24. Isn't she your friend?

Eden si era sentita molto a disagio dal probabile incontro tra lei, Argyle e Eddie e, pertanto, temeva che prima o poi il riccio l'avrebbe potuto scoprire.

Sapeva che non c'era niente di male, ma Munson aveva sempre preso in giro il capellone per quel suo essere così naif, e soprattutto, come tutti gli altri suoi spasimanti, sembrava non piacergli.

Ad ogni modo, nelle settimane successive, era riuscita abilmente a destreggiarsi tra il suo migliore amico, la scuola, lo stage e questa nuova cosa che aveva con Argyle.

Di solito, il ragazzo delle pizze passava a prenderla dopo il tirocinio, e insieme trascorrevano la serata, quando lui non era di turno nella pizzeria dei suoi genitori, a casa de Leòn*, per lo più a fumare erba e a parlare tantissimo, ma si concedevano anche un po' di tempo per qualche effusione.

Eden si sentiva bene quando era con lui ma, allo stesso tempo, si sentiva anche in colpa, come se non fosse convinta al 100% di quello che stava facendo. Era una sensazione strana, che non le permetteva appieno di vivere quella storia in maniera spensierata.

«A che pensi, Eden?» le chiese lui sbuffando del fumo, qualche sera prima.

«A nulla, perché?» fece spallucce.

«Mh, mi sembri pensierosa a volte. Ti preoccupa qualcosa?» domandò premuroso.

«No, sto bene, davvero. Finalmente le cose sembrano andare per il verso giusto.» confessò, avvicinandosi e il ragazzo le sorrise.

Aveva dei denti bianchissimi e un sorriso che avrebbe contagiato anche la persona più triste sulla faccia della terra.

Eden gli poggiò la testa sul petto, mentre se ne stavano a dondolare sull'amaca che Argyle teneva in giardino.

Lui prese a giocare con le ciocche dei suoi capelli e lei provò a rilassarsi.

In realtà, non gli aveva detto tutta la verità, e cioè che stava nascondendo la loro 'cosa' al suo migliore amico per paura di essere giudicata.

Quel pomeriggio si trovava all'Hawkins Post e Nancy era riuscita a farsi affidare un pezzo sulle tradizioni di Halloween, in quanto era già metà ottobre e la città era in fermento per l'avvicinarsi della festa. Jonathan era in giro per Hawkins a scattare delle foto delle strade che erano già decorate con zucche, finte ragnatele, lenzuola bianche e pipistrelli di gomma.

Sembrava, anche in questo caso, che gli abitanti partecipassero alla gara delle migliori, o meglio, più terrificanti decorazioni di Halloween.

Tutti, tranne casa Bingham, ovviamente. Il capofamiglia odiava quella festività, in quanto la riteneva retaggio di popolazioni pagane che erano legate al demonio; una città perbene non avrebbe dovuto cedere a certe sciocchezze e non avrebbe dovuto mettere in mostra chincaglierie con immagini demoniache e terribili.

In casa loro era assolutamente vietato pronunciare la parola Halloween e di solito i bambini non venivano mandati a scuola in quei giorni, per evitare che partecipassero a probabili recite di quel genere.

Halloween era una serata pericolosa e lui avrebbe fatto di tutto per tenere al sicuro la sua famiglia; veniva proibito loro anche di andarsene in giro, come tutti i loro coetanei, a fare dolcetto o scherzetto.

Il solito problema era rappresentato da Eden – quella figlia che avevano ricevuto come punizione e che lui stava provando con tutti i mezzi a far filare sulla retta via. La primogenita era l'unica insofferente alle regole famigliari e, soprattutto, avrebbe potuto causare tanti guai a tutti loro e distruggere il buon nome che negli anni erano riusciti a costruirsi.

Così lui, era costretto a lasciarla uscire anche in quelle occorrenze, per evitare che lei avesse potuto adirarsi e utilizzare quei poteri demoniaci che sembravano sopiti, ma che in realtà lui sapeva erano pronti a manifestarsi alla prima occasione.

«Nance, che ne dici se nell'articolo si parlasse anche della gara di decorazioni?» suggerì la moretta, mentre l'altra era intenta a scrivere a macchina parti da assemblare nel suo articolo finale.

«Mh, secondo te, potrebbe essere interessante?»

«Perché no, dai. Ho sentito che il sig. Melvald ha dovuto far arrivare nuove luci dall'Illinois, in quanto quelle che c'erano qui in Indiana ormai erano tutte esaurite.»

«Magari ne faccio un piccolo accenno dove parlo degli eventi tradizionali del Paese?»

«Buona idea.»

Aiutò ancora per un po' sia Wheeler che Byers, poi decise di uscire.

Era lì in redazione da dopo pranzo e la noia cominciava a farsi sentire; purtroppo, a lei continuavano a non essere assegnati altri incarichi al di fuori di cose davvero banali. Le uniche gioie gliele regalava Nancy quando le chiedeva aiuto nella stesura di qualche pezzo.

Eden lo sapeva benissimo che l'amica lo faceva solamente per coinvolgerla, in quanto non aveva certo bisogno di lei per svolgere il lavoro dei suoi sogni, e proprio per questo non poteva fare altro che ringraziarla.

«Nance, se non hai più bisogno di me io andrei. Ho promesso ad Argyle che ci saremmo visti questa sera.» le dice prima di indossare la giacchetta di pelle.

«Uhhh, ormai sembra una cosa seria tra di voi, eh?» la punzecchiò, sorridendo.

«Ehm, seria mi sembra un aggettivo un po' troppo forte.» mise le mani avanti, arrossendo tutto d'un tratto alla domanda ricevuta.

«Oh, non volevo metterti in imbarazzo. Certo lo so, che è una cosa recente, però...» si interruppe, indecisa se proseguire o meno.

«Però?» la incalzò la moretta.

«Ecco, è che mi sembrate così carini insieme.»

Alla fine, glielo disse in un sorriso.

L'altra ricambiò imbarazzata.

«Se non ti va di parlarne, tranquilla.» la rassicurò.

«Non è che non mi va di parlarne, ma è che stanno succedendo così tante cose ultimamente che non mi lasciano tanto il tempo di riflettere.» soffiò.

«Sì, immagino. Comunque, se ti va di sfogarti con qualcuno, io sono qui, ok?»

«Va bene.» riuscì a dire, prima di chiudersi la porta alle spalle.

Raggiunse casa del ragazzo delle pizze, trascinando il passo, che automaticamente l'aveva condotta lì. Suonò al campanello e il ragazzo le venne ad aprire in un lampo.

«Finalmente.» e si sporse per baciarla.

Tutti i dubbi che aveva provato parlando con la Wheeler sembrarono svanire grazie alla serenità che il ragazzo le infondeva quando le era vicino.

Lei sospirò non appena le loro bocche si separarono.

«Come è andata la giornata?» le domandò, richiudendosi l'uscio alle spalle.

«Da adesso bene.» gli rivelò sinceramente, facendogli aprire un sorriso.

Eddie Munson, invece, ormai trascorreva le sue giornate tra vendite poco legali, gruppo musicale e Chrissy. Ogni tanto veniva a trovarlo la sua migliore amica, ma si vedevano molto di rado e lui odiava la situazione che si era venuta a creare.

A scuola, invece, era diventato lo zimbello di tutti, ancora più di prima, perché lui e la cheerleader andavano sbandierando la loro storia tra i corridoi e, pertanto, ormai, anche lo stesso Jason Carver, ex della biondina ne era a conoscenza.

Era finalmente il giorno di Halloween e lui era in fibrillazione per la festa del liceo – finalmente, ci sarebbe andato con la ragazza dei suoi sogni e nulla avrebbe potuto rovinarla!

Si preparò di tutto punto, raccogliendo i lunghi capelli ricci in una coda, indossando la maglietta dell'Hellfire Club sotto il solito chiodo di pelle e infilando anche un gilet di jeans sopra con le toppe dei suoi artisti preferiti: in particolar modo, spiccava la scritta 'Dio' sul retro, simbolo di una delle sue band del cuore.

Era stata proprio Eden a trovargli quella toppa in un mercatino e ad aiutarlo a cucirla sul gilet.

Concluse il look con un paio di jeans neri strappati e i soliti anfibi. Si osservò allo specchio e, per la prima volta dopo tanto tempo, gli piacque quello che questo rifletteva.

Forse era l'amore a renderlo così? A fargli brillare così tanto i suoi intensi occhi scuri e a dargli quell'aria felice? Immaginava di sì.

Afferrò al volo le chiavi del van e uscì.

Guidò fino a Loch Nora e si fermò poco prima della bellissima villetta in cui viveva Chrissy Cunnigham.

Quasi come se la biondina avesse riconosciuto il rumore dei suoi freni, fece capolino dall'ingresso e gli sorrise non appena si accorse del furgoncino marroncino.

Eddie le sorrise di rimando, rimanendo per un attimo senza fiato quando se la ritrovò di fronte nella solita divisa da cheerleader verde e bianca e l'immancabile coda alta.

«Buongiorno mia regina.» la salutò con un bacio, non appena lei entrò nel veicolo.

Il sapore del lucidalabbra alla fragola di lei si unì a quello della sigaretta di lui – Eddie le afferrò la nuca per attirarla ancora di più a sé. Ogni fibra del suo corpo era in fermento, l'aveva desiderata con tutto sé stesso e adesso ce l'aveva tra le sue braccia.

Si perse in quel bacio.

«Eds, allontaniamoci da casa mia però, che se mamma si mette a spiare dalle finestre è capace di non farmi uscire più.»

Fu quando lei si staccò e gli parlò che tornò alla realtà.

«Hai ragione. Di solito riesco a trattenermi, ma mi mancavi troppo.» le confessò e lei si pavoneggiò.

Ingranò la retro e poi la prima, per avviarsi lungo il vialetto del quartiere dei ricchi.

In macchina, non fecero altro che parlare dell'imminente festa e di come si sarebbero vestiti – Chrissy da principessa, ovviamente, mentre lui voleva vestirsi da vampiro.

«Scherzi??» fece lei scandalizzata, «dovrai vestirti da cavaliere, come minimo per abbinarti a me.»

«Ma io sono più tipo da oscurità che da luce.» le confessò, toccandosi la nuca.

«Da adesso in poi non più.» continuò risoluta.

Lui scosse la testa, ma tanto già sapeva in cuor suo che avrebbe fatto come voleva lei.

Arrivarono al parcheggio della scuola e assistette, suo malgrado, ad una scena che gli rovinò il buonumore mattutino.

La sua migliore amica usciva dal furgoncino delle pizze con Argyle, che le aveva passato una mano intorno alle spalle, ridacchiando come una coppietta felice.

Inchiodò di colpo.

«Ehi, ma che fai?»

«Scusami, ero sovrappensiero.» mentì prontamente, mentre parcheggiava.

«Ma quella non è la tua amica, Eden?» domandò curiosa la cheerleader, forse anche per dispetto.

«Già.» sbuffò rassegnato.

⚠️ATTENZIONE⚠️: quest'opera è protetta da copyright © - sono vietati plagi, anche in modo parziale.

***

ciao a tutt*,
Lo so, è con estremo ritardo che aggiorno questa storia, tuttavia, la sto continuando anche se a rilento. Non so quanti capitoli ci saranno, non credo tantissimi, però spero che continuerete a seguirla fino alla fine ** <3
anyway, anche per questo capitolo, spero che mi farete avere le vostre opinioni, commenti, ecc e che sosterrete con una stellina **
grazie mille **
Effy **

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