Derek! Derek, lascialo!» gli intimai cercando di tirarlo indietro, ma era decisamente più forte di me.
Stupido maschio alpha. Pensai frustrata.
«No, prima lo uccido in un modo lento e doloroso, poi lo divoro» rispose minaccioso.
«Ragazzo, smettila!» esclamò il professore avvicinandosi ai due.
Derek, basta essere lupo! Gli urlai mentalmente.
Il licantropo sospirò e lasciò che il professore lo spingesse lontano da Jeremy.
«Stai bene?» chiese l'uomo, preoccupato.
Il ragazzo umano annuì, un po' sconvolto, e andò a sedersi al suo posto, lanciando un'occhiataccia a Derek.
Il licantropo rispose con uno sguardo abbastanza minaccioso e scoprii i denti. Fortunatamente non erano zanne.
«Tu! Non ti mando dal preside solo perché è il tuo primo giorno, ma non azzardarti mai più a fare una cosa del genere!» sbraitò il professore. Nel mentre suonò la campanella e lui uscì dalla classe, dopo averci salutati con un "arrivederci ragazzi" molto irritato.
«Stai bene?» chiesi a Derek.
Lui annuì soddisfatto «Niente linee nere, niente occhi gialli, niente lupo» rispose a bassa voce, in modo che lo sentissi solo io.
«Già, ma anche niente risse!» gli dissi «Non si può, è contro le regole».
«Ma nel bran...» iniziò a dire, ma si fermò quando lo fulminai con lo sguardo. «Ok, va bene, regole umane...».
Jeremy ci passò vicino per uscire dall'aula. «Non finisce qui» disse a Derek, dandogli una spintarella sul petto.
In risposta, il licantropo fece per saltargli addosso, ma lo bloccai, aiutata anche da Andrea che ci aveva raggiunti in quel momento. «Stai calmo o ti farai scoprire» gli disse il mio ragazzo a bassa voce.
Derek sbuffò e si liberò dalla nostra presa. «La prossima lezione?» chiese.
Andrea lo lasciò mi prese da parte. «Sei sicura che sappia controllarsi?».
«Lo spero» mormorai.
«Guardate che vi sento» ci disse Derek mentre altre persone entravano nell'aula per iniziare la loro lezione di scienze.
«Andiamo, è meglio» sospirai uscendo e aspettando che i due ragazzi mi seguissero.
«Non mi avete ancora detto che lezione c'è» ci fece notare Derek dopo un po', mentre si guardava intorno.
«Matematica. Sai che cos'è?» gli chiese Andrea mentre mi prendeva la mano.
«Certamente e la trovo inutile» rispose il licantropo mentre entravamo nell'aula.
«Ah, è inutile?» chiese la professoressa che era appena entrata e aveva sentito le parole di Derek.
«Sì» rispose lui.
«Derek, lei è la prof di matematica» gli feci notare.
«E allora?» chiese lui con un'espressione confusa.
Andrea ridacchiò e mi trascinò ai nostri posti. «Vediamo come se la cava il lupetto» mormorò ridacchiando.
«Chi saresti tu? Non credo di averti mai visto» chiese la professoressa mentre la classe si riempiva.
«Derek Moons, nuovo alunno» rispose con nonchalance.
«Bene... scrivi il tuo nome alla lavagna e presentati».
Il licantropo sbuffò, prese il gesso e scrisse "Derek Moons" alla lavagna in modo elegante, con tanti ghirigori nelle lettere.
«Uh, allora sa scrivere» commentò Andrea e, istintivamente, gli tirai uno schiaffetto sul braccio.
«Smettila di prenderlo in giro!» sibilai.
«Mi chiamo Derek Moons, come ho già detto, sono nuovo. La mia è una famiglia nomade, quindi: potrei sparire da un momento all'altro; ovunque ci siano un bosco e la mia famiglia è casa mia, non abito da nessuna parte precisamente; cambio di continuo città, quindi non chiedetemi da dove vengo. Fine» disse velocemente. «Posso andare a sedermi e ad assistere alla lezione di una materia inutile?» chiese alla professoressa mentre tutti lo guardavano con curiosità.
«Prima... Vestiti in modo consono» rispose lei, con tono leggermente schifato.
Derek alzò un sopracciglio. «Ma manco fossi nudo e puzzolente!» rise ignorando il comando, mentre veniva da me e Andrea, per poi sedersi in un banco vuoto dietro al nostro.
La donna sospirò e iniziò a spiegare. Aveva perso le speranze anche lei.
«La prof non lo ha ucciso» ridacchiai alludendo al suo comportamento molto scontroso.
«A me non piace» borbottò Andrea.
«Neanche tu mi piaci, essere umano» bisbigliò Derek «E la donna non mi ha ucciso per il mio charme da lupo e anche perché si è resa conto che sono un maschio dominante e non mi sottometterò a lei».
Sentendo le sue parole mi morsi il labbro inferiore, cercando di non scoppiare a ridere. Notai che anche Andrea non era riuscito a nascondere un sorriso divertito.
«Ok» disse il ragazzo «Sa essere divertente con la sua stupidità».
«Ehi!» sibilò Derek «Ti ho sentito!».
«Meglio così» rispose Andrea voltandosi per un attimo verso di lui.
Sembrava che stessero scherzando, ma la tensione tra i due era palpabile

Durante l'ora di matematica cercai di seguire la lezione, ma la presenza di un Derek nullafacente dietro di me continuava a distrarmi.
Appena suonò la campanella che segnava la fine dell'ora, Derek saltò in piedi esclamando: «Finalmente!».
La professoressa lo fulminò con lo sguardo ma non disse nulla.
«Derek...» lo richiamai mentre alcuni compagni ridevano divertiti.
«Sì? Cosa abbiamo adesso?» chiese lui tranquillamente.
«L'intervallo, ovvero nulla per un po' di tempo» rispose Andrea alzandosi dopo aver ritirato le sue cose.
«Anche questo mi sembra inutile» commentò il licantropo «Perché non fanno tutte le lezioni attaccate? Così si finisce prima».
«Se tu stessi attento durante le lezioni non parleresti così» disse il ragazzo.
Derek roteò gli occhi sbuffando. «Dove si va per questo intervallo?» mi chiese sorridendo.
«Dove vuoi, possiamo anche restare qui» risposi sorridendo a mia volta.
«Ma sei mai stato in una scuola?» chiese Andrea «Comunque, io e Chiara andiamo a trovare degli amici».
«No, non sono mai stato in una scuola. Quello che so l'ho imparato da alcuni membri del branco che erano stati fra gli umani appositamente per imparare. Non a tutti piace che la cultura umana intacchi gli usi del branco, ma alcuni hanno capito che saper leggere e scrivere poteva essere utile» spiegò. «Vengo con voi, così mi faccio degli amici».
«No, non verrai» rispose immediatamente Andrea.
«Non possiamo lasciarlo da solo, quindi deve venire» dissi io.
Il mio ragazzo sbuffò e uscì dall'aula.
«Devi scusarlo, ma...» iniziai a dire.
«È geloso» mi interruppe Derek «Non ha importanza. Andiamo».
Annuii. Sapevo che aveva ragione, ma non capivo perché Andrea fosse geloso.

Camminammo in silenzio per i corridoi finché non trovammo Brian ed Alexis. Vidi gli occhi della ragazza illuminarsi e sentii che diceva a Brian "guarda c'è il ragazzo nuovo. Dio, quant'è carino e misterioso...".
Anche Derek la sentì e sorrise facendole un occhiolino.
Alexis arrossì leggermente; Brian, invece, fulminò Derek con lo sguardo.
«Ciao» salutò Andrea.
Brian lo salutò con un cenno del capo mentre Alexis non vedeva l'ora che Derek si presentasse.
«Ehm... lui è Derek» dissi «Ma probabilmente ve lo ricordate dall'ora di scienze. Derek, loro due sono Brian ed Alexis».
Il licantropo si irrigidì per qualche strano motivo, ma poi cercò di sembrare calmo.
«Sì, è quello che ha cercato di uccidere Jeremy» commentò Brian.
«Hai avuto molto coraggio» disse Alexis annuendo.
«Grazie» rispose Derek con un sorriso.
Iniziammo a parlare di varie cose, mentre il licantropo si guardava in giro ed osservava tutto attentamente.
«Ehi, Derek» lo richiamai ad un tratto, mentre gli altri tre parlvano di un qualcosa di matematica. Avevamo professori diversi, ma gli argomenti erano quelli.
«Che c'è?» chiese lui girandosi immediatamente verso di me.
«I miei genitori hanno chiesto se volevi venire a cena da noi».
«Perché?».
«Beh... gli ho detto di te e vogliono parlarti».
«Ok, va bene. Questa sera?» chiese senza scomporsi.
Annuii. «Se per te non è un problema, penso che possa andare bene».
Sorrise «Ci sarò» rispose facendomi un occhiolino.
Sorrisi e lanciai un'occhiata ad Andrea, che ricambiò con uno sguardo inceneritore. Lo fissai stupita. Era davvero geloso?

La campanella che segnava la fine dell'intervallo suonò prima del previsto.
Alexis mugolò contrariata «Non voglio fare altre ore di lezione...».
Brian ridacchiò «Dubito che qualcuno voglia farle».
«Non sono male» si intromise Derek «Non si fa nulla, potete rilassarvi».
Lo guardammo tutti come se fosse impazzito.
«Che c'è? È vero».
«Non hai ancora fatto nulla per due ore. Ma non è proprio il mood esatto» gli fece notare Andrea con un tono acido.
«La prima ora ho girato la scuola con la tua bella ragazza, la seconda ora ho guardato fuori dalla finestra mentre la donna scriveva calcoli inutili di una materia inutile» rispose il licantropo sorridendo. «Basta sapere contare le i cervi, ad esempio. Perché dovrei fare la radice del cervo? Un cervo intero sfama più di un cervo radicalizzato».
Alexis rise divertita per il ragionamento del licantropo, mentre io volevo solo sotterrarmi.
«Smettila di fare apprezzamenti sulla mia ragazza» sibilò Andrea «Vedo come la guardi e non lo sopporto più».
«Non è affar mio se tu sei insicuro di te stesso e ti immagini le cose, senza-pelo geloso» ribattè Derek.
«Non sono insicuro».
«Ah, davvero? Allora non dovresti essere geloso. Perché hai paura che possa rubarti la ragazza?».
«Ragazzi, ragazzi, basta» intervenni per fermare la situazione che si stava scaldando «Andiamo a lezione, è meglio».
«Sì, meglio di una rissa» commentò Brian annuendo.
«Ci vediamo a pranzo» disse Alexis e i due sparirono in un corridoio.
«Andiamo» presi Andrea per mano e lo trascinai verso l'aula di storia.
Derek ci seguì. «Cosa c'è adesso?».
«Storia» risposi.
«Mh... storia umana, immagino» sbuffò «Vengono cambiate così tante cose e vengono dimenticati così tanti Sangue di Lupo eccezionali».
«Sei in una scuola umana, attieniti a questi programmi senza fare storie» disse Andrea con tono scontroso.
«Siete stupidi a tralasciare tante cose importanti. Non credete nella nostra esistenza? Va bene, ma almeno non cambiate i fatti».
«Derek, basta. Ok? Separa la tua vita da lupo e questa» gli rammentai prima che Andrea potesse rispondere.
Il licantropo annuì, sbuffando. Senza aspettarci ci superò ed entrò nell'aula.
«Sa orientarsi, perché deve seguirci?» mi chiese Andrea.
«Perché è il suo primo giorno» risposi entrando nell'aula.
«Siete in ritardo» ci disse la professoressa alzando lo sguardo dal libro di storia.
Roteai gli occhi. A quella donna non piacevano neanche i ritardi di due minuti.
«Stavamo accompagnando lui» risposi indicando Derek, che si passò una mano fra i capelli, pavoneggiandosi un po' vicino a delle ragazze.
«Ah, sei il nuovo alunno?» chiese la professoressa, sorridendo.
«A quanto pare» rispose lui.
«Bene! Ragazzi, interrompiamo un attimo la lezione per dare il benvenuto a...» lesse il nome sul registro «Derek Moons». La donna sorrise al licantropo «Dai, presentati e dicci qualcosa di te».
Andai a sendermi al mio posto, vicino ad Andrea, mentre Derek ripeteva perfettamente la presentazione che aveva usato durante l'ora di matematica. Poi andò a sedersi ad un banco vuoto, dall'altra parte della classe e in ultima fila.

Appena suonò la campanella, Derek si alzò e ci raggiunse. «Che altra lezione inutile c'è adesso?».
Sorrisi divertita per il suo modo di fare. «Inglese».
«So parlare, a cosa mi serve?» chiese confuso «È decisamente la materia più inutile».
«Non si studia grammatica, si fa letteratura» rispose Andrea alzandosi dal suo posto.
«Mh... sembra noioso».
«Dipende dagli autori» dissi alzandomi «Dai, facciamo in fretta: anche questa prof odia i ritardatari».
«Uh, davvero? Sarà divertente» commentò Derek.
Scossi la testa esasperata e mi incamminai verso l'aula di inglese, seguita dai due ragazzi.
«Entrate prima voi» ci disse il licantropo quando arrivammo davanti alla classe «Io arriverò tra poco, voglio dare una nota di colore alla lezione noiosa ed inutile».
«Tu sei pazzo» commentai entrando nell'aula. Non provai nemmeno a fermarlo, perché avevo capito che non ci sarei riuscita.
Mi sedetti vicino ad Andrea ed aspettai ansiosamente l'arrivo di Derek.
E se fosse andato via perché ha capito che la scuola non fa per lui? Continuavo a chiedermi. E se non dovessi più vederlo?

Alla fine Derek arrivò, con quindici minuti di ritardo.
La professoressa smise di parlare di Shakespeare e fulminò con lo sguardo lo studente che era appena entrato.
«Si bussa alla porta» gli disse con tono gelido.
«È la mia classe, perché dovrei bussare?» chiese con nonchalance il licantropo.
«Perché sta interrompendo una lezione! Oltretutto, non mi pare di averla mai vista».
«Derek Moons, cerchi sul registro. Sono lo studente nuovo e...» si presentò usando la presentazione che aveva già ripetuto nelle altre ore.
La donna trovò il suo nome ed annuì. «Dov'è la sua roba?».
«Quale roba, signora?».
«Lo zaino, un quaderno, i libri» disse la professoressa, iniziando ad irritarsi.
«Non li ho, ovviamente».
«Cosa?!».
«Mh, già, ma sopravvivrò, stai tranquilla».
«Stai?! Deve darmi il "lei"! Deve usare "stia"!» sbottò la professoressa «E si abbottoni quella camicia, non siamo al bar».
«"Stia", "stai", stessa cosa» commentò Derek con un gesto della mano «E no, non cambierò il mio look per lei. Lei indossa quel pessimo maglioncino verde piombo e non l'ha abbottonato, perché dovrei farlo io con la mia perfetta camicia bianca?».
«Ma come osa... fuori da questa classe!» sbraitò indicando la porta.
«Così non seguirò la lezione».
«Sparisca o la mando dal preside!».
«E va bene, va bene» sbuffò Derek «Ma quel maglioncino verde piombo sta malissimo con quella maglia viola» disse prima di uscire chiudendosi la porta alle spalle.
Tutti quanti fissamo la scena in silenzio, allibiti.
Sopirai esasperata. Stupido licantropo...

Appena suonò la campanella, mi alzai.
«Mi abbandoni qui?» chiese Andrea.
«Andiamo a cercare Derek, muoviti!».
«Posso mettere a posto le mie cose?».
Annuii. «Va bene, ma fa' in fretta».
Andrea annuì, ma ritirò le cose con un grandissima lentezza (molta più del solito).
La classe si svuotò e Derek entrò. «Oh, eccovi. Visto il vostro ritardo pensavo di trovarvi avvinghiati a fare chissà cosa» ridacchiò «Cosa aspettate? La classe ormai è vuota».
Andrea lo fulminò con lo sguardo e si avvicinò a me.
«Sei stato molto stupido» borbottai richiamandolo.
«Forse» ridacchiò «Ma la vostra prof vi ha detto che Shakespeare era un Sangue di Lupo? No. Ecco» disse stringendosi nelle spalle «Adesso quale altra lezione inutile abbiamo?» chiese avvicinandosi a noi.
Rimasi in silenzio, stupita da quello che aveva detto. Chissà se era vera la storia di Shakespeare.
«Se trovi tutte le lezioni inutili, perché sei venuto qui? A cosa ti servirebbero nel bosco? Torna da dove sei venuto!» sbottò Andrea dandogli una lieve spinta, posando le mani sul suo petto
Derek barcollò leggermente indietro, colto alla sprovvista. Alzò lo sguardo, mostrò i denti e si scagliò su Andrea, spingendolo brutalmente contro il muro. «Non osare toccarmi e parlare di cose che non sai» ringhiò scandendo bene le parole. Lasciò andare il ragazzo, allontanandosi leggermente.
«E tu non osare provarci con la mia ragazza!» ribattè Andrea avvicinandosi nuovamente a Derek. Prima che potessi fermarlo, lo colpì in faccia con un pugno.
Il licantropo girò il viso da un lato, poi riprese a guardare l'umano. Aveva un labbro che sanguinava leggermente. Ringhiò, i suoi occhi diventarono gialli e saltò addosso ad Andrea, buttandolo a terra. «Adesso vedi come ti squarto la gola con i denti!» minacciò mostrando le zanne.
Negli occhi di Andrea comparve un lampo di paura. «Non lo farai» mormorò cercando di restare calmo «Siamo in una scuola, con gli umani».
«Scommettiamo?» ringhiò il licantropo.
Vidi linee nere comparire sul collo e sulle mani di Derek.
«Basta! Adesso basta!» li richiamai. Afferrai il Sangue di Lupo per i fianchi e cercai di tirarlo via.
Lui ridacchiò e si alzò appositamente di scatto. Persi l'equilibrio e barcollai indietro.
«Ehi, attenta» ridacchiò e mi afferrò cingendomi la vita con un braccio.
Arrossii trovandomi così vicina a lui.
Derek mi sorrise, poi guardò Andrea con aria di superiorità.
Il ragazzo si alzò con fatica da terra, fulminandoci con lo sguardo. «Togli le mani dalla mia ragazza» sibilò.
«Solo se lo vuole lei». Mi guardò con gli occhi che erano tornati blu «Devo lasciarti andare? Non cadrai a terra?» chiese sorridendo divertito.
«Sì, sì, lasciami» risposi arrossendo ancora di più.
«Bene, perfetto» disse lui lasciandomi andare e facendo due passetti indietro.
«Andiamo a mangiare?» chiesi imbarazzata per cambiare argomento.
I due ragazzi annuirono e Andrea mi prese la mano, trascinandomi fuori dall'aula.
«Convincilo ad andarsene, lo sto odiando...» borbottò.
«Guarda che ti sento e no, non me ne andrò. Sono qui per proteggerla» rispose Derek che ci stava seguendo.
«Proteggerla da cosa?» chiese confuso Andrea.
«Dai vostri amici».
Io capii all'istante cosa intendeva dire, Andrea, invece, lo fissò confuso.
«Stupido senza-pelo idiota...» sbuffò Derek vedendo l'espressione dell'umano.
«Chiara, cosa intende dire?» mi chiese Andrea mentre ci dirigevamo verso la mensa.
«"Senza-pelo" è un modo un po' offensivo per definire gli umani» risposi.
«No, intendevo con la storia della protezione».
«Ah... beh... forse ho perso il controllo per dell'aconito. Pensiamo che fosse nella caramella di Alexis».
«Togli quel "forse"» si intromise Derek«Era aconito, ho riconosciuto i sintomi e l'estratto di cardo ha fatto effetto».
Superammo la porta di ferro della mensa e il licantropo fece una smorfia «Che casino che c'è qui dentro...».
Ridacchiai «Meglio la foresta, vero?» chiesi mentre raggiungevamo il tavolo di Brian e Alexis.
«Decisamente meglio» rispose scuotendo la testa.
I due umani ci salutarono e ci fecero cenno di sederci.
«Allora, cosa prendete?» chiese Alexis.
«C'è un cervo? Anche se è vivo mi va bene. Potrei faticare ad ucciderlo da solo, perché di solito lo accerchiamo e poi gli saltiamo addosso, ma mi accontenterò» intervenne Derek.
Lo osservai stupita mentre Alexis scoppiava a ridere insieme a Brian. «Amico, sei bravissimo a raccontare assurdità del genere, stavo per crederti» disse quest'ultimo.
Derek sembrò confuso «Io...» fece una breve pausa e poi sorrise «Sì, in effetti sono bravo e penso che non prenderò nulla, non ho fame».
«Anch'io» ammisi.
«Prenderò qualcosa in più per te» mi disse Andrea prima di alzarsi con Brian Alexis per andare a cercare del cibo.
«Gli umani non cacciano i cervi» feci notare a Derek.
«Ma i cacciatori...».
«Sì, ok, hai ragione, ma nelle scuole non si può trovare un cervo da cacciare» dissi ridendo.
Derek sbuffò in modo teatrale e poi sorrise «Peccato, o avremmo potuto cacciare insieme».
«Io i cervi li caccio anche da sola. Fatico un po', ma ci riesco» mi vantai.
«Anch'io, in realtà, ma solitamente cacciamo in gruppo, come i lupi veri. Abbiamo una squadra di caccia e... beh, sono il Capo Cacciatore, o come vuoi chiamarmi» ridacchiò «È bello cacciare insieme».
«Sei tu che stai uccidendo gli animali da cortile?» gli chiesi.
Annuì «Sì, preferisco non sprecare troppe energie e troppo tempo cercando di uccidere un cervo o qualcos'altro di grosso».
«Beh... in televisione stanno parlando di queste uccisioni, qui non ci sono i lupi, fai molta attenzione».
Derek annuì di nuovo, senza dire nulla.
«A cosa deve fare attenzione?» chiese Alexis tornando con i due ragazzi.
«Ehm... a... beh...» iniziai a dire, in difficoltà.
«Alla gelosia del suo ragazzo, Andrea» intervenne Derek, salvandomi «Non vuole che litighiamo».
Alexis scoppiò a ridere insieme a Brian ed iniziò a parlare con Andrea che ci fissava sospettoso.
Grazie. Gli dissi con il pensiero, mentre fingevo di seguire la conversazione.
"Prego, mi devi un bacio".
Mi voltai immediatamente verso di lui, che mi stava guardando con un sorriso divertito stampato sul volto. "Stavo scherzando, ma, se vuoi, puoi darmelo lo stesso".
Sognatelo. Pensai arrossendo e mi voltai verso gli altri, cercando di seguire seriamente la loro conversazione. Sentii Derek ridacchiare, ma cercai di non farci caso.


«Ma quella cioè...» commentai osservando il disegno di Derek. Dopo l'ora di pranzo eravamo andati nell'aula di arte. La professoressa, dopo aver fatto presentare Derek, aveva detto che dovevamo disegnare qualcosa e lui stava disegnando me, in forma di lupo!
«Sì, sei tu» ridacchiò a bassa voce, ottendendo lo sguardo furioso di Andrea. «Solo... qui è color sabbia, vero?» indicò un punto della mia pelliccia ed annuii. Fece una smorfia «Mh... sarà difficile da fare, ma posso provarci».
Ridacchiai e lo osservai mentre completava al meglio il mio ritratto lupesco, ottenendo tanti complimenti dalla professoressa.
L'ora di arte passò velocemente e senza intoppi, adesso mancava solo quella di ginnastica.
Raggiungemmo la palestra e ci cambiammo, o almeno, io ed Andrea ci cambiammo mentre il ragazzo aspettava fuori.
«Tu, chi sei? Perché indossi pantaloni lunghi e camicia? Questa è l'ora di educazione fisica» disse il professore a Derek.
«Sono il nuovo alunno, Derek Moons, e non ho un cambio» rispose lui con tranquillità.
Il professore annuì comprensivo «Per questa volta va bene, chiudo un occhio, ma dalla prossima volta farai dieci giri di corsa per ogni indumento dimenticato».
«Non mi sembra una cosa così faticosa» commentò il licantropo.
«Lo vedremo» rispose il professore, sorridendo divertito. «Allora, ragazzi!» richiamò tutti quanti «Oggi farete una partita di calcio con un'altra classe che ha educazione fisica adesso» indicò un gruppo di persone e sospirai vedendo Jeremy che sorrideva malefico guardando Derek. «Avanti, formate le squadre e giocate» il professore si voltò verso il nuovo arrivato. «Puoi giocare anche tu, se vuoi» mormorò dolcemente.
«Ovvio!» rispose lui, prima di fulminare Jeremy con lo sguardo.

Iniziammo a giocare e notai subito come Jeremy cercasse di far arrabbiare Derek in qualsiasi modo. Verso la fine dell'incontro gli andò addosso per rubargli la palla e gli diede una spallata. «Oh, scusa, novellino» gli disse ridendo «Perché non ti sei cambiato? Sei talmente povero che, oltre ad una casa, non puoi permetterti altri vestiti?».
Derek scoprì i denti e gli saltò addosso. Con un braccio lo afferrò per la vita e lo trascinò a terra. «Non osare parlare di quello che non sai» ringhiò sbatacchiandolo «Giuro che la prossima volta ti strappo la lingua e te la faccio mangiare».
Jeremy lo osservò cercando di non apparire impaurito e cercò di divincolarsi.
«Derek, lascialo!» gli urlai cercando di tirarlo via. Venni aiutata da Andrea e Brian; in tre riuscimmo a trascinarlo lontano da Jeremy. Quest'ultimo si alzò immediatamente «Quello è pazzo, mi ha aggredito!» si lamentò.
Derek cercò di divincolarsi per saltargli di nuovo addosso «Non sono pazzo!» ringhiò.
«Derek» mormorai mettendomi davanti a lui. Vidi che respirava affannosamente e stringeva i pugni. Notai immediatamente le linee nere che iniziavano ad intravedersi sulle sue mani. «Calmati» dissi prendendo i suoi pugni con le mie mani. «Le tue vene, fai attenzione» sussurrai con un tono di voce bassissimo, che sentimmo solo noi due.
Annuì, chiuse gli occhi, fece un profondo respiro e rilassò le mani. Aprì gli occhi e mi fissò sorridendo. «Adesso va meglio» disse.
Gli lasciai andare le mani e mi allontanai. «Già».
«Derek, sei impazzito?» chiese il professore avvicinandosi, solitamente chiamava tutti quanti per nome, non per cognome «Stavamo giocando a calcio, non a football americano e nemmeno a rugby».
«Sì, lo so» rispose passandosi una mano fra i capelli.
Il professore scosse la testa «Dai, andate a cambiarvi, la lezione è finita».
«Aspettami fuori dalla palestra, arrivo subito» dissi al licantropo che annuì.

Mi cambiai in fretta e raggiunsi Derek che mi stava aspettando appoggiato al muro. «Giuro che ucciderò quel senza-pelo» borbottò alludendo a Jeremy.
Ridacchiai «Nah, lascia perdere, è un idiota».
«È fastidioso. Si crede un Alpha ed è solo un cucciolo viziato».
Andrea ci raggiunse proprio in quel momento «Devi iniziare a parlare da umano» sbuffò. «"Alpha", "senza-pelo" e "cuccioli", non puoi dirle. Soprattutto "Alpha". E non parlare di un branco».
«Parlo come mi pare» ringhiò Derek.
«E invece no, o ti farai scoprire» rispose gelido il mio ragazzo.
I due si fissarono negli occhi. I loro sguardi pieni di odio mi fecero rabbrividire.
«Basta, basta, ragazzi» intervenni «Cercate di essere amici, ok? E adesso andiamo» mi diressi verso l'uscita, seguita dai due.
Raggiungemmo la moto di Andrea.
«Ci vediamo stasera?» chiesi a Derek che annuì.
«Contaci» disse sorridendo e andò via, sparendo poco dopo nel bosco vicino alla scuola.
Sospirai «Almeno non ha ancora ucciso nessuno» commentai.
«Prima o poi accadrà» rispose Andrea. «Dai, ti accompagno a casa».
Annuì preoccupata. Derek avrebbe davvero potuto perdere così il controllo?


§§§§§§Nota dell'autrice§§§§§§
Ecco, come promesso, la seconda parte del capitolo! \^.^/
Allora, cosa ne pensate? State iniziando ad apprezzare un po' di più Derek?

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