26- Visite pt.2
Colin è in piedi di fronte ad alcuni schermi di controllo, su cui lampeggiano dei crittogrammi ben oltre la mia comprensione. Mi concentro sul suo profilo. Cuffie alle orecchie, sta ascoltando la musica. Riesco a sentire le vibrazioni, il suono del basso e la batteria che martella forte. Esito a entrare, improvvisamente intimidita. Ma dato che sono qui... non rimarrò sulla soglia come un'idiota.
Spingo la porta di vetro ed entro nella stanza. Concertato sullo schermo, Colin non mi nota. Nella stanza le luci basse, le ombre che gli accarezzano il volto. È così magnifico che il mio cuore salta un battito.
Dannato, ridicolo, organo vitale!
Non riesco a calmarmi, non ne sono in grado! Colin è un'idiota, ma non ho mai incontrato un uomo in grado di suscitare in me tanti sentimenti contraddittori. I fari sul soffitto illuminano il blu quasi liquido dei suoi occhi. Non ho mai visto uno sguardo così ammaliante. Sa essere sia pungente che selvaggio. Passa da una modalità all'altra, dando l'impressione di essere sempre se stesso. Mi accorgo di aver osservato Colin, e le sfumature dei suoi occhi chiari, fin troppo a lungo. Voglio toccarlo. E non è certo una buona cosa. Rischierei di bruciarmi le dita. Anche se Colin ha tutto per evocare fantasie... Alcuni uomini sono pericolosi per le donne; lui è chiaramente uno di essi. È solo attrazione fisica, nulla di più. Non ha importanza. Passerà. Ci sono tanti pesci in mare.
Prendo il coraggio a due mani e mi avvicino. Quando gli tocco la spalla, per attirare la sua attenzione, lui sobbalza violentemente. Si leva le cuffie dalle orecchie, che cadono sulla scrivania. Della musica, una band heavy metal che non conosco, si diffonde nell'aria.
Come riesce a lavorare con tanto rumore nelle orecchie?!
I suoi occhi passano alle schermate a me, come se volesse farmi a brandelli. Mi sento improvvisamente insignificante e d'intralcio.
Non è la reazione in cui speravo. Avrei voluto vedere quel suo sorriso vero e autentico, così diverso da quello di scherno che di solito mi riserva.
Mi sento in crisi.
Dal suo sguardo, deduco che non diceva troppe visite nel suo ufficio. Questo ufficio è fin troppo grande per un semplice programmatore, quando tutti gli altri condividono piccoli open space.
Ma che succede? Perché questo trattamento speciale?
Colin si incupisce, posando il suo sguardo irritato su di me.
"Che cavolo ci fai qui?"
"Oh...uh...ti ho portato un caffè...come ringraziamento per avermi sistemato il computer, ieri."
Gli porgo la tazza con mano tremante. Lo sto disturbando. Non so come comportarmi. È stata decisamente una pessima idea.
Lui non fa caso al caffè. Batte freneticamente sulla sua tastiera e lo schermo lampeggia, per poi far apparire lo sfondo. Poi si alza, issando il suo corpo fon troppo grande, e si volta a guardami. Devo alzare la testa per poter incontrare il suo sguardo.
Cosa che gli offre un vantaggio che non sono certa di apprezzare...
Gli piace un po troppo dominare.
Una volta stronzi, stronzi per sempre! Lui osserva diffidente il bicchiere che gli sto tendendo sotto il naso. Sembra lo stia minacciando con una pistola!
Mi sento davvero stupida. È stato sciocco tentare un approccio amichevole con questo ragazzo. Non ne poteva venire nulla di buono.
Alla fine mi strappa il caffè dalle mani, quasi versandolo sul pavimento.
"Ti ha detto Matt dov'ero?"
Preferisco mentirgli.
"Certo che è stato Matt. È un crimine?"
È fuori discussione che gli dimostri quanto mi abbia turbata. Lo userebbe contro di me!
Colin mi fissa accigliato. Mi chiesi se abbia capito la vera ragione della mia visita. Ma ormai è tardi. Eccomi qua, in piedi di fronte a lui, tremante. Evito di chiedermi perché mi senta così turbata. Sapevo già quanto fosse sexy, non ha senso aggiungere altro alle mie di grazie, per i prossimi dieci minuti.
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