Darkness




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Buio. Buio, fu ciò che videro gli occhi di Jin.

Il panico prese il sopravvento facendogli accelerare il respiro, quando sentì delle urla che imploravano aiuto. Corse verso quelle grida disperate. Cercò di riconoscere quella voce, ma ci riuscì solo dopo un po'. 

 Nam, quella voce era del suo Joonie. Iniziò a correre più veloce, il battito cardiaco che aumentava ad ogni secondo, l'aria che mancava e la preoccupazione che lo stava uccidendo. 

Vide un corpo in una pozza di sangue. Si avvicinò con il fiato sospeso e iniziando a tremare lo riconobbe. Era lui, i suoi occhi spalancati, vuoti, privi di vita; quelle labbra che voleva da sempre baciare adesso erano spalancate come se cercassero aria ma il petto non si alzava, era immobile, di pietra, morto

 Qualcosa iniziò a graffiargli dentro e a salirgli in gola, le lacrime iniziarono a rigargli il viso poi urlò, urlò tutto il suo dolore, la consapevolezza che non potrà vedere mai più il suo piccolo Joonie, lo faceva sentire vuoto. Continuava a stringere il suo corpo senza vita sporcandosi di sangue, ma questo non gli importava, non sarebbe riuscito a vivere senza di lui. 

La sua vita non aveva più senso.

****

Aprì gli occhi urlando e piangendo, si guardò in torno confuso quando non vide il corpo di Nam a terra ma, solo pareti bianche e lui attaccato ad una macchina ospedaliera. Si guardò intorno con aria spaesata. La porta si aprì lasciando entrare sua madre seguita da Hyun e Yoongi. Vide sua madre bloccarsi e spalancare gli occhi. La donna corse verso di lui, strinse suo figlio come se fosse la cosa più preziosa al mondo, mentre i due uscirono in corridoio per chiamare un dottore. Il dottore arrivò e si accertò che tutti i valori fossero nella norma.
"Sta bene, lo teniamo un'altra notte sotto controllo poi domani mattina potrà tornare a casa ma deve riposare." disse il dottore che uscì poco dopo dalla stanza.
"Ragazzi vado a prendere un caffè voi volete qualcosa?"
"No, la ringrazio." risposero quasi in coro. La donna uscì, lasciando i tre da soli. Jin guardò Yoongi in cerca di una spiegazione. Voleva sapere cosa era successo dopo che era svenuto.
"Hyun mi sa che ho dimenticato il telefono in macchina, vai a prendermelo ti prego." Disse Yoongi cercando di convincerla ad andare senza fare storie.
"Va bene" disse lei sbuffando e borbottando qualcosa mentre usciva.
"Si sente in colpa, Pan lo sta controllando" lo informò l'amico.
"Cosa? Ma è assurdo!"
"Infatti, è stato qui ieri pomeriggio e stamattina. Comunque penso sia meglio avvisarli che tu ti sia svegliato." disse Yoongi. Dopo qualche minuto Hyun tornò, "In macchina non c'è controlla bene nel giubbotto."
Yoongi mise una mano nella tasca estraendo l'oggetto "Perdonami, era qui" disse sorridendole come per chiederle scusa per averla fatta uscire inutilmente. "Perdonatemi, devo fare una telefonata."

"Pan?"
"No, sono Namjoon."
"Nam? Perché hai risposto tu?"
"Pan è andata in bagno, se vuoi puoi dire a me."
"No, devo parlare con Pan."
"Va bene calmati, eccola è uscita." Yoongi sentì qualche rumore poi la voce della ragazza.
"Hyung, dimmi."
"Pan mica ha messo il vivavoce?" domandò facendola diventare seria.
"No, non preoccuparti è andato in cucina." lo rassicurò.
"Si è svegliato."
"Davvero? Hyung mi hai fatto prendere un colpo, è una bella notizia devo dirla a Nam." disse sorridendo.
"Pan, con me c'è anche Hyun." la informò con aria seria, facendo sospirare Pan.
"Allora...io adesso lo dico a Nam quindi io e lui verremo lì e con una scusa io e te prendiamo Hyun e ce ne andiamo. È un ottimo piano!" sorrise Pan fiera di se stessa.
"Non è neanche un piano.-Yoongi sbuffò- Va bene ti aspetto e nel frattempo penso ad una scusa plausibile."
"Va bene Hyung ci vediamo dopo." disse staccando la chiamata.
"Che ti ha detto Yoongi?" chiese Namjoon che tornò nella stanza.
"Una bellissima notizia, Jin si è svegliato!" lo informò Pan.
Nam rimase immobile, con gli occhi sgranati, per qualche minuto poi iniziò a correre seguito dalla ragazza che lo pregava di fermarsi ma Namjoon non poteva farlo, il suo Hyung era sveglio doveva assolutamente vederlo. Voleva tornare a perdersi in quei bellissimi occhi e non uscirne mai più. Voleva sentire la sua dolce voce perché solo così sarebbe potuto tornare finalmente a respirare, a vivere.

Proprio nell'istante in cui i due ragazzi raggiunsero la fermata, l'autobus che portava nelle vicinanze dell'ospedale si fermò davanti a loro. Pan era sbalordita pensava che solo nelle fan fiction yaoi che leggeva potessero succedere queste genere di cose. I due salirono e ripresero fiato.
Arrivati a destinazione Nam riprese a correre ma, arrivato di fronte alla porta della stanza dove si trovava Jin, si bloccò e la sua testa si riempì di dubbi.
"Perché ti sei fermato?" gli chiese Pan ancora affannata per la corsa.
"Se fosse in collera con me? Infondo l'ho cacciato da casa mia quella notte." Domandò con un tono tormentato.
"Ma cosa dici? La corsa ti ha dato alla testa?"
"No, io torno a casa." disse facendo per tornare indietro ma Pan presa da uno scatto d'ira lo afferrò per il braccio, aprì la porta e lo spinse dentro notando che Jin era solo e li guardava con uno sguardo confuso.
"Mi hai fatto correre fin qui, adesso ci parli!" urlò uscendo e sbattendo la porta. Vi appoggiò poi l'orecchio, cercando di origliare ma venne distratta quasi subito dal suo telefono che l'avvisava dell'arrivo di un messaggio di Yoongi.
'Ho portato Hyun nel giardino dell'ospedale, tu dove sei?' così Pan sospirando si incamminò per il giardino.
"Cosa diamine stanno facendo nel giardino dell'ospedale quei due?"

Il silenzio era sovranoin quella stanza, nessuno dei due aveva il coraggio di parlare, neanche siguardavano.
"Non è colpa tua." Il primo a parlarefu Jin.
Nam incastrò i suoi occhi in quelli dell'altro,"Si, invece. Se non fosse stato per la mia gelo..." si bloccò a metàfrase rendendosi conto di ciò che stava per dire, il maggiore aggrottò lesopracciglia curioso.
"Se non fosse stato per la tua...?"
"No, niente, io non ho detto nulla."tentò di sviare il discorso, senza successo.
"Joonie ti prego dimmelo" disse contono supplicante Jin e il più piccolo al suono del nomignolo arrossì e guardòl'altro. Gli sembrò triste. Avrebbe voluto confessargli tutto ma aveva paura,nonostante Pan gli abbia ripetuto mille volte che sarebbe andato tutto bene luinon riusciva a credere che Jin potesse mai ricambiare in qualche modo i suoisentimenti. Si sentiva così piccolo adesso, non riusciva a respirare quasi.Proprio quando si era fatto coraggio e stava per parlare, un'infermiera entrònella stanza.
"Mi dispiace, l'orario di visite èfinito." disse con aria dispiaciuta.
Si guardarono un'ultima volta, Seokjin eNamjoon, poi quest'ultimo uscì. Non era riuscito a dire quelle due parolinemolto importanti, quel 'ti amo' che aveva sulla punta della lingua ma che nonriusciva a farlo uscire. All'apparenza sono così semplici ma in realtànascondono un significato enorme e, per Namjoon, non sono facili da pronunciareperché rappresentano con le lettere un sentimento troppo grande per lui.

Appena uscì dalla stanza si aspettò uninterrogatorio da parte di Pan ma della ragazza nemmeno l'ombra. Decise dichiamarla."Pan, dove sei?"
"Nel giardino dell'ospedale, tu hai giàfatto quello che dovevi fare Mr. Noia?"
"Ti racconto appena ci vediamo, e smettiladi chiamarmi in quel modo."
"Neanche se mi paghi, sei una noia certevolte." disse concludendo la chiamata.

Nam sospirò e si incamminò diretto al giardino.Ricordò la prima che la ragazza lo chiamò 'Mr. Noia'.

"Dai, dobbiamo finire la tuaricerca." Nam continuava a lamentarsi con Jin e Pan che invece di svolgerela ricerca con lui stavano giocando ai videogiochi. Si erano riuniti a casa diNam per aiutare la più piccola nella ricerca di storia.
"Sei una noia." Esclamò Jin quandol'altro staccò la spina della televisione. A quelle parole il volto di Pan siilluminò e sorrise, un sorriso malefico, dopo qualche secondo... "Mr.Noia!" urlò la ragazza, Jin scoppiò a ridere e Nam iniziò a rincorrere laragazza per tutta la casa.

Perso nei ricordi, arrivò nel giardino dell'ospedalesenza accorgersene. Vide Pan corrergli incontro mentre Yoongi e Hyun loguardavano senza muoversi.
"Cosa è successo?" Pan scandì leparole quasi come se fossero una minaccia.
"Un' infermiera è entrata dicendo che èfinito l'orario di visite."
"E nei dieci minuti precedenti, che cosa èsuccesso?" Pan non si lasciò prendere in giro.
"Ehm...ecco...io."
"Sei senza speranza, ho capito che haipaura ma diamine, che hai fatto, sei rimasto in silenzio per dieciminuti?" gli domandò esasperata, lui annuì senza parlare e Pan sospiròrassegnata.
"Va bene, sarà per la prossimavolta." disse la ragazza dando una pacca sulla spalla dell'amico. Nonpoteva di certo dirglielo lei, era compito di Namjoon dichiararsi, o forseavrebbe potuto fare qualcosa? Raggiunserogli altri e tornarono ognuno nelle proprie case, nel frattempo Pan era occupataa cercare una soluzione per poter aiutare i suoi amici. Yoongi si accorse chela ragazza era troppo pensierosa.

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