12. A love spell
"Quando la vedeva piangere avrebbe voluto essere più grande per poter fronteggiare il sig. Bingham e dirgli di smetterla di essere così cattivo con sua figlia.
'Dai non piangere, Eden, non farti vedere così triste da mamma.' cercò di consolarla, asciugandole una lacrima con il suo polpastrello.
'Mi dispiace! Vorrei essere più forte, ma papà è sempre così meschino con me! E mamma non è mai dalla mia parte, soprattutto adesso che è nata Tabitha.' gli rivelò tra un singhiozzo e un altro.
'Vedi che forse non è così male essere figlio unico?' cercò di sdrammatizzare, dandole una piccola spallata.
Lei gli fece un mezzo sorriso, mentre continuava ad asciugarsi le lacrime.
'Mamma oggi sta un pochino meglio, vuoi entrare a salutarla?' propose lui speranzoso di farle ritornare il sorriso.
'Okay.' si fece convincere subito.
Lui si alzò dalla girandola sgangherata su cui erano soliti giocare e le tese la mano per aiutarla a rimettersi in piedi. Lei gliela afferrò e si avviarono lungo il sentiero polveroso che conduceva a casa Munson.
Appena si chiusero la porta alle spalle furono accolti dal tepore e dal tipico odore dei biscotti fatti in casa da Clarissa Munson, madre di Eddie.
Eden sembrò rilassarsi – tutto lì era all'opposto di quello che aveva e che provava dai Bingham.
'Ciao mà!' la salutò il piccolo, entrando in cucina.
'Ciao bambini!' li accolse con un sorriso meraviglioso, che contagiava chiunque fosse nella sua stessa stanza e che Eddie aveva in parte ereditato.
'Salve Clarissa.' fu il turno di Eden di salutare.
'Cara, che bello vederti. Come stai?' chiese alla bambina, mentre continuava a decorare i dolcetti prima di infornarli. Quando Clarissa Munson si dedicava alla cucina era segno che si sentiva bene.
'Bene.' mentì. Sapeva quanto fosse già piena di pensieri per via del marito e della sua malattia e non voleva darle ulteriori pene.
L'amico aggrottò le sopracciglia a quella risposta, ma evitò di sbugiardarla.
'Possiamo fare merenda qui, mamma?' le chiese il figlio, guardando speranzoso il fumo invitante che saliva dai biscotti appena sfornati e che aveva già riempito tutta la casa.
'Va bene, ma non mangiatene troppi, altrimenti vi verrà il mal di pancia come l'altra volta!' li ammonì lei, guardandoli con amore.
I due non se lo fecero ripetere due volte e agguantarono tre biscotti a testa, accompagnandoli con un bel bicchiere di latte.
Eden scelse quelli con le gocce di cioccolato e i pezzettini di nocciole, Eddie invece preferiva quelli con i confettini colorati e l'uvetta. Dopo i primi morsi a lei era già tornato il buonumore – sapeva che nulla poteva farla stare male in quell'angolo di paradiso che era la casa del suo amico.
La stessa cosa non poteva dire lui – la sua casa era diventata fonte di ansie e preoccupazioni maggiori da quando sua mamma si era ammalata. Non che prima fosse un'oasi di pace, anzi, le continue liti dei suoi genitori ancora riecheggiavano tra quelle pareti, ma da quando suo padre era partito per un viaggio, almeno poteva risparmiarsi le continue urla. Lui sapeva benissimo che suo papà era in prigione, ma non voleva farlo sapere ad Eden e soprattutto non voleva che sua madre si rendesse conto che lui conosceva la verità su suo marito.
Clarissa per evitare di far finire i biscotti in un battibaleno e per tenere i piccoli impegnati chiese loro di aiutarla a fare le palline che poi in forno si sarebbero magicamente trasformate in cookies dalle forme più disparate.
Loro si divertivano tantissimo e nondimeno si sentivano molto importanti quando lei affidava loro qualche compito.
I due combinavano sempre qualche marachella, per fortuna dal sapore innocuo, e lei sperava tantissimo che l'influenza della piccola e gentile Eden Bingham servisse a mitigare l'indole più ribelle e selvaggia di suo figlio. Temeva che crescendo sarebbe stato più simile al padre che a lei, e aveva paura che prima o poi avrebbe potuto cacciarsi in qualche guaio.
Eddie cominciò a spalmare dell'impasto che era avanzato sulle braccia della minore e quest'ultima fece lo stesso, ridendo come matti e riempiendo le stanze del più gradito rumore che avesse potuto sentire: le risate. Nonostante la sua malattia, le risate di suo figlio e della sua migliore amica erano un ottimo balsamo per i malesseri di Clarissa, che cominciò a sorridere a sua volta e, anche se il dolore fu talmente forte da farla piegare sul fianco non lo diede a vedere, e fece finta di essersi chinata per raccogliere delle nocciole che le erano cadute."
Eddie si svegliò con la fronte madida di sudore e con un groppo alla gola che solo i sogni popolati da sua madre riuscivano a causargli. Era la seconda volta in pochi giorni che sognava momenti della sua infanzia e la moretta ne faceva sempre parte.
Pensare a lei gli fece venire subito a mente la scena a cui aveva assistito la sera precedente: lei che scendeva dal furgoncino di Argyle e sgattaiolava di sopra, come proprio lui le aveva insegnato a fare.
Il groppo alla gola sembrò intensificarsi e lui davvero non riusciva a darsi spiegazioni; aveva visto altre volte la sua migliore amica infatuarsi di qualcuno e anche se aveva sempre avuto qualcosa da ridire in realtà non si era mai infastidito così tanto.
< Forse è per colpa dello stress che sto accumulando con la storia di Chrissy! > si ripetette, cercando di darsi una valida spiegazione a quello strano fastidio che sembrava provare ogni volta che vedeva la sua amica assieme al ragazzo della pizza.
A proposito della cheerleader, invece, quell'oggi avrebbe potuto essere il giorno in cui la sua amica avrebbe finalmente pronunciato l'incantesimo che lo avrebbe aiutato a realizzare il suo desiderio più grande. Fu quell'ansia positiva che lo spinse ad alzarsi quella mattina.
Dopo una doccia veloce, decise di vestirsi con tutta cura: maglietta dei Black Sabbath nera con il loro logo in bella vista, jeans, giubbino di pelle nera e anfibi abbinati dello stesso colore. Si raccolse i capelli in una coda e agguantando la sua valigetta con 'gli attrezzi del mestiere' entrò nel suo van.
Decise di passare a prendere Eden per affinare gli ultimi dettagli del loro magico piano.
Quando la moretta vide accostarsi il van color beige sporco (in tutti i sensi) strabuzzò gli occhi. Era alla fermata del bus assieme a sua sorella Suzie e lui le fece cenno di salire, mentre girava la manopola del finestrino.
'Buongiorno, mie signore! Permettete uno strappo fino a scuola?' cercò di adularle, facendo alzare gli occhi al cielo alla maggiore e ridacchiare pavonescamente la minore.
'Sei pazzo a venire fin qui!' gli puntò un dito contro l'amica, mentre però apriva lo sportello e si posizionava sul lato del passeggero. La più piccola la imitò, prendendo possesso del sedile posteriore.
'Ciao anche a te o mia cara amica!'
'Buongiorno Eddie Munson!' lo salutò la minore, mentre l'altra lo guardava rassegnata.
'Non siete contente che vi ho evitato un viaggio sullo scomodissimo scuolabus?!' affermò mentre svoltava a sinistra in direzione del liceo.
'Sei stato una salvezza!' confermò la fidanzatina del suo amico, facendolo sorridere.
'Uhhh come no!' ribattette piccata l'altra.
'Ci siamo svegliate di malumore oggi?'
'No, veramente mi sono svegliata benissimo. Il malumore mi è venuto che saranno trenta secondi buoni!' replicò.
'Lasciala stare, lei fa sempre così! Se la conosci poi non è così male!' la difese Suzie, facendola quasi sbottare.
'Mh, la conosco, cara dolce Suzie, la conosco!' e lanciò un'occhiata di intesa alla moretta che lei non volle ricambiare.
'Allora, quando sarà la prossima partita dell'Hellfire?' domandò la sorellina cercando di smorzare la tensione.
'Presto! Presto! Devo solo mettere a punto gli ultimi dettagli per far sì che sia una campagna eccezionale!'
'Non vedo l'ora! Anche Dusty-bun non sta nella pelle!' confidò la piccola applaudendo.
'Dusty-bun?' chiese sconcertato.
'Sì, lei lo chiama così.' intervenne l'amica a spiegargli lo strano nomignolo.
Lui ridacchiò.
Arrivarono a scuola e prima che Eden si incamminasse con la sorella, che tra l'altro già era corsa a salutare Dustin, lui la tirò dalla spallina del suo zaino e la costrinse a voltarsi.
'Ehi! Ma ce l'hai con me?' le domandò serio stavolta.
'No!' ma evitò di guardarlo negli occhi.
'Eden, non fare la bambina! Ho fatto qualcosa che non avrei dovuto?' si grattò la testa, provando a fare mente locale sull'ultima volta che si erano visti e sulla possibilità che gli fosse sfuggito qualcosa che avesse potuto dare fastidio all'amica.
'No! E' che mi sento un po' sotto pressione per la storia dell'incantesimo e allora me la prendo con te!' si difese lei.
'Mi dispiace, so che ti sto facendo fare qualcosa che non vorresti, ma credimi sei la mia sola speranza!' le confidò, mettendole entrambe le mani sulle spalle.
Lei sospirò.
'Facciamolo oggi! Così mi tolgo questo peso!' propose.
'Perfetto! Dimmi solo cosa posso fare per aiutarti!'
< Farti passare questo pallino per Chrissy Cunnigham sarebbe perfetto! > pensò, ma non riuscì a dirlo. In compensò lo fissò negli occhi e come sempre quando cominciavano quello strano gioco di sguardi lei spesso era destinata a perderlo.
'Fai in modo che Chrissy resti sola in un posto non frequentato. Il nostro boschetto dietro il campo sarebbe l'ideale, oppure un'aula vuota...' cominciò a stilare una lista di luoghi in cui si sarebbe sentita sicura nel gettare la geis.
'Mh, al nostro bosco la vedo difficile in quanto lei ovviamente non lo frequenta, potrei provare con il laboratorio di chimica che di solito dopo pranzo non è mai molto frequentato?' buttò lì qualche idea.
'Andata! Dopo la fine delle lezioni con una scusa conduci la biondina nell'aula degli esperimenti. Io mi farò trovare lì!' concordarono.
Eddie si sentì più rincuorato e soprattutto adorava che lei lo avesse appoggiato in quel folle progetto – dopotutto loro erano sempre stati in quel modo: due amici disposti a fare di tutto l'uno per l'altra!
'Grazie mille, Eden! Non so come farei senza di te!' le dichiarò sincero.
Lei avrebbe apprezzato quella dichiarazione maggiormente se non avesse dovuto gestire l'ansia di dover effettuare un incantesimo d'amore a breve. Non ne aveva mai lanciato uno. Personalmente, riteneva che l'amore non avrebbe dovuto avere né filtri né inganni. Inoltre, dato che non conosceva l'entità dei suoi poteri, in quanto ancora faticava a capirne l'origine limitava le sue pratiche magiche, a meno che non ci fosse stata un'estrema necessità.
'Okay.' fece spallucce e si incamminò verso l'entrata.
In altre occasioni lui avrebbe insistito per fare pace e per farla ragionare, ma quella mattina non voleva inimicarsela ulteriormente. Aveva capito che le costava molto aiutarlo utilizzando i suoi poteri e perciò aveva evitato di contrariarla.
Addirittura, resistette a fare sguardi strani e battutine anche quando furono raggiunti da Argyle.
'Hola brochachos!' li salutò con il suo solito saluto, causando l'aprirsi di un sorriso sul volto dell'amica che lui non aveva ancora visto fino a quel momento.
'Ehi, ciao bello!' decise di sotterrare l'ascia di guerra, ricambiando il saluto e facendo voltare stupita Eden.
'Che facce che avete! C'è qualche test imminente?' domandò osservando i due in volto.
'No, no. E' che ancora non ci siamo abituati al ritmo scolastico!' mentì lui.
'E chi ci si abitua, fratello, chi ci si abitua!' concordò con un sorriso.
'Eh già.'
Si separarono una volta messo piede nell'edificio, ognuno pronto ad affrontare le ore che li separavano prima del pranzo; almeno per il ragazzo della pizza era così, per gli altri due, invece, le cose stavano in maniera diversa ed entrambi, chi con il cuore più leggero, chi decisamente meno, sospirarono in attesa della fine dell'intera giornata scolastica.
La moretta trascorse tutta la mattinata e anche la pausa pranzo con la testa tra le nuvole a ripetersi le parole che avrebbe dovuto pronunciare per la geis; era molto agitata, temeva di sbagliare e sapeva che se lo avesse fatto, avrebbero potuto esserci conseguenze di cui lei non osava immaginare l'entità.
In caffetteria i ragazzi dell'Hellfire erano tutti riuniti attorno al loro master, che invece, dava spettacolo più del solito, salendo sul tavolo e cominciando a marciarci sopra muovendo le mani in maniera incontrollata e sbeffeggiando il tavolo degli sportivi, in modo particolare.
Eden intravide il gruppetto di Argyle dall'altra parte della sala ed evitò di raggiungerli, così come evitò di sedersi al tavolo del suo migliore amico. Decise di restare in una posizione neutra che l'avrebbe aiutata a concentrarsi su ciò che stava per compiersi.
Non sentì nemmeno il suono della campanella delle 15.00 e si ritrovò trascinando i piedi nell'aula di chimica. Bussò, e quando si assicurò che non ci fosse anima viva, piegò la maniglia ed entrò.
Era pervasa da degli strani tremolii, non usava i suoi poteri da quasi un anno, e le sembrava di stare sul punto di vomitare. Cominciò a misurare la sala con i suoi passi e a recitare mentalmente la formula. Controllò il suo vecchio swatch viola con i simboli dei pianeti gialli e arancioni e vide che erano già passati dieci minuti. Sospirò, un pochino sollevata che il suo amico non fosse riuscito nel suo intento di convincere la cheerleader a seguirlo in classe dopo la fine delle lezioni, quando sentì in lontananza delle voci e chiuse gli occhi rassegnata.
'Ecco Chrissy, ti dicevo che la mia amica Eden doveva parlarti urgentemente!' esordì il riccio, palesando la sua testa dalla porta e spalancandola dopo essersi rassicurato nell'aver visto la moretta.
Lo seguì una sempre più stupita Cunnigham.
'Che cosa volevi, Bingham? Munson mi ha detto che mi cercavi!' incrociò le braccia, puntando i suoi grandi occhi azzurri in quelli color nocciola della strega.
'Sì, ti ha detto bene. Volevo parlarti di una cosa...' esordì. 'Eddie, scusa, potresti lasciarci da sole?' aggiunse.
Si vergognava troppo ad avere un pubblico, anche se si trattava del suo migliore amico. Il ragazzo la guardò sconcertato ma annuì.
'D'accordo. Vi aspetto fuori.' e uscì, richiudendosi la porta alle sue spalle.
'Chrissy...' cominciò quando sentì i passi allontanarsi.
'Sì?! Senti non ho tanto tempo da perdere, se devi dirmi questa cosa urgente su Jason dimmela subito!' stava cominciando a perdere la pazienza.
Jason??? Eden aggrottò le sopracciglia, ma certo, Eddie era riuscito a convincerla solo inventando una qualche storiella sul suo fidanzato.
< Cominciamo bene! > pensò.
Passeggiava su e giù per la stanza quando ad un certo punto si fermò, proprio vicino alla cattedra dell'insegnante; era ormai decisa più che mai. Si schiarì la gola e dopo l'ennesimo sospiro allora pronunciò:
«...and now, O Chrissy Cunnigham, I place thee under geasa, and under the bonds of heavy druidical spell – bonds that true people never break through - that thou take Eddie for thy love, letting go Jason, before him and the others awaken from their mental sleep; and save Eddie from his suffering for the love sake.»*
La cheerleader sgranò gli occhi e poi assunse uno strano sguardo vacuo – i suoi bellissimi occhi blu divennero vuoti, Eden si portò davanti a lei e la figura della ragazza vestita di nero fu l'ultima cosa che videro prima di richiudersi.
*
*traduzione per chi non conosce l'inglese: «...e adesso, O Chrissy Cunnigham, ti pongo sotto geis, e sotto i vincoli di un oneroso e antico incantesimo druidico – legami che persone vere non romperanno mai – che tu prenda Eddie come tuo amore, lasciando andare Jason, prima che lui e gli altri si ridestino dal loro sonno mentale; e che tu lo salvi dalle sofferenze di questo amore.»
L'incantesimo è ispirato da quello dell'antica geasa irlandese di Grainne e Diarmaid.
⚠️ATTENZIONE⚠️: quest'opera è protetta da copyright © - sono vietati plagi, anche in modo parziale.
***
Ciao a tutt*,
ci siamo!!!! Capitolo dello spell! Un po' lunghetto, ma era necessario ** Che ve ne pare? Vi è piaciuto?
Io mi sto divertendo e sto imparando anche tante cose con la scrittura di questa storia, spero che vi stia piacendo **
la canzone che vi ho lasciato è una canzone celtica irlandese, mi sembrava molto in tema con l'atmosfera che ho voluto creare, che ne pensate?** e poi mi piaceva l'immagine della fanciulla che mi ha dato un attimo l'impressione della nostra streghetta **
ps. se la storia vi sta piacendo, vi chiedo, se possibile di sostenerla con una stellina **
pps. fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate, sapete che adoro leggervi **
grazie ** <3
effy
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