CAP XC Rebecca: new love new life

Rebecca

- Riccardo sei un bugiardo! - grido a perdifiato, - mi ero fidata di te! - la mia voce sbatte da un muro all'altro, senza però oltrepassare la stanza.

Ho il respiro corto e le tempie che pulsano. Ogni movimento che tento di fare, risulta inefficace per la mia liberazione. La corda stringe sempre più intorno ai miei polsi.

Riccardo mi ha fregata, mi ha presa in giro, nel modo più meschino e indecoroso possibile!

E' apparso nei miei giorni come una stupenda e fantastica visione, ma, quello che sembrava un bellissimo angelo paradisiaco in realtà non era altro che un dannato diavolo tentatore!

Come ho fatto a non accorgermene?

Come ho potuto abbassare la guardia tanto facilmente?

Mi ero ripromessa che non avrei mai e poi mai perso la testa per un ragazzo che non osasse ricambiare i miei sentimenti, invece devo di nuovo fare i conti con i miei errori e con la malasorte!

Dopo l'esperienza con Alfred avevo fatto una bella croce rossa sull'amore non corrisposto, ma a quanto pare si è sbiadita, e io mi sono lasciata fregare come una dilettante allo sbaraglio. Che sciocca!

Devo riconoscere che Riccardo è stato in gamba. Ha saputo giocare abilmente con la mia debolezza fisica. Mi sono fatta abbindolare dai suoi modi rudi e maschi e ho perso il lume della ragione.

Questa esperienza mi servirà da lezione.

Mai più lascerò a un ragazzo pieni poteri sul mio corpo.

Mai più permetterò a un uomo di abusare dei miei sentimenti e della mia persona.

Muovo i fianchi a destra e sinistra, senza alcun risultato.

Il nodo è troppo tirato, troppo strizzato e la rabbia ribolle nelle visceri come una pentola a pressione impazzita.

Non posso pensare che Arianna sia stata d'accordo con Riccardo in un piano del genere. E' un colpo basso per me!

Non ci credo! Tutto ciò è pura fantascienza!

Se non fosse per questa fune che fa da laccio intorno alle braccia, e per il freddo che ormai si è impossessato del mio corpo seminudo, penserei che sto vivendo un sogno.

Un dannato, orrendo incubo, dal quale non riesco a destarmi.

Uso i miei ultimi residui di voce per gridare aiuto un'altra volta e un'altra ancora, ma, le richieste disperate si disperdono in questa camera, in questo piano, in questo agriturismo, ai confini della città e del mondo.

Non mi rimane che affidarmi alla preghiera.

Supplico gli angeli del Paradiso affinché scendano a porgermi la loro mano benevola e i diavoli degli Inferi perché vadano a pungere Riccardo e Arianna con i loro forconi infuocati.

La corda stringe così tanto da intorpidire i polsi e fermare la circolazione.

Un raptus di foga scuote nuovamente il mio corpo, che riprende a muoversi disperato. Le braccia dolgono e le scapole sbattono duramente contro le sbarre del letto. Lentamente mi sfinisco. La rabbia, la furia, la disperazione lasciano il posto alla tristezza.

Mi accascio ormai priva di ogni energia e speranza, quando, come per miracolo, sento delle voci nel corridoio.

Spalanco gli occhi, faccio carico delle mie ultime energie, prendo fiato e grido: - Sono qui! Aiutatemi! -

Tendo l'orecchio e riconosco che si tratta di possenti timbriche maschili.

Un piccolo barlume di gioia si apre nel mio cervello e aumenta man mano che quelle presenze si fanno più vicine. Poi l'accenno diviene felicità allo stato puro perché, con mia grande sorpresa, qualcuno da fuori comincia a trafficare con la serratura.

Forse le mie preghiere non sono andate perse, forse il Paradiso mi ha ascoltata e allora spero che anche l'Inferno faccia altrettanto!

Non sarò io a far pagare ai due fidanzatini le pene più atroci e i patemi più strazianti, ma Satana in carne e ossa! Lui, il re del male.

Quei due dovranno soffrire dolori moltiplicati per quattro, dieci, venti volte, quelli che sto sopportando io stessa in questo momento.

Il fuoco corroderà le loro anime, le loro ossa e i loro cuori.

Io non sono felice e neanche loro lo saranno! Nè adesso, né mai.

La porta si spalanca. Marcello sudato e scosso corre verso il letto.

Non appena mi vede, distesa e con la corda ai polsi si immobilizza.

Si strofina gli occhi e apre e chiude la bocca senza emettere alcun suono.

Un istante dopo appare a seguito Renato, - Perbacco! - dilata al massimo le pupille.

- Che c'è? - scuoto la testa, - non avete mai visto una ragazza seminuda legata ad una inferriata del letto? -

Renato muove le fauci sbavando, mentre Marcello non fa cenno di muoversi.

- Avete intenzione di stare lì a guardare per molto altro tempo? – domando, - oppure preferite sciogliermi da questa corda assassina? -

Marcello si riscuote, sale sul materasso con le ginocchia e si mette a allentare il nodo, - Ti libero subito! – dice, - questo cappio è molto stretto! - serra i denti.

I miei occhi cadono sui suoi polsi, - Ma anche tu...- seguo i profondi solchi rossi sulla sua pelle.

Marcello scioglie la fune, - Sì anche io – annuisce, - è stato Renato a liberarmi proprio adesso! -

Massaggio i polsi con espressione interrogativa.

Marcello alza le spalle, - siamo stati due polli! – afferma.

La risata di Renato risuona nella camera.

Mi giro di scatto. Marcello imita la mia reazione, fulminando l'amico con lo sguardo.

Il ragazzo paffuto alza le mani, - Scusate, scusate! – balbetta, - era solo molto divertente, due polli! – si schiarisce la voce, - anche se Rebecca, tu sembri più una bella pollastrella! -

- Cosa? Come ti permetti?-  replico, mentre cerco la vestaglia gettata a terra al lato del letto.

Marcello gli lancia una brutta occhiata.

Le guance paffute di Renato si gonfiano, per lasciarsi andare subito dopo in un buffo sospiro.

Indosso velocemente la veste, ma i brividi sul mio corpo non riescono a cessare.

Marcello sfrega le mie braccia, - ma tu stai tremando?-

- Non è niente! - lo rassicuro, - è solo che sono stata troppo tempo scoperta! – tremo.

Lui mi stringe contro il petto e mi bacia sulla testa, - Adesso ci penso io a scaldarti! – dice, avvolgendomi tra le sue braccia, - sono stati bravi quei due, hanno saputo individuare e colpire il nostro tallone di Achille! -

- E pensare che Riccardo sembrava così vero e sincero! – sospiro, - le sue parole e le sue carezze. Si è spogliato davanti a me, mi ha legata ed accarezzata! - gli prendo una mano e la poso sul mio seno, - mi ha accarezzata così! - faccio in modo che le dita di Marcello premano sul mio reggiseno.

Lui deglutisce, assecondando la mia presa, - Anche Arianna ha fatto lo stesso - i suoi occhi fissano i miei, - si è tolta jeans e canottiera, mi ha legato e toccato! - respira forte, scivola la mano sulla mia pancia fino al basso ventre, - mi ha toccato esattamente in questo punto qua! - si ferma all'altezza del mio pube.

Boccheggio, rapita dal gesto e dalla vicinanza di Marcello.

Dalla testa passano flash sfuocati di Arianna al lavoro. Immagino la sua audacia e sfrontatezza. Mi domando soltanto dove Riccardo abbia trovato la pazienza per permetterle un comportamento simile!

Marcello mantiene il palmo fermo sulle mie mutande di pizzo.

Io sostengo i suoi occhi. Le sue iridi sono una mescolanza di colori, riesco a scorgere ogni sfumatura di marrone, dal più chiaro al più scuro.

Poi come per magia una piccola scintilla mi scalda il cuore.

Come una miccia che si accende.

Una debole fiamma calda e rassicurante.

Di colpo vedo tutto con dei grossi e lucidi occhi esterni.

So che non dovrei affidarmi a nessun altro uomo.

Troppo dolore, troppa delusione!

Purtroppo in questo momento mi sento fragile e sola e Marcello è l'unica vera e propria costante. È qui insieme a me e mi ha appena salvato l'esistenza!

La mia voce esce senza che possa impedirlo: - Perchè ci stiamo rovinando la vita appresso a quei due? Riccardo non mi vuole, non mi amerà mai e lo stesso vale per Arianna! Lei non ti ha amato quando stavate insieme e né lo farà da adesso in avanti! -

Non mi riconosco più.

Non sono il tipo di donna che si arrende così, ma questa situazione mi ha sconvolta sul serio. Sono in balia dello sconforto più totale.

Sto vedendo tutto nero, tutto assolutamente buio pesto.

Marcello passa l'indice sull'elastico del mio slip.

Chino la testa, appoggiando la fronte sui suoi pettorali.

- Io e te, Rebecca, siamo cuori in tempesta, creature in cerca del rischio adrenalinico e delle emozioni forti – afferma, - entrambi cinici e ottusi, chiusi e devoti alla ricerca del piacere più puro! Per te Riccardo è aria necessaria ai polmoni e per me Arianna è linfa vitale! - le sue dita percorrono lente il mio inguine, - purtroppo però loro non sono quello che ci aspettiamo! Li abbiamo idealizzati e li abbiamo visti come un trofeo irraggiungibile, ma non è così! Quei due individui sono più terreni di qualsiasi altro essere vivente appartenente a questo pianeta! -

Il mio respiro aumenta.

La vicinanza di Marcello e la sua mano tra la coscia e il pube fanno risalire la temperatura corporea gradualmente, - Forse hai ragione! – ammetto.

Nella mia testa il volto di Alfred si somma a quello di Riccardo. Il mio cuore si lacera vedendo le due facce affiancarsi e sovrapporsi.

Due ragazzi opposti.

Due ragazzi che il mio cervello ha portato allo stremo.

Due ragazzi che ho sognato, vissuto, combattuto, credendo di poter vincere.

Due ragazzi che nella mia fantasia erano di gran lunga migliori, che nella cruda realtà.

Marcello dice, fermamente: - E' arrivato il momento di scegliere: inseguire l'impossibile e vivere di odio e rabbia, oppure affidarci al concreto e accontentarci! – mi fissa, - qual' è la tua decisione finale Rebecca? -

- La mia scelta – sospiro, - sono stufa di eccitarmi con uomini inavvicinabili – dico, fermamente, - Ho deciso! Ho chiuso con quelli! Voglio qualcuno di terreno, disponibile, vero! Qualcuno come te!- mi sbilancio, - e tu? Qual' è la tua di scelta? -

Marcello si blocca ma, soprattutto, le sue mani si bloccano, esattamente sull'elastico delle mie mutandine. I suoi occhi mi guardano indecifrabili.

Trattengo il respiro, aspettando una risposta, un movimento.

Un qualcosa che mi faccia capire che non ho sbagliato a fidarmi di lui.

L'attesa aumenta il desiderio e la voglia.

Di sapere, di conoscere, di lasciarsi andare.

La testa si annebbia e il cuore sale e sale, fino alle stelle.

- Marcello io e te potremo essere felici, siamo uguali, siamo la stessa faccia della solita medaglia! - il mio respiro è ormai solo sussurro.

Lui avvicina la bocca al mio orecchio, - D'accordo! Dico basta al dolore, alla ricerca dell'amore inverosimile! Arianna mi ha deluso! - con il naso mi sposta i capelli, - il mio non era amore, ma cecità! Vera e pura cecità! – indietreggia, spostandomi verso il letto, - la mia scelta? – sorride, strizzandomi un occhio, - noi! –

Sorrido di rimando e mi lascio scivolare con la schiena sul materasso.

Lui scende sopra di me. 

- Emm! Scusate! -

Una voce ci porta fuori dalla nostra sfera di cristallo incantata.

Mi volto e ai piedi del letto c'è Renato.

È imbalsamato nella stessa identica posizione di quando è entrato in camera.

- Volevo solo dirvi che io quasi quasi me ne andrei! - accenna un sorriso.

Marcello guarda il collega e sghignazza: - Se vuoi assistere non c'è problema! Un po' di scuola non fa mai male! -

Sorrido, lasciando andare la testa indietro. I miei capelli si spargono sulla coperta.

Marcello abbassa la fronte sulla mia pancia, cominciando a baciarmi con delicatezza intorno all'ombelico.

Renato farfuglia qualcosa di incomprensibile, prima di decidersi a fuggire a gambe levate.

- Chiudi la porta! - lo richiama Marcello.

L'uscio sbatte.

Marcello solleva la testa, - Ti va di essere la mia vera e propria fidanzata? – domanda.

- Okay! – accetto, - saremo la coppia più bella del mondo! Faremo invidia a tutti, anche a quei due pezzenti di Riccardo e Arianna! –

La musica al piano inferiore cessa.

Gli ospiti se ne vanno. Ma noi no. Io e Marcello restiamo.

E la nostra unione non è solo quella di una notte, ma di una vita intera.

Questa volta ho scelto la semplicità.

Ho puntato per il gioco facile e sicuro e non posso aver sbagliato.

Marcello fa uscire tutta la sensualità che è in lui.

Mi abbandono alle sue mani, alla sua bocca e al suo corpo.

Non è la prima volta che facciamo sesso, ci sono state altre occasioni, ma tutte perfettamente calcolate per colmare quella grossa voragine che ci attanagliava.

Ora però è diverso. Ora siamo fidanzati!

Sono le sei e mezza del mattino.

Non c'è stato tempo per dormire, ma solo per l'amore. Tanto, tanto amore.

Mi stiro e poso la testa sul petto nudo di Marcello.

Lui tiene le braccia sotto la nuca, - Da oggi in poi la nostra vita sarà diversa - guarda il soffitto, - penseremo solo a noi e alla nostra felicità. Me lo prometti? -

Inalo l'odore che emana la sua pelle. E' buono.

- Te lo prometto! –

Questo giuramento mi apre una nuova finestra sul mondo.

Una nuova vita.

E' come se l'astio verso l'universo, verso Alfred, verso la perdita di mia madre e la nuova compagna di mio padre fosse sotterrato improvvisamente in fondo all'anima, talmente in basso che nè angeli, nè diavoli possono scavare per tirarlo fuori.

Forse un po' di rabbia per il comportamento di Riccardo rimane ancora a galla; dell' astio che si mescola alla stordimento per i suoi occhi verdi, e all'invidia per Arianna, la paladina prescelta. Tuttavia è qualcosa che posso superare. Mi reputo abbastanza in gamba da bypassare ogni aspetto negativo che sussista.

Non sono sola, Marcello è con me e io impiegherò tutte le mie forze per aggrapparmi a lui e farmi guidare verso il sereno. Insieme ci faremo da spalla e grazie al nostro amore non cadremo di nuovo nella tentazione dell'odio.

Voglio lottare per la mia felicità futura e non più vivere solo per alimentare orgoglio e vendetta. Io, Rebecca, merito una vita normale. Io voglio una vita normale.

E da oggi la avrò!

Marcello si solleva alla ricerca della maglietta, - Devo andare – annuncia, - prima che tuo padre e la tua matrigna vengano a bussarti alla porta! -

- No! - lo blocco, - rimani, voglio presentarti a loro, desidero che la nostra storia sia ufficiale! -

Lui pare titubante.

Faccio il broncio e passo una mano sui suoi addominali, - E poi ancora è l'alba, abbiamo molto tempo davanti, sai quante altre cose si possono fare in questi minuti restanti...-

Marcello lascia che gli accarezzi il busto, - Ma non sei stanca? - scuote la testa, - lo abbiamo già fatto cinque volte da ieri sera! -

- Tu forse non mi conosci bene! - lo canzono, - cinque non è una bella cifra, sai che la perfezione è il numero sette? -

Marcello sgrana gli occhi, quasi impaurito, - significa che vuoi ripeterlo per altre due volte?-

Alzo l'elastico dei suoi boxer, sfilandoglieli sulle cosce, - Dovrai comprarti un libro di "Kamasutra" se non vorrai annoiarmi! -

Marcello si aiuta con i piedi a togliere l'intimo. Mi solleva a cavalcioni sul suo corpo, - Io il "Kamasutra" lo conosco a memoria! – mi punta un dito contro il naso, - ricordalo Rebby! -

Rido e affondo la testa sul suo collo, - Allora è venuto il momento di mettere in pratica i tuoi saperi! -

Marcello mi cinge la vita e ribalta le postazioni, - Adesso ti faccio vedere io! –

Alzo gli occhi al soffitto, lasciandomi sfuggire un gridolino.

Ah! Gli uomini!

Basta saperli cogliere nei loro punti deboli che fanno tutto ciò che desideri!

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