Capitolo 10
Lo squillo di un telefono mi svegliò da un sonno incredibilmente tranquillo. Mi tirai su per andare a rispondere, ma Rick mi anticipò.
《Buongiorno, sono l'amico di Thomas》
Lo guardai mentre ascoltava in silenzio.
《Sì, mi ha messo al cirrente di quel che sta facendo lì. Posso riferirglielo io》
Rick si scurì in volto all'improvviso. Mi alzai, guardandolo con una certa preoccupazione.
《Okay, glielo farò sapere》 disse senza entusiasmo, chiudendo la chiamata.
《Rick, che succede?》 chiesi a piano. Non mi odiava, ma sempre di una creepypasta si trattava.
《Il tuo capo dice che ti daranno la pistola e un allarme antifurto. Dovrai interrogare Jane the Killer, che a quanto pare è piuttosto violenta》 disse con voce atona.
《Non è questo che ho chiesto, Rick. Cosa c'è che non va?》
Il ragazzo si sedette sul letto, guardando davanti a sé. Mi sedetti accanto a lui e lo guardai.
《La odio. Jane è la persona più odiosa e detestabile che io abbia mai avuto la sfortuna di incontrare, Billy escluso》
Attesi, immaginando che avrebbe continuato a parlare.
《Io non ho mai avuto una vera famiglia. I miei genitori non mi hanno dai dato ascolto, anche quando tornavo a casa ferito. In quei casi la loro unica preoccupazione era che sporcassi di sangue la moquette. Poi ho incontrato Jeff e sono stato alla creepyhouse: lì mi sono sentito a casa. Poi Jane mi ha insultato. Non era pesante, ma non potevo sopportare ancora quella situazione. Sono scappato e quello che è successo dopo lo raccontano le mie cicatrici》
Annuii lentamente e dissi: 《Non meritavi tutto questo. Erano tutti dei cretini, da Jane a Billy ai tuoi genitori. Meritavi di meglio, meritavi il posto che ti sei guadagnato, sempre che far parte della creepyhouse possa essere una buona cosa》
《Per me lo è》 disse guardandomi.
《Direi che avrò parecchio di cui parlare con Jane, al di fuori dei suoi omicidi》 dissi dandogli un abbraccio impacciato. Non vedevo l'ora di sbarazzarmi di quella fastidiosa fasciatura.
Mi vestii con una certa difficoltà, per poi andare a lavoro. Avevo una gran voglia di uccidere o far del male a qualcuno e sperai fosse solo un effetto momentaneo.
Appena entrai il mio capo mi accolse con una pistola in mano che mi ficcò in mano.
《La ragazzina è agitata, stai ben attento》 disse ficcandomi nell'altra mano l'allarme.
Andai senza neanche lamentarmi verso la camera degli interrogatori. Vi entrai quasi sbattendo la porta.
《Buongiorno, Jane》 dissi senza essere spaventato come dovevo. La ragazza si girò verso di me, facendomi alzare un sopracciglio. Non aveva la maschera e il suo volto era sfigurato quanto quello di Jeff.
《Ma guarda, ti hanno mandato come vittima sacrificale?》 chiese con un sorriso, guardando un cumulo di corpi in un angolo.
《Mi hanno mandato per interrogarti》 dissi sedendomi al tavolo efacendole cenno di sedersi. La ragazza parve stare al gioco e si sedette davanti a me.
《Bene, i tuoi omicidi dovrebbero essere minori in numero, quindi vedremo di metterci il meno tempo possibile》 dissi tirando fuori il taccuino.
Iniziai ad interrogarla, cercando di apparire più sicuro di quanto già non fossi.
Alla fine la sentii dire: 《Certo che siete proprio una noia》
《Almeno non ci inimichiamo l'universo intero》 ribattei secco.
Scoprii in quel momento che la camicia di forza che aveva addosso non era legata. Si scagliò contro di me con un salto, un coltello nella sua mano.
Me ne fregai del braccio ferito. La bloccai e la sbattei contro il muro, puntandole la pistola contro la fronte.
《Sentimi bene, Jane. La tua strafottenza delle conseguenze mi invoglia ad ucciderti, attualmente, peccato che io debba tirarvi fuori tutti interi. Questo vuol dire che o tu la pianti o mi macchio di omicidio e per colpa tua non tirerò fuori tutti gli altri》 dissi con una cattiveria non da me.
La ragazza non fiatò, forse sinceramente colpita.
La mollai e andai verso la porta.
Ovviamente sapevo che non avrebbe mollato. Mi accorsi di aver avuto ragione quando qualcuno mi balzò addosso e mi buttò a terra.
L'antifurto nella mia mano suonò immediatamente. Poco prima che Jane mi piantasse un pugnale nel petto, delle guardie intervennero e la sedarono.
Non mi sentii sconvolto dall'accaduto. Fu a quel punto che iniziai a pensare che la creepyhouse aveva avuto effetto su di me.
Fu a quel punto che iniziai a pensare di star diventando come loro.
-
Scritto di getto. Si nota? Sì.
Non so quando aggiornerò la prossima volta. Spero presto.
Come vi sta sembrando questa storia?
-Aly
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