4. 'This is not a normal family'
You need cooling
Baby I'm not fooling
I'm gonna send ya
Back to schooling
A-way down inside
A-honey you need it
I'm gonna give you my love
I'm gonna give you my love
Eddie tornò a casa ancora con gli echi in testa della conversazione precedente con Eden. Si chiuse in camera deciso a mettere in atto un piano efficace.
'Usa mezzi leciti e il tuo fascino naturale' gli aveva suggerito lei e quelle parole gli rimbombavano ancora nella mente.
"E' una parola cara mia!" pensò lui.
Che mezzi leciti aveva a disposizione per conquistare una come Chrissy Cunningham? Niente, a parte la simpatia, che tra l'altro non veniva nemmeno apprezzata da tutti. Quanti amici aveva? Si potevano contare praticamente sulle dita di una mano. A scuola per le sue attività extra, e molto probabilmente non solo per quelle, veniva scacciato da tutti.
Sospirò e inforcò la chitarra.
L'unica cosa che lo faceva stare bene e lo rilassava, a parte l'erba e D&D, era proprio la sua Warlock. Quando suonava entrava in un mondo tutto suo in cui rifugiarsi da tutte le brutture e le cattiverie che avvenivano nella realtà.
La musica era la sua valvola di sfogo e la sua dimensione alternativa.
Cominciò a strimpellare gli accordi di una vecchia canzone dei Led Zeppelin, Whole Lotta Love, e gli sembrò così adatta a quello che stava provando.
Cioè la canzone era super sensuale ma era anche un caos di emozioni, che erano proprio quelle che stava provando lui, aveva bisogno di tanta carica e tanto coraggio, ed erano cose che solo la musica gli riusciva ad infondere.
Le sue dita scorrevano sulle corde come se volesse accarezzarle, ora pizzicarle, o farle vibrare per far sì che l'aria fosse piena di note e di suoni che parlassero al suo posto. Sarebbe stato tutto più semplice se a parlare per lui fosse stata la sua musica.
Continuò la sua performance per altri tre quarti d'ora, e poi decise di prepararsi una canna per rilassarsi ancora di più.
Era nel mezzo della sigaretta magica quando squillò il telefono.
'Sì?' rispose, espirando il fumo.
'Ed?' lo chiamò la voce dall'altra parte della cornetta.
'Ehilà. Già sentivi la mia mancanza?'
Non poteva vederla, ma immaginava che Eden stesse alzando gli occhi al cielo.
'Sì, non sai quanto!'
Lui ridacchiò mentre inspirava un altro tiro.
'Che fai? Posso passare?'
'Da quando mi chiedi il permesso per venire a casa mia?'
'Da quando voglio diventare una persona migliore!' affermò lei decisa.
'Eden, tu sei già perfetta, non credo si possa diventare più perfetti di così!' la canzonò lui.
'Quando hai finito di prendermi per il culo me lo fai sapere?'
'Daiiiii, sto giocando. Vieni quando ti pare!'
Ma non riuscì a sentire la risposta della ragazza in quanto quest'ultima allontanò la cornetta e fu un grado di percepire solo una serie di strani e lontani suoni.
Dopo una manciata di secondi tornò al telefono.
'Ehi, devo lasciarti, che mio padre sta dando di nuovo di matto con il ragazzino di mia sorella!' rivelò lei.
'Quale? Il nerd ateo?' chiese divertito.
'Non è ateo ma agnostico!'
'Come se facesse differenza...' scacciò l'idea con un gesto della mano.
'Cambia eccome! Ad ogni modo, ci vediamo più tardi se riesco e se qui non scoppia la terza guerra mondiale!'
'Okay, ciao strega.' riattaccò ma la sua amica aveva già interrotto la conversazione.
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Dai Bingham l'atmosfera era sempre più tesa, da quando la padrona di casa aveva cominciato a lavorare nella ditta di import/export e di conseguenza a viaggiare in lungo e in largo per il Paese, il capofamiglia era diventato sempre più irritabile e ancora più estremo nella sua concezione di percepire la religiosità e di farla vivere alla sua numerosissima famiglia.
Otto figli, con una madre e un padre che lavoravano per molte ore al giorno non erano facili da gestire. La maggior parte delle responsabilità ricadeva su Eden e qualcosa su Suzie.
Era proprio la secondogenita che al momento preoccupava molto il sig. Bingham; dopo essere stata al campo estivo 'Camp Know Where' e aver conosciuto quel Dustin Henderson, non era più la stessa. Utilizzava il suo dono con il computer per poter imbrogliare sui voti, faceva conversazioni chilometriche al telefono, usciva anche in orari in cui avrebbe dovuto stare a casa e per lo più frequentava un agnostico! Un agnostico! La peggiore sciagura che poteva capitare alla loro religiosissima famiglia. Suzie non gli aveva mai dato tanta pena, la pecora nera era sempre stata la sua primogenita, che era nata con quegli strani poteri demoniaci, lui e la sua signora avevano sempre pensato che la loro fosse stata una punizione per non aver rispettato tutti i precetti della loro religione prima del matrimonio, e pertanto fossero stati puniti con una figlia che aveva caratteristiche più simili ad un demone che ad un angelo.
Avevano anche provato con una specie di strano doppio battesimo, dopo il quale, sembrava che la piccola avesse smesso con quelle sue particolari e bizzarre attività.
Quello che il sig. Bingham non sapeva, in realtà, era che la bambina non aveva mai smesso di avere quei poteri, aveva solo capito che doveva evitare di utilizzarli davanti a lui, in particolar modo, e in generale se non per cose strettamente necessarie.
Tutto ciò non l'aveva comunque fermata dal documentarsi e dal leggere libri su libri, presi in prestito dalla biblioteca cittadina, o acquistati ai mercatini dell'usato per cercare di capire cosa ci fosse di strano in lei, addirittura di sbagliato.
Sì, perché si sentiva sbagliata, come se fosse uno scherzo della natura, e gli unici momenti in cui si sentiva in pace con sé stessa erano quelli in cui fumava erba con il suo migliore amico. Quest'ultima cosa la aiutava molto a rilassarsi e a non sentirsi giudicata. Adorava Eddie proprio perché lo considerava il suo porto sicuro, la spalla sempre pronta su cui sfogarsi e soprattutto il complice nelle diverse avventure della vita.
Dopo aver sentito la porta d'ingresso sbattere e le urla disperate di sua sorella Suzie sapeva che non poteva rimandare quel momento ulteriormente, anche perché prima o poi l'avrebbero inevitabilmente disturbata.
Scese dal letto di malavoglia e ancora scalza se ne uscì in corridoio dove trovò suo padre che urlava i peggiori improperi alla sua secondogenita e quest'ultima che si tappava le orecchie per non ascoltarlo. Tipico di Suzie.
Nonostante la scena suscitasse molta ilarità dovette fare del suo meglio per dimostrarsi matura ed evitare di mettersi a ridere, anche perché non ci era abituata, dato che il 90% delle volte era lei ad essere al posto di sua sorella – una volta per la collana, un'altra per un bisbiglio, un'altra ancora per le sigarette (meno male che non avevano mai trovato la sua erba, in quanto era molto brava a nasconderla oppure la lasciava a casa del suo migliore amico), altre volte era proprio Eddie ad essere il pomo della discordia. Ebbene sì, il mormonissimo sig. Bingham non vedeva assolutamente di buon occhio l'amicizia di Eden con il ragazzo riccioluto, in quanto lo considerava un deviato, un'altra manifestazione del volere del maligno, visto e considerato come si vestiva, cosa ascoltava e quello che faceva.
All'ennesimo urlo di suo padre Eden decise di intervenire.
'Papà ci darai un taglio prima che ti scoppiano le coronarie?' si piegò verso sua sorella che intanto piangeva seduta a terra davanti alla sua camera.
'Eccoti, ci mancavi solo tu! Quante volte ti ho ripetuto che devi dare il buon esempio da figlia maggiore, e invece guarda cosa succede? Tua sorella più piccola che mi fa entrare in casa un agnostico! Tu che continui a frequentare quel Munson! Ah, ma non appena torna a casa vostra madre vi faremo vedere! Vi spediamo entrambe al collegio!'
Eden lo lasciò sfogare e intanto carezzava il volto di Suzie e le asciugava le lacrime con la manica della maglietta.
'Sì, sì, appena torna la mamma faremo i conti. Intanto, per favore, lasciaci passare, porto Suzie a darsi una ripulita.' e la aiutò a sollevarsi, dirigendola verso il bagno.
Superarono il loro sempre più scioccato padre ed entrarono nella stanza con la maggiore che sosteneva la minore.
'Come ha fatto a scoprire che Dustin è agnostico?? Quante volte devo ripeterti che meno sa e meglio è per tutti?' la ammonì mentre lei si sciacquava il viso sotto il getto d'acqua del lavandino in marmo.
'Lo so, è che glielo ha detto proprio Dustin quando prima è entrato papà mentre noi facevamo i compiti in salotto e gli ha cominciato a fare delle domande.' rivelò la minore, facendola sorridere.
'Allora, per prima cosa non si porta mai un ragazzo in salotto, ma lo si fa entrare di nascosto in camera, senza che nessuno sappia nulla.' le svelò la maggiore con fare esperto.
'Eden!!!' la interruppe la minore, scandalizzata.
'Secondo, devi far capire a Dustin che questa non è una famiglia normale e che quindi deve tenere a freno quella lingua lunga che si ritrova!' la ignorò, puntandole un dito contro.
'Ma il mio Dusty-Bun è così sincero!'
'Farò finta di non aver ascoltato il nomignolo che gli hai affibbiato! Comunque, la sincerità non va d'accordo con il quieto vivere in questa casa! Tienilo a mente, e fallo capire anche a lui!'
Suzie annuì con uno sguardo ancora acquoso, decidendo di dare credito ai preziosi consigli della sorella più grande.
⚠️ATTENZIONE⚠️: quest'opera è protetta da copyright © - sono vietati plagi, anche in modo parziale.
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ciao a tutt*,
allora che ve ne pare di questa storia? che ne dite della famiglia Bingham? e del rapporto tra Eden e Suzie?**
spero che questa storia vi stia appassionando, e se potete, sostenetela con una stellina ** grazie **
PS: fatemi sapere i vostri pensieri nei commenti, che adoro leggervi **
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