CAP.LXXXVIII Stanza 105
Il cuore sobbalza quando la voce acuta di Rebecca echeggia all'interno della camera, - Papà cos'altro c'è, ancora? -
I miei occhi impauriti sostengono quelli rassicuranti di Riccardo.
- Piccola stai traquilla! Lascerò la porta socchiusa, così potrai entrare di nascosto nel bagno. Non fare rumore e stai attenta! -
La porta si spalanca, giusto il tempo di appiattirmi contro la parete.
La mia odiosa nemica appare sulla soglia, stretta dentro una vestaglia succinta, - Riccardo! Non mi aspettavo di vederti, hai cambiato idea? -
Acquattata con le spalle al muro smetto di respirare.
Il mio fidanzato viene trascinato dentro la stanza da dieci lunghe unghie ben laccate.
- Ho ripensato alle tue parole. Ho sedici anni e voglio godermi la vita! - Riccardo si volta, fingendo di chiudere la porta.
Attendo che i due se ne vadano nella camera e, con tutto il coraggio che posseggo, mi infiltro nell'antibagno, per passare poi velocemente dentro la toilette.
L'attenzione di Rebecca è talmente proiettata sul mio fidanzato, che non si accorge minimamente della mia losca presenza. Schiaccio la faccia contro la porta.
Dallo stretto spiraglio vedo Rebecca lasciar cadere a terra la veste, per rimanere con il solo completo di pizzo nero.
Riccardo fa scivolare la corda ai piedi del letto e attraversa con lo sguardo il corpo seminudo della bionda che ha di fronte.
Rebecca sposta i capelli su una spalla, - Hai fatto un'ottima scelta! – dice.
- Quello che tu puoi offrirmi, nessun'altra ragazza può farlo! – risponde Riccardo.
Un groppo enorme quanto un masso si posiziona all'altezza del mio stomaco. Cerco di convincermi che si tratta solo di finzione. Solo finzione, nient'altro!
Purtroppo il peso è talmente ingombrante che ormai si è consolidato, nè sale e nè scende, anzi, alla visione dei due a distanza ridotta, non fa altro che aumentare a più non posso.
- Voglio sentirti dire cosa ti piace di me - dice Rebecca.
Riccardo avanza verso di lei, riducendo lo spazio che li divide.
- I tuoi capelli – dice, prendendone una ciocca tra le dita, - i tuoi occhi - indirizza lo sguardo sulle sue iridi azzurre, - il tuo sorriso! – con il pollice le sfiora le labbra rosse.
Rebecca sorride, pienamente soddisfatta, - Sai che abbiamo a dispozione tutto il tempo che vogliamo? Mio padre e la sua compagna hanno deciso di rimanere a dormire in questo posto e ripartire domani mattina...-
Riccardo nasconde un sorriso, - Perfetto! Ti farò passare una notte indimenticabile! -
Rebecca lo asseconda, felice come una bambina. Poi aggrotta la fronte, - E Arianna? - domanda.
Deglutisco forzatamente.
- Mi sono liberato di lei con una scusa. Crede che sia tornato a casa, in realtà sono salito da te. Non potevo rifiutare un'offerta tanto allettante!-
Rebecca si fa prendere dalla foga. Afferra il mio uomo per la base dei capelli, proprio all'altezza della nuca e lo attira a sé.
Un moto di repulsione fa sobbalzare il peso che ho sullo stomaco.
Distolgo lo sguardo. Non devo perdere il controllo!
Mi aggrappo disperata alla barra del porta asciugamani e la stringo forte, quasi a volerla staccare dalla parete. Pian piano sollevo gli occhi di nuovo, verso la spiacevole e rivoltante visione. Rebecca è dannatamente vicino a Riccardo.
La sua bocca percorre il collo del mio fidanzato.
Non riesco a sopportarlo!
La loro distanza è un brivido, è un alito sul collo, è un bacio appena sfiorato.
Sto letteralmente impazzendo!
Per un istante, sono tentata di uscire e mettermi in mezzo.
Non posso farlo. Non posso rovinare il piano finemente architettato.
Forse sono stata una sciocca a voler assistere, ma adesso sono qui e devo dimostrare a me stessa e a Riccardo che posso farcela. Stringo i denti e sopporto. Sopporto di stare chiusa nella stretta toilette di uno sperduto agriturismo. Sopporto di vedere il ragazzo che dà un senso ai miei giorni, intento in un'opera di seduzione nei confronti della mia eterna nemica. Sopporto la sua voce profonda, che sussurra il nome di un'altra persona. Sopporto le loro bocche a un passo l'una dall'altra.
- Ti voglio Rebecca, ti voglio più di qualsiasi altra cosa. Ti voglio come non ho mai voluto nessuna ragazza in vita mia! -
Rebecca sospira, - Mi vuoi più di tutte, anche più di Arianna? -
Riccardo annuisce, - anche più di Arianna! - fa una leggera pressione indietro, spingendola sul letto.
Il mio cuore accusa il colpo e le gambe tremano.
Finisco in ginocchio sul pavimento.
Le dita di Riccardo scorrono sulle spalle, sulle braccia, sui fianchi della sua preda.
Rebecca chiude gli occhi, affidandosi pienamente alla volontà del mio fidanzato.
- Questa notte il tuo corpo sarà nelle mie mani! – dice lui.
- Sono completamente tua! – replica lei.
Riccardo si alza in piedi e la fissa dall'alto, - Completamente mia? – chiede, recuperando la corda da terra.
La bionda annuisce, restando stesa, con le braccia lungo il corpo.
– Questo significa che sei disposta a fare qualsiasi cosa io desideri?-
Gli occhi di Rebecca non si scollano dalla maestosa e predominante figura di fronte a sé, - Qualsiasi cosa! – lo affronta.
Riccardo liscia la fune, - Non voglio fare del semplice sesso! Questa notte voglio trasgredire ogni regola, voglio seguire l'istinto più animale, voglio possederti come nessuno ha mai fatto nella tua vita! - si posiziona a cavalcioni su di lei e le blocca le mani sopra la testa.
Rebecca si lascia avvolgere i polsi.
Riccardo compie un doppio giro con la fune, - Sarà qualcosa di unico e indescrivibile, qualcosa che ti condurrà nell'abisso più sconosciuto del piacere! - stringe abilmente il cappio creatosi. Poi solleva il corpo seminudo della sua vittima, - Avvicinati alla spalliera del letto! - le ordina.
Rebecca indietreggia, lasciandosi avvinghiare da un altro nodo secco al ferro della testata,
- Cosa hai intenzione di fare? – domanda.
Riccardo, in piedi in fondo al letto, pian piano sgancia il colletto della sua camicia, - Intanto inizierò togliendomi qualcosa! -
Quando il mio uomo si sfila la camicia, all'immaginazione rimane ben poco.
I pettorali definiti di Riccardo mi tolgono il respiro, così come a Rebecca, che si agita nel letto. Il suo capo di lino bianco scivola a terra lentamente.
Riccardo senza abbassare procede a sganciare il primo bottone dei jeans.
Io perdo un battito, Rebecca si contorce.
Lui si lascia andare in un sorriso, prima di inginocchiarsi sul materasso e avanzare verso Rebecca. Posiziona l'indice sulla sua fronte, scende sul profilo del naso e della bocca. Poi le attraversa l'incavo dei seni, fino a raggiungere l'ombelico. Arriva in prossimità degli slip e ne segue dolcemente il contorno.
Rebecca chiude gli occhi, inarcando la schiena.
La corda tira sotto ai suoi movimenti.
Il mio cuore batte contro le pareti dello sterno, talmente forte da sentirne il rumore fin dentro le orecchie.
Spero solo che tutto questo finisca al più presto!
È una tortura. Una vera e propria sofferenza infernale!
- Mi fai impazzire! - dice Rebecca, in estasi sotto alle dita morbide del mio alleato. Il suo corpo teso, dannatamente pronto a farsi possedere dal ragazzo che brama da tempo. Il desiderio che la attanaglia trasuda da ogni singolo poro della sua pelle. Si può catturare nell'aria, tra le molecole di ossigeno e anidrite carbonica presenti.
- E' proprio quello che voglio! – replica Riccardo.
Io mi appoggio al lavandino, rimettendomi in piedi, nonostante le gambe siano ancora deboli. Allento un po' più lo spiraglio della porta.
Riccardo abbandona la sua dedizione per l'elastico degli slip e passa a quello del reggiseno. La sua mano si intrufola dentro la coppa e la mia mente smette di ragionare.
Tutto ciò non è più finzione.
Tutto ciò è reale. E' tremendamente fastidioso e insensato!
Tutto ciò non è propriamente contemplato nel piano fissato.
Rebecca geme sotto al suo tocco.
Sto per esplodere.
Sto per mandare all'aria ogni sorta di programma.
I fremiti di Rebecca e la carezza di Riccardo sono un pugnale dritto al petto. Un colpo secco, tremendo, insopportabile.
Non resisto oltre.
Compio un respiro profondo e faccio per aprire la porta, quando Riccardo allontana la mano dal seno di Rebecca.
Il mio torace si espande di nuovo.
Le pupille della ragazza stesa e legata, sono completamente dilatate, - Perché ti sei fermato?-
Riccardo si allontana e lancia uno sguardo verso la porta del bagno.
I nostri occhi si incrociarono di sfuggita, attraverso lo spiraglio.
E' solo un istante, un momento che comunque restituisce la fiducia e il coraggio vacillanti. Una frazione di secondo che riesce a spronarmi a farmi restare dove sono.
Reprimo dentro di me la gelosia e il fastidio più nero e, una volta sotterrati in fondo all'animo, mi posiziono contro la parete, guardando di nuovo la scena.
Riccardo sta studiando il corpo di Rebecca, disteso e appeso in balia del suo volere.
I suoi occhi verdi si soffermano sui capelli disordinati, sul viso contratto dal desiderio, sui seni, che salgono e scendono, della bionda in suo possesso.
Le labbra rosse della mia perfida nemica si muovono sensuali, come un'invocazione erotica e straziante, - Riccardo vieni più vicino! –
Riccardo segue il richiamo, avanzando di nuovo, - Sai cosa diceva un noto poeta romano?-
La voce profonda del mio fidanzato mi fa salire un brivido lungo tutta la spina dorsale, fino alla nuca.
I loro occhi si sostengono.
Quelli di lui sfrontati.
Quelli di lei traboccanti di desiderio e smania.
Il mio cuore si ferma ancora una volta. In questa toilette comincia a mancare decisamente l'ossigeno sufficiente alla mia sopravvivenza.
Riccardo si piega, con la faccia a un palmo da quella della sua vittima, - Nella vita non bisogna mai affrettare il piacere, ma prolungarlo a poco a poco con lento indugio...- recita.
Rebecca chiude gli occhi e pare smettere di respirare.
Riccardo strizza un occhio girandosi verso il mio nascondiglio.
Si rimette in piedi, in religioso silenzio, recupera la camicia e la indossa.
Rebecca, immobile sul letto, schiude lentamente le palpebre, - Cosa stai facendo? -
Riccardo aggancia ad uno ad uno tutti i bottoncini, - Mi rivesto – dice, ovvio.
- Come ti rivesti? - Rebecca muove freneticamente il busto appeso, - perchè? -
- Semplice! - alza le spalle, - voglio seguire il consiglio di Ovidio! Farò prolungare il tuo piacere molto molto a lungo! - tenta di nascondere un sorrisetto.
Rebecca inizia a rendersi conto di quello che sta accadendo. Si dimena con più forza, - Cosa stai dicendo? Sei impazzito? -
Riccardo indossa di nuovo i pantaloni e tira su la zip. Poi si dirige verso l'uscita.
- Cosa significa tutto questo? Dove stai andando? – Rebecca è su tutte le furie ormai, - Cosa hai intenzione di fare? Vuoi lasciarmi qui? Legata? -
Riccardo si sofferma davanti alla toilette dove sono nascosta.
Si volta verso Rebecca, appesa al letto, in una imminente crisi di nervi, - Non credo sia poi un'idea così cattiva! – conviene.
Con calma apre la porta del bagno, liberandomi.
Rebecca spalanca gli occhi incredula, confusa e furiosa.
Riccardo mi prende per mano, - Tu cosa dici, Arianna? Una notte appesa le sarà più utile per incrementare l'attesa del piacere o servirà piuttosto per farle capire l'importanza del nostro amore? – dice, mantenendo gli occhi fissi suoi miei.
Rebecca urla come un'isterica.
Mi lascio andare in un sorriso liberatorio, - Spero la seconda! - mi volto verso la mia nemica, - spero che tutto questo ti serva da lezione, cara Rebecca! Nessuno potrà mai dividere la mia vita da quella di Riccardo! - stringo forte la mano del mio amato, - né le tue marce provocazioni, nè i tuoi giochetti, nè la tua prorompente bellezza! Il nostro amore va oltre a tutto questo. Buonanotte tesoro! Riposa in pace!-
Riccardo lascia andare la mia mano, affinchè possa passare il braccio attorno alle mie spalle.
Usciamo sul corridoio.
- Non potete lasciarmi così! Non potete farlo! Vi denuncerò! Vi farò passare pesanti guai! – grida Rebecca.
La porta si chiude, lasciando le urla della ragazza intrappolate dentro alla stanza, insieme al suo corpo.
Riccardo si appoggia con la schiena alla parete del lungo corridoio, - Che fatica! – sospira, - tu credi che Rebecca abbia capito la lezione? -
- Immagino di sì! - improvvisamente mi faccio seria, - però tu non sei stato esattamente ai patti! - lo rimprovero, - mi hai fatto soffrire le pene dell'inferno! Questi quindici minuti sono sembrati un eternità!-
Riccardo sembra dispiaciuto, - Piccola tutto ciò che ho detto era solo finzione! - i suoi occhi sui miei, - ti avevo avvertito prima...-
- Non è per questo, ma per quello che hai fatto! - faccio il broncio, - c'era bisogno di accarezzarle il seno? -
- Stavo recitando! – si difende.
- Recitando? – mi agito, - le hai palpato il seno! -
- Dovevo rendere la cosa reale, altrimenti si sarebbe accorta che stavo fingendo! - si giustifica, - Avresti preferito che la baciassi? Oppure le accarezzassi il fondoschiena oppure...-
Gli tappo la bocca con il palmo della mano, - Finiscila! Voi uomini siete tutti uguali, quando vedete un bel paio di fottute mammelle, non capite più niente! -
Riccardo scoppia a ridere, - solo mio nonno può chiamare due seni strepitosi come quelli di Rebecca fottute mammelle! – dice, - e poi dopo tutta questa fatica una tastatina era il minimo! -
Sbuffo infastidita.
Riccardo mi trascina in un abbraccio, - Sto scherzando! – ride.
Io lo respingo e lui mi riprende tra le braccia.
La sua stretta forte contro il mio corpo, placa la mia arrabbiatura.
- Non essere gelosa - sussurra al mio orecchio, - nessuna ragazza ha delle mammelle come le tue e io non le cambierei con quelle di nessuna altra donna al mondo! -
Mi stacco dall'abbraccio, - Sei uno stupido! - gli lancio una pacca sul braccio.
Le sue labbra si piegano nel fantastico sorriso mozzafiato, che genera le fossette ai lati della bocca. Mi sciolgo, letteralemente. Perché quei due dolcissimi buchi non mi permettono di rimanere arrabbiata tanto a lungo?
- Torna qui da me - si protende per accogliermi ancora tra le braccia, facendomi tranquillizzare.
- Spero almeno che tutto questo sia davvero utile per stare in pace da oggi in avanti! - borbotto.
- Lo sarà! - Riccardo alza appena il sopracciglio, facendo piegare il cerchietto adeso, - Rebecca avrà tutta la notte per riflettere e placare i suoi bollenti spiriti! -
- Già - liscio la corda che ho tra le mani, - adesso però tocca a me! –
Riccardo si fa scuro in volto, - Non è necessario che tu faccia qualcosa del genere con Marcello, andrò io in quella camera e gli rifilerò una serie di cazzotti da fargli sputare sangue rosso vivo!-
- Niente violenza! – mi oppongo, - abbiamo ideato un piano e dobbiamo portarlo fino in fondo! Andiamo, prima che sia troppo tardi! -
Qualche porta più avanti, entriamo nella stanza 107 e la luce si accende automaticamente.
La camera è identica a quella di Rebecca, forse un po' più piccola.
- Tu vai là dentro - indico la toilette, - e restaci fino alla fine! -
Riccardo protesta: - Non ti prometto che saprò stare dentro al cesso troppo a lungo! Non mentre farai la casca morta con Marcello! -
- Io l'ho fatto! - lo riprendo, - credi che per me sia stato semplice? -
Riccardo sospira, di nuovo.
- Vederti sfiorare la pelle di Rebecca, dirle parole sensuali e dolci, avvicinarti a lei, credi che mi abbia fatto piacere? - mi accaloro, - assolutamente no! Ma era il nostro piano e ho voluto rispettarlo! – gesticolo, agitando le braccia, - quindi si da il caso che tu per una volta metta da parte il tuo istinto mascolino e mi lasci lavorare in pace! Interverrai solo in caso di estrema necessità, chiaro?-
Riccardo apre bocca per controbattere quando, improvvisamente, due colpi ben assestati contro la porta mi fanno fare un vero e proprio salto a piedi pari.
Con il cuore a mille spingo Riccardo dentro il bagno, chiudendocelo. Lancio la corda sul letto e mi sistemo i capelli, lisciandoli con le dita.
Faccio un respiro a pieni polmoni e, sperando che il fato sia con me e mi assista, vado ad aprire.
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