Please, forgive me!



Non aveva voglia di tornare a casa, così vagabondò per le strade della città. Si fermò d'avanti ad un supermercato, aperto anche di notte. Dei ragazzi lo circondarono e i ghigni sui loro volti non dicevano di certo che volessero fare un abbraccio di gruppo.

"Guardate, abbiamo carne fresca! – disse, ridendo, il più alto del gruppo – cosa ci fai per strada da solo a quest'ora, eh?"
Dopo aver pronunciato queste parole, l'energumeno si avventò su Jin e iniziò a sferrare pugni ovunque e così forti che lo fecero cadere per terra senza avere la possibilità di reagire.

Intanto, Pan, Tae e Jungkook uscirono dal supermercato e scrutarono un gruppo di persone disposte a cerchio che urlavano e ridevano.
"Cosa starà succedendo?" domandò Pan avvicinandosi incerta insieme a Jungkook.
"Non lo so ma andiamocene." disse Tae, tirando entrambi per un braccio. Non voleva succedesse loro qualcosa.
Ma Pan era sempre stata curiosa, quindi si avvicinò e notò un ragazzo inginocchiato sopra ad un altro che lo stava prendendo a pugni. Mossa da uno scatto d'ira, urlò con tutta la forza che aveva. Il cassiere del supermercato fortunatamente sentì le grida ed uscì fuori. I ragazzi si dileguarono. Pan si avvicinò al ragazzo accasciato a terra ricoperto di sangue, lo guardò e lo riconobbe: "Jin!!" urlò iniziando a piangere.
Jungkook e Taehyung sentendo quel nome le si avvicinarono preoccupati, mentre il cassiere chiamava un'ambulanza, che dopo alcuni minuti li raggiunse. I paramedici caricarono Seokjin su una barella.
"Uno di voi deve venire con noi." disse un paramedico ai ragazzi, Pan senza pensarci due volte salì e l'ambulanza partì per l'ospedale. Mentre i due ragazzi raggiunsero la macchina per seguirli.


Arrivati, li fecero sedere nella sala d'attesa. Pan odiava quelle sale: le mettevano tristezza e ansia, erano troppo bianche, troppo anonime per tranquillizzarla, inoltre non sapevano chi chiamare.

"Pensandoci, Jin non doveva dormire a casa di Nam?" ruppe il silenzio Jungkook mentre stringeva la mano del suo ragazzo. Tae aveva sempre odiato gli ospedali, lo facevano sentire a disagio, impotente, gli riportavano a galla troppi brutti ricordi e in quel momento avrebbe voluto solo andarsene ma la preoccupazione per le condizioni di Seokjin glielo impedì. Per fortuna Kookie lo teneva stretto a sé, il calore del più piccolo riusciva sempre a tranquillizzarlo.
"Giusto! Chiamiamolo." disse Pan alzandosi e prendendo il telefono componendo il numero del ragazzo.
"Non risponde quell'idiota!"
"Secondo te cosa è successo?"
"Non lo so, sono preoccupata. Aspetta, possiamo chiamare Yoongi, infondo lui abita vicino Jin." disse Pan, componendo il numero del ragazzo.
Dopo vari squilli si era ormai arresa e stava per agganciare- quando il ragazzo dormiva era veramente molto difficile svegliarlo- ma un: "Pronto." Pronunciato da una voce ancora impastata dal sonno le rispose.
"Hyung, sono Pan! Jin è in ospedale e io non so chi chiamare, Nam non risponde!" disse la ragazza troppo in fretta,
"Aspetta, cosa hai detto? Jin è in ospedale? Perché?"
"Non fare domande, avverti i suoi genitori." urlò lei, tanto che tutti in sala d'attesa la guardarono. Pan chiuse la chiamata e si sedette di nuovo al suo posto, aspettando che il dottore dicesse loro qualcosa.
Dopo un po' sentirono un rumore: un medico era appena uscito dalla stanza di Jin.
"Signori potete spiegarmi cosa è successo?"
Loro si guardarono e a parlare fu Jungkook: "Noi eravamo appena usciti dal supermercato quando abbiamo visto un gruppo di ragazzi disposti a cerchio che urlavano, così lei si è avvicinata e quando ha capito cosa stesse succedendo ha iniziato ad urlare e, poi loro sono scappati."
"Come sta?" domandò Pan.
"Non preoccupatevi, sta bene. Siamo riusciti a stabilizzato -sorrise il dottore- avete il numero dei suo genitori?"
"Li abbiamo già chiamati." disse Taehyung con un filo di voce.

Dopo un'ora Yoongi li raggiunse con i genitori di Jin.
"Come sta?" domandò il ragazzo, mentre i genitori di Seokjin li guardavano preoccupati.
"Adesso sta bene."
"Cosa è successo?" domandò la madre.
I ragazzi la guardarono dispiaciuti, poi Pan iniziò a raccontarle della vicenda, con una voce che le uscì di
qualche ottava più bassa di quanto sperasse. La donna, aggrappandosi al marito, come se fosse la sua ancora, iniziò a piangere. A quel punto entrambi si sedettero, attendendo il dottore.

"Pan porto Tae a casa, ci fai sapere se succede qualcosa?" disse Jungkook. La ragazza sorrise e annuì salutando i due ragazzi.
" Jin non doveva dormire a casa di Nam?" domandò Yoongi una volta rimasto solo con la ragazza.
"Non so cosa sia successo. Nam non risponde al cellulare." Rispose Pan.
"Prova a chiamarlo a casa." suggerì il ragazzo e subito lei digitò il numero di casa, ma anche lì niente.

Il dottore arrivò e guidò i genitori di Jin nella stanza del figlio, dopodiché fece entrare i due ragazzi. Riuscirono a capire che, in effetti, il ragazzo era ridotto piuttosto male, ma per lo meno era vivo. Tutti e due si avvicinarono al ragazzo, profondamente addormentato. "Se non fossimo stati lì lui..." non riuscì a finire la frase che la sua voce si spezzò e calde lacrime le rigarono il volto. Yoongi non disse nulla, in silenzio la strinse tra le sue braccia cercando di consolarla. Era sempre stato così quando lei piangeva non aveva bisogno di parole ma di calore umano.
"Si riprenderà." li rassicurò l'infermiera sorridendo, loro le sorrisero di rimando.
"Io sono preoccupata per Nam." disse Pan, osservando Jin e asciugandosi le lacrime con le maniche della felpa.
"Se vuoi andare a vedere come sta io sono venuto con la macchina posso accompagnarti."
Pan annuì e i due si diressero verso l'uscita.

In macchina, durante il tragitto Pan osservava il sole che stava sorgendo lentamente. Il suo pensiero va a Nam, la ragazza si chiedeva se starà bene. Arrivati, ad ogni passo che Pan compiva la sua ansia saliva fino ad arrivare di fronte alla porta di casa. Bussò una, due, tre e alla quarta volta le aprì un Namjoon con due occhiaie enormi.
"Hyung stai bene?" lui non rispose ma scosse la testa, aveva gli occhi lucidi. "Avete litigato?" lui annuì. Adesso Pan capiva il perché Jin si trovava per strada ieri notte.
"Allora voglio che mi racconti cosa è successo brevemente." gli disse Pan con un tono che non ammetteva repliche.
"Elis gli ha chiesto di ribaciarla, quando me l'ha detto ho provato gelosia e gli ho detto di andarsene." disse piangendo, la ragazza mossa dalla tenerezza lo abbracciò.
"Quello che sto per dirti non è rassicurante." Lui sciolse l'abbraccio per guardarla negli occhi, così Pan iniziò a raccontare cosa successe nelle ultime ore.
"No!" urlò sull'orlo di una crisi. La ragazza cercò di tranquillizzarlo. "Nam calmati se vuoi andiamo in ospedale."
Lui annuì freneticamente. Chiuse la porta e scendono le scale raggiunsero Yoongi.

Arrivarono all'ospedale si diressero nella stanza di Jin, dove ad aspettarli c'erano i genitori del ragazzo.
"Oh, Namjoon." disse la donna con le lacrime agli occhi, non riuscendo ad aggiungere altro abbracciò quello che per lei ormai era come un secondo figlio. Seokjin e Namjoon avevano legato sin da subito passando la maggior parte del loro tempo insieme. Niente li avrebbe mai potuti separare. Loro erano come il pane e la nutella, la loro unione non stonava mai. Ma nell'ultimo periodo sembrava non essere più così.
In quell' istante entrò un'infermiera che richiese la presenza dei genitori del paziente per alcune faccende burocratiche.

"Hyung noi ti aspettiamo fuori." Disse Pan. "Dimmi cosa è successo." Sussurrò Yoongi a Pan.
"Hanno litigato. Nam si è ingelosito perché Elis ieri sera alla festa ha chiesto a Jin di ribaciarla, così l'ha cacciato. Ecco perché ieri notte si trovava per strada."
Yoongi alzò un sopracciglio interrogativo facendo ridere l'altra, "È stata la mia stessa reazione." La maggior parte delle volte Yoongi non riusciva a capire perché alle persone piaccia così tanto soffrire, era come se quella condizione di perenne insoddisfazione e angoscia li attirasse come il miele con le api. Quei due erano anni che si comportavano come una coppia sposata, Kookie e Tae avevano persino iniziato a chiamarli 'eomma' e 'appa' ma loro proprio non ci arrivavano. Il ragazzo sbuffò spazientito dalla stupidità delle persone.

"Hyung ho fame facciamocolazione?" il brontolare dello stomaco della ragazza lo strappò via dai suoipensieri. La guardò dall'alto, Pan era poco più bassa di lui, "Sei sempre lasolita." Yoongi scosse la testa sorridendo. La ragazza mise il broncio comefanno i bambini di quattro anni quando la mamma non vuole comprare loro lecaramelle, così il ragazzo si arrese ed entrarono nel bar dell'ospedale.


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