CAP. XI Risveglio bagnato
Quando riprendo coscienza sono distesa sopra a qualcosa di morbido.
Sono confusa e stordita e provo un freddo terribile.
Qualcuno ha l'accortezza di avvolgermi in qualcosa di caldo e finalmente il tremore si affievolisce.
- Ari riesci a sentirci?-
-Bellissima sei con noi?-
Le voci aleggiano indistinte nell'aria.
Lentamente apro gli occhi. - Co..co..cosa è successo?- muovo freneticamente le pupille tra la ombre indistinte che mi circondando.
- sei finita in piscina e ci hai fatto prendere un gran bello spavento..- riconosco Marcello davanti a me - ma adesso è tutto finito..- sorride rassicurandomi.
Provo ad alzarmi ma lui mi spinge di nuovo sul divano - ti porto di sopra in braccio, meglio se non ti muovi, sei appena reduce da un annegamento! - strizza l'occhio.
Annuisco e mi guardo intorno.
I ragazzi e le ragazze che mi circondano sono puri sconosciuti intenti a scrutare e curiosare il mio stato di salute.
La faccia piena di Renato appare affianco a quella del mio fidanzato. - Tornate tutti alla festa, Arianna sta bene!- incita la folla a diradarsi, - facciamo ripartire la musica! -
Marcello mi pone un braccio sotto alle gambe e uno sotto al collo e mi solleva, trascinandosi dietro il plaid di lana. Raggiunge la scalinata per salire al piano superiore quando la voce di Renato lo reclama: - Marcello scusa un attimo! Ho un problema con lo stereo, non riesco a far ripartire le casse, credo ci sia un guasto nell'alimentatore, puoi venire tu a controllare?-
Lui sposta l'attenzione da me all'amico.
- E' davvero urgente, tutte queste persone aspettano solo di riprendere a ballare! -
Marcello annuisce e sta per riportarmi sul divano quando dei passi suonano giù dalla gradinata e una mano blocca il suo movimento - aspetta - la voce di Riccardo mi riscuote - ci penso io a lei, tu vai pure con Renato! -
In meno di mezzo secondo mi ritrovo tra le braccia di Riccardo, che mi mantiene con una leggerezza disarmante.
Il vestito è incollato completamente al mio corpo e i capelli ricadono bagnati sulle spalle.
Riccardo in silenzio mi conduce di sopra, attraversa il corridoio ed entra in un'ampia camera matrimoniale, chiudendosi la porta alle spalle.
Appena mi adagia sul letto, come un lampo a ciel sereno, riacquisto buona parte della memoria.
Ricordo della corsa sfrenata, del salto, del tuffo e dell'acqua fin dentro ai polmoni.
Scatto seduta sul letto come una molla - Dov'è Giulia?-
La testa mi gira vorticosamente e mi trovo a ricadere di nuovo stesa all'indietro.
- Ehi! Piano! - Riccardo mi rimprovera, - Giulia sta bene. Sta semplicemente smaltendo la sbornia nella camera accanto! - indica con un dito la parete dietro di me.
Mi rilasso e lascio andare un respiro profondo. - Io non so nuotare - ammetto.
- Me ne sono accorto - ride lui, - quasi mi hai ucciso!-
Lo guardo interrogativa.
Poi mi accorgo che anche i suoi capelli sono bagnati, così come la maglietta ed i jeans.
In realtà è il ragazzo più bagnato che abbia mai visto!
Alla mente si affaccia anche il ricordo delle labbra che hanno insufflato aria nella mia bocca e degli occhi che mi osservavano splendenti e preoccupati, i suoi.
Il cuore prende a battere veloce - Sei stato tu ha riportarmi in superficie ?-
- già - annuisce - ti sei accorta che non sono ancora riuscito a parlarti in una situazione normale? -
Penso a tutti i modi assurdi nei quali mi sono ritrovata ad avere a che fare con lui e non posso fare a meno di sorridere.
Riccardo si tira indietro un ciuffo e batte i denti infreddolito. - Che ne dici se cerchiamo qualcosa di caldo da mettere addosso? Prima che ci trovino morti assiderati in una maestosa villa in provincia di Roma? -
Annuisco. Lo seguo con lo sguardo spostarsi verso l'armadio, per uscirne poco dopo con un paio di felpe extra-large con tanto di cappuccio.
- Non credo riusciremo a trovare dei capi migliori ! - ironizza, lanciandomene una.
Indosso la felpa sopra al vestito e tiro su il cappuccio. Rimpiango di non avere a portata di mano i miei vestiti, abbandonati dietro al muretto affianco alla villa, ma cerco di accontentarmi.
L'indumento è molto caldo e riesce a placare più del plaid il tremore.
Poi all'improvviso l'aria nella stanza si riduce. Tutto comincia a girare e la ragione è una soltanto:
Riccardo si è sfilato la maglietta bagnata.
Riprendo a tremare, ma questa volta la causa non è il freddo, piuttosto il senso di panico e di angoscia improvvisa.
I muscoli che delineano il torace del ragazzo che mi è di fronte sono ben definiti, le braccia lisce e perfette mentre infilano la felpa asciutta dal capo, scorrendola lungo il busto.
Pian piano la sua testa riaffiora da dentro l'indumento e i nostri occhi si incontrano.
La stanza è in penombra e una musica lontana riprende a vociare dal piano inferiore.
Il ritmo fa vibrare le pareti ed arriva a noi solo come un'eco lontana.
Riccardo si siede sul letto affianco a me, senza abbassare un secondo la guardia dal mio viso.
Vorrei trovare qualcosa da dire, ma non riesco a muovere nessun muscolo del corpo, neanche il più piccolo e indifeso.
I miei occhi si incollano alle sue labbra, cercando di riportare a galla ogni singolo istante del suo tocco rianimatorio.
Lui allunga una mano su una ciocca di capelli che fuoriesce ribelle dal cappuccio.
La scosta delicatemente e posa l'indice sulla mia guancia, facendolo scorrere dolcemente sulla pelle fino alla rima della bocca.
Sono in una dimensione ultra terrena.
Tra sogno e realtà e non posso fare altro che abbandonarmi a quel tocco così dolce e delicato.
Il suo viso si avvicina sempre più al mio e le mani tremano dentro le tasche della felpa.
Di colpo realizzo ciò che sta per accadere.
Riccardo, il ragazzo dagli occhi verdi smeraldo, quello che ha turbato tutta la mia settimana con visioni ripetitive e ossessionanti, sta per posare le sue labbra sulle mie.
Mi lascio sollevare il mento.
Lentamente. Dolcemente.
E chiudo gli occhi.
-Bellezza, Riccardo, siete qua?-
La porta si spalanca con un tonfo sordo.
Il cuore sale in gola e gli occhi si aprono bruscamente.
Riccardo si tira indietro, allontanandosi da me e si gira verso Marcello che è entrato dentro la stanza.
-Come stai bellezza?- si avvicina al letto e si protende ad abbracciarmi.
Non si è accorto di niente.
- Molto meglio - annuisco, cercando di tornare con i piedi nel mondo umano.
- dobbiamo ringraziare Riccardo! - afferma - se non era per lui non so cosa sarebbe potuto succedere! -
Annuisco concorde e rivolgo un sorriso al mio salvatore, che è in piedi, con le mani dentro i jeans gocciolanti e mi guarda frastornato.
-A quanto pare il diploma di bagnino che sono stato costretto a prendere è servito a qualcosa!- alza le spalle.
- Puoi dirlo forte! - esclama Marcello.
- Adesso vi lascio - Riccardo porta indietro i capelli e indietreggia di un paio di passi, - vado a controllare se Giulia dorme ancora...-
Rimango immobile a guardarlo uscire.
Il silenzio invade la stanza.
Un silenzio che fino a pochi minuti fa era anche troppo carico di parole.
Impiego una buona dose di concentrazione per riprendere a respirare regolarmente.
La mia testa risulta sovraccarica di emozioni e avvenimenti fin troppo ravvicinati.
Marcello mi prende una guancia dentro al palmo - mi hai fatto prendere proprio un bello spavento!- posa le labbra sul cappuccio della mia felpa - adesso dovrai per forza farti perdonare!- mi solleva la testa e senza chiedere il permesso bacia le mie labbra con un impeto mai visto prima.
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