23. You're my magic girl
Le settimane seguenti furono molto strane per la coppia di amici – Eden riusciva a malapena a destreggiarsi tra scuola, compiti a casa, stage in redazione e Argyle, non aveva ancora avuto tempo di parlare con Eddie e, da una parte, non avrebbe nemmeno saputo cosa dirgli.
Ovviamente a scuola evitava prontamente di farsi trovare in atteggiamenti ambigui con il ragazzo delle pizze e poi il riccio se ne stava sempre assieme a Chrissy, era davvero fastidioso vederli assieme, ma lei ne era stata la co-fautrice quindi non poteva lamentarsene più di tanto.
Quel pomeriggio aveva da poco finito di fare i compiti e stava per cominciare a prepararsi per recarsi a casa di Nancy per discutere di un articolo che quest'ultima doveva scrivere per l'Hawkins Post, quando fu attratta da una familiare frenata fuori dalla finestra.
Si affacciò, sorpresa, e trovò il van di Eddie Munson, con la sua testa fuori dal finestrino che buttava fuori il fumo di una sigaretta e intanto fissava casa Bingham con un sorriso beffardo sul volto.
Lei gli sorrise, nonostante fosse arrabbiata con lui per averla trascurata, e non poté fare a meno di indossare il chiodo di pelle e correre per le scale per andargli incontro.
Senza parlare del fatto che doveva farlo togliere subito dal vialetto di casa prima che rincasasse il sig. Bingham, che considerava il suo migliore amico alla stregua del demonio in persona!
"Ehi Munson!" lo salutò, chiudendosi la porta d'entrata alle spalle.
"Ehilà, Bing!" ricambiò con un cenno della testa.
"Cosa ti porta da queste parti? Dovevi fare qualche commissione per la tua fidanzatina?" non riuscì a trattenersi dal fargli una battutina sulla biondina.
"Ah, ah, ah. Simpatica come sempre, noto che non sei cambiata di una virgola." ribatté, offrendole una sigaretta.
"Sei matto? Non qui! I miei potrebbero diseredarmi per molto meno!" scherzò fino ad un certo punto lei, mentre entrava in macchina.
"Dove la porto, allora, signorina?" domandò con fare solenne e un sorriso sfrontato sul viso.
"A Pianilungone a prendere un po' della sua erba-pipa!" fece l'altra con il suo solito tono.
Il riccio ridacchiò.
"Mi sei mancata, Bing!" affermò il guidatore con sincerità.
L'altra sospirò. Era difficile ammetterlo per lei, ma le era mancato tantissimo anche lui.
"Anche tu, sfigato!" confessò.
"Che hai combinato in questi giorni senza di me?"
"Mh, mi sono data alla pazza gioia, finalmente non dovevo portare appresso un fardello come te!" lo punzecchiò, facendogli la linguaccia.
"Eh, eh, immagino! Dai, scherzi a parte, che hai combinato in queste settimane, Bing?" insistette.
"Ho fatto un sacco di cose, studiato, aiutato i miei fratelli, portato millemila caffè a quei boriosi dell'Hawkins Post!" la buttò lì e subito si voltò per studiare la reazione dell'amico, che strabuzzò gli occhi e quasi fece fermare la macchina per la sorpresa di quelle parole.
"Coooosa???"
Lei sorrise.
"Sì, Ed, era una vita che volevo dirtelo, mi hanno presa come stagista in redazione, grazie alla buona parola che ci hanno messo Nancy e Jonhatan." confessò.
Lui fece un cenno di assenso e poi parcheggiò vicino al suo caravan.
"Vieni, te la sei meritata tutta un po' di erba-pipa!" le tese la mano e lei gliela strinse, aiutandosi a scendere dalla vettura.
Entrano nel caravan dello zio di Eddie e attraversarono il salone/ingresso per rifugiarsi nella loro tana preferita, la camera del chitarrista.
Eden c'era praticamente cresciuta in quel posto e praticamente lo considerava come casa sua, anzi, si sentiva molto più libera di esprimere sé stessa lì che a casa Bingham. Infatti, scalciò le scarpe da tennis e si fiondò sul letto dell'amico.
Il riccio, abituato ad averla da lui, non ci fece nemmeno caso, ma si accovacciò sotto il letto per estrarre la sua "cassetta degli attrezzi da lavoro", ovvero il posto dove nascondeva la merce che vendeva e che suo zio Wayne non doveva assolutamente vedere.
Estrasse una bustina di erba finissima e cominciò a mischiarla con il tabacco della Benson, con molta maestria.
La moretta, invece, se ne stava a pancia in su a guardare il soffitto, indecisa se dire altro al suo migliore amico.
Solo che, adesso che sembravano tornati ai vecchi tempi, non voleva rovinare l'atmosfera parlando di Argyle, quindi, decise che si sarebbe tenuta quei particolari per un secondo momento.
Quando Munson ebbe finito di preparare la magica sigaretta, la accese, e poi gliela passò, buttando fuori del fumo.
"Prego."
Lei la prese e cominciò a fare qualche tiro. Si rilassò praticamente all'istante.
Non c'era niente da fare, l'erba-pipa del suo migliore amico era la migliore di tutte.
Gliela ripassò.
"Congratulazioni, streghetta!" le disse lui, tra una boccata e l'altra.
Lei sorrise orgogliosa.
"Ti stressano troppo? Guarda che se fanno gli stronzi basta dirmelo che vado a pestarli, eh?" fece lui con il suo solito fare protettivo.
"Sì, devi sempre fare il superman tu! Comunque, per ora tutto bene. Mi fanno fare solo caffè e fotocopie!" scosse la testa.
"Ah, e l'altro giorno, grande passo avanti, Bruce mi ha mandato a ritirargli la camicia in lavanderia!" aggiunse, sempre più scontenta.
"Povera la mia streghetta, non danno spazio alla tua creatività!" e così detto le sfiorò una guancia.
Lei rabbrividì a quel contatto e chiuse gli occhi per un istante.
Le era davvero mancato quello stronzo del suo migliore amico!
Gli buttò le braccia al collo, sorprendendolo per quello strano impeto di affetto che di solito non aveva.
"Non sai quante volte avrei voluto raccontartelo, ma poi non volevo romperti mentre ti vedevo così felice con Chrissy!" affermò con sincerità, emanando un sospiro e sciogliendo l'abbraccio.
"Eden, ma sei scema?! Sono sempre io. Non devi mica farti problemi a parlarmi." la rimproverò.
"Lo so, ma adesso stai vivendo questo momento con lei e non mi andava di romperti le palle con le mie paranoie lavorative. Dovresti ringraziarmi che ti ho risparmiato." lo stuzzicò.
"Mh, hai ragione, su questo forse hai fatto benissimo." alzò gli occhi al cielo e lei gli diede un piccolo buffetto.
"Allora come va con la nostra cheerleader?" gli chiese.
"Bene, dai. E' che non mi aspettavo che lei sarebbe stata così..." faticava a trovare le parole.
"Così come?" chiese lei incuriosita.
"Non saprei, coinvolta, forse, non so..."
"Eddie." sospirò, lo conosceva fin troppo bene e riusciva a leggergli nella mente e a nulla c'entravano i suoi poteri magici.
"Eden, a volte mi chiedo se non abbiamo fatto una cazzata!" confessò a stento.
Lei sgranò gli occhi.
"Sai che potrei anche fulminarti con il pensiero?! Che vuoi dire che abbiamo fatto una cazzata?"
Lui sospirò di frustrazione.
"Temo che lei sia così zuccherosa con me solo per via dell'incantesimo."
"Munson, non so se ricordi, ma lei ti ama per via dell'incantesimo!" le sembrava come di dover stare a spiegare l'ovvio.
"Lo so, scema. E' che, boh. Avrei preferito fosse stata una cosa naturale, forse."
"Eddie, prima scherzavo quando dicevo che avrei potuto fulminarti, ma se continui lo faccio davvero!" lo minacciò, puntandogli contro un dito smaltato di nero.
Lui indietreggiò dallo sguardo fiammeggiante che lei gli stava lanciando.
"Lo sai che non mi piace dirlo, eppure, te lo avevo detto! Che l'amore deve seguire il corso degli eventi ed essere naturale. Oramai ciò che è fatto è fatto! E ti vivi la tua storia senza più rimorsi, ok?"
"Sì, hai ragione. Dovevo starti a sentire prima. Ma forse è che... boh, non so più un cazzo, Eden, mi credi?" le confessò con uno sguardo talmente da cucciolo che a lei fece tenerezza, nonostante il nervoso dettato dalle sue parole.
"Dai, devi solo cercare di non pensare al fatto che abbiamo calcato un po' la mano, e concentrarti su ciò che provi!"
"Sembri un oracolo!" la prese in giro e lei alzò gli occhi al cielo.
"Sono la tua amica streghetta, in fondo!"
"Già, sei la mia ragazza magica!" e le sfiorò la mano.
Lei rabbrividì nuovamente a quel tocco, ma scacciò via all'istante eventuali pensieri.
Si alzò improvvisamente in piedi.
"Su, dai, dammi un passaggio dalla Wheeler che devo aiutarla a scrivere un articolo, che tra l'altro, sicuramente non prenderanno nemmeno in considerazione per via del loro essere maschilisti, misogini e retrogradi!" incrociò le braccia al petto, mentre insultava i redattori dell'Hawkins Post.
Lui ridacchiò.
"Beh, che problema c'è? Fagli qualche bella fattura delle tue e vedi come verrete trattate meglio!" suggerì.
Lei girò la testa di scatto.
"Ma sei matto?? Ti ho detto mille volte che non posso usare la magia per scopi personali!" gli ricordò con tono basso e grave.
"Sì, ma stavolta, ti servirebbe per aiutare un'amica a cui ricambieresti un favore, e poi, se sono maschilisti e misogini, allora aiuteresti una grossa fetta della popolazione, non credi?" fece con fare suadente e lei cominciò a soppesare davvero ciò che aveva appena detto.
In fondo era vero, lei in quel modo avrebbe aiutato molte persone che si erano sentite vessate o che continuavano a sentirsi in quel modo a causa dell'orrendo atteggiamento dei redattori del giornale locale.
Una stramba idea le balenò nella mente.
Eddie la osservava divertito, la conosceva da così tanto tempo che sapeva che la sua testa ingegnosa stava già escogitando qualche strano piano. E sorrise.
Indossò il suo giubbino di pelle, rimise la cartella da lavoro sotto il letto, aprì le finestre per fare arieggiare la stanza e uscirono.
Nel viaggio di ritorno cominciarono a scherzare su eventuali castighi che la streghetta avrebbe potuto infliggere ai malcapitati giornalisti, quando in lontananza scorsero il profilo di casa Wheeler.
Eddie sospirò e cominciò a decelerare.
Erano appena entrati nel vialetto quando al van di Munson si accostò il furgoncino delle pizze della Surfer Boy.
Il riccio emise un debole verso di fastidio, mentre Eden deglutì.
Aveva passato il pomeriggio insieme a Munson, eppure, non era riuscita a dirgli nulla di lei e Argyle e adesso era terrorizzata che il ragazzo potesse scoprire qualcosa in quel momento.
Nervosa, si aggiustò la cartella per temporeggiare e poi fece per scendere. Intanto, il capellone era sceso dalla macchina e fissava i due amici con altrettanto fastidio.
"Grazie della magica sigaretta Eddie, ci voleva! Ci vediamo presto." salutò il riccio.
"Quando vuoi Bing. Ah, e guai a te se mi tieni tagliato fuori dalla tua vita di nuovo, eh?" la buttò lì, eppure, ci andò pesante.
Lei fece un mezzo sorriso di risposta e scese dalla macchina.
Camminò in direzione del ragazzo delle pizze, sotto lo sguardo attento del migliore amico. Argyle le sorrise e le prese la cartella, sfiorandole il viso nel farlo. Eden scattò sulla difensiva, temendo che il ragazzo avesse potuto fare di più, ma evidentemente quel suo atteggiamento non sfuggì al suo compagno, che evitò di andare oltre. Le fece semplicemente strada e suonò il campanello di casa Wheeler.
Eddie sempre più frustrato non si perse nemmeno un gesto e, prima di fare danni, ingranò la retromarcia e si allontanò da lì.
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ciao a tutt*,
sì, lo so, era tantissimo tempo che non aggiornavo questa storia e spero che ci siete ancora a leggerla **
vi chiedo scusa, ma gli impegni sono stati davvero tanti, e ho un pochino abbandonato sia questa storia che Someday :(((((
adesso, spero di riuscire ad aggiornare entrambe almeno una volta a settimana **
anyway, che mi dite? come state? che ne pensate di questo capitolo?**
se vi va, fatemi avere i vostri commenti che sapete che adoro, e se la storia vi sta piacendo, vi chiedo di votarla con una stellina <3 grazie mille **
effy **
ps. la canzone dei Cure mi sembrava molto adatta alla scena di loro due a casa Munson, che ne pensate? se vi va ascoltatela perché è molto bella <3
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