9. La Geis

'Ricorda, che io non sono un'alchimista.' ripeté Eden.

'Allora che cosa farai per aiutarmi con Chrissy?' domandò lui curioso.

'Io faccio incantesimi, per lo più mentali, ma nel tuo caso, ricorrerò ad una geis.' confessò Eden, facendolo ridacchiare.

'Geis? Ti ricordo che Chrissy è una ragazza.' sottolineò con ilarità, facendole storcere un sopracciglio.

'Eddie!' lo riprese pazientemente, 'Geis è un termine irlandese che indica un incantesimo vocale. Era una pratica druidica molto utilizzata, di solito pronunciato da un membro della classe sacerdotale, talvolta un individuo isolato, molto spesso una donna.' chiarì lei.

'Di solito indicava un'imposizione sia positiva che negativa, la cui violazione conduceva alla sfortuna, e in casi estremi, alla morte.' lo avvisò lei.

'Wow! Cominci a spaventarmi davvero!' asserì intimorito.

'Nella tradizione druidica la prima geis lanciata di cui si ha traccia è stata quella di Grainne con lo scopo di obbligare Diarmaid a rapirla per evitare il matrimonio combinato con un uomo molto più vecchio di lei, Finn. Essa fa parte della serie di leggende celtiche contenute nell'Atheid intorno al X secolo, ed è praticamente un sortilegio equivalente ad un comando perentorio il cui mancato rispetto avrebbe portato l'amante all'esilio. Niente morte, stai tranquillo.' provò a rassicurarlo lei.

'Il trasgressore della geis sarebbe stato allontanato dall'ordine sociale stabilito dal clan e avrebbe potuto affrontare gravi inconvenienti e infine una morte senza onore. Ma parliamo di un'epoca pre-cristiana, non si hanno notizie di morti per aver violato la geis, ma soltanto di esiliati o sfortunati in amore. Era la minaccia di conseguenze possibili e di esclusione dalla vita sociale che finiva per provocare la malattia o la morte da chi veniva colpito dalla geis; cioè non era per colpa dell'incantesimo, quanto per una serie di concause, il venire banditi, l'esilio, ecc, ecc.'

'Ah bè, allora ora sono più tranquillo.' disse con sarcasmo.

'Ci sono stati anche casi in cui gli individui si sono sottratti all'imposizione, anche se si è trattato di casi eccezionali. Ma ti assicuro che si trova sempre un sotterfugio, uno stratagemma con cui si può contravvenire alla sostanza della geis.' gli poggiò una mano sulla spalla facendolo sobbalzare.

'Okay quindi tu getterai questa geis su me e su Chrissy?' chiese chiarimenti.

'No, la getterò solo su Chrissy, tu dovrai essere consapevole di cosa succederà intorno a te. Ma bada bene, Eddie, se tu o Chrissy infrangerete la geis potranno esserci conseguenze di cui io non sono a conoscenza, inoltre, se tu riferirai a qualcuno dell'incantesimo, questo cesserà il suo effetto in maniera immediata.' lo avvertì la moretta seriamente.

'Okay.' deglutì a fatica. 'Sembri una perfetta sacerdotessa druidica.' confessò lui.

'E non hai ancora visto niente.' confermò lei. 'Comunque, fa in modo di trovarti da solo con Chrissy e me, acciocché io possa lanciare la geis in tutta sicurezza.'

'Va bene, ci proverò.'

'Eddie è importante che nessuno sappia quello che stiamo facendo.'

'Certo, conta pure su di me.'

'Bene, ora vado che ho inventato la scusa a casa che ero in biblioteca a studiare. Quando ti sentirai pronto a procedere vienimi a cercare con Chrissy.' si alzò dal letto e in quel momento gli sembrò molto più alta e potente.

'Okay.' riuscì solamente a dire mentre la guardava uscire dalla porta.

Si sentiva sopraffatto. Non aveva mai considerato quanto Eden potesse essere forte. La conosceva da una vita, e l'aveva sempre considerata come la sua cara sorellina minore. Eppure, quel pomeriggio dopo averla sentita parlare di tutte quelle storie e di tutti quegli incantesimi aveva avuto la conferma di quello che aveva sempre pensato di lei: la sua migliore amica era davvero una strega.

Quella rivelazione lo sopraffece – l'aura mistica che aveva sempre percepito in sua presenza ora si era come potenziata, lasciandolo esterrefatto.

Cominciava anche ad essere un pochino spaventato per quello che stavano per fare, ma il pensiero di avere finalmente Chrissy tutta per sé gli diede quella spinta in più ad agire senza ulteriori remore.

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Appena tornata a casa fu inondata dalle voci dei suoi fratelli che continuavano ad usare la casa come se fosse un parco giochi. Proprio in quei momenti in cui invece avrebbe voluto riposarsi dopo le enormi rivelazioni che si era trovata a fare ad Eddie.

'Eden, finalmente sei qui! Papà non ci lascia giocare agli indiani!'

'Peter, ogni volta che giocate agli indiani a papà gli viene un colpo al cuore!' rispose frettolosa al fratello, mentre lui le mostrava tutte le sue rimostranze per essere stato impossibilitato a giocare dal genitore.

'Cerca di comportarti bene e vedi che vi lascerà giocare una mezzoretta prima di cena a te e Tatum.' gli passò una mano tra i capelli, scombinandoglieli.

Entrò nell'ingresso e trovò tutti gli altri fratelli chi intento a studiare, chi a guardare la tv, chi a fare merenda.

'Ehi, non vi abbuffate troppo di schifezze, altrimenti poi non cenate più!' li ammonì puntandogli contro un dito smaltato di nero.

'Suzie ha detto che possiamo!' fece spallucce Tabitha, addossando tutte le colpe alla sorella maggiore.

'Suziiiiieeeeee!' strillò la moretta, mentre saliva l'imponente scalinata di legno che dava sulle camere.

Spalancò la porta di camera della minore, facendola saltare dalla sedia, mentre era intenta a fare i compiti, da buona secchiona quale era.

'Eden ma sei pazza?! Che ti urli per tutta la casa??' scosse la testa, riprendendola.

'Già sono tesa come una molla di mio, poi torno a casa per rilassarmi un attimino e invece trovo questo branco inferocito di ragazzini che mangiano zuccheri a non finire, che li faranno stare svegli per tutta la serata e mi faranno assistere ad altre scene di rimprovero indirizzate a me da parte del nostro caro padre!' si gettò sul letto furente.

Ce l'aveva con tutto il mondo, ma in particolar modo ce l'aveva con sé stessa.

'Ehi, è tutto okay!' si sedette sul letto accanto a lei, circondandola con un braccio.

'No, non lo è Suzie! Non va niente per il verso giusto!' sospirò, prossima alle lacrime.

'Mi dispiace, hai ragione, quando non ci sei tu, dovrei essere io la capofamiglia, ma è che a me quelle bestioline non mi ascoltano, quindi, lascio perdere in partenza e mi faccio gli affari miei.' ammise candidamente.

'Non so se augurarmi il ritorno di mamma o meno!' altro sospiro.

La ragazza sapeva benissimo che il ritorno a casa della signora Bingham avrebbe significato per lei altre ramanzine e riprese del suo modo di fare. La madre, in particolare, ce l'aveva con il suo look – diceva che una brava signorina doveva vestirsi con colori sgargianti, truccarsi lievemente e sempre sui toni del rosa e avere i capelli super cotonati.

Praticamente avrebbe voluto trasformarla in una sua copia. Ma Eden non ci pensava minimamente a diventare come lei; adorava i suoi outfit total black, l'eyeliner e il kajal neri e lo smalto scuro, inoltre, le piaceva lasciare i suoi capelli mossi al naturale, a limite, dando solo un po' di volume con la schiuma.

'Io sono contenta che torni perché almeno papà si sentirà meno irrequieto, ma so anche che durerà poco perché poi lei ripartirà di nuovo!' stavolta fu il turno della minore a sospirare.

'Dai, parliamo di altro, altrimenti davvero me ne vado di testa. Oggi hai parlato con Dustin di quanto successo qui a casa?'

'Sì, Dustinuccio ha capito tutto e mi ha subito chiesto scusa per avermi messo in una situazione difficile!' fece gli occhi dolci mentre parlava, facendo ridacchiare l'altra.

'Meno male, sono contenta, mi sembra un bravo ragazzo, anche se non lo conosco benissimo!'

'Perché non vieni anche tu all'incontro che abbiamo con l'Hellfire la prossima settimana?' le propose speranzosa.

'No, per carità! Un'altra serata ad annoiarmi mentre giocate a quel gioco da nerd! E poi meno vedo Eddie e meglio è, mi sa!' ammise più a sé stessa che a sua sorella in realtà.

'Perché? Non sei stata da lui oggi? Avete litigato?' le domandò curiosa la minore.

'No, non abbiamo litigato, ma certe volte mi dà talmente sui nervi che ho bisogno di un periodo di disintossicazione!' rivelò con uno scuotimento del capo.

'A me sta molto simpatico Eddie, sono contenta che sia il tuo migliore amico, mi sembra davvero forte!' confessò Suzie.

'Nessuno lo mette in dubbio, ma è anche irritante, fastidioso, petulante...' cominciò ad elencare una serie di aggettivi alzandosi e cominciando a misurare la stanza con i suoi passi. La più piccola la osservava come se fosse impazzita.

'Credo che tu abbia bisogno di una camomilla!' la guardò stralunata.

"No, credo di aver bisogno di una sigaretta magica!" pensò Eden, senza avere il coraggio di pronunciare ad alta voce quelle parole.

'Credo che chiamerò il mio amico Argyle!' ebbe una rivelazione e lasciò di corsa la stanza per poter rifugiarsi nel suo angolo di pace.

Si chiuse la porta alle spalle, ma prima di mettersi a telefonare, accese lo stereo, inserì la sua cassetta preferita e premette il tasto play. Le note di The Queen is dead dei The Smiths, riempirono l'aria.

Lei cominciò a scuotere la testa a ritmo della musica, a canticchiare le strofe, sollevando le mani in aria, in quel momento Eddie, Chrissy, suo padre, la sua famiglia, sparirono tutti, rimpiazzati dal benessere che solo la musica riusciva ad infonderle.

Oh, has the world changed, or have I changed?
Oh, has the world changed, or have I changed?
As some 9-year-old tough, who peddles drugs
I swear to God, I swear, I never even knew what drugs were
Ooh, oh-oh, ooh


⚠️ATTENZIONE⚠️: quest'opera è protetta da copyright © - sono vietati plagi, anche in modo parziale.


***

ciao a tutt*,
che ne dite di questo capitolo un po' mistico, un po' vita comune?
Vi state addentrando nella storia? Vi piace Eden versione streghetta? E di Eddie che mi dite?**
spero che questa storia vi stia prendendo, a me sta piacendo molto scriverla **
Se la storia vi sta piacendo, vi prego di sostenerla con una stellina e di farmi sapere tramite commento cosa ne pensate ** grazie, siete prezios* <3

ps: vi lascio con un omaggio visti i funerali della Queen :( <3 

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