CAP. LXXXV Dall'altra parte della paura
Tutti i pensieri confusi si riuniscono in un'unica, grande e pesante palla di caos.
Non respiro più. Non mi muovo più.
Non riesco neanche a ragionare.
Cerco di calmarmi. Riccardo vuole solo condividere con me l'esperienza più importante della mia vita. Desidera sfilarmi i jeans e possedermi dolcemente. Il nostro legame diverrà indissolubile. Sarà amore. Solo e soltanto amore!
Purtroppo i miei autoconvincimenti non vanno esattamente a buon fine.
Mi ritrovo ancor più con il fiato corto. Le mie ginocchia si stendono, facendomi scattare a sedere. Spingo Riccardo indietro, lasciando che finisca disteso al mio fianco.
- Scusa – balbetto, sistemandomi le ciocche scomposte di capelli, – credo di non essere ancora pronta per quello...-
Riccardo sale con lo sguardo sul mio profilo, – Piccola, lo desidero da morire, lo sai, ma aspetterò tutto il tempo di cui hai bisogno. - mi liscia una guancia con la punta del suo indice, – il fatto è che ogni volta che siamo insieme... - le sue dita si soffermano sulle mie labbra, proprio come i suoi occhi, - sapessi quanto ti vorrei!-
La mia pressione scende di grado in grado, fino a toccare lo zero assoluto.
Il tono di voce di Riccardo si trasforma improvvisamente in serio e responsabile, – Comunque, non lo avrei mai fatto in questo stanzino. Non la nostra prima volta! – sorride, teneramente, - quella dovrà essere speciale!-
Libero un leggero sospiro di sollievo.
Ho il cuore che batte più forte di cento tamburi.
Non riesco a spiccicare parola.
Posso solo osservare gli occhi verdi del ragazzo che amo; dlci e tristi, desiderosi e pieni.
Posso solo confondermi nelle mille emozioni che trasmettono.
Riccardo avvicina di nuovo la bocca alla mia, sfiorandola.
Questa volta però è solo un istante. Breve e lunghissimo. Infinito e magico.
Un istante tutto nostro.
Poi Riccardo fa forza sui bicipiti, portandosi a sedere al mio fianco.
Mi avvolge le braccia intorno al collo. La sua testa sulla mia spalla, le punte dei capelli a solleticare le mie guance accaldate. Con le mani preme dietro le mie scapole.
Ricambio la sua stretta.
La passione che ci univa in un bacio senza fine si trasforma in vero e proprio calore.
Un calore che brucia come e più del fuoco.
Un calore che prende vita e si diffonde dal nostro stesso abbraccio.
Non siamo soli. Io e Riccardo bastiamo.
Siamo insieme, niente e nessuno può e deve fermarci!
Poi succede tutto piuttosto bruscamente, la fila di biancheria sulla quale siamo adagiati vacilla pericolosamente. In un battibaleno crolla, facendoci rotolare a terra, con le gambe all'aria e i gomiti puntati al suolo.
Alzo appena la testa, guardandomi intorno.
Riccardo non c'è più.
Lo cerco con lo sguardo, spaesata e confusa, fino a quando non mi rendo conto che è sparito sotto a una decina di lenzuola.
- Al diavolo queste coperte! – sbraita, agitando le braccia, - e a chi le ha messe in questo dannato modo! - cerca invano una via di fuga.
Nel vedere la sagoma del ragazzo più sexy del mondo, annaspare sotto alla biancheria, sento un sorriso affiorare ai lati della bocca.
Lascio cadere il capo indietro, distendendomi completamente a terra, e esplodo in una risata travolgente e liberatoria.
La bellissima testa di Riccardo pian piano sbuca tra i teli. I suoi occhi verdi mi raggiungono pungenti, - Tu stai ridendo di me, per caso? – si finge impermalito.
Rido più forte.
Riccardo mi si fionda contro, trascinandosi dietro un lembo del lenzuolo.
In un lampo ci troviamo entrambi in un minuscolo spazio vitale. I nostri corpi racchiusi dalla stoffa leggera della biancheria pulita. Smetto di ridere.
Riccardo mi accarezza il volto, - Rimarrei qui sotto fino al resto dei miei giorni – sussurra.
Non riesco a staccare un secondo i miei occhi dai suoi, - Anche io! Qui sotto per sempre! Dentro a questo stanzino e a questo lenzuolo! -
- Però dobbiamo andare – dice lui, - il mondo esterno ci aspetta! -
- Già – annuisco.
Riccardo abbassa la mano dal mio viso, - Anche se, il mondo esterno non è bello quanto questo qui con te! – sospira.
Mi sollevo, sedendomi di fronte a lui.
I nostri visi di nuovo vicini più che mai.
- Sono con te anche fuori da questo! – faccio scendere il lenzuolo che copre le nostre teste, tornando a respirare a pieni polmoni, - sono con te sempre e ovunque! -
Riccardo mi aiuta a tornare in piedi.
Tiro su la zip e chiudo il bottone dei jeans prima di uscire di nuovo nel corridoio.
Un paio di infermieri procedono dritti, spingendo dei rumorosi carelli, esattamente nella nostra direzione.
Riccardo stringe con maggior vigore la mia mano, trascinandomi dietro l'angolo e di nuovo sul corridoio principale. Ci dileguiamo.
In lontananza le voci arrabbiate dei due uomini ci raggiungono, - Chi è stato a fare tutto questo caos? - domanda uno.
- Il terremoto! - grida l'altro.
Ci scambiamo una rapida occhiata e, ridendo, corriamo.
Corriamo e corriamo. Veloci. Mano nella mano, per tutto il percorso inverso, fino al reparto di DCA. Quando arriviamo alla stanza 22 siamo affannati e stanchi.
La porta è socchiusa.
Mi soffermo, bloccando i passi di Riccardo dietro di me.
Sbircio all'interno. Matteo è seduto sul letto di spalle.
Marie sta sorridendo.
Un attimo! Sorridendo?
Mi strofino bene le palpebre e torno a guardare meglio.
Sta davvero sorridendo!
- Perchè non entriamo? – chiede Riccardo alle mie spalle.
Lascio che veda con i suoi stessi occhi quello che sta succedendo.
- Tua sorella pare abbia trovato qualcosa che la rende serena, o meglio qualcuno! -
Lui molla la mia mano. Si gira, si rigira. Soffia e sbraita vocaboli confusi e privi di senso.
- Cerca di fare piano! - lo ammonisco, - altrimenti ci sentiranno! -
Riccardo mi afferra per le spalle, - Piccola! Non so se hai capito, a me quel ragazzo non piace! -
Soffio, alzando lo sguardo al soffitto.
Riccardo sbuffa, - Hai sentito? Non-mi-piace! - scandisce perfettamente ogni sillaba.
Con una mossa brusca mi sposta, protendendosi a spalancare la porta.
Premo le dita sul suo braccio, fermandolo, - No! Aspettiamo ad entrare!-
Riccardo stringe più forte la maniglia, liberandosi della mia presa.
- Quel ragazzo sta facendo sorridere Marie! Non so perchè e nè per come, ma lo sta facendo! Se tu adesso entrerai in quella stanza, romperai l'incantesimo e forse anche la momentanea felicità di tua sorella! – dico tutto d'un fiato.
Riccardo mi guarda di sbieco. Snocciola una lista di imprecazione e alla fine, remissivo, indietreggia, affiancandosi a me, a spiare gli eventi all'interno della camera.
Matteo è intento a trafficare con i lacci del suo zaino. Estrae una grande scatola di latta.
Marie la prende tra le mani e la studia, sfiorandola lentamente con la punta delle dita, - Che cosa c'è dentro? - la sua vocina flebile risuona nella stanza.
- Aprilo e vedrai! – risponde il mio amico.
Marie solleva il coperchio. Quello che viene fuori è un mare di rosso e argento.
- Sono cioccolatini - specifica Matteo.
- Lo so, è solo che...-
Matteo passa una mano tra i ricci, scuotendoli energicamente.
Marie chiude la scatola, respingendola. – E' solo che, io non ne mangio! Mi dispiace che hai speso soldi per me! -
Matteo alza le spalle, – Peccato! Li riporterò indietro – dice, - anche se, in realtà, non sono proprio semplici, semplici cioccolatini! -
Marie lo guarda interrogativa.
- Sono dolci speciali per persone speciali! – dice lui.
Lei aggrotta la fronte, - Cosa vuoi dire? -
- Che custodiscono un segreto! –
Gli occhi di Marie si sgranano in mille sfumature di verde, - Un segreto? Quale? -
Matteo scuote la testa.,- Questo non posso dirtelo! L'unico modo per scoprirlo è mangiarli!-
Marie incrocia le braccia al petto, - Allora resterà un segreto, non ne voglio!-
Lui recupera il coperchio, chiudendo la scatola. - Non preoccuparti, fa lo stesso! -
Marie lo guarda di traverso, - Ma è un segreto tanto speciale? –
Matteo si piega per rimettere il regalo nello zaino, - Eh si! – dice.
Marie lo ferma, posando la mano sulla sua, - Aspetta! -
Le dita di Marie restano qualche secondo di troppo su quelle del ragazzo biondo e generoso che le è seduto di fronte. Le sue guance prendono colore. Un dolce e delicato color pesca.
Matteo ritira fuori la latta fiorita, - Ci hai ripensato? -
Marie sposta di scatto la mano sui capelli, lisciandoli, – Io credo che forse uno potrei mangiarlo, così, solo per scoprire il segreto...- dice.
Riccardo si è spostato di un passo dietro di me e trattiene il respiro. Lo imito mentre osservo la mano ossuta di Marie allungarsi, a prendere una pralina.
Con estrema lentenzza scarta il foglio. Poi porta il cioccolato alla bocca.
- Devi darne solo un morso! - la istruisce Matteo.
Lei segue il suo volere e, sotto ai nostri occhi increduli e sbalorditi, affonda i denti sulla pallina di cioccolato al latte.
- Non ci credo, non ci posso credere! - borbotta Riccardo.
- Te lo avevo detto che intuivo qualcosa tra loro! - mi gongolo estasiata.
Riccardo mi zittisce: - Shh! -
- Ma avevo ragione! – protesto, - Marie sta davvero mangiando quel cioccolatino! -
- Dannazione Ari! - Riccardo porta un palmo davanti alla mie labbra, - fai silenzio! - mi tappa bocca e naso.
Mugugno infastidita e tento di ribellarmi.
Riccardo per fortuna mi lascia andare.
- Stavi per soffocarmi! – protesto.
Riccardo mi gira verso di lui. Si fionda sulle mie labbra e pressa un violento bacio a stampo.
- Taci! - ordina, lasciandomi andare subito dopo, bruscamente.
Resto senza fiato e, soprattutto, senza parole.
Riccardo posa le mani sui miei fianchi, facendomi voltare di nuovo verso la stretta fessura tra la porta e il muro. I nostri sguardi si posano su Marie, che sta togliendo da dentro al cioccolatino qualcosa che ha la forma di un biglietto.
Apro e chiudo la bocca, sorpresa.
Riccardo si irrigidisce.
Gli occhi di Marie si sollevano sognanti contro quelli di Matteo, - Questo è il segreto? –
Matteo piega il capo.
Lei apre la carta e legge: - Tutto quello che vuoi è dall'altra parte della paura -
Il mio cuore si riempie all'istante di gioia e commozione.
La mia testa va alla schiena distesa e alle spalle curve di Matteo questa mattina.
Ecco cosa stava facendo così piegato sul banco!
- Lo hai scritto tu? - il tono di Marie è titubante e speranzoso.
Le sue labbra sono sporche di cioccolato ed è la visione più bella e vera del mondo.
Matteo annuisce: - Non è una mia idea, cioè è qualcosa che ho trovato scritta da qualcun altro, comunque qualcosa che penso davvero! In realtà ogni cioccolatino conterrà un biglietto con un mio messaggio per te! -
La bocca di Marie si increspa in un sorriso mai visto prima, - Sei molto gentile! - porta alle labbra anche l'altra metà della pralina.
Matteo si sbilancia: - Ti va se domani torno a trovarti? -
Lei annuisce, apparentemente felice e lascia sciogliere in bocca il finissimo cioccolato.
Riccardo si agita, - Domani? Perché Matteo deve tornare domani? Non è bastata questa sceneggiata? - si muove freneticamente.
Il suo corpo si sbilancia contro il mio, fino a perdere l'equilibrio. La porta si apre.
Cadiamo, atterrando con la faccia sul pavimento dentro la camera.
Sono schiacciata al suolo, Riccardo come un masso sopra di me.
Matteo si alza dal letto, di scatto. Marie si riscuote, nascondendo prontamente la scatola di cioccolatini sotto al cuscino.
- Scusateci – balbetto, cercando la maniera più carina per spostare Riccardo e potermi rialzare, - noi volevamo rientrare velocemente - libero un sorriso imbarazzato, aggiustandomi maglietta e capelli, - non stavamo origliando, eravamo solo di corsa...-
Riccardo mi cheta con uno sguardo.
Matteo sembra irritato e imbarazzato. Per fortuna non indaga oltre sul nostro tempo di permanenza dietro la porta, ma annuncia che deve scendere da sua madre, che lo sta aspettando all'ingresso dell'ospedale.
- Ciao Ari! - mi fa un cenno con la testa, - ci vediamo Marie! - alza appena la mano verso l'esile ragazza in pigiama. Poi passa accanto a Riccardo. I loro occhi si incontrano.
Matteo raggiunge la porta con lo zaino in spalla, senza abbassare lo sguardo da quello duro del mio fidanzato.
Una volta arrivato sul corridoio, Riccardo lo raggiunge, - Che intenzioni hai con mia sorella? Lei è troppo fragile e cagionevole per i tuoi sporchi giochetti! – sentenzia, - prova a farle del male e te la dovrai vedere con me! -
Matteo lo fronteggia, - Non le farò del male! Non ne ho alcuna intenzione!-
- Allora stalle alla larga! –
- Non sei nessuno per impormi una cosa del genere! - ribatte Matteo.
Riccardo stringe la mano in un pugno. - Sono suo fratello, ne ho tutto il diritto! -
Matteo fa un passo avanti, sicuro di sè. - Perchè invece di perdere il tuo tempo con stupide aggressioni nei miei confronti, non ti preoccupi di far star bene la tua fidanzata? -
Riccardo respira forte, sollevando il suo cazzotto.
- Arianna ha sofferto molto per te. Pensa a lei e alla vostra felicità, e abbassa questo inutile pugno, non è con la violenza che si risolvono le cose! - Matteo posa una mano sulle nocche strette del mio fidanzato, - tutt'al più con un abile mossa di karate! – dice, afferrandogli il braccio, fino a girarlo completamente.
Riccardo è costretto a voltarsi.
Matteo incastra il suo ginocchio dietro quello dell'avversario, atterrandolo drasticamente, - Ci vediamo, Riccardo! - si incammina verso l'uscita del reparto, - stammi bene e ricordati: no alla violenza e sì all'amore! – con indice e medio fa il segno di una grande V.
Riccardo si rimette in piedi, – Vai al diavolo! Tu e la tua dannata erba, che ti fa sparare simili stronzate! -
Matteo ride, mentre si dilegua.
Riccardo torna dentro e si lascia cadere sulla poltrona, - Marie! - ammonisce la sorella, - Tu non avrai più niente a che fare con quell'individuo!-
Lei si distende, spostando la testa dall'altro lato.
Fulmino Riccardo con lo sguardo, poi mi rivolgo a sua sorella: - Marie non ascoltarlo! Matteo è stato molto carino a venire a trovarti e lo farà anche domani e dopodomani ancora, se a te farà piacere! -
Riccardo sbatte la nuca sul poggiatesta con rabbia.
Posa i piedi sul bordo del letto.
Marie sospira, non risponde e concentra l'attenzione verso le nubi sparse nel cielo celeste, quasi blu. E' diventata improvvisamente taciturna.
E' ritornata nel suo mondo parallelo, anche se in lei c'è qualcosa di diverso.
Il suo volto è cambiato.
I suoi occhi brillano un pizzico di più.
Le sue labbra leggermente macchiate di cioccolato.
Nella mano stringe il bigliettino scritto da Matteo.
Il mio cuore si riscalda. Gli angoli della mia bocca si allungano in un lieve, malizioso e orgoglioso sorriso. Matteo e Marie. Una speranza.
In testa solo il suono delle parole più belle e magiche mai sentite:
Tutto quello che vuoi è dall'altra parte della paura.
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