Capitolo 24

Il mio risveglio fu così confuso e intorpidito che non mi resi nemmeno conto di essere sveglio. Mi sentivo come sotto sedativo, e non escludevo di esserlo, tutto sommato.

Intorpidito, come sospeso sulla superficie dell'acqua. Una sensazione che non mi sarebbe dispiaciuto durasse.

Sentivo però spezzettoni di conversazioni attorno a me e non mi piaceva molto quel che sentivo.

"È una settimana che è su quel letto. Siamo sicuri che non sia morto?".

"Slenderman ha detto che il suo cervello ancora funziona. Quanto al cuore... beh, quello non batte".

Vivo e non vivo insieme. Una condizione del genere era buffa ed esasperante insieme.

Come diavolo ero finito in questo limbo mortale?

"Come lo tiriamo fuori di lì?".

"Aspettando che sia lui stesso a svegliarsi".

"E accadrà?".

"Non lo so".

Avrei voluto piangere, ma non potevo fare nemmeno questo. Potevo sentire e pensare, abbastanza da sentirmi vagamente vivo ma non abbastanza da esserlo sul serio.

Volevo svegliarmi, ma nemmeno io sapevo come fare.

Poi una scossa attraversò il mio corpo, potente abbastanza da farmi balzare a sedere sul letto su cui ero stato sistemato con gli occhi spalancati e i capelli dritti.

Presi un respiro profondo come se stessi riattivando un meccanismo arrugginito dal tempo, poi un secondo e un terzo, cercando dell'aria che quell'energia mi aveva tolto. O forse non ce l'avevo già da prima.

Riuscii a sbattere le palpebre normalmente. Poco dopo tutto il mio corpo tornò a funzionare come doveva.

Beh, quasi tutto. Provai a misurarmi il battito cardiaco e non lo sentii.

Mi abbassai i capelli, constatando che avevo bisogno di lavarli. Intanto guardai la stanza.

Ero palesemente nella creepyhouse, lo potevo dire dai muri in legno e dai mobili dall'aspetto decadente.

Come ci ero arrivato fin lì?

Poi vidi Rick, addormentato su una sedia accanto al letto. La sua espressione era pacifica, sebbene potessi vedere delle lacrime lungo le sue guance.

Gli andai accanto e gli presi una mano.

Gli diedi una scossa, tale da non fargli male ma da svegliarlo.

Il ragazzo aprì gli occhi e sbadigliò, asciugandosi le lacrime. Poi notò la mano stretta e si girò verso di me.

Gli sorrisi e dissi: "Buongiorno, Rick. Dormito bene?".

Rick mi balzò addosso, stringendomi in un abbraccio soffocante. Stava tremando, me ne accorsi quando disse con voce rotta: "Sei vivo. Sei sveglio. Sei sveglio e vivo e riesci a parlare! Thomas, sei vivo! Oddio, non ci posso credere!".

Ricambiai l'abbraccio, sorridendo. "Sì, sono vivo. Credo, almeno, il mio cuore dorme ancora".

Lui si staccò dall'abbraccio, gli occhi rossi e un sorriso enorme stampato sul volto. Gli asciugai le lacrime e dissi: "Ti vedo distrutto".

"Lo sono. Non ti svegliavi, Thomas, credevamo... credevamo nel peggio".

"Rick... cos'è che è successo?".

Rick si oscurò e disse: "È meglio che siano gli altri a dirtelo".

"Stanno bene? Gli altri stanno bene?".

"Sono vivi, sì, e in forze, aggiungerei, ma qualcosa è cambiato. Forse il tuo risveglio cambierà almeno gli umori".

Annuii e mi alzai dal letto. Stavo fin troppo bene,mi sembrava parecchio strano.

Scesi fino in cucina con lui, dove trovai, quasi letteralmente, un nuvolone ero come la pece. Mi parve strano non vedere qualche bottiglia di alcolici in giro a rafforzare la negatività che gravava su quel posto.

Chiusi gli occhi e feci aumentare la luce della cucina. Tutti si ripararono il viso con una mano, alcuni gemendo, poi si girarono verso la porta.

Il silenzio che calò mi fece desiderare di scomparire. Tutti mi fissavano, increduli, e io non sapevo dove mettere gli occhi. Alla fine dissi un timido: "Buongiorno a tutti".

Scoppiò il caos e mi ritrovai in un abbraccio di gruppo a dir poco soffocante. Erano tutti felicissimi di vedermi e non mi spiegavo completamente il motivo.

"Thomas, sei vivo! Ti sei svegliato!", fu tutto ciò che sentii in quel casino. Alla fine Slenderman riuscì a rimettere tutti in riga, permettendomi di respirare.

Siamo tutti lieti di vederti vivo, Thomas.

"Me ne sono accorto, penso di avere i polmoni spappolati".

Se anche fosse, ti rigeneresti senza problemi.

Lo guardai confuso e guardai tutti gli altri.

Ti vedo confuso.

"Siete tutti lieti di vedermi e io non sono certo di sapere cosa ho fatto per meritarmelo".

Il silenzio calò di nuovo. Tutti guardarono Slenderman, che sembrava esitare anche lui.

"Mi va bene anche a grandi linee, non i dettagli...", aggiunsi titubante.

Sei stato posseduto da Zalgo.

Un brivido mi percorse la spina dorsale. Non mi piaceva per niente quella frase.

Il tuo potere infinito è finito in mano sua e l'ha usato contro di noi. Molti di noi sono morti per colpa sua, finché non abbiamo deciso che non potevamo salvarti. Ti abbiamo dovuto uccidere.

Non ero abbastanza morto, evidentemente. Mi guardai confuso.

L'energia è esplosa. Letteralmente. Noi siamo riusciti a proteggerci, più o meno, ma Zalgo non ha fatto in tempo. Lo hai letteralmente disintegrato.

"Beh, qualcosa di buono l'ho fatto", sussurrai guardandomi intorno. I conti non tornavano, c'era troppa gente viva lì dentro.

In qualche modo, non sei morto del tutto. Sembravi posseduto da qualcuno, e quel qualcuno ha usato la magia per riportare in vita i morti. Poi sei, diciamo, morto del tutto. Fisicamente, almeno, come vedi il tuo cervello va ancora e per questo tu sei ancora vivo.

"Quindi vi ho sia uccisi che salvati".

"È Zalgo ad averci ucciso, mica tu", osservò Liu.

"Hai capito cosa intendo. E ora come sono messo come magia?".

Come hai potuto vedere, ne hai ancora, ma buona parte si è dispersa con la tua morte, quindi non corri più alcun pericolo. Comunque, è successo che il libro degli incantesimi e delle regole è scomparso, quindi abbiamo ragione di credere che il potere improvviso ti sia derivato dall'aver assorbito il libro dentro di te.

"Assorbito? Mi sono fuso con un libro?".

Più o meno, sì.

"Quindi è per questo che ho potuto fare tutti quegli incantesimi senza averli nemmeno mai letti! Aspettate, ora che non c'è più il libro come fate?".

Tu lo devi rimpiazzare. Il tuo potere è ancora immenso, anche se non quanto prima, e la tua morte ti ha permesso di darle un freno, tanto che ora ce l'hai sotto contro,lo. Ora non rischierai più un sovraccarico, inoltre buona parte della magia serve a tenere in piedi la casa, quindi a meno che tu non esca dai confini non sei nemmeno al massimo della tua forza.

"Sono diventato il cuore della casa, in pratica".

Esatto.

"E che mi succederà ora?".

Sebbene tu non sia una creepypasta, puoi essere considerato come tale e puoi vivere qua con noi. Il tuo cuore è fermo, quindi è la magia a permetterti di vivere. Essa non si esaurisce mai, quindi come noi vivrai per sempre.

Rimasi fermo a quella notizia.

Vivere per sempre. Immortale.

"Ah", dissi in un soffio.

Non avevo mai pensato ad una vita da immortale. Fino ad un mese prima non avrei nemmeno creduto possibile la metà di tutto quello che mi era successo.

"Non preoccuparti, Thomas, la vita da immortale non è così male, penso", disse Rick con un lieve sorriso.

"Speriamo", dissi, preparandomi a quella nuova vita.

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Prossimo capitolo è l'epilogo :3
Spero la storia non vi abbia fatto troppo schifo.
Bye~

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