3
È il primo giorno di vacanza e sono barricata a casa da sola e sono buttata sul mio letto a pensare a tutto quello che mi succede, mia madre è una persona senza cuore ma pensandoci meglio mio padre è peggio...guardano solo il peggio delle persone ed anno tanti pregiudizi, come pensare che Bill sia una persona stupida, ignorante e che non vada bene per me solo perché è balbuziente e questo non lo capisco proprio.
Mi giro sul mio comodino e prendo una foto che ho fatto mesi fa con Bill,
La foto è sgualcita a forza di piegarla ma si riesce ancora a vedere i visi sorridenti in una giornata di sole.
Mi ricordo che quel giorno ero nella via per tornare da scuola e Bill e la combriccola formata da Richie, Eddie e Stan mi hanno fatto compagnia.
La foto c'è la fatta Eddie e quel momento è stato bello e spensierato perché non avevo nessun pensiero cattivo e mi divertivo e basta che per tanto poi siamo andati tutti al lago, tanto i miei non c'erano.
Mi poso la foto nel petto e guardo il soffitto come se volessi che Bill fosse qui da un momento a l'altro ma ovviamente non accade, mi metto seduta e sto per mettere via la foto quando sento dei rumori provenire dal piano inferiore, so che non sono i miei genitori perché sono a lavoro, speravo fosse la mia immaginazione quindi continuo a fare quello che stavo facendo cioè nulla, ma il rumore si ripresenta ma più forte di prima, mi spavento a morte e ho paura di aprire la porta per controllare ma devo farlo perché non sarei riuscita a continuare la mia giornata di ozio se non scopro da dove proviene.
Apro la porta piano ma purtroppo cigola perché è una porta molto vecchia, esco come se fossi in modalità rallentata e mi appoggio al muro e continuo a spostarmi sempre rasente alla parete perché non voglio essere sorpresa alle spalle, il muro è freddo e ruvido, mi fa i brividi e mi da la sensazione che posso congelarmi da un momento all'altro.
Devo scendere le scale di legno molto antico, quindi farà molti rumori e penso a come fare, penso a mille scenari possibili ma in tutti dovevo scendere quelle maledette scale, faccio il primo scalino e cigola come avevo pensato ma continuo sempre piano come una lumaca.
Arrivo in fondo, alla mia destra c'è la stanza del soggiorno, alla mia sinistra invece c'è la sala da pranzo e di fianco alle scale in fondo c'è il bagno molto piccolo per gli ospiti, ho freddo e l'odore che sento è salmastra, decido di andare in soggiorno e appena entro non vedo nulla, solo il divano nero fatto di pelle sintetica pieno di polvere perché io e i miei genitori non ci sediamo quasi mai e non si curano dell'igiene dei mobili, la TV stranamente è accesa io non l'avevo mai nemmeno toccata, penso che sia quello la causa del rumore inquietante quindi vado tranquillamente a spegnere la TV prendendo il telecomando appoggiato al tavolino davanti al divano, sto per spegnere la televisione dove ce in programma il TG quando mi accorgo che dietro il giornalista c'è un pagliaccio, è inquietante, i suoi occhi arancioni dorati sono fissi su di me, ha un sorriso malefico che fa inquietudine sia a grandi che a piccoli.
I suoi capelli sono crespi con un'acconciatura molto strana ed eccentrica di color arancione acceso, il colore della sua pelle è bianca e screpolata come se si fosse dipinto tutto il viso, le sue labbra sono rosso sangue, sui suoi angoli della bocca partono una striscia di pittura rossa che arriva fino sopra gli occhi, anche il naso è dipinto di rosso ed è quasi senza sopracciglia ma si vedono pochissimo.
Mi guarda sempre sorridendo, quasi con la bava alla bocca, sono immobile come se non riuscissi a muovermi nemmeno se ci provassi o come se fossi nelle sabbie mobili nel deserto del Sahara, all'improvviso alzò la mano e si mise a salutarmi con i suoi guanti bianchi che traevano sul panna e lo fa in modo inquietante, io non capisco il perché le persone non si accorgono di lui ma sono troppo immersa nella paura per chiedermi bene il perché.
Il pagliaccio si avvicina sempre più verso la telecamera e allora spensi la TV terrorizzata, mi girai di scatto e mi trovai avanti lui che mi guarda dall'alto con i denti sguainati e giallastri, per lo spavento il mio corpo cade all'indietro andando addosso alla TV che si spostò appena essendo una televisione super pesante, mi scanso e corro verso la porta del salotto e quando mi giro lui era ancora lì che mi guarda e mi dice con la sua voce stridula e assordante
- Emma non vuoi giocare con me?! Così galleggerai anche tu!!! -
Si mette a correre verso di me con ferocia animalesca ma io faccio in tempo ad uscire dalla porta principale più spaventata che mai e senza guardarmi indietro vado a sbattere contro una persona ed era mia madre che mi guarda male
- Dove pensi di andare?! -
Io non riesco a parlare da quanto sono spaventata e quando mi decisi inizio a balbettare
- M..mamma d..dentro c'è un p..pagliaccio!!! Vuole uccidermi!! -
Mia madre quasi si mette a ridere e risponde
- Emma primo smetti di balbettare non sei Bill Dembrough e secondo perché dovrebbe esserci un pagliaccio dentro casa nostra, non fare la bambina che ha paura di ogni cosa -
Dice stringendomi il braccio con forza e portandomi dentro.
Appena varcata la porta d'ingresso i miei occhi restano sbarrati e guardo con terrore in giro ma non vedo nulla...è sparito dal nulla come se non fosse successo nulla e inizio a pensare che fosse una cosa nella mia testa che mi faceva un brutto scherzo, mia madre mi guarda storto e abbassandosi verso di me esclama
- Emma sei una pazza, se continui così ti porteremo da uno specializzato e ti faremo curare...fila in camera tua subito! -
Dice con tono provocatorio, io non rispondo e la guardo solo male e ritorno in camera mia.
Sono così arrabbiata che vado nel mio letto a tirare pugni sul mio cuscino dalla rabbia che mi pervade, decido improvvisamente di uscire di casa dalla finestra, mi calo giù aiutandomi con l'albero davanti alla mia finestra, appena scesa mi dirigo verso la casa di Bill.
Corro come una matta verso casa sua e nella foga vado a sbattere contro un ragazzo e lo faccio cadere, lo aiuto subito ad alzarsi e gli chiedo scusa
- Oh scusami tanto non volevo farti cadere ero sotto pensiero -
Il ragazzo si alza e si toglie la polvere dai pantaloni e non sembra arrabbiato con me anzi sorride dolcemente e mi perdona immediatamente
- tranquilla Emma non lo hai fatto a posta -
È davvero un ragazzo d'oro, a scuola è sempre per i fatti suoi e secondo me fa male perché è un ragazzo davvero dolce che ha molto da dare
- Ben giusto? Grazie per avermi perdonata...stavo scappando da casa mia non chiedere il motivo, purtroppo sei apparso in mezzo al mio tragitto -
Lui non mi chiede il perché ed è molto bravo a non chiedermelo, iniziamo a camminare ed è molto piacevole parlare con Ben, sa ascoltare ed è comprensivo
- quando mi sono trasferito qui mi sentivo perso e anche adesso, Henry Bowers mi sta addosso e non ne posso più, certe volte vorrei andarmene di qui -
Anche io vorrei andarmene però resto primo perché sono ancora minorenne e secondo per non lasciare Bill
- ti capisco perfettamente Ben, anche io vorrei andarmene avvolte da qui. Non sei solo e quando vuoi parlare con qualcuno io ci sono -
Sembra apprezzare quello che dico perché le sue guance paffute arrossiscono con molta intensità, continuiamo a camminare fino a quando Ben mi dice che doveva andare in un altra direzione cioè la biblioteca, gli do un bacio in guancia per ringraziarlo della compagnia avuta e ci dividiamo.
Io cammino a passo spedito perché ho sempre la strana sensazione di essere osservata da qualcuno o qualcosa, nell'aria sento come odore di sangue e foglie putrefatte dal tempo, decido di non indagare perché ho paura di cosa troverò.
Senza voltarmi indietro arrivo a casa di Bill e suono il campanello, sento dei passi svelti venire ad aprire, la porta di spalanca ed è suo padre con sguardo serio ma è comprensibile dopo quello che è successo, mi chiede che cosa voglio e io gli rispondo con educazione e rispetto
- per caso c'è Bill? -
Guarda dentro e poi mi guarda ma senza dire nulla e quando si decide dice come se non gli interessa nulla che Bill è al lago con i suoi amici, lo ringrazio e appena lo dico suo padre chiude la porta lasciandomi basita, con me di solito è sempre gentile ma capisco perfettamente cosa succede e non me la prendo.
Cammino più lentamente verso dove si rifugiano la mia banda losers club e sono anche curiosa di conoscere il nuovo membro della banda di nome Oliver Curtis che è il figlio del sindaco di Derry, suo padre non gli dà molto retta quasi come se non esiste, avvolte vorrei che anche i miei genitori si comportassero così, l'unica cosa che so e che la cosa che vorrei è che la banda degli sfigati sia unita per sempre.
✨ Spazio Autrice✨
Un altro capitolo fatto spero vi sia piaciuto...ditemi se sono brava a scrivere un po' macabro haha e scusa per i miei soliti capitoli corti.
Un bacio dalla vostra Emmavampirediaries ❤️
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top