5-Lo sconosciuto


Matt e Adam tornano al furgone del gruppo, per prendere le ultime casse. Approfitto della loro assenza per continuare la mia ispezione del backstage.
Non è da tutti i giorni avere l'opportunità di camminare tra gli strumenti musicali che hanno accompagnato la mia infanzia e adolescenza. Molto spesso sento la mancanza della sensazione che la musica mi dava tra le dita, e nell'anima.
Mi piacerebbe provare di nuovo quella sensazione.
Il palco, eccezion fatta per la batteria, una chitarra poggiata contro un muro amplificatore, un basso e una postazione microfono, è vuoto.
Mentre contemplo la stanza, mi ritrovo a pensare a una vecchia fantasia ricorrente... stare al centro del palco, con le luci puntate sulla faccia, sentendo fisicamente la vibrazione delle note. Vorrei sentire la scarica d'adrenalina, la paura del palcoscenico, l'applauso del pubblico, ma soprattutto provare quella sensazione pazzesca della libertà nata dalla musica.
Non c'è niente di più emozionante delle note che ti scivolano addosso. A volte, neanche il calore delle braccia di un uomo eguaglia tale sensazione.
Nessuno dei miei ex mi ha fatto provare la stessa sensazione violenta che mi assaliva ogni volta che mi mettevo al pianoforte.
Osservo tutto con devozione. In mezzo a due bauli neri, vedo una magnifica chitarra elettrica.

Affascinata, allungo le dita verso il manico per sfiorarne amorevolmente le corde, quando improvvisamente vengo letteralmente lanciata via.

La mia schiena sbatte violentemente contro il muro. Le bacchette di Adam cadono a terra, facendo un piccolo tonfo.
Delle dita mi circondano il polso, scavando con le unghie nella pelle, mentre un'altra figura mi si pone davanti, gettandomi nell'oscurità.
Il suo volto è parzialmente illuminato, mostrando dei lunghi capelli neri. Riesco solo a intravedere i suoi occhi, scintillanti di rabbia.

Sorpresa, guardo l'uomo di fronte a me. Non ho nulla di cui preoccuparmi.
Che prende a questo pazzoide? È stato punto da un'ape?
Le sue dita si stringono attorno al mio braccio. Il suo corpo si preme contro il mio. Indossa dei braccialetti di pelle, ed è a petto nudo.
Questa è praticamente l'unica cosa di cui sono certa. A parte la sua rabbia.

O mio dio!
Il cuore mi batte all'impazzata. L'uomo sconosciuto china la testa verso di me, rivelando due occhi azzurri, chiari come un pezzo di ghiaccio. Per un attimo, mi perdo nelle sfumature dei suoi occhi. Mi sembra di essere rimpicciolita.

Pronuncio alcune parole confuse.
Lui le ignora deliberatamente, immergendosi ancora più in profondità i suoi occhi nei miei...
Senza parole, aspetto che lui dica qualcosa.

Mi fa scivolare un ginocchio tra le gambe. Alza un braccio sopra la mia testa, i pugni chiusi. Traccio le curve dei suoi muscoli, ipnotizzata.
Riesco davvero a percepire la tensione che scorre lungo il suo corpo, quando riesco a scorgerlo meglio alla luce.
È una strana sensazione, come se l'energia venisse incisa sulla mia pelle.

Potrei sciogliermi a causa dell'intensità di questo sguardo? Diavolo Alexandra, riprenditi!

Lo sconosciuto sembra enorme, e ho l'impressione voglia mangiarmi viva. Il mio polso accelera, quando il suo volto si china verso di me.

Lunghe ciocche cadono attorno al suo viso, attorno a noi. Creando una tenda che ci protegge, o nasconde, dal resto del mondo.
Il suo profumo mi travolge, con una miscela di sottili fragranze sensuali. Un odore di muschio e foresta.
Può una persona emanare con tanta lascivia in pochi secondi?

Che sta succedendo?
La tensione è palpabile, addirittura opprimente; ho difficoltà a respirare. Ho la sensazione di star per entrare nel panico.

Uh-oh, tornate neuroni. Per favore, tornate!
Improvvisamente un sorriso si estende sulle sue labbra, amplificano l'effetto glaciale dei suoi occhi.
È come se avessi appena infilato una mano in un secchio di ghiaccio; le mie dita si sono trasformate in dei ghiaccioli.
Apro la bocca ma lui mi interrompe.

"Ti sei persa?"
"No...io..."

La sua voce è roca e profonda. Mi entra sotto la pelle, bruciandomi le vene tanto quanto fanno i suoi occhi. Il mio ventre si risveglia, tremando al suono.
Sto prendendo fuoco?
Cerco di muovere il braccio. Lui mi blocca, stringendo la presa fino a quasi farmi male, ma, per qualche strana ragione, non ho paura.
Voglio solo che mi lasci andare.

Dio mio! Ti prego, salvami da questa strana situazione e fai che questo tizio mi lasci andare.

"Io..."

Il suo sguardo è così glaciale che ho davvero la sensazione di starmi per trasformare in un cubo di ghiaccio. Perché è così arrabbiato? Ho a malapena toccato quella chitarra.
Non c'è motivo di agitarsi tanto, dannazione!

"Mi stai facendo male..."
"Non sembra ti dispiaccia."
"Ti sbagli. Il tuo ego sta per esplodere."

Le labbra dell'estraneo si allargano in un sorriso ancora più ambiguo, tra la rabbia e il desiderio.
Mentre la sua bocca si avvicina pericolosamente alla mia, un rumore alle nostre spalle ci fa sussultare entrambi.

Mentre la porta si apre si allontana leggermente, senza lasciarmi andare.

Spazio autrice:
Ciaoo!!♡
Allora, cosa ne pensate dello strano sconosciuto?
Inizia a incuriosirvi?
Appena posso aggiungerò il prossimo capitolo❤ penso venerdì😉

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