CAP. X Un Paradiso su misura per me
Il sabato sera io e Giulia ci troviamo nei sedili posteriori dell'auto dei suoi genitori, alla volta di Fregene.
Il tragitto è piuttosto lento a causa del traffico pressante del sabato sera.
Quando finalmemnte arriviamo a destinazione scendiamo sul viale che conduce alla villa di Renato e respiriamo da subito un' aria salmastra di festa.
Giulia attende che gli adulti si allontanino e poi mi prende per mano.
- Vieni con me, prima di entrare dobbiamo fare una cosa fondamentale - mi trascina dietro ad un muretto e si guarda intorno. - Qui è perfetto, non ci vedrà nessuno!-
La osservo allibita togliere dalla borsa una minuscola gonna di jeans con paillettes sulle tasche laterali.
- Questa sarà perfetta per la serata!- la ammira estasiata.
- Vuoi indossare quella cosa?- spalanco gli occhi.
- quella che tu chiami semplicemente cosa, è una magnifico capo Guess che ho comprato di nascosto con la carta di papà!- mi strizza l'occhio - ah! e non finisce qui...- si china e tira fuori anche un tubino nero, cortissimo e aderentissimo, decorato con delle perline bianche sulla scollatura - ecco questo è per te!- sorride soddisfatta - per la mia unica e speciale amica del cuore !-
- Io dovrei indossare questo?- rigiro il capo tra le mani sempre più perplessa.
Giulia non mi dà ascolto e comincia a spogliarsi. Sotto ai jeans porta un minuscolo perizoma nero che mi incanto a guardare, chiedendomi se sul mio corpo potesse mai stare bene qualcosa di simile.
Messi minigonna e stivali, il risultato è semplicemente uno schianto in carne ed ossa.
- Tata cosa fai ancora lì impalata? - mi fa riscuotere, - muoviti, altrimenti arriveremo dopo il brindisi!-
Riluttante tolgo pantaloni e camicetta, che avevo passato metà pomeriggio a scegliere per l'occasione, e faccio scorrere l'abito da sopra la testa.
Giulia mi aiuta a chiudere la zip - sei bellissima!- mi fa girare più volte - questo abito sembra proprio cucito sulla tua pelle!- esclama - scommetto che farai girare la testa al tuo bellissimo Marcello !-
- Bello è bello - passo il palmo sulla stoffa liscia - però è un po' troppo corto...- l'orlo termina sopra il ginocchio e già immagino che passerò l'intera serata a tirarlo verso il basso.
Lei non si perde ad ascoltarmi e toglie dalla pochette un Versace fruttato - e per finire un tocco di dolcezza!- spruzza la miscela nell'aria, avvolgendoci in una nuvola di profumo - adesso siamo pronte! - ripone i nostri vestiti in una borsa sotto al muretto e solleva il pugno in alto - la festa è nostra!!!-
Quando varchiamo il cancello della villa la musica e il frastuono ci assalgono.
Nel giardino le luci sono soffuse , intorno alla piscina, sono stati organizzati dei tavoli, per accogliere qualsiasi tipo di alcool e bevanda.
Giulia si guarda intorno e procede dritta sul tacco dodici, io cammino dietro di lei, insicura sulle ballerine.
Entriamo all'interno della casa. Alcuni faretti rossi, verdi e gialli ci accolgono, girando vorticosamente in un magico effetto da disco dance anni ottanta.
La gente spinge per passare da una stanza all'altra. Sul divano in salotto un paio di coppie si lasciano andare ad atteggiamenti poco conformi, mentre delle ragazze in tiro e molto più grandi di noi, si muovono e ballano al ritmo di una Be Young portata a tutto volume.
Più mi guardo intorno e più mi sento come un pesce fuori dall'acqua. Penso a quanto sarebbe stato meglio essere rimasta a casa dentro il mio pigiamone, con mia madre di fronte alla tv.
Poi all'improvviso il suono di una voce familiare tra la folla mi fa voltare.
- Ragazze !!!-
I miei occhi si illuminano, mentre mi getto tra le braccia di Leo che ricambia prontamente la stretta. Finalmente una faccia amica!
- siete davvero fantastiche, quasi non vi riconoscevo!- i suoi occhi si soffermano su quelli di Giulia.
Lei ringrazia e lo bacia delicatamente sulle guance - Hai visto Riccardo o Marcello?-
Il sorriso dalle labbra di Leo scompare e scuote la testa.
- Allora io e Ari andiamo a cercarli - mi prende per mano e gira sui tacchi, lasciando Il nostro amico impalato e stordito a guardarci allontanare.
-Non sei stata molto gentile con Leo - le faccio notare con un urlo che riesce a superare il frastuono.
Lei alza le spalle e mi trascina pesantemente, ignorando il fatto che sono ancora in fase di convalescenza - Tata dobbiamo trovare i nostri uomini - grida di rimando - non abbiamo tempo da perdere! -
Procediamo sul terrazzo, dove un paio di ragazzi ci fermano per chiedere una sigaretta.
Giulia gli concede il pacchetto e i due si sentono in dovere di tentare un approccio.
La mia amica si diverte a provocarli, atteggiandosi con moine ricercate, senza però cedere alle loro avance.
Sbuffo infastidita e sto per ricordarle che abbiamo appena mollato Leo per andare alla ricerca dei nostri uomini e adesso non ha molto senso perdere tempo con questi individui inutili, quando il mio sguardo si sofferma su tre figure che procedono spedite verso di noi.
L'andatura di Riccardo è inconfondibile. Accanto a lui Marcello e a seguire Renato.
Il cuore si lascia andare in un sussulto e gli occhi non sono in grado di togliere lo sguardo da Riccardo e dalla sua giacca blu aperta sulla t-shirt bianca.
Si è ingellato i capelli ed ha qualcosa di diverso, che illumina ancora di più il suo sguardo stupendo e maledetto.
Quando mi rendo conto che si tratta di un pearcing sul sopracciglio destro, ho un vero e proprio capogiro e non riesco a scollare lo sguardo dalla visione di quel cerchietto di metallo.
Sembra così perfetto, come se qualcuno glielo avesse cucito addosso.
Riccardo punta accigliato i due tipi che parlano con Giulia, loro alzando le mani in segno di resa ed evaporano velocemente.
-Grazie Renato per il tuo invito - Giulia lascia un bacio sulle guance del ragazzo fasciato da una camicia bianca sicuramente troppo stretta.
Il festeggiato ricambia l'abbraccio. - Il piacere è mio - sorride impacciato, - divertitevi ragazze! - si sposta a dare un bacio anche sul mio zigomo, per poi andarsene a salutare un altro gruppo di persone appena arrivate.
Marcello si avvicina e mi sussurra tra i capelli: - Sai che questo vestito è davvero fantastico, anzi tu sei fantastica! - pare denudarmi con gli occhi ed io arrossisco violentemene.
Giulia rivolge indice e medio verso l' alto in segno di vittoria e poi si fionda tra le braccia di Riccardo.
Il contatto dei loro corpi mi provoca un notevole scombussolamento.
Non mi piace guardarli stringere in un abbraccio.
Non mi piace vederli vicini.
E quando Giulia posa le labbra rosso fuoco su quelle carnose e sensuali di lui, ogni cosa che mi circonda scompare per sempre.
La musica, i suoni, la gente, Marcello al mio fianco.
Tutto diventa solo una muta e gigantesca spirale caotica.
E il mio cuore inspiegabilmente si spezza, producendo ancora una volta un crack mostruoso e inquietante.
- Bellezza andiamo a ballare! - Marcello mi prende per mano, trascinandomi via.
Io mi faccio trasportare passivamente senza però riuscire a togliere lo sguardo dalla mia amica e dal suo amante, che stanno scambiando il bacio più pressante e avvolgente che abbia mai visto.
Poi è un attimo, Riccardo senza smettere di muovere la bocca contro quella di Giulia, apre gli occhi e li punta contro i miei.
I nostri sguardi si sostengono e mandano il cuore alla velocità della luce.
Un'energia potente che scuote ogni parte del corpo.
Fa tremare e dilatare al massimo le pupille.
Un istante carico di tutto. Di emozioni. Di rabbia e desiderio.
Un attimo nel quale capisco che vorrei essere io al posto di Giulia.
Tra le braccia di Riccardo, a contatto con le sue labbra e avvolta nel suo profumo.
Marcello mi porta in pista ed io non riesco a scollarmi di dosso il tremore che si è impossessato di tutto il mio corpo.
- Hai freddo? - domanda lui, strofinandomi le braccia.
- Sto bene - lo rassicuro, ma in realtà cerco di convincere soprattutto me stessa.
Allontano il più possibile dalla mente l'immagine di Giulia e Riccardo avvinghiati, gli occhi verdi di lui puntati su di me e inizio a ballare.
Heroes passa dai timpani fino al cuore e al cervello.
Mi lascio coinvolgere a pieno, estraneandomi dal mondo che mi circonda.
Marcello mi posa le mani sui fianchi, seguendo i movimenti ondeggianti e pieni del mio bacino.
Io rallento, la sua vicinanza mi rende nervosa.
Il ritmo non è sufficiente per allentare la sorta di fastidio e così cerco di sottrarmi alla presa che, però, rimane ben salda.
- Sei la ragazza che ho sempre sognato...- La bocca di Marcello prende campo tra i miei capelli, avvicinandosi alla sensibile pelle del collo. Le sue dita si spostano sulla mia vita. - Perché non andiamo di sopra? In questa villa ci sono un sacco di stanze libere, solo per noi...-mi spinge indietro fino ad arrivare al muro, in un angolo più appartato della sala.
- io...- provo a sottrarmi dal peso del suo corpo contro il mio - io...ho bisogno di bere qualcosa prima..- escogito l'unica scusa che mi passa per la testa che mi consenta di sfuggire alle sue precipitose avance.
Marcello mi guarda contrariato, ma poi subito si ricompone - va bene - acconsente - stasera ogni tua richiesta per me sarà un ordine! -
Tiro più giù l'orlo del vestito e ricompongo i capelli, mentre vengo trascinata dalle parte opposta della casa, fino al giardino.
Al tavolo degli alcolici ritroviamo Giulia e Riccardo.
La mia amica è completamente su di giri e mi dice di aver bevuto due fantastici cocktail. Ha un sorriso che le copre metà faccia e continua a buttare giù un bicchiere di spumante dietro l'altro.
- Forse sarebbe meglio se la smettessi di bere - Riccardo le toglie il bicchiere dalle mani.
- Ma cosa dici? - lei lo riprende e ingurgita tutto il contenuto, - io l'alcool lo reggo benissimo!-
- Riccardo ha ragione - intervengo, - Giu basta così, stai esagerando!- le afferro il calice dalle mani per posarlo sul tavolino più vicino.
- Non sto esagerando..- si ribella lei, - mi sto solo divertendo! -
All'improvviso la musica si ferma e tra fischi e applausi vediamo arrivare quattro ragazze con una gigantesca torta, che piazzano sopra un lungo tavolino di legno.
Come il resto degli invitati ci avviciniamo a Renato che procede a tagliare l'enorme ammasso di panna montata.
Non ci sono candeline, nè cantilene di buon compleanno.
Solo il tempo dei ringraziamenti, poi la musica riparte, più assordante e potente di prima.
Infondo sono solo le dieci e la festa è appena iniziata.
Sto per prendere il piattino con il pezzo di torta più grande e decorato quando Giulia mi sussurra all'orecchio: - Ti va di animare un po' la serata?-
La guardo confusa e impaurita, cercando di capire cosa stia confabulando dentro la sua testolina.
Lei non mi lascia il tempo di pensare. Mi prende la mano e inizia a correre, schivando la gente.
- Seguimi!- mi incita.
Marcello e Riccardo ci osservano disorientati, mentre noi ci avviciniamo sempre di più alla piscina.
La caviglia riprende a pulsare a seguito dello sforzo commesso e il cuore mi batte veloce.
Giulia è uno spirito libero, un vento in tempesta, una forza della natura che prende e porta via ovunque si trovi e ovunque vada.
Non riesco a fermarla perchè la sua potenza è fin troppo energica e trascinante.
E, senza che possa farci niente, mi ritrovo a seguire il suo slancio, finendo dietro di lei nella vasca, in un tuffo da mozzare il fiato.
Mentre ogni parte del corpo viene impregnata di acqua, il cervello elabora la cosa più ovvia ed elementare: io non sono capace di nuotare.
La forza di gravità mi trascina all'istante a fondo piscina.
Le braccia e le gambe iniziano ad agitarsi liberamente, cercando una possibile via d'uscita, ma la risalita è solo una vana speranza.
Qualsiasi movimento io compia, ingurgito solo acqua ed aria.
Giulia si aggrappa al bordo mentre io, stremata e sfinita, non riesco neanche a respirare.
I polmoni bruciano di cloro e il cuore pompa così veloce da fare male.
Sono sfinita e tutto, improvvisamente, si fa buio.
Vado a picco e non percepisco più niente.
Sto per toccare le mattonelle del fondo, quando delle braccia salde e forti mi afferrano, riportandomi di nuovo in superfice.
In pochissimo tempo il mio corpo viene steso a terra, come un peso privo di qualsiasi forza residua.
Tento di muovere il torace, ma il solo pensiero di tornare a respirare provoca un dolore assurdo e violento.
Mi circondano voci vicine e più lontane, confuse in un unica massa di rumore.
Le palpebre non riescono affatto ad aprirsi al mondo e la gola brucia da fare paura.
Poi all'improvviso delle labbra si posano sulle mie e una vampata di aria fredda invade la bocca, spingendosi indietro, fino alla trachea e ai bronchi.
I polmoni si gonfiano e comincio a tossire.
La schiena è scossa da profondi colpi ritmici e violenti che mi permettono di espellere fino all'ultima goccia di acqua.
Pian piano socchiudo le palpebre e di fronte a me, di nuovo incontro loro, quel paio di occhi verdi e familiari che mi fissano, preoccupati e premurosi ed io non posso non pensare che è giunta la mia fine.
Sono morta.
Sono in Paradiso.
Un Paradiso fatto di acqua, occhi splendenti e braccia vigorose.
Un Paradiso su misura per me.
La testa diviene pesante e mi accascio di nuovo.
Nel buio più totale.
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