3-Il backstage
Adam ci porta dietro le quinte fino alle porte sul retro, da cui filtra la luce del sole.
Quando i due ragazzi si inoltrano nel parcheggio, per andare a prendere le casse col materiale, le porte si chiudono dietro di loro, immergendo tutto nell'oscurità.
C'è qualcosa di lugubre in questo posto. Forse perchè sarei voluta diventare una musicista. Il bagliore polveroso delle pareti nere, le tende, la tribuna; la magia della vita del musicista risveglia la mia passione. Mi guardo intorno. Adam compare improvvisamente con in mano il suo tamburo basso e lo stand. Matt lo segue a ruota, con uno degli amplificatori tra le braccia; gli altri sono già sul palco.
"Stai bene?" Il mio tono di scherno gli fa sollevare un sopracciglio.
"Non hai visto i miei muscoli?" Mette l'amplificatore a terra e mi mostra il suo bicipite ben scolpito. Ma, giusto per sfidarlo, scuoto la testa. "No, dove?" Per provocarlo, mi schermo gli occhi con una mano.
Contrae il muscolo, e io mi ritrovo a fantasticare su tutto quello che non ho più al mio fianco.
Lo prendo in giro, il naso praticamente incollato alla sua pelle. "Non proprio, non vedo nulla!"
Matt geme, mentre Adam ride. "Vi conoscete da molto? Sembrate in confidenza."
"Qualche mese, ma questa ragazza mi si è attaccata come una sanguisuga"
"Una sanguisuga?" Esclamo talmente forte che la mia voce rieccheggia per tutta la stanza. Mi schiarisco la gola e arriccio il naso.
"Già. Hai un tale bisogno di compagnia, maschile o femminile, che mi sembri uno di quei piccoli parassiti."
"Detto tra me e te, Matt, sei già fortunato che riesca anche solo a sopportarti..."
Adam conferma immediatamente: "Questa donna è la voce della ragione!"
Annuisco freneticamente con la testa.
"Non è vero..." "Ti permetto di seguirmi solo perchè sono magnanimo."
Alzo gli occhi al cielo, mentre Adam si arrende. Preferisco spiegare da me: "Lavoriamo insieme. Matt lavora alla scrivania vicino alla mia, alla Carter Corp."
"Sarai sempre allerta."
"Sì, ma devo ammettere che questa testa di rapa mi ha rallegrato la vita, da quando me l'ha invasa."
"Ah! Visto?! Cosa faresti senza di me?" Mi avvolge un braccio intorno al collo.
Gli avvolgo amichevole un braccio intorno alla vita. "Me lo chiedo ogni giorno"
Matt mi fa un gran sorriso, per poi dirigersi verso le porte per andare andare a prendere il resto del materiale.
Adam lo fissa, ridendo. "La cosa peggiore è che è sempre stato cosi"
Stringo le spalle, fintamente inorridita. "E non voglio che cambi. Ma per favore, non dirglielo, altrimenti diventerà insopportabile. È già fin troppo esaltato"
Lui annuisce sorridendo, poi mi lancia un paio di bacchette senza preavviso. Le prendo al volo. Osservo sorpresa le bacchette che ho in mano, poi guardo verso di lui.
Mentre si allontana i suoi muscoli si contraggono sotto la maglietta bianca, e il tatuaggio dell'angelo nero si espande lungo i suoi bicipiti. Mi fa l'occhiolino. "Mi porterà fortuna."
"Oh, davvero? E perché?"
"Una bella ragazza che mi tiene le bacchette? Devo davvero rispondere alla domanda?"
Sospiro, esasperata. "Dovrei crederci davvero?"
"Fingi, ti prego. Ne va della mia autostima."
Scoppio a ridere. "Okay, allora le terrò strette contro il mio cuore mentre finisci di scaricare tutte quelle enormi scatole che sono incapace di sollevare"
"Occuparti delle mie bacchette è molto...molto più importante!"
Sì dirige verso le porte con una risata divertita, facendomi ridere come lui. Adam è decisamente tanto strano quanto solare. Il suo buon umore è contagioso.
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