Capitolo 18
Il pomeriggio in ufficio fu particolarmente noioso.
Non che mi aspettassi chissà cosa, ma non potevo nemmeno chiacchierare con gli altri poliziotti e le chiamate erano state interrotte dal mio ufficio, così che non potessi telefonare a casa.
Oltretutto ero ferito e non mi fu permesso di uscire nemmeno per andare a pranzo. L'unica differenza dall'essere in prigione è che almeno in quella non avevo un computer davanti.
Quando finalmente mi fu permesso di tornare a casa scappai così veloce che nessuno quasi riuscì a vedermi. Volevo tornare a casa, farmi una doccia, disinfettarmi le ferite e dormire.
Raggiunsi il mio appartamento a velocità record e mi chiusi dentro senza guardarmi indietro. Chiusi gli occhi un momento, poi guardai i miei coinquilini.
"Non fare cinque, non fare cinque, ma nemmeno sei o otto, ti prego", sussurrò Rick, che mi stava dando le spalle.
Un suono di dadi e un urlo.
"Otto! Ma diamine, non ho nulla con cui pagarti!".
"La bancarotta per te era ormai inevitabile", disse Judge impassibile.
"State veramente giocando a Monopoli?", chiesi raggiungendoli.
"Certo".
"Dove diavolo lo avete trovato?".
"Nel tuo ripostiglio. Abbiamo fatto dentro un po' di ordine, ci stavamo annoiando".
Andai a vedere e in effetti lo vidi totalmente ripulito e messo a nuovo.
"Accidenti, grazie", commentai sorpreso.
"Perché sei coperto di bende?", mi chiese Sally guardando in particolare il mio braccio.
"Perché Masky e Hoody sono due infami".
"Thomas, non hai praticamente più braccia disponibili né parti delcorpo ancora integre. Secondo me è meglio se vai in ospedale...", disse Rick guardandomi.
"Farebbero troppe domande. Non c'è qualche rituale sul libro che possa guarirmi o simili? Sarebbe tutto più semplice".
"Il libro può essere usato solo da creepypasta su creepypasta, ragazzino. Tu non lo sei", disse Judge dalla cucina rimettendo a posto il gioco.
"Che succederebbe se lo facessi comunque?".
Ci guardammo tutti, poi andammo a prendere il libro. Rick se lo mise sulle gambe e iniziò a sfogliarlo, con me dietro e le due ragazze ai lati.
"Gli incantesimi di guarigione possono essere applicati solo da qualcuno che possieda l'energia necessaria per compiere un simile maleficio. Il destinatario dell'incantesimo verrà guarito di qualunque male fisico sia affetto, purché sia un personaggio delle creepypasta come il suo utilizzatori. Gli effetti sugli esseri umani sono ignoti in quanto nessuno è mai sopravvissuto per abbastanza tempo da poterlo stabilire", lesse attentamente.
"Te l'ho detto, non è un incantesimo per umani", disse Judge.
Ci pensai per un lungo momento, leggendo al volo tutta la pagina su quell'incantesimo. Era pericoloso, ma peggio non ero certo potesse andare.
"Facciamolo comunque", dissi.
"Thomas, ma sei scemo?! Morirai di sicuro!".
"Il libro non dice che morirò subito. Se accadrà tra qualche giorno, magari avrò il tempo di risolvere il problema".
"Zalgo te lo impedirebbe a maggior ragione. Non è così stupido".
"Voglio comunque provarci. Chi mi fa l'incantesimo? Tanto è in latino, non è difficile leggerlo".
I tre si guardarono, poi Judge sospirò pesantemente e disse: "Rick è un novellino e Sally non può fare incantesimi in quanto poltergeist. Ci penso io. Allora, facciamolo in sala".
La seguii in sala e mi misi al centro.
"È meglio se togliamo il tappeto. Non so cosa accadrà di preciso, meglio non rischiare di mandare a fuoco la casa intera".
Spostai ogni cosa in modo che il centro fosse tutto libero, poi tornai in mezzo.
"Sdraiati sul pavimento. Secondo le istruzioni, delle forze ti impediranno di muoverti, quindi se stai a terra dubito che alla fine dell'incantesimo riuscirai a cadere e quindi rischiare di spaccarti la testa cadendo o simili".
Eseguii l'ordine e mi sdraiai per terra, guardando il soffitto.
"Ferite al vento, ragazzo. Niente vestiti o bende".
Mi misi a sedere e mi spogliai, rosso d'imbarazzo, restando con una serie di ferite più o meno gravi scoperte e a coprirmi solo un paio di boxer.
Mi sdraiai nuovamente e Judge iniziò l'incantesimo.
Mi ritrovai bloccato al pavimento, poi, quando l'ultima parola fu pronunciata, un dolore decisamente non umano mi attraversò, facendomi urlare di dolore.
Mi sembrava che Satana stesso fosse entrato nel mio corpo. Non potevo muovermi e un dolore indicibile continuava a tormentarmi, in particolare nelle braccia, dove erano presenti le mie ferite più gravi.
Il dolore aumentò e con lui le mie urla.
Basta!
Se possibile aumentò ancora alla mia richiesta di smettere, e io lo urlai.
BASTA!
Quel tormento durò ancora diversi minuti, finché non cessò del tutto, lasciandomi sul pavimento senza nemmeno la forza di aprire gli occhi.
Le voci le tornai a sentire dapprima ovattate, poi sempre più nitide, finché non sentii Rick urlare.
"Come mi puoi chiedere di stare calmo?! Non si sveglia!".
"Ho visto i suoi occhi muoversi sotto le palpebre", sussurrò la voce di Sally.
Sentii tre figure accucciarsi accanto a me, poi la voce di Rick.
"Thomas? Mi senti?".
Con uno sforzo sovrumano riuscii a muovere lievemente la testa, in tono affermativo. Non trovavo le forze di aprire la bocca, come se fosse chiusa a forza.
"Ascolta, devi riuscire ad aprire gli occhi. Non puoi muoverti né puoi parlare finché non riesci ad aprirli. Dopo si sbloccherà tutto", disse la voce di Judge.
Ci provai, ma gli occhi non volevano saperne di aprirsi. Un senso di ansia mi schiacciò, e se ero costretto così per il resto della vita? Cieco e paralizzato, nonché muto?
Fu uno sforzo terribile, ma ce la feci. Aprii gli occhi e vidi solo luce bianca, ma almeno qualcoaa lo vedevo.
Riuscii ad alzare una mano e me la spostai davanti agli occhi. Non riuscivo a vederla, ma intravidi qualcosa di nero sopra di me.
"Non ci vedo", gracchiai.
Sentii Rick tirare un sospiro di sollievo, poi due paia di mani mi aiutarono a mettermi seduto.
"La vista per domani dovrebbe tornarti, non temere".
"Ha funzionato...?".
"Sì. Sei lindo e pulito... l'unica cosa è che hai gli occhi totalmente bianchi al momento. In teoria per domani dovrebbero tornarti normali".
Annuii, sbattendo gli occhi senza che qualcosa cambiasse.
"Ho fame".
"Abbiamo ordinato una pizza mentre eri privo di coscienza. Ti piace margherita?".
"Sì, mi va bene".
Mi ritrovai a mangiare una pizza senza riuscire a vederla, ma sentire che tutto il resto funzionava e che non sentivo più alcun dolore era decisamente rassicurante.
Alla fine fui accompagnato in camera e fino al letto, su cui crollai senza tanti complimenti.
"Ho paura di risentire in sogno tutto quel dolore", sussurrai rivolgendo la testa verso il posto del letto dove si trovava Rick.
"Non ti preoccupare, Thomas. Io sono qui con te".
"C'eri anche prima, ma non hai potuto nulla".
"Ora però posso eccome. Non temere, andrà tutto bene".
Fui stretto in un abbraccio che, per quanto imbarazzante, non rifiutai.
Mi addormentai così, tra le sue braccia, pensando, ancora prima di Zalgo, a rimettermi in sesto.
-
Surpriseee~~~~
Non ci avevo pensatoa questo, giuro, ma funzia. È funzionale a tutto il resto :D e almeno ora non devo ricordarmi ogni singola ferita ecc ecc...
Meglio così.
Bye~
-Aly
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