11. Purple Palm Tree Delight

Eden raggiunse Loch Nora in una ventina di minuti. Era cominciato a piovere e lei era uscita senza ombrello. Arrivò di fronte casa di Argyle che era praticamente fradicia.

Suonò il campanello e nell'attesa cominciò a marciare sul posto per provare a riscaldarsi un pochino.

'Ehi, ciao. Entra.' la salutò il ragazzo facendole spazio per farla passare.

La osservò meglio sotto le luci dell'ingresso e notò che era zuppa di pioggia.

'Cavolo, ma ti sei infradiciata! Vieni, andiamo in bagno ti do il phon!'

Lei non rispose, ma fece una mezza smorfia di ringraziamento.

Salirono al piano di sopra e l'amico le fece strada fino al bagno. Poi cominciò a rovistare nel cassetto del mobile del lavandino, tirando fuori un asciugacapelli e porgendoglielo.

'Fai con calma!' poi prima di uscire aggiunse, 'Se vuoi ti presto una mia felpa e i tuoi panni li mettiamo in forno!'

Eden lo guardò con un sopracciglio alzato.

'Va bene che sei abituato a fare pizze ma non credo che sia necessario cuocermi i vestiti, credo che sarebbero un po' indigesti.' scherzò lei.

'Non hai mai messo i vestiti ad asciugare in forno?? Ma dove hai vissuto finora?!' la punzecchiò, scuotendo la testa.

'Io i panni li asciugo nell'asciugatrice come tutte le persone sane di mente del mondo!' incrociò le braccia.

'Naaaaaaaaah!' agitò una mano in aria, 'E' molto meglio così, fidati!' sorrise.

La ragazza rassegnata cominciò ad asciugarsi i capelli, poi vedendo che Argyle non si decideva a lasciarla sola gli disse, 'Ehm, se mi porti i tuoi indumenti mi cambio e ti do questi bagnati così puoi cucinarmeli...' gli fece la linguaccia, mentre lui la fissava imbambolato.

Solo dopo aver sentito quell'ultima frase il capellone sembrò riprendersi dalla trance.

'Oh... certo! Vado subito!' e uscì frettolosamente.

Eden ridacchiò pensando a quanto lui fosse stralunato, ma anche a quanto riuscisse a tranquillizzarla e a farla ridere. Continuò a passarsi il phon addosso e nel mentre cominciò a canticchiare una canzone.

Era grata che i genitori dell'amico lavorassero in pizzeria fino a tardi, altrimenti si sarebbe sentita totalmente a disagio nel muoversi nella loro casa.

Quella era la terza o quarta volta che la visitava: era una bella dimora stile moderno – la carta da parati sottolineava le origini hawaiane e californiane dei suoi abitanti. Tutto lì era colorato: dai divani in sala, ai mobili del bagno e della cucina. Quella casa metteva allegria esattamente come coloro che la abitavano.

Il capellone tornò con una tuta dell'Adidas bianca e nera, che appoggiò sul mobiletto.

'Aspetto qui fuori, fai con comodo!' e andò via, lasciandole un po' di privacy.

La moretta si cambiò velocemente. Alla fine, era riuscita a inzupparsi poco i vestiti di sopra, ma decise comunque di indossare la tuta. Il calore la avvolse all'istante. I panni erano freschi di lavatrice e avevano quest'odore di fiori e frutta tropicali, che era poi uno dei profumi che contraddistinguevano il suo amico. Fece un malloppo dei suoi jeans e della sua felpa e uscì.

Scesero di sotto in cucina e Argyle con fare esperto cominciò ad accendere il forno e a posizionarvi al suo interno gli indumenti di Eden.

'Allora? Che è successo?' le domandò senza voltarsi, continuando ad armeggiare con le manopole dell'elettrodomestico.

'Avevo bisogno di rilassarmi un pochino, tra scuola, famiglia, e cose varie già inizio ad essere stressata!' confessò mentre si sedeva sulla sedia.

'Mmm, allora aspettami qui, vado in camera a cercare quello che mi rimane della Purple e torno.'

Lei annuì e nel frattempo si guardò intorno. Anche se non era nella pizzeria di famiglia quel posto odorava di farina e pomodoro. Lei adorava quei profumi che le davano una sensazione di affetto e di legame che purtroppo lei aveva provato molto raramente a casa sua.

Se avesse dovuto pensare al tepore di una casa, la prima risposta che le sarebbe venuta in mente sarebbe stata casa Munson. Quella per lei era stata fin dall'infanzia il simbolo di famiglia – nonostante i momenti tristi che vi aveva vissuto. Quando aveva conosciuto Eddie, infatti, la sig.ra Munson era già malata da tempo di leucemia e in pochi anni quella orrenda malattia se l'era portata via. Il sig. Munson era già sparito dalla vita di suo figlio, ma per fortuna c'era stato zio Wayne a prendersi cura del suo migliore amico e anche di lei.

Sospirò ai ricordi che le stavano scorrendo in testa come una serie di fotografie sbiadite e pensò che se non fosse stato per l'incaponimento di Eddie nei confronti di Chrissy, molto probabilmente quella sera non si sarebbe trovata nella casa hawaiana, bensì nella vecchia roulotte malandata ma che per lei era famiglia.

'Me ne è rimasta poca, perché l'ho divisa con Johnny oggi!' fu la voce squillante di Argyle a farla sussultare. Si voltò e vide il ragazzo con un sorriso che gli apriva il volto, che sventolava la bustina di erba tra le mani.

Lei sorrise a sua volta.

'Ottimo! Se è la stessa che mi hai fatto provare a scuola, non vedo l'ora.'

'Vieni, usciamo in giardino. Papà non ci fa caso, ma mamma ha un olfatto che è peggio di quello di un cane da tartufo, quindi, se ne accorgerebbe all'istante che ho fumato in cucina.' scosse la testa.

Lei ridacchiò e uscirono dalla porta che dava sul retro.

Anche la parte posteriore della casa sapeva di Hawaii – con palme, una piccola piscina e grandi fiori colorati a contornare il gazebo di legno.

Il ragazzo della pizza cominciò a mischiare la Purple con il tabacco di una Marlboro con fare esperto. Accese la storia, fece un paio di tiri e la passò all'amica.

'Non vedo l'ora di tornare in California solo per aver accesso ad altra roba come questa.' affermò deciso.

'Se vuoi chiedo a Eddie se te ne può procurare un po' da Rick Spinello.' propose lei.

'Per favore, non dirlo nemmeno. Quei due non riuscirebbero MAI a trovare erba così buona, neanche chiamando a raccolta tutte le loro conoscenze!' scosse la testa offeso.

Lei fece spallucce non capendo.

'Eden, questa roba è stata messa in commercio dalla CIA stessa come parte di un'operazione nazionale anticomunista!' confessò e lei sgranò gli occhi, mentre espirava il fumo.

'Sei fuori?! O la storia sta già facendo effetto?? Che idiozie vai blaterando??' sgranò gli occhi, incredula.

'Non sono idiozie, è la verità! Questa bambina è stata prodotta nei laboratori sovietici! E' una variante ibrida di alta qualità e ricca in THC, arrivata in Canada tramite un disertore!' continuò lui, abbassando la voce, come se le stesse confessando un segreto governativo.

'Ma...'

'E' così! Non posso dirti come l'ho saputo, ma fidati che è così! La persona che me l'ha venduta ha contatti molto in alto, e per questo che qui, in questo posto sperduto, è impossibile da trovare per il tuo amico e il suo compare, nemmeno se mettessero insieme tutti i loro fornitori!'

Lei fece un mezzo sorriso, passandogli la storia con cautela, come se stessero fumando qualcosa di estremamente prezioso.

'Perché ti sta così antipatico Eddie?' la domanda le risultò talmente spontanea che si meravigliò lei stessa di come le parole le fossero uscite così facilmente dalla bocca.

'Veramente non mi sta antipatico, ma mi sembra più il contrario! Sembra sempre molto infastidito quando mi avvicino a voi.' si grattò la testa e lei internamente annuì. Era d'accordo con lui, il riccio era sempre strano estremamente seccato dalla presenza dell'altro, o almeno così aveva sempre lasciato intendere.

'Inoltre,' continuò il ragazzo, 'Sembra che a volte ti faccia stare male.' osò aggiungere e quando lei stava per replicare indispettita la fermò. 'Forse è un'impressione sbagliata che ho avuto, però, boh, a me da fastidio chi non ti fa stare serena!'

Le rispose talmente con sincerità con i grandi occhi scuri che trasudavano appoggio e comprensione che lei non riuscì a rispondergli come avrebbe voluto. Anche perché era vero, ultimamente erano più i momenti di stress che provava stando con il suo migliore amico che quelli di serenità.

'Comunque, dai, cambiamo discorso. Raccontami di tuo padre.' propose lui.

'Mh, giusto per continuare il discorso della tranquillità?' ridacchiò, coinvolgendo anche Argyle.

'Che dirti? Siamo alle solite! Mia sorella è la perfezione, i miei fratelli sono piccoli e quindi vanno capiti e io sono la pecora nera su cui addossare tutte le colpe e tutti i suoi fallimenti!' sospirò di frustrazione.

'Mi dispiace.' le mise una mano sulla spalla, provocandole qualche piccolo brivido.

'Credo che se potesse addosserebbe a me anche la colpa del lavoro di mamma! Come se l'avessi aiutata io ad avere quell'impiego che la tiene per molte settimane lontana da tutti noi!' altro sospiro. Lui invece strinse la presa sul suo braccio.

'Ad ogni modo, meno male che c'è la Purple!' cercò di sdrammatizzare la moretta.

'Ouch! Avresti dovuto dire: meno male che c'è Argyle!' le suggerì ridacchiando.

'Hai ragione! Meno male che ci sei tu!' e dicendo quell'ultima frase lo guardò negli occhi, facendolo arrossire. Istantaneamente distolse lo sguardo, sentendosi colpevole nell'alimentare qualcosa che non sapeva nemmeno lei bene cosa fosse.

'Stai bene con la mia tuta!' ammise lui, squadrandola e causandole il colorarsi di rosso delle sue guance.

Solo in quel momento si resero conto che era passato un po' di tempo e i suoi vestiti erano ancora a cuocere nel forno.

'I vestiti!' si alzò di scatto lei, mettendosi entrambe le mani sul viso.

Lui sembrò arrivarci in un secondo momento, ma quando realizzò, buttò il filtro della storia e corse dentro a controllare. Per fortuna non si erano bruciati anche se la cucina era pervasa da uno strano odore. Il ragazzo spense tutto e spalancò sia porte che finestre.

Eden afferrò il mucchietto bollente indecisa sul da farsi.

'Ehm, che ne dici se torno a casa in tuta e domani ti restituisco tutto?' propose.

'Va bene!'

'Credo sia meglio tornare. Non sia mai che a mio padre sia salita la curiosità di venirmi a cercare...' rivelò strusciando un piede.

'Prendo le chiavi del furgoncino.'

Il viaggio di ritorno fu pieno di risate e durò pochissimo. Eden quasi si stupì quando la macchina si accostò al vialetto di casa sua, in quanto non voleva ancora separarsi dal suo amico che era riuscito a ridarle il buonumore in una giornata così difficile e intensa.

'Beh, allora buonanotte! E grazie ancora di tutto!' gli disse lei.

'E' sempre un piacere lo sai!' le rispose lui.

Scese e fece il giro della casa per arrampicarsi fino alla finestra della sua camera.

Argyle mise in moto e si allontanò con ancora il sorriso sul volto.

Quello di cui né Eden, né Argyle si accorsero era che un'altra persona li stava osservando da lontano, con una smorfia infastidita sul viso.

Eddie Munson dopo le prove con la band era passato davanti casa della sua migliore amica solo per osservare le luci della sua stanza spegnersi quando si sarebbe messa a dormire. Quello che non si aspettava era invece l'essersela ritrovata mentre sgattaiolava in segreto di sopra dopo aver passato la serata con il ragazzo della pizza.


⚠️ATTENZIONE⚠️: quest'opera è protetta da copyright © - sono vietati plagi, anche in modo parziale.

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ciao a tutt*,
nuovo capitoletto in arrivo per voi ** spero che vi piaccia **
cominciamo a vedere un pochino di più del rapporto Eden-Argyle** che ve ne pare? 
e di Eddie che spunta quando meno ce lo aspettiamo?:DDD
fatemi sapere i vostri commenti, opinioni, sensazioni che adoro leggerli **

se la storia vi sta piacendo vi chiedo di sostenerla con una stellina **
Grazie mille **

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