CAP. XLIX Cattivo con la C maiuscola

Quando arrivo in fondo al vialetto la mia faccia è un pasticcio di trucco e lacrime. Ancora non mi sembra vero quello che è appena successo.
Essere scaricate fa male, specialmente se fatto in modo così crudele e per qualcosa di ingiusto.

Riccardo mi ha strappato via il cuore, per blindarlo con spesse catene e guardarlo affondare nell'oceano.

Come può aver solo sospettato che io stia pensando ad un'altro ragazzo, quando il mio cervello è completamente saturo di lui e dei suoi occhi?

- Ma guarda, guarda, una ragazza che fugge da casa di Riccardo in lacrime! - scherza una voce maschile di mia conoscenza, - Che novità! -

Alzo gli occhi. Marcello è appoggiato con un gomito al cofano della sua auto ed ha un sorriso enorme stampato in faccia. -Tutta intera? Qualcosa di rotto?-

- Lasciami perdere. – lo snobbo.

- Ho sentito le urla e qualcosa rompersi, però se sei tutta integra sono contento! Con quel ragazzo con il quale hai a che fare non si sa mai! -

- Sto bene - passo oltre decisa.

Lui mi richiama, - Non si direbbe proprio. Non dal tuo viso. -

Mi volto, - Cosa vuoi da me? -

Marcello incrocia una gamba sull'altra e getta via i residui di una cicca, - Ti stavo aspettando, sapevo saresti uscita piangendo – dice, - voglio riaccompagnarti a casa, non puoi andartene in giro così! -

- Così come? - chiedo, ignorando il fatto che avesse previsto una mia fuga in lacrime.

- Sconvolta – afferma. Poi fa qualche passo verso di me, – Coraggio. Ti dò un passaggio. -

Faccio un rapido bilancio sui pro e i contro del suo invito e decido di acconsentire. Arriverò prima, non dovrò girare per il quartiere con questa faccia e avrò tempo e modo di sistemarmi e presentarmi a mia madre in condizioni più decenti. Per i contro, credo che saranno sufficienti le cuffiette dell'iPod per non ascoltare le sue fandonie.

Marcello mi apre lo sportello del passeggero ma io mi sposto di lato e vado a sedermi nei sedili posteriori. Credo che mi sentirò più a mio agio se non sono al suo fianco. Lui non si meraviglia della mia mossa e corre al posto guida.

Indosso le cuffie e faccio partire la musica. Mi rannicchio nel sedile e guardo fuori dal finestrino mentre ci allontaniamo sempre più dal luogo del mio amore e dolore.

Se Riccardo sapesse che sono salita in auto con il mio ex fidanzato, scommetto andrebbe su tutte le furie. Mi ha fatto promettere di non avvicinarmi a Marcello, ma quel giuramento non conta più niente ormai.

A metà strada vedo dallo specchietto retrovisore che Marcello mi lancia strane occhiate e muove le labbra per dire qualcosa. Alzo ancora di più le note di "Story of my life" e torno a guardare fuori dal vetro, fino a quando uno dei miei auricolari viene strappato malamente.

- Scommetto che quella canzone con cui stai torturando i tuoi timpani ha qualcosa a che fare con lui, o sbaglio? – sghignazza, tirando forte il filo dell'iPod e impadronendosi definitivamente degli auricolari.

Non ci vedo più. Non poteva fare cosa peggiore che rubarmi la mia unica fonte di isolamento con il mondo.

La rabbia accumulata esplode, - Ridammeli subito! - mi scaglio contro di lui, facendogli perdere il controllo dell'auto, che si proietta nella corsia opposta.

- Merda! - sterza bruscamente, scansando un auto che ci sta venendo contro. Un paio di clacson suonano impazziti.

Impallidisco e trattengo il fiato, - Stavamo per ucciderci! - realizzo con il cuore in gola.

-Stavi per ucciderci! - puntualizza lui, togliendosi quel suo dannato sorriso dalla faccia.

- Se solo tu avessi tenuto le mani sul volante senza togliermi le cuffie...-

- Sei tu che ti sei buttata su di me per riprenderle – ribatte, - comunque non è successo niente quindi non facciamone un dramma! -

Mi siedo di nuovo composta e lascio che il silenzio si impadronisca dell'abitacolo. Stiamo quasi per arrivare, quando i nostri occhi si incontrano nello specchietto.

- Ti sei accorta che è già la seconda volta che corro in tuo soccorso? – dice Marcello, tornando a fissare la strada.

- Non ti ho mai chiesto di correre in mio soccorso. -

- L'altra volta ti ho evitato una brutta polmonite e oggi una triste passeggiata fino a casa! -

Mi butto indietro con la schiena e incrocio le braccia, – Ti odio – grugnisco, - quando eravamo fidanzati non eri così acido e vendicativo. -

- Lo sono diventato, bellezza! - gira appena la testa, - Tu mi ci hai fatto diventare - stringe forte il volante, - Tu mi hai fatto diventare cattivo, Il Cattivo. Quello con la C maiuscola!- mi lancia uno sguardo veloce, - Ma non vale la pena rivangare il passato. Adesso tu stai con Riccardo. Voi due siete felici, andate amorevolmente d'accordo e fate sesso da favola, giusto?-

Ingoio a fatica e il mio cuore si sbriciola definitivamente.

- Giusto? - ripete Marcello con un sorriso fastidioso, voltandosi ancora una volta verso di me.

Cerco dei fazzoletti in borsa per asciugare le lacrime che hanno iniziato a scendere, di nuovo.

Lui sospira, - Per quale delle cose che ho detto stai piangendo? Forse perchè tu e lui non siete felici? Oppure perchè non è vero che andate d'accordo? - La bocca di Marcello si muove velocemente, sparando delle dannate supposizioni, - Forse non fate sesso da favola - inarca appena il sopracciglio, - Peccato che non hai voluto provare come sarebbe stato con me – dice, - anche se...possiamo sempre rimediare! -

Il mio cervello smette di ragionare, - Smettila tu non sai quello che dici! Non ho fatto sesso con Riccardo e non farò mai sesso con te, chiaro? - Appena mi rendo conto quanto è privata e intima la frase che ho emesso, mi tappo le labbra con una mano.

Marcello trasforma la bocca in una O maiuscola, - Oh oh ! Vuoi dire che il bel tenebroso non si è ancora approfittato della qui presente verginella? -

Le sue parole fanno un male tremendo oltre a essere ripugnanti.

- Non sono affari tuoi - sbraito.

L'idea di salire con Marcello è stata malvagia, pessima, idiota ed io non posso resistere ancora per molto.

- Forse è per questo che Riccardo è così, come dire irascibile? – ride, - magari ha solo bisogno di sfogarsi, non so se intendi...-

Vorrei fiondarmi sullo sportello, aprirlo e lanciarmi fuori dall' auto. Mi ritrovo a fissare la maniglia e valutare se potrei realmente farlo, ma poi mi rendo conto che l'auto sta imboccando il viale che porta alla mia abitazione e tiro un sospiro di sollievo. Apro la portiera ancor prima che Marcello abbia tirato il freno a mano.

- Bellezza, non mi dici grazie per il passaggio? -

- Vai al diavolo tu ed il passaggio! - chiudo con forza e corro verso la porta. Solo dopo che sono entrata mi rendo conto che non mi sono ripresa le cuffiette. Pazienza, ne comprerò delle altre! In questo istante non tornerei indietro per nessuna ragione al mondo.

Mia madre ha lasciato un foglio sul frigo dove scrive che è al supermercato e in forno ci sono le lasagne da scaldare. Strappo il bigliettino e lo accartoccio per gettarlo poi sul piano della cucina. Al diavolo la lasagna. Ho lo stomaco così chiuso che non credo c'entri un solo boccone!

Vado di sopra e apro l'acqua della vasca da bagno. Prendo il cellulare e invio un messaggio a Matteo .

<< I momenti belli non ci sono mai stati e non ci saranno mai più, forse non ho lottato abbastanza o forse non li merito semplicemente. >>

Il vapore riempie la stanza.

<< Ehi che succede? >> Matteo scrive velocemente.

<< E' tutto finito >> confesso.

<< Perchè? >>

<< Riccardo ci ha visti stamani in corridoio e crede che ci sia qualcosa tra noi >>

Lui digita svelto: << vuoi dire tra me e te? Ma non può pensare una cosa del genere. Vuoi che ci parli io domani a scuola? >>

<< No. Potrebbe finire male. >>

<< Non ho paura di lui, sono cintura nera di Karate >>

<< Figo! >> rispondo. << Comunque preferisco che non provi a parlare con lui, voglio evitare risse o roba simile. >>

<<Però tu promettimi che per qualsiasi cosa mi fai uno squillo.>>

<< Te lo prometto. Grazie. >>

<< Non ringraziarmi. Gli amici servono a questo, no? >> poi aggiunge : << Domani ho una sorpresa per te, qualcosa che ti farà bene e anche uscire un pò di testa, in ogni senso...>>

<< Di cosa si tratta? >>

<< Tieni a freno la tua curiosità, lo vedrai domani... >>

La vasca è già pronta e decido di salutare Matteo.

Mi ha messo curiosità e se domani andrò a scuola con un briciolo di voglia sarà solo perchè posso sfogarmi con lui e scoprire la sua sorpresa.

Al momento Matteo è l'unica cosa che mi tiene a galla.

Mi tolgo i vestiti, raccolgo i capelli in una crocchia alta e mi immergo.

Mi ritrovo a pensare a cosa starà facendo Riccardo adesso.

Forse sarà rimasto a casa a bere birra, forse sarà uscito con la moto oppure si sarà diretto al lago dal nonno.

Mi sento come sotto ad un treno e faccio una fatica esagerata a non scoppiare di nuovo in lacrime. Al solo pensiero che io e lui non stiamo più insieme la gola si chiude e il cuore si divide a metà.

Bagno la faccia e scendo con le spalle sotto al filo d' acqua.

Il viso si ripulisce da tutte le menzogne e cattiverie e il dolore si affievolisce, per tornare ancora più devastante quando riemergo in superficie. Chiudo gli occhi e abbandono la testa all'indietro, poggiandola sul bordo. Il profumo del bagnoschiuma alla rosa invade i miei sensi e l'acqua bollente tenta di rilassare ogni mia ingiusta contrattura.

Gli occhi si fanno sempre più pesanti, fino a trasportarmi tra le accoglienti braccia di Morfeo.

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