6- Colin


La porta si chiude dietro i ragazzi, e il baccano copre il suono dei nostri respiri frenetici. Nel vederci, Adam esclama immediatamente:
"Hey, cosa credi di fare? Non è una delle tue groupie! Lasciala stare."

Viene verso di noi, preoccupato, con Matt alle calcagna.
"Lei è con me, Colin. È un'amica."

Il Colin in questione non li degna neanche di uno sguardo. I suoi occhi continuano a rimanere concentrati su di me.
Le sue dita restano fermamente ancorate al mio polso. Si acciglia, schioccando la lingua irritato, poi dice: "Anche se è la tua ragazza, non ha nessun motivo per stare qui."
Mi guarda con sdegno.
Vorrei correre a nascondermi, da quanto mi vergogno della mia debolezza. Ho abboccato proprio come una groupie. Che idiota!
Decido di rispondergli nel tono più tagliente possibile:
"Stavo portando fortuna al tuo amico Adam, prendendomi cura delle sue bacchette." Aggrotto la fronte e le indico, sul pavimento.
Colin abbassa lo sguardo verso le due bacchette di legno, per poi sollevarlo pigramente lungo il mio corpo, un ghigno sulle labbra.
Mi sento nuda e terribilmente vulnerabile sotto il suo sguardo glaciale.
"Noto che te ne stai occupando brillantemente."
Ribatto al meglio che posso, facendogli notare che è lui quello che me le ha fatte cadere.
Confusa, guardo verso Adam sperando mi difenda.
"Non sei una groupie, eh?"
Gli darò un pugno in faccia, lo giuro sulla mia vita!

Decide di lasciar perdere iniziando a camminare fra le scatole, un sorriso fissato sulle labbra come fosse scolpito.
Grazie alla luce del bar riesco a vederlo meglio. È peggio di quanto immaginassi. Non è solo bello, irradia un magnetismo che sembra asservire il mio corpo al desiderio.
Corpo traditore!

I suoi lunghi capelli neri incorniciano un viso che sembra scolpito nel marmo. Il suo naso è fine e dritto. Le sue labbra sono leggermente rosa, con una curva carnosa e appetitosa. Il suo petto nudo è perfettamente scolpito. Posso quasi contare il numero di addominali che gli coprono lo stomaco.

Il mio sguardo cade sui capelli scuri che sfiorano il bordo dei suoi pantaloni, guidando la loro vittima nella giusta direzione.
Distolgo immediatamente lo sguardo.
Lo immagino trattare le donne come dei giocattoli. Mentre sento di arrossire, i miei occhi incontrano uno sguardo di scherno che confermano la sua immagine da predatore.
È pienamente consapevole di ciò che emana. Mi fa un sorriso, poi si volta a prendere la cassa dalle mani di Adam.
"La voglio fuori da qui."
Lo dice come se mi stesse sputando, poi se ne va sbattendo la porta alle sue spalle.
Che stronzo!

Adam sospira.
Avrei dovuto prenderlo a schiaffi quando ne ho avuto l'occasione!
Matt mi si avvicina, mentre io continuo a fissare la porta da cui è uscito Colin.
Mi chiedo ancora cosa stia succedendo. Non capisco la sua reazione, o perché si sia arrabbiato tanto.
Tutte queste storie per una chitarra!

"Stai bene, Alexandra?"
Mi massaggio il polso dolorante, poi mi chino a raccogliere le bacchette di Adam, premendole contro il petto come fossero un talismano.
"Oh si, tranquillo! È solo che...beh, ho a malapena toccato la sua chitarra."
Ovviamente uno strumento è prezioso, ma credeva davvero che avrei spaccato la sua chitarra contro il muro?
Ha esagerato.
Matt mi sorride. Adam si avvicina e io gli passo le bacchette. "È mingherlino, ma si scalda facilmente. Non prestargli attenzione."
Lui le afferra con un sopracciglio alzato, poi esclama: " Sembra tu abbia visto una fantasma."
"Più uno stupido idiota."
Matt scoppia a ridere, strofinandomi la testa come fossi un cagnolino. Sospiro esasperata, fissando ancora la porta.
Mi chiedo cosa l'abbia fatto scattare in quel modo. Trovo difficile credere che il solo toccare la sua chitarra possa averlo fatto arrabbiare così tanto.
Cos'accadrebbe se gli rubassi il portafogli, e se...gli tirassi giù la cerniera per fare altro?
No,no,non è una buona idea! Levati immediatamente il pensiero dalla testa, Alexandra!

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