2. The squared circle
Come si permetteva quello svitato del suo migliore amico, se così poteva ancora definirlo, di chiederle una cosa del genere??? Sapeva benissimo che lei non poteva e non doveva assolutamente fare certe cose; eppure, più e più volte le aveva chiesto di fare determinati 'piaceri' per lui.
Eden aveva lasciato la mensa in un impeto di rabbia, gettando le cose che aveva preso per il pranzo nella spazzatura, e aveva ancora fame, ma il nervoso le teneva chiuso lo stomaco.
Andò al suo armadietto come una furia e ci scaraventò dentro i libri della mattina, poi lo richiuse con un tonfo e si avviò dietro il campo di football, dove c'era la famosa panchina, conosciuta da tutti come la 'sede di lavoro' di Eddie.
Si sedette sul tavolo dando direttamente le spalle alla scuola e tirò fuori il suo pacchetto di Benson ed estrasse una sigaretta. La accese e cominciò ad aspirarne il fumo, facendolo entrare nei polmoni, dopo un paio di tiri cominciò a calmarsi.
'Ehi, sei qui?'
Si voltò spaventata quando il suo momento solitario venne disturbato da qualcuno.
'Ciao Argyle!' si rasserenò quando vide che era soltanto il ragazzo della pizza.
'Come mai non sei a mensa?' le domandò lui approcciandola.
'Non avevo tanta fame.' mentì lei facendo spallucce.
'Ti ho portato uno spuntino.' fece lui premuroso, tirando fuori un pacchetto di patatine.
'Grazie.' si smentì subito aprendo la confezione e cominciando a divorarne il contenuto voracemente.
Il ragazzo ridacchiò.
Lei continuò a mangiare con avidità mentre lo stralunato ragazzo dai lunghi capelli lisci e scuri in t-shirt bianca e camicia hawaiana su un jeans chiaro largo continuava ad osservarla.
'Poi volevo anche farti provare, questa.' interruppe il suo pranzo frugale, tirando fuori una canna dal suo marsupio.
La ragazza sorrise.
'Non dico mai no alle magiche sigarette.' ridacchiò nel mentre sputacchiava un po' di patatine.
Il ragazzo le pulì qualche briciola con il suo indice, facendola arrossire e arrossendo a sua volta. Poi, per rompere quel momento di imbarazzo, accese la storia e dopo aver fatto un paio di tiri la porse a Eden.
'Wow!' riuscì a dire lei dopo le prime boccate.
'Sì, è magica. Questa viene direttamente dalla California. Ne ho fatto una buona scorta quando sono andato a trovare i miei parenti quest'estate.'
'Pensavo te l'avesse venduta Eddie.' ammise lei candidamente.
'No, no. Questa roba se la sogna il tuo amico!' dichiarò lui con un tono lievemente seccato, facendola sorridere.
'Non farti sentire, che lui pensa sempre di essere il dio dell'erba.'
'Per favore, non bestemmiare!' proseguì lui.
'Non parliamo di bestemmie!' si incupì un pochino.
'Tuo padre sempre che rompe le palle?'
'Purtroppo, sì. E' il mio destino! Sono nata affinché lui mi dia il tormento con la sua religione e i suoi precetti!' scosse la testa.
'Mi dispiace!' le mise una mano sulla spalla, facendola sussultare.
'Stamattina ha avuto il coraggio di rompermi le palle per questo ciondolo.' tirò fuori dalla maglietta nera una catenina d'argento con uno strano ciondolo.
'Che cos'è?' chiese affascinato Argyle.
'E' il cerchio squadrato.' dichiarò con naturalezza, ricevendo in cambio una strana occhiata da parte del capellone. 'E' un simbolo alchemico.' continuò lei, 'Vedi, unisce i quattro elementi fondamentali della materia: aria, acqua, fuoco e terra.' indicò i vari punti del simbolo.
'Wow! Sei un'esperta!' fece lui affascinato, prendendo il ciondolo tra le dita e avvicinandosi a lei.
'Sì, ma mio padre non ci capisce un tubo! E pensa che sia una cosa malvagia! Come ormai tutto di me!' continuò rassegnata, mentre faceva qualche altro tiro.
'Tu non potresti mai essere malvagia! Poi ti chiami Eden come il Giardino!' le accarezzò il viso, e lei chiuse gli occhi rilassandosi al suo tocco.
Cazzo, aveva appena detto al suo migliore amico che non provava nulla per quel ragazzo! Allora forse quello svitato aveva ragione? Si riscosse subito, aprendo gli occhi e scendendo dal tavolo.
'Credo si stia facendo tardi.' si sistemò i capelli e rimise la collana all'interno della t-shirt.
'Va bene andiamo.' aggiunse un po' scontento il ragazzo dai lunghi capelli lisci.
Entrarono nei corridoi chiacchierando di quelle che erano state le loro prime impressioni di quel primo giorno di scuola e Argyle la scortò fino al suo armadietto.
'Che hai dopo?'
Lei aprì il suo orario.
'Mmmm... due ore di chimica e poi sport.' Quell'ultima materia la pronunciò con un fastidio mezzo soffocato, in quanto era quella che preferiva di meno.
'Allora forse ci si becca più tardi, anche io e Johnny abbiamo sport in ultima ora!' dichiarò felice.
'Bene, a dopo.'
Lo salutò ed entrò in classe.
Al suono della campanella si incamminò mestamente verso la palestra. Sembrava una walk of shame, odiava quando non riusciva ad eccellere nelle cose, e purtroppo lo sport era tra quelle. Aveva provato in vari modi, aveva anche acquistato delle videocassette con esercizi pratici, letto manuali su manuali e, anche se avrebbe potuto elencare uno ad uno i ruoli dei giocatori della squadra di basket, non riusciva letteralmente a prendere un pallone in mano. Sembrava come se avesse le mani di pastafrolla.
Sospirò e mentre stava per entrare dopo essersi fatta forza, si sentì alzare da terra da due braccia che l'avevano afferrata da dietro.
'Cosa cazz...?' imprecò.
Poi mettendo a fuoco la persona che la aveva sollevata senza nessuna apparente difficoltà, continuò.
'Vuoi farti ammazzare, svitato?' lo incenerì con lo sguardo, mentre lui se la rideva di gusto.
'Dai, adoro farti spaventare!'
'Sai anche bene che potresti rimanerci secco, però!' continuò minacciosa.
'Oh, oh. Non vorrai mica trasformarmi in qualcosa?' chiese lui con una voce leggermente spaventata.
'Non mi tentare! Saresti un ranocchio davvero carino!'
'Se mi trasformi in un ranocchio, poi però dovrai baciarmi!' la punzecchiò, ricevendo in cambio un sopracciglio alzato.
'Sì, sogna, svitato!'
'Ma se hai un debole per i capelloni!' proseguì a punzecchiarla, 'Certo a te non piacciono i ricci, li preferisci lisci, però...'
Non riuscì a finire la frase perché lo sguardo omicida che gli stava lanciando la sua amica bastò per spaventarlo.
'Ok, ok, la smetto!' alzò le mani in segno di resa. 'Che scusa dirai stavolta alla Silvester?' tentò di cambiare discorso.
'Mmm... nevralgia?' propose lei.
'Oppure potresti confonderla come l'ultima volta...' la buttò lì, facendola arrossire.
'Eddie! Non ho confuso nessuno! Non è colpa mia se la prof. aveva assunto farmaci prima dell'allenamento!' rispose lei facendo la finta innocente.
'Come se non ti conoscessi... casualmente quando c'è ginnastica o hai pronta qualche scusa o per caso la sig.ra Silvester si sente male, ecc ecc.' ridacchiò.
'Non sai neanche di cosa tu stia parlando!' fece imperterrita lei, tirando dritta a camminare.
Arrivati davanti agli spogliatoi si separarono; lei andò verso quelli femminili e l'amico verso quelli maschili.
Eden entrò dritta e se ne andò nella stanzetta delle scope, odiava cambiarsi davanti alle altre, e approfittava del ripostiglio per poter comodamente mettersi in tuta – nera dell'Adidas, tanto per cambiare.
Uscì e dovette fronteggiare gli sguardi divertiti delle cheerleader che intanto sgambettavano felici nelle loro divise verdi e bianche, la peggiore tra tutte, ovviamente la reginetta del liceo, Chrissy Cunnigham.
Non riusciva davvero a capire cosa ci trovasse Eddie in lei. Forse per la teoria degli opposti che si attraevano? Bah, il problema restava che lui era sotto un treno per lei, mentre la reginetta non lo considerava minimamente.
'Ciao Bingham.' la salutò la queen.
'Ehilà.' ricambiò a mezza voce.
'Non hai altri vestiti? Ti è morto il gatto che vesti in continuazione di nero?' la punzecchiò Amy, la migliore amica di Chrissy.
'Sì in realtà, era un piccolo batuffolo di pelo, si chiamava Pulce.' rispose lei pronta, assumendo un'espressione triste che fece vergognare le due cheerleader.
'Oh. Ci dispiace, vero, Amy, che non lo hai fatto apposta?' intervenne preoccupata la queen.
'Co... oh no, certo che no!' tentò di scusarsi a malo modo l'altra.
'Sai quella piccola Pulce era così carina, ti faceva le fusa, ti leccava con la sua lingua ruvida e per niente umida e per lo più vomitava palle di pelo tutto il giorno. Tipo quello che è successo a te oggi, no?' domandò divertita la moretta.
'Ehm, che vuoi dire?' chiese la cheerleader stranita.
'Che ti sei vestita con così tanti colori che sembra che un unicorno ti abbia vomitato addosso!' proseguì Eden ridendo mentre si allontanava verso la palestra, lasciando le due ragazze a fissarsi inebetite.
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ciao a tutt*, allora che ne pensate di questo secondo capitolo?
Spero che questa storia, anche se siamo solo all'inizio, vi stia piacendo ** e vi stia piacendo come sto caratterizzando Eden ** per me è una cosa nuova, perché con Sally mi era più facile, dato che l'avevo inventata io, con Eden non vi nego che è molto meno semplice...
Ad ogni modo, grazie mille a coloro che hanno inserito questa storia nei loro elenchi di lettura e a tutt* voi che la sostenete con stelline e commenti ** mi rendete molto felice **
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