Epilogo

Londra

Fine agosto.

Temperatura sorprendentemente calda.

North Greenwich Arena.

Fila per entrare esorbitante.

Ragazzine dai capelli tinti e dagli occhi marcati di nero.

Bandane legate a doppio nodo sulla testa e striscioni arrotolati sotto le braccia.

Riccardo è al mio fianco e mi stringe la mano.

Non ha mollato la presa per un solo istante da quando siamo scesi dalla metropolitana, quasi avesse paura di perdermi o scordarmi da qualche parte.

Dietro mia madre e Walter.

Proprio lui, mio padre.

E' tornato a trovarci come aveva promesso e si è imbarcato con noi nel volo per l'Inghilterra.

Per i miei genitori questa è una specie di vacanza, oltre che un modo per stare tutti insieme e fare meglio conoscenza con me e Riccardo.

- Ehi Simonetta - papà sospira, - mi sembra di essere stato catapultato indietro nel tempo, Roma, stadio Flaminio, anno 1990 - passa un braccio al collo di mamma, - ti dice niente ? -

Lei sorride e si lascia travolgere da una specie di abbraccio, - Tu ed io, la fuga e il concerto di Vasco - ricorda.

La risata di mio padre è travolgente, - Eravamo giovani e belli, senza queste odiose rughe - indica la fronte, - e questi etti di pancetta - si batte una mano sull'addome.

Mamma scuote la testa, - Ma dai che sei in ottima forma - lo riprende, - stavi bene allora e sei un uomo fantastico pure adesso! -

Lui avvicina le labbra alla sua tempia e vi lascia un bacio leggero, sotto ai nostri occhi attenti e furbi.

Il cuore si riempie immediatamente di gioia.

Niente è più bello, niente più magico di vedere le due persone che hanno generato la mia vita felicemente insieme.

Dai loro gesti e dai loro movimenti è chiaro che l'amore di un tempo non si è evaporato affatto.

La complicità e l'allegria fanno da padrone e se anche la vita ha attentato al loro amore, i loro occhi no. Loro si cercano e si guardano come molti anni fa.

- La fila sta scorrendo! - mio padre grida oltre le urla di bambine e donne isteriche, - coraggio andate - la voce si disperde nel caos, - fate attenzione e divertitevi! -

Salutiamo con la mano e ci avventuriamo più avanti. La folla impazzita ci trascina come un fiume in piena.

A metà percorso mi giro indietro e intravedo le sagome dei miei genitori.

Sono lontane, ma facilmente distinguibili.

Così come è facilmente distinguibile il bacio che si stanno scambiando.

Un bacio bocca a bocca.

Di quelli veri.

Di quelli da film.

Mi volto leggermente e mi accorgo che anche Riccardo sta guardando esattamente nella mia stessa direzione.

Il viso si distende, facendo spazio ad un grandioso sorriso, - Stai vedendo anche tu, quello che sto guardando io? -

Lui annuisce, - Già - si gratta la testa, - credo che la tua famiglia si stia pian piano ricomponendo...-

Il respiro accelera e il petto sale e scende, profondamente.

- Sono felice per te - La voce di Riccardo è dolce e coinvolgente, - hai diritto a un po' di pace e tranquillità -

Le mie dita si intrecciano più forte alle sue e gli occhi si spostano dalla splendida visione, per tornare alla folla impazzita e irrequieta.

Procediamo tra uno spintone e l'altro.

Dritti e sicuri.

I biglietti in tasca e il cuore a mille.

E' ormai buio e The O2 è un enorme mole che si fa più vicina.

- Sei emozionata? - Riccardo si piega per parlarmi vicino all'orecchio.

- Da morire - ammetto, - e tu? -

- Molto più di te - Il suo viso si alza verso il cielo.

Gli occhi verdi che mi hanno fatta innamorare dal primo istante, passano sopra le innumerevoli teste delle persone pronte ad entrare e vanno oltre la confusione e la frenesia. Oltre questa vita terrena.

Il suo profilo è semplicemente perfetto ed io non posso fare a meno che seguirlo e cercare di incamerare ogni singolo dettaglio dentro la mente.

Poi mi sposto anch'io con lo sguardo in alto, ad ammirare la tempesta di piccoli fuochi.

Riccardo posa il capo sulla mia spalla, - Riesci a sentire cosa stanno dicendo tutte quelle stelle?-

- Non sapevo che le stelle sapessero parlare -

- Certo che sanno farlo - sorride, - e fanno dei discorsi immensi e sinceri -

- Del tipo? -

- Del tipo che sei bellissima e che staremo per sempre insieme e più niente e nessuno potrà separarci -

- Sono stelle generose allora -

- Generosissime -

I suoi capelli mi solleticano il viso.

La fila si riduce ulteriormente e in pochi minuti ci ritroviamo di fronte al box, a consegnare gli ingressi.

Seguiamo il mare di persone, fino ad arrivare alla zona centrale della struttura.

La mia mano è come se fosse saldata a quella di Riccardo, mentre ci spingiamo in avanti, per raggiungere un posto migliore.

Il palco è a metri di distanza e le persone premono su ogni lato.

Le voci, le urla, gli schiamazzi sono ininterrotti.

Una semplice giravolta per rendersi conto che il tendone è stracolmo di gente.

Inquantificabile.

Le teste sugli spalti sono milioni di puntini.

Uno accanto all'altro.

Colori e forme che fanno girare la testa.

- Facciamoci un selfie- grida Riccardo, abbracciandomi e tirando fuori il cellulare, - voglio immortalare questo momento speciale -

Passo il braccio attraverso la sua vita e mi stringo forte a lui, che mantiene l'apparecchio in alto e intrappola nella scheda di memoria i nostri due splendidi sorrisi, con lo sfondo del palco dell'arena coperta.

- Inviamola ai nostri amici - propone, - li faremo crepare d' invidia! - inoltra la foto a Leo, Marcello e Matteo.

Pochi minuti e arrivano le risposte.

Leo e Giulia ci salutano con uno scatto sulla prua di una nave da crociera.

Solo loro e la magia del Nilo intorno.

Marcello e Rebecca, abbronzatissimi, brindano la loro estate di fronte ad un cocktail tropicale, su una estesa spiaggia bianca.

E Matteo e Marie si immortalano abbracciati nel divano di casa Serio.

Riccardo si sofferma su quest'ultima foto un attimo di troppo.

- Che c'è? - indago.

Lui ingrandisce l'immagine con pollice e indice e la scruta con attenzione, - Dannazione! Matteo ha la maglietta al rovescio! -

Lascio andare un sospiro e chiudo gli occhi per acquisire tutta la pazienza necessaria al momento.

- Guarda! La vedi l'etichetta, è esattamente al contrario!-

- Quindi? A me succede un sacco di volte...-

Lui spegne il telefono e lo infila in tasca, - E' con Marie sul mio divano e con i vestiti a rovescio, cosa dovrei pensare? -

Gli poso le mani sulle guance e cerco di intrappolare il suo sguardo, - Non dovresti pensare niente, solo che stanno bene e sono felici - affermo, - per favore non rovinare questa serata con insensate paure - chiedo, - voglio ricordarla come la più bella della mia vita - scuoto la testa - della nostra vita! -

Riccardo inala una grossa quantità d'aria, - Okay - annuisce, - hai ragione, stasera dobbiamo pensare solo a noi - si avvicina alla mia bocca per lasciarvi un bacio leggero, - poi domani lo chiamerò e chiederò spiegazioni e...-

- Tu domani non chiamerai nessuno e non chiederai proprio niente! - lo fulmino, - ma ancora non hai capito che quei due ragazzi si amano? -

Lui alza gli occhi alle travi di ferro e li riabbassa sbuffando.

- Quando sei tornato da Parigi hai concesso a Matteo la mano di tua sorella e adesso, sembra quasi che tutto stia tornando come prima...-

Riccardo si tira indietro i capelli, - Ti prometto che niente tornerà come prima- dice, - è solo che a volte la mia gelosia fa capolino! -

- Tienila a bada - lo minaccio, - per il bene di tutti! -

Lui lascia andare un sospiro lungo e profondo, - Okay, okay! - alza le mani.

E mentre spero che le sue non siano solo parole, ma anche fatti, le luci che illuminano il palco si accendono potenti.

Fari sparati all'ennesima potenza, seguiti da un boato di urla e delirio.

Intorno e sopra di noi.

Sulle navate e oltre le transenne.

Delle grandi telecamere prendono a girare in cima alle nostre teste e la band fa il suo ingresso magico e trionfale.

One direction.

Ragazzi semplici, bellissimi, invidiati e acclamati.

In jeans e microfono alla mano.

Si avventurano sul palco, tra led e fumogeni.

Per noi solo puntini lontani, resi vivi e reali dai grandi teleschermi.

Flash ovunque e coriandoli colorati che cadono dall'alto.

Le fans sono agguerrite e spingono da ogni lato ed io mi stringo a Riccardo per evitare di perdere l'equilibrio.

Telefonini in alto, urla a rompere i timpani.

Adrenalina che monta.

La batteria.

Le note del piano.

La musica che parte e si diffonde.

Note conosciute. Note memorabili.

La voce di Harry si alza leggera, pulita e delicata ad intonare la prima strofa di quella che è la mia, la nostra canzone.

Story of my life.

Da essa è partito tutto.

Da essa ho amato e odiato e di nuovo amato.

Gli occhi si riempiono di lacrime.

E' tutto così forte e stupendo.

Essere qui.

Esserci con Riccardo.

Il braccio del mio fidanzato si posiziona attorno al collo, attirandomi a se'.

La sua voce stonata gracchia al mio orecchio, cercando di improvvisare le parole della melodia.

E quando i ragazzi e il pubblico prendono a cantare tutti insieme il ritornello, mi ritrovo a saltare, pienamente coinvolta dall'energia dirompente.

Un mare travolgente.

Onde che si infrangono e tornano a riva.

Onde che non mi trascinano a fondo, perchè ben ancorata alla mano della persona che amo.

Onde che non fanno più paura perché vissute e affrontate. Perché sconfitte.

Più salto e più la vita appare bella.

Più salto e più il cuore scoppia di gioia.

All'improvviso Riccardo mi frena e mi stringe contro il suo petto.

Con le braccia mi avvolge il collo e con i piedi prende a muoversi completamente fuori ritmo.

Frastornata lo seguo, - Cosa stiamo facendo? -

Lui si avvicina al mio orecchio, - Emm...credo... ballando? -

Stretti l'uno all'altro ondeggiamo.

Una volta a destra e due a sinistra e poi ancora a destra.

Gli occhi cercano i suoi, - Ma non ti vergognavi a farlo? - domando confusa, - e poi qui, tra tutta questa gente-

Le fossette si materializzano all'istante, - Gente? - chiede, - io non vedo nessuno... - dice, - siamo soli, siamo solo io più te! -

I respiri vicini.

I colpi della batteria dritti al cuore.

Le "Converse" rosse di Riccardo, impedite e inesperte, calpestano le mie.

- Insegnami piccolina - mi esorta, - voglio imparare a ballare, adesso!-

Le luci vanno e vengono e le persone continuano a balzare intorno a noi, completamente prese dal concerto e dal momento.

E nessuno fa caso a due ragazzi stretti l'uno all'altro.

Nessuno fa caso a due corpi che cercano di prendere il giusto ritmo.

Desiderosi e leggeri.

Due corpi che vivono la loro più bella storia d'amore.

- Tu mi hai fatto nuotare e io ti concederò questo ballo - le mie labbra vicino al lobo del suo orecchio, - infondo è il tuo sogno... -

Riccardo sorride e si stringe di più, - Ed i sogni non vanno mai infranti! –


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