CAP. XXVIII La sua ragazza
Sono passati due giorni da quando Rebecca ha dato libero sfogo alla sua crudeltà, tempestando la scuola con quella bellissima e maledetta foto del mio bacio con Riccardo , ancora, non sono riuscita a mettermi in contatto con Giulia. Anche questa mattina a scuola non si è presentata, al telefono non risponde; nè alle mie chiamate, né ai miei messaggi e a casa sua il campanello suona a vuoto.
Non vuole parlarmi, è chiaro!
Così come è palese che ha pienamente ragione.
Sono una traditrice, una vigliacca in piena regola. Purtroppo non posso tornare indietro e, anche se fosse possibile, non cambierei nulla di quello che è successo tra me e Riccardo.
Il mio unico errore è stato non aver parlato con Giulia fin dall'inizio, rivelandole i miei sentimenti. E' la mia migliore amica e non abbiamo mai avuto nessun segreto da quando ci conosciamo. Questa situazione rende tutto così maledettamente triste...
Passo l'ora di fisica a scrivere una lettera per lei. Voglio che sappia tutto, dal giorno in cui mi sono innamorata di Riccardo, alla nostra notte trascorsa insieme. Voglio che sappia che riconosco di aver sbagliato a non confidarmi con lei, ma avevo davvero troppa paura.
Io e Riccardo ci siamo innamorati e se è successo non è colpa nostra, ma del destino e della vita che ci ha fatti incontrare. In cuor mio spero che un giorno lei possa capire e anche perdonarmi.
Al suono della campanella di ricreazione aspetto che tutti i compagni escano e blocco Leo sulla porta di classe.
- Ari, mi dispiace! - esordisce lui, - io tengo molto a te e a Giulia e mi auguro che possiate chiarire presto...-
- Grazie Leo, vorrei tanto mettermi in contatto con lei, non ce la faccio più a stare con questo patire addosso. Tu sei riuscito a parlarci? Sai come sta? -
Leo le è stato molto vicino quando si è lasciata con Riccardo. Ho come la sensazione che lui sia l'unica persona che Giulia abbia voluto vedere anche in questi giorni.
- Ci siamo sentiti per telefono ieri pomeriggio e posso assicurarti che non sta molto bene...-
- Lo so, ho sbagliato! Sono stata una stupida, avrei dovuto dirle tutto fin dall'inizio, ma non è così facile. Non ce l'ho fatta perchè avevo paura, non ero neanche sicura di ciò che mi stava succedendo e...-
Leo mi frena, precipitoso: - Non devi giustificarti e poi non spetta a me giudicare. Ad essere sincero non voglio neanche entrare in tutta questa storia. Io capisco lei e ascolto te, ma non mettetemi in mezzo...-
- Non voglio metterti in mezzo, voglio solo riuscire a parlare con lei, ti prego aiutami!-
Leo scuote la testa e sospira: - Tempo, devi darle tempo -
Il tempo è l'ingrediente necessario per far sbollire i rancori e allentare le tensioni, ma in questo momento la mia pazienza se ne è andata direttamente in vacanza. Non posso aspettare, devo assolutamente far sapere a Giulia come mi sento e il bene che le voglio. Se ripenso ai suoi occhi azzurri rigati di lacrime mi si spezza il cuore.
- Io le voglio bene - stringo le mani al petto, - è la mia migliore amica...-
- Anche quando baciavi Riccardo era la tua migliore amica...-
Le parole del mio migliore amico sono dure. Molto dure e fanno un male assurdo.
- Se tornassi indietro rifarei tutto quello che ho fatto, non è stato un capriccio, non è stato un dispetto, mi conosci e non farei mai del male a un'altra persona, per giunta poi alla mia amica del cuore! Io ho perso la testa per quel ragazzo...-
- Nessuno ti capisce meglio di me, non sai quanto! – dice lui, guardando nel vuoto. Le sue labbra si increspano in una strana smorfia. – Ma capisco anche Giulia, non c'è cosa più brutta che essere invaghite di una persona e vederla tra le braccia di un'altra - rimane imbambolato per un istante, immerso in un mondo tutto suo.
- Leo, qualche problema?- Lo tocco leggermente sul braccio.
Lui si riscuote. - Adesso devo andare – si volta.
D'istinto lo afferro per la maglietta. - Dimmi la verità, tu e Giulia...lei ti piace, non è vero?-
Leo non mi guarda negli occhi. E' distante. - Perchè mi fai questa domanda?-
Non rispondo e continuo a fissarlo. I suoi atteggiamenti così premurosi, il suo stare con lei, i suoi occhi che brillano e si accendono quando si parla di lei. Credo che Leo sia cotto e stracotto e prima o poi dovrà pure ammetterlo.
- Voglio molto bene a Giulia e voglio molto bene anche a te - dice soltanto.
- Ho capito, non vuoi parlarne - lascio la mia presa su di lui, - un' ultima cosa, se davvero tieni a Giulia vai da lei oggi dopo scuola, stalle vicino, invece di farti vedere in giro appiccicato a quella stupida di Alice! Ah! E per favore consegnale questa da parte mia - gli porgo la lettera che ho scritto per lei.
Leo guarda la busta e poi apre e chiude la bocca più volte senza far uscire alcun suono.
L'ho spiazzato. Sono stata diretta e decisa e l'ho lasciato senza parole.
Dopo l'attimo di incertezza, prende di scatto la lettera tra le mani e la infila dentro la tasca dei jeans.
- Okay, le porterò la lettera, ma non mi sembra proprio che tu sia nella giusta posizione per dirmi quando e con chi devo uscire...-
- Hai ragione! Tu puoi stare con chi ti pare, però Giulia è già depressa per ciò che le ho provocato io e se ti ci metti pure tu con Alice... insomma...hai compreso...-
Leo aggrotta le sopracciglia, scurendosi in volto. – Sinceramente? No! Cosa stai cercando di dirmi?-
- Quello che ho appena detto -
- Perché Giulia dovrebbe abbattersi sapendo che io e Alice usciamo insieme?- Il suo viso si tinge di rosso sopra gli zigomi e sul naso.
- Leo, proprio non ci arrivi? Lascia perdere quella smorfiosa e stai vicino a Giulia! -
Lui mi guarda, confuso.
- Okay, si vede lontano un miglio che sei preso da Giulia e se proprio vuoi saperlo lei ricambia i tuoi sentimenti, ti vede più che un semplice amico!- dico con entusiasmo.
- Cosa? Giulia, Giulia ti ha detto questo? -
- No - scuoto la testa, - certe cose si intuiscono e posso giurare che per lei sei molto importante. Vederti con Alice immagino la faccia stare piuttosto male -
Leo muove il peso da un piede all'altro e si gratta la testa.
- Vuoi un consiglio? Vai da lei e falle passare la tristezza, falle ritrovare il suo bellissimo sorriso! - mi volto, dopo avergli fatto l'occhiolino e scappo verso il bagno delle ragazze.
Leo rimane muto e mi fissa interdetto e con la bocca semiaperta.
Mi lavo la faccia con acqua fresca e mi guardo allo specchio dell' antibagno. Faccio un mezzo sorriso. Spero che Leo colga al volo l'occasione e riesca a dichiararsi. Sarebbe un sollievo sapere Giulia appoggiata a lui, come ad un' ancora di salvataggio. E poi loro due formerebbero una coppia fantastica insieme, quasi quanto me e Riccardo.
Tampono il viso con delle salviette ed estraggo il rossetto rosa chiaro dalla tasca dei jeans, lo passo con precisione sul contorno delle labbra.
- E' bellissimo vederti truccare -
Mi volto. Riccardo è immobile sulla porta.
Il mio cuore perde un colpo, ma ormai credo dovrò fare l'abitudine a questa aritmia.
Sto per rispondergli, ma resto pietrificata di fronte alla visione del suo occhio destro.
Ha la palpebra gonfia, rossa e circondata da un grande ematoma scuro.
- Oh santo cielo! -
Riccardo sorride leggermente. Sembra un combattente ferito, un guerriero vittorioso, in piedi, statuario, con l'occhio tutto nero.
Mi avvicino e sfioro con le dita il livido enorme.
- Cosa ti è successo? Ti fa male? -
- Non preoccuparti – dice lui.
- Chi è stato?- La mia voce trema sempre più.
Riccardo mi stringe forte a sé.
- Voglio sapere chi ti ha ridotto così - mi libero controvoglia dalle sue stupende braccia e lo guardo da vicino.
Riccardo mi abbraccia di nuovo e tra i miei capelli sussurra: - Marcello, è stato lui -
Mi allontano repentina, - Marcello? - boccheggio.
- Piccola, lasciamo perdere, okay? Fai finta non sia successo niente. Marcello è arrabbiato con me e ne ha tutte le ragioni, d'altronde gli ho appena fottuto la fidanzata, avrei dovuto aspettarmelo! – inarca il sopracciglio, spostando il pearcing in alto.
- Ma questo non significa che è giustificato ad averti picchiato! -
- Signorina Valenti - mi riprende, - se mi vuoi anche solo un briciolo di bene per favore passiamoci sopra. In questo momento ho altre cose delle quali occuparmi e un ex geloso è l'ultimo dei miei pensieri...- mi accarezza i capelli sciolti sulle spalle e un brivido sale lungo tutta la spina dorsale.
- okay, ma... -
- Niente ma - mi frena, - adesso tu mi stringi forte e non ne parliamo più! - mi solleva leggermente e, tenendomi stretta all'altezza della vita, mi fa girare. - Da oggi sei la mia ragazza e questo è quello che conta -
Quando riatterro mi gira la testa, più per le sue parole che per aver fluttuato in aria.
- Sei una persona speciale per me - fa lui, prendendo il mio viso tra le mani.
- Tu sei speciale - lo guardo negli occhi, anzi nell'occhio sano, perché l'altro è scomparso sotto l'edema.
Riccardo si sporge e mi lascia un bacio soffice e dolcissimo. Un bacio che vorrei non avesse mai fine.
- Mi sa che dovrai ripassarti il trucco – sghignazza.
Guardo le sue labbra ricoperte dal mio rossetto rosa e scoppio a ridere. Lui mi segue e per breve tempo dimentico ogni tristezza.
Da oggi sono ufficialmente la ragazza della persona più carina e misteriosa che abbia mai incontrato. Da oggi sono la fidanzata di Riccardo. Ditemi che non sto sognando!
Il suono della campanella mi riporta ben presto alla realtà.
- Ti passo a prendere oggi pomeriggio alle sei, puntuale mi raccomando - Riccardo mi lascia un altro bacio sulle labbra.
Sto per chiedergli dove mi porterà, quando la sua voce mi blocca: - Ah! E' una sorpresa!- dice, prima di dileguarsi tra i ragazzi che stanno tornando alle proprie aule.
La mia testa viene bombardata da mille domande: Cosa avrà in mente? Cosa indosserò? Quanto mi mancano i consigli di Giulia in questo momento...
Sospiro e faccio per entrare nella mia aula, quando mi accorgo che, sulla porta della classe vicina, Rebecca mi sta fissando a braccia conserte e con sguardo omicida.
Sento il sangue ribollire nelle vene.
Vorrei catturarla e metterla in un grande pentolone sul fuoco, per punirla di tutti i mali commessi. Non so da quanto tempo sia qui ferma, ma a giudicare dalla sua espressione truce, abbastanza per aver visto me, Riccardo e la nostra effusione e, a quanto pare, non deve essere stata di suo gradimento.
Varco la soglia a testa alta e con la mano destra ben alzata dietro la schiena le rivolgo il mio medio arrogante e strafottente.
" Vaffanculo, stupida stronzetta idiota! ".
Qualche soddisfazione ogni tanto dovrò pur prendermela!
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