1. Sun and Moon
Hawkins 1989
Eddie Munson non ricordava molto di quando era un bambino con i capelli rasati; gli episodi vissuti con sua madre erano quelli a cui teneva di più e pertanto proprio quelli a cui faceva più fatica a fare appello alla sua memoria. Quella notte aveva sognato il suo primo incontro con Eden e quello che gli era rimasto più impresso erano state le prime parole che le aveva rivolto, che poi sarebbero state quelle che la signora Munson avrebbe detto alla bambina, se si fosse trovata in sua presenza.
Sospirò nel suo cuscino, tentando di afferrare la sensazione di calore e di protezione che quel sogno e la presenza di sua madre gli avevano irradiato nell'anima.
Diede un'occhiata alla sveglia e per farlo dovette spostare le tante cianfrusaglie che affollavano il suo comodino – musicassette, pacchetto di Benson, accendini e cartine varie, e quando alla fine agguantò l'oggetto imprecò in quanto si accorse che era più tardi del previsto. Anche quell'oggi avrebbe fatto ritardo a scuola, tanto per cambiare!
Si infilò di corsa in doccia e, mentre passava dal salotto, mugugnò uno strano saluto allo zio Wayne, il quale quella mattina, stranamente, era già sveglio a quell'ora, a conferma del fatto che allora doveva essere davvero tardissimo.
Non si curò nemmeno dell'acqua gelata che gli scendeva sulle spalle e sul petto, ormai si era abituato alle strane condizioni di vita nel campo caravan, e la possibilità di avere acqua calda a giorni alterni (se si era fortunati) era una di quelle. Goccioline fredde andavano a colpire il fascio di muscoli sulla sua schiena per poi riversarsi lungo il suo corpo, il ragazzo rabbrividì a quella sensazione e fece del suo meglio per accelerare la doccia.
Dopo essersi tamponato velocemente con un asciugamano indossò una maglietta dei Black Sabbath sopra a dei jeans neri strappati, le sue immancabili Reebok bianche e relativo giacchetto di pelle, e con ancora i lunghi capelli bagnati si infilò nel suo van e corse per evitare di perdere tutta la giornata scolastica.
Parcheggiò alla bell'e meglio, inforcò lo zaino nero pieno di toppe dei suoi artisti musicali preferiti e si infilò nei corridoi dell'Hawkins High.
'Munson, siamo soltanto al primo giorno di scuola e già hai perso la prima ora! Cos'è, vuoi ripetere l'ultimo anno per l'ennesima volta?' lo braccò il prof. Tate, fulminandolo con lo sguardo sotto i suoi occhialini da lettura.
'Salve prof! Sa che mi sono affezionato a questa scuola.' carezzò il muro accanto a lui. 'Magari ci faccio un pensierino!' aggiunse sornione.
'Fai poco lo spiritoso, Munson, vai a ritirare il tuo orario in segreteria e poi fila subito in classe!' lo minacciò puntandogli un dito contro.
'Ai suoi ordini!' si mise sull'attenti, guadagnandosi uno sguardo spazientito e girò i tacchi il più velocemente possibile.
Ritirò al volo il suo prospetto settimanale e notò che in seconda ora aveva Matematica, tanto per cambiare la materia in cui era stato pluribocciato, e sospirando di frustrazione decise di attendere la campanella davanti alla porta della professoressa Tipps.
Cominciò a fissare il legno con la targhetta dell'aula color bronzo in alto. Si perse tra le linee tratteggiate, che a volte scomparivano, del legno e iniziò a fantasticare su tutte le persone che si erano avvicendate tra quelle quattro mura che ormai erano molto più che familiari per lui.
'Ehi, svitato, hai da accendere?' una voce interruppe i suoi pensieri. Nonostante quell'appellativo non si offese in quanto la avrebbe riconosciuta tra un milione di altre. Si girò piantandosi un sorriso in faccia.
'Ce l'avrei, ma non so se ho voglia di dartelo, strega!' puntò i suoi occhi marroni in quelli della ragazza con i capelli neri che le arrivavano alle spalle e una frangia a contornarle il volto. Eden Bingham, la sua migliore amica.
Lei sbuffò, mentre lui le passava l'accendino e lei lo riponeva nella tasca davanti del jeans scuro.
'Sempre puntuale il primo giorno di scuola, eh? Cos'è hai già gettato la spugna ancora prima di cominciare?' gli chiese lei con consapevolezza.
'Mi conosci, sai che questo posto ha bisogno di me! Altrimenti chi altri potrebbe animarlo?' alzò le braccia, facendole rivolgere gli occhi al cielo.
'Eh sì, e chi altri potrebbe spacciare liberamente all'interno dei suoi corridoi?' ribatté lei.
'Punto primo' si voltò per guardarla in viso, 'non spaccio per i corridoi, almeno non ancora. Punto secondo, per quello potrebbe sostituirmi benissimo il tuo ragazzo.' Ridacchiò.
'La smetti?' gli tirò una piccola spallata, 'Non è il mio ragazzo, quante volte devo dirtelo?' proseguì lei abbassando il tono della voce.
'Mmm... però vedi come arrossisci ogni volta che ne parliamo?' continuò divertito il riccio.
'Sei uno stronzo!' chiuse la conversazione con il suono della campanella che indicava l'inizio della lezione successiva. Entrò in classe e l'amico la raggiunse ridacchiando.
'Daiiiii, Eden, non te la prendere, lo sai che sono un po' stronzo, a volte!' fece gli occhi da cucciolo a cui lei di solito non riusciva a resistere.
Ma stavolta non disse niente, facendo preoccupare un pochino l'amico.
'Okay, scusa, non dirò più niente a riguardo, almeno per oggi, sai quanto ami punzecchiarti in merito a quel capellone pizzaiolo!' tentò di farsi perdonare, ricevendo in cambio soltanto uno sguardo assassino.
'E va bene, in segno di pace ti offro la migliore erba magica direttamente dalla riserva personale di Rick Spinello, non te la faccio nemmeno pagare per un'intera settimana.' Tirò fuori il suo asso nella manica.
'Due!' rispose lei, puntandogli un dito smaltato di nero e facendolo sorridere.
'Andata.' le strinse la mano.
Seguirono insieme la lezione, cioè lei la seguì prendendo appunti nella sua sottile grafia per lo più incomprensibile, mentre lui elaborava mentalmente una nuova campagna per l'Hellfire Club, il suo gruppo di D&D. Niente, non c'era verso, non riusciva proprio a farsela entrare in testa quella materia.
Quando l'amica lo beccò a scribacchiare cose a caso sul suo quaderno a quadretti ricevette in cambio un'occhiata infuocata e una botta al fianco.
'Ahia!' emise un verso di dolore.
'Avrei potuto tirartela più forte, non fare la femminuccia, e stai attento!' ecco che veniva fuori la dittatrice che era in lei.
Lui sbuffò eppure la accontentò, anche se a malavoglia, smise di disegnare cose relative alla battaglia contro Vecna e cominciò a ricopiare quello che la professoressa stava scrivendo alla lavagna.
Appena suonò la campanella gli sembrò di volare, dopo due ore di matematica (anche se per lui erano stati sì e no scarsi 40 minuti) aveva solo voglia di una sigaretta e di rilassarsi. Aveva ancora un'ora di storia, ma gli piaceva quella materia.
'Ci si vede dopo dittatrice?'
'Che hai adesso?'
'La Leslie. Tu?'
'La Wood.'
'Uhhhh beata, adoro letteratura.'
'Sì, anche io. A dopo, svitato.'
Quando arrivò l'ora di pranzo, raggiunse la caffetteria pronto a sedersi al tavolo della sua cricca, l'Hellfire Club che, dopo il diploma dei suoi cinque membri precedenti, scarseggiava un po' in quanto ad adepti.
Si sedette e salutò i suoi tre amici: Gareth, Jeff e Paul.
'Ehi, ragazzi, nell'ora della Tate mi sono venute delle idee fantastiche per la battaglia contro Vecna. State a sentire...' esordì.
'Ed, non è possibile, se non troviamo altri giocatori non ha senso continuare con l'Hellfire!' ammise ad occhi bassi Gareth.
'Gareth il saggio, perché hai così poca fiducia in me che sono il vostro leader? Ho già pensato a tutto io, dammi un po' di tempo e troverò per noi i giocatori migliori che voi possiate immaginare. Fatemi solo sondare il terreno.' e detto questo cominciò a guardarsi intorno nell'area della mensa.
Lo sguardo dopo un po' gli cadde sul tavolo degli sportivi, e assistette proprio in quel momento, suo malgrado, ad uno scambio di effusioni per niente implicite tra il capitano della squadra di basket, Jason Carver, e la capo cheerleader, Chrissy Cunningham.
Dovette distogliere lo sguardo per evitare il solito bruciore di stomaco.
'Ancora che pensi di avere qualche opportunità con la reginetta del liceo Hawkins, svitato?' fu la voce della sua migliore amica a distoglierlo dalle sue fantasie.
Le scoccò uno sguardo irritato.
'E perché mai? Se ci sei ogni giorno tu a ricordarmelo?' le rispose lui con un tono ferito.
'Daiiiiii.' gli diede una piccola gomitata mentre prendeva posto accanto a lui. 'Non prendertela, è che siete talmente diversi!' ammise lei.
'Sì, capo, come la notte e il giorno.' si intromise Jeff.
'La luna e il sole.' continuò Gareth.
'Sì, ho capito bene il concetto.' li interruppe lui.
'Dai, non prendertela, è che per far sì che Chrissy la reginetta del liceo si accorga di uno svitato come te ci vorrebbe solo un miracolo, master.' intervenne Paul.
'Oppure una magia!' aggiunse lui stesso in un sussurro per non farsi sentire dagli altri, puntando i suoi occhi neri in quelli color nocciola della sua amica, con uno sguardo complice. L'idea gli era balenata in testa in quel momento, e non riusciva a capire come mai non ci avesse pensato prima.
'No way! Non esiste, nella maniera più assoluta!' rispose la ragazza alzandosi dal suo posto.
'Daiiiiiiii Eden!' la rincorse lui, mentre lei buttava i resti del suo pranzo appena toccato nel cestino.
'Stai scherzando?! Io non faccio certe cose, e non chiedermelo più!' gli puntò un dito contro e lasciò la sala incazzata. Lui pensò di correrle dietro, ma forse essendo così incazzata avrebbe solo peggiorato le cose, pertanto, mestamente decise di ritirarsi al suo tavolo, non prima di aver gettato un'occhiata alle nuove matricole. Ne aveva notati un paio anche quella mattina, avrebbe dovuto attenzionarli ancora un po' e poi era sicuro che avrebbe trovato nuovi talenti per il suo gruppo di D&D.
⚠️ATTENZIONE⚠️: quest'opera è protetta da copyright © - sono vietati plagi, anche in modo parziale.
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ciao a tutt*,
eccoci al primo capitolo, che ne dite? Vi piacciono eddie e eden come amici?**
Fatemi sapere tutti i vostri commenti, impressioni, ecc, ecc, quello che volete, ormai mi conoscete **
inoltre, se vi va, mi farebbe piacere se supportaste anche questa storia con una stellina **
Grazie a tutt* **
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