53. Fammi una domanda

Riapro gli occhi solo nell'istante in cui sento Nicholas sdraiarsi al mio fianco, con il fiato ancora accellerato e la pelle sudata, mi giro per afferrare il telefono e perdere il solito battito di quando compare la notifica
Nuovo messaggio da: Charles Leclerc

Sono contento ti sia piaciuto 🌻

Un sorriso istintivo compare sul mio viso mentre le dita di Nick mi accarezzano lentamente la pelle, vorrei davvero fosse dovuto a questo suo gesto ma temo sia per il banale messaggio del monegasco. Spengo il telefono, saluto rapidamente il ragazzo che mi sta vicino e mi addormendo di botto facendo i migliori dei sogni possibili.

Il mattino seguente mi sveglio carica di energie e motivazioni per iniziare, finalmente, la mia prima stagione in Formula Uno. Mi preparo alla velocità della luce, cosa non esattamente solita per una come me, ed esco di casa con netto anticipo "Chiama quando sei a Barcellona" Sorrido baciando Nicholas un'ultima volta per poi chiudere la porta del mio appartamento alle spalle di entrambi e salire sul primo taxi a disposizione, mentre osservo l'inglese andarsene in macchina nella direzione opposta.
Il tragitto fino all'aereoporto è abbastanza tranquillo, il traffico è minore rispetto a quanto pensato e anche gli stessi controlli sono rapidi e lisci tanto da arrivare al gate designato con quasi due ore e mezza di anticipo, e ora?
Mi metto a giocare un pò con il telefono, scorro varie foto, instagram, twitter, recupero qualche video perso...eppure manca ancora un sacco di tempo. Riapro il mio social preferito decidendo di divertirmi un pò e piazzare l'ormai famoso 'Fammi una domanda' sulle storie e restando per pochi istanti ad aspettare un riscontro

Charles

Instagram: Irene_Tripoli ti ha taggato nella sua storia

Mi blocco nel bel mezzo dell'aereoporto incurante della gente che mi viene addosso a causa della mia brusca frenata, mi siedo sulla valigia perchè temo di non riuscire a stare in piedi e osservo una decina di volte quella notifica, giusto per essere sicuro si non trovarmi in uno dei ricorrenti sogni in cui Irene per quslche motivo torna da me. Apro la storia trovandomi davanti quella scritta 'Il predestinato🦋' e non ci credo ancora, le scorro tutte notando vari riferimenti al sottoscritto, qualcuno più incoraggiante altri meno, ma pur sempre qualcosa. Con questa nuova 'linfa' (posso definirla così?) mi rialzo e torno a camminare verso il mio gate, raggiante e saltellante come non mai, insomma con la classica faccia ebete che solo un uomo innamorato può avere.

Il gate è il 61 ed io, come sempre, sono in netto ritardo ma la cosa non mi tange, al contrario noto qualcosa che attira la mia attenzione ancor più di qualsiasi avviso inerente al volo: in un angolo abbastanza isolato dell'areoporto intravedo un negozio di dischi che fa molto anni '90. Entro sperando possano fare cosa desidero e il sorriso affermativo della ragazza alla cassa mi migliora ulteriormente la giornata "Ecco a te" La ringrazio afferrando il CD e scappando verso il gate, questa volta veramente di fretta.
Arrivato all'imbarco una coda alta mora mi cattura lo sguardo ed una risata fin troppo conosciuta scatena la mia, mi alzo sulle punte cercando di capire meglio quando il mio cervello decide di collegarsi e farmi capire come sia più che possibile che quella ragazza sia effettivamente Irene considerando la destinazione del volo.
Mi dimeno nella fila sfruttando il mio biglietto di prima classe ma quando salgo in aereo mi scortano direttamente nella parte privilegiata, 'condannandomi' così a non poterla vedere, ancora una volta. È assurdo come mi sfugga continuamente, sembra quasi qualcuno ce l'abbia con me, me ne dia un assaggio per poi strapparmela via riportandomi alla realtà. Sbuffo affondando nel mio posto e non degnando di uno sguardo nessun altro passeggero, nemmeno quelli che mi rivolgono un timido sorriso riconoscendomi "Scusi signorina" Mi siedo meglio chiamando un'hostess, cordialmente mi si avvicina per ascoltare la mia richiesta "Mi servirebbe un favore immenso".

Irene

Chiudo la telefonata con Elizabeth asciugandomi le lacrime dal ridere che mi ha fatto venire e sedendomi al posto segnato sul mio biglietto, fortunata come sono non è neppure lato finestrino. Attivo la modalità aereo come chiesto dalla voce elettronica poi, mentre cerco di allcciarmi la cintura, sento un richiamo molto più normale, di una hostess spagnola che dal fondo del corridoio chiama titubante il mio nome "Irene Tripoli?" Alzo un braccio per farmi individuare e mi scuso con il passeggero alla mia destra per riuscire a raggiungere la donna in piedi "Sono io, mi dica" Lei mi sorride porgendomi un CD "From another passenger" La guardo curiosa ma capisco che ne sa quanto me così la ringrazio con un cenno e torno al mio posto rigirandomi per tutto il volo quel dannato disco di cui non posso ancora sapere il contenuto. Ma chi è che nel 2020 utilizza ancora i CD?

L'arrivo in Spagna è più burrascoso del previsto non solo per le numerose turbolenze in volo ma anche, e soprattutto, per il clima freddo che mi accoglie, del tutto inaspettato. Cammino rapidamente verso l'interno del grande areoporto dirigendomi senza pensarci due volte al primo bar disponsibile ordinando il mio classico cappuccino caldo "Scusi avete per caso un lettore CD?" Mostro il disco facendo così capire al cameriere cosa chiedessi, lui sparisce per qualche minuto tornando poi con un biglietto scritto evidentemente con l'ausilio di Google Traduttore "Possiamo metterlo nell'impianto generico (suppongo intendesse generale) se non ti dà fastidio che lo ascoltino (molto probabilmente una traduzione letterale di qualcosa simile a 'sentano') tutti". Annuisco facendo spallucce, non penso possa contenere qualcosa di così sconvolgente da non poter essere riprodotto in luoghi pubblici o almeno lo spero.

Faccio in tempo a finire la mia tazza di cappuccino prima che la musica cominci ad uscire dagli altoparlanti e a diffondersi per tutto il piccolo ambiente. Le parole le conosco a memoria, i cantanti sono i miei preferiti e la canzone è decisamente nella mia top 3 del mese ma quello che mi ticca nel vivo è che c'è solo una persona che poteva conoscermi a tal punto da dedicarmi questa canzone, di questo gruppo. Eh sì, perchè non solo il testo calza a pennello sulla nostra storia ma anche perchè proprio loro sono gli autori di quella canzone che all'infinito ho ascoltato con lui. Non starò qui a mentire e a dirvi che non ho pianto, non starò qui a spiegarvi poi chissà quali cose...rimango in silenzio ad ascoltare la musica, la canzone e le parole e posso assicurarvi che mi sembra quasi di sentirla cantata da lui.

...

Giuro che un pò mi fa ridere
...


Hola!
Capitolo a sorpresa di domenica visto che ormai non c'è più una tabella di pubblicazione 😂😂
Che ne dite, vi è piaciuto questo esperimento delle domande su instagram?
❣❣❣

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