CAP.LXXXIX Stanza 107

Riccardo

- Ehi bellezza! –

La voce di Marcello mi fa salire il sangue alle tempie.

Mi giro e rigiro nel buio più completo di questo dannato cesso.

A tastoni trovo la maniglia della porta. Mi ci aggrappo e apro l'uscio, usando gli ultimi sprazzi di cautela rimasti.

Marcello è in piedi, un braccio appoggiato allo stipite e un falso sorriso stampato in faccia. Stringo un pugno, resistendo dal volerlo catapultare contro la sua odiosa arcata dentaria.

Maledico me stesso per aver ceduto alla richiesta di Arianna. Perchè l'ho fatto?

Se solo avessi avuto più polso, a quest'ora sarei io lì fuori, a guardare quell'impostore dritto nelle palle degli occhi e a fare giustizia alla mia maniera!

Sento il formicolio alle mani crescere, insieme alla rabbia.

Arianna sembra una bambina innocente, mentre Marcello un vero e proprio maschio adulto. Dannazione! Ha la forza da uomo e il cervello da uomo, se così può essere chiamato l'ammasso di cacca presente dentro la sua ristretta scatola cranica.

La porta di entrata si chiude con un tonfo sordo. Marcello si fa largo nell'anticamera.

- Non mi aspettavo il tuo messaggio, sei fuggita così in fretta poco fa! – dice, allungando una mano a sfiorare la guancia della mia fidanzata, - forse è colpa mia, sono stato troppo insistente...-

Il mio cuore si ribella, perdendo per strada un paio di battiti.

Ma cosa dice? Troppo insistente?

Prendere con la forza una ragazzina è essere troppo insistenti?

A casa mia significa piuttosto comportarsi da maniaco!

- I miei propositi non erano malvagi, io ti adoro più della mia esistenza stessa, forse ho scelto solo il modo sbagliato per dimostrartelo – prosegue, senza abbassare il braccio dal volto di Arianna, - Per te provo più che semplice amicizia, tu sei il mio sole, la mia luna, la mia via lattea e io soltanto un misero pianeta che ne ruota intorno! -

Cosa sta farneticando?

Se penso che una mente così insana è stata il mio primo amico in questa scuola credo che me ne vergognerò profondamente per il resto dei miei giorni!

- Non sai quanto sono felice che hai scelto di condividere con me l'esperienza più importante della tua vita – continua, - tu non puoi nemmeno immaginare quanto veloce stia palpitando il mio cuore! -

Arianna fissa il pavimento pallida e tremante.

Alzo gli occhi sullo specchio appeso alla parete del bagno. Nella penobra i miei capelli disordinati fuggono da un lato e gli occhi si stringono in uno strano stato di sopportazione.

Pian piano distolgo lo sguardo dal mio riflesso, per tornare nell'anticamera.

Arianna sembra aver acquistato di nuovo il suo colore, - Marcello le tue parole sono commuoventi – dice, - desidero più di ogni altra cosa, che la mia prima volta sia con te, in questo agriturismo, in questa stanza! - i suoi occhi su quelli famelici di lui, – in questo momento! -

Marcello si gongola trionfante, - Hai fatto la scelta migliore! Finalmente hai capito che io sono di gran lunga superiore a quel marmocchio bugiardo, che ti ostini a tenere come fidanzato! -

Un lampo di odio mi passa davanti agli occhi.

Marmocchio bugiardo? A me?

Ma chi si crede di essere?

- Riccardo non sarà mai alla tua altezza – la dolcezza delle labbra di Arianna contrasta con la perfidia delle sue parole, - tu sei molto più maschio di lui, molto più esperto in fatto di amore...-

Marcello annuisce, - Sono espertissimo! - pian piano piega la testa e avvicina la bocca a quella di Arianna.

Il mio cuore smette di pulsare, il mio stomaco si rigira come il corpo di "Dracula" nella tomba. Un aggrovigliamento di interiora che riesce a fermarsi solo quando vedo la mia ragazza allungare istintivamente le mani sulle spalle del suo aguzzino.

- Aspetta! - blocca qualsiasi altra avance, - non qui, vieni, andiamo di là! -

Marcello si lascia condurre in camera.

In un attimo entrambi spariscono completamente dalla mia visuale.

Al posto del cuore, nel mio petto, si scatena un esercito di cavalli al galoppo.

Non posso non vedere più ciò che accade!

Senza pensarci troppo mi slancio per salire in fretta e furia sul cesso e poter di nuovo tenere sotto controllo la situazione. La mossa compiuta è repentina, solo all'ultimo mi accorgo che la tavoletta è alzata.

La mia gamba, prima che possa fermarmi, finisce direttamente dentro la buca. Inveisco sottovoce, riportando fuori la scarpa e metà dei jeans bagnati dall'acqua dello scarico. Abbasso il coperchio, scrollo il piede fradicio e salgo sopra.

Arianna è in piedi vicino al letto, - Voglio che la mia prima volta sia diversa dalle altre – dice, - voglio che sia una notte unica, una notte indimenticabile! -

Marcello le strizza l'occhio e posa le mani sulle sue spalle, - io sono il migliore amante che esista sulla piazza! - scivola sulle sue braccia candide e lisce, - e sono qui per soddisfare ogni tua singola richiesta, bellezza! -

Che stupido e odioso pallone gonfiato!

Stringo la mascella e appoggio con più pressione il palmo contro le piastrelle.

Arianna si scosta, ponendo di nuovo le giuste distanze, - però dobbiamo fare qualcosa di veloce - la sua voce si perde tra le pareti spoglie, - altrimenti Riccardo si accorgerà della mia assensa e verrà a cercarmi! - si guarda intorno disorientata, - gli ho detto che andavo alla toilette, non ci crederà se rimango via troppo a lungo! -

Marcello la rassicura: - Non preoccuparti, le cose proibite e impossibili sono il mio cavallo di battaglia! - fa un passo avanti deciso, - anche se prima o poi quel coglione dovrà sapere che nel tuo cuore non c'è più spazio per lui! - è a un centimetro da lei e la sovrasta con il suo metro e ottanta.

Arianna abbassa lo sguardo, - Certo, glielo dirò! Lo farò il prima possibile, devo solo trovare le parole più giuste! -

Marcello sorride, se così si può definire piegare all'insù la cerniera ammuffita che ha al posto della bocca, - Adesso pensiamo a noi! - stringe gli occhi su Arianna.

Il mio cuore riparte di nuovo a battere al massimo. Trema e batte, più della ciurma di cavalli di poco prima, più di un plotone dell'esercito militare.

Odio vedere Arianna così a stretto contatto con quel pezzente.

Lo odio profondamente!

Le labbra di lui si posano sullo zigomo di lei, in maniera tanto viscida da far venire i brividi.

Dannazione! Perché non può tenere ferma quella sua schifosa bocca piena di vermi?

Arianna respira veloce, - Aspetta! - lo ferma prima che lui le raggiunga l'angolo della bocca, - prima devo chiederti una cosa - chiude gli occhi e si irrigidisce, - voglio non essere presa con la forza come poco fa. Lo detesto, mi fa sentire claustrofobica! -

Marcello sposta la bocca nei pressi del suo orecchio, - Non c'è problema, vedrò di dare un freno alla mia focosa passione! -

Arianna annuisce e finge un sorriso, mentre i suoi piedi fanno un passo indietro, - In realtà, io ho un sogno nel cassetto e forse tu potresti essere la persona giusta per soddisfarlo, ti va?-

Marcello fa scorrere l'indice sulla sua bocca, - Tutto ciò che vuoi, bellezza, pur di renderti felice! -

Lei mantiene il mento alto e accoglie la punta dell'indice di Marcello tra le labbra, - Voglio essere io a comandare il gioco! -

Sbarro gli occhi, meravigliandomi di quanto il suo sguardo e il suo gesto siano coraggiosi.

Marcello all'inizio sembra sorpreso, poi pian piano si riscuote e subito dopo si desta completamente, - Ma è la tua prima volta, cosa ne puoi sapere di come...-

Arianna non aspetta che termini la frase, si scaraventa contro di lui, spingendolo sul letto, – Fidati! – gli sale sopra, - ho visto un sacco di documentari e film su quel genere di cose, credo che saprò cavarmela! -

Poi accade tutto troppo rapidamente, di colpo, senza un minimo preavviso, si sfila la canottiera, lanciandola lontano.

Sobbalzo, stupito e scosso. Sbatto la nuca contro il cassetto dello sciacquone. Impreco, massaggiandomi la testa e mando al diavolo questa scatola bianca una serie infinita di volte, prima di tornare con le pupille nella camera da letto.

Arianna mi toglie il fiato, non riesco a staccare gli occhi dal suo reggiseno color carta zucchero.

- Credo che prima occorra togliersi i vestiti! – afferma, proseguendo nel suo strip-tease. Apre le cerniere dei tronchetti e se li sfila abilmente, - e fino a qui penso sia tutto piuttosto elementare! -

Gli stivali cadono a terra.

Arianna si alza in piedi sul letto e sgancia il bottone dei jeans.

Marcello è impietrito, sotto di lei e la sua irruenza.

Arianna mette le mani sui fianchi, - Cosa fai lì immobile? - lo esorta, - Vale anche per te! Cos'è vuoi fare sesso vestito? -

- Certo che no! – farfuglia lui, cominciando ad alzarsi la maglietta.

Arianna segue con lo sguardo il suo petto nudo, appena scolpito, - Così va meglio! – dice.

Conto le pieghe dell'addome di Marcello, per concludere che la sua pancia è molto meno scolpita della mia!

Arianna scende dal letto e si sfila i pantaloni. Le sue mutande sono rosa e azzurre. Apro e chiudo la bocca un po' per prendere ossigeno, un po' per cercare di capire quali siano le sue intenzioni.

Ho il cervello che frulla e il petto che sta per esplodere.

Solo quando riesco a placare il motore impazzito che è il mio corpo, guardo meglio quegli slip e mi chiedo che razza di mutande siano? Quelle di una "Bradz"?

Non faccio neanche a tempo a dare una connotazione a quel fantasioso capo intimo, che la mia attenzione viene catturata da Marcello, il quale è a sedere sul letto e fissa a bocca aperta un punto ben preciso tra le coscie di Arianna. Pervertito!

Lei è a gambe divaricate, come la femme fatale più esperta e fiera e lo percuote sul petto, facendolo ricadere indietro in un colpo solo. Poi si avventura sui suoi pantaloni e dopo averli sganciati con una foga mai vista prima, li sfila, trovando solo una minima resistenza all'altezza dei polpacci ben assestati.

Marcello resta disteso con i soli boxer indosso, - Bellezza mi spaventi! - afferma stordito.

Arianna, in piedi, lo guarda dall'alto in basso, - Tu vuoi fare sesso con me? -

- S-s-sì - farfuglia lui.

- Allora queste sono le condizioni: Io comando! Tu ubbidisci! Prendere o lasciare? -

Lui boccheggia: - Prendere prendere! -

- Bene! - proclama lei, - allora chiudi gli occhi!-

Lui ne socchiude solo uno.

- Ho detto chiudi gli occhi! - lo ammonisce, - non fare il furbo! -

Marcello segue il comando.

La mia ragazza si sposta lentamente sulla fune ai piedi del letto, con decisione alza gli arti superiori di lui e ne avvinghia i polsi.

Marcello apre di colpo le palpebre e muove le braccia, riportandole lungo il corpo, - Cosa stai facendo? Che intenzioni hai? - guarda la corda sfilacciata, - Vuoi legarmi? -

Il viso di Arianna avvampa, - Sono io che comando, ricordi? - si alza di nuovo in piedi, - ma se non vuoi, se non ti va, non ti forzerò...- mette il broncio e si gira di lato, - pazienza! -

I miei occhi finiscono sulla perfezione delle sue labbra rosee, sul cruccio di fanciulla.

Marcello aggrotta la fronte e segue il suo dolce profilo, - Legami - si arrende con voce profonda e rauca, - e fai di me il tuo schiavo! -

Il tuo cosa?

L'istinto di uscire da questo dannato cesso e fargli un sonoro applauso, accompagnato da uno sputo sul viso e un calcio al centro del cavallo dei pantaloni, è piuttosto forte.

Al diavolo Marcello! Tu e il tuo cervello depravato!

Perché non vai a farti rendere schiavo da qualcun'altro?

Sposto appena i piedi sul coperchio del Wc, che cricchia appena.

Arianna si piega sul letto e arrotola i polsi di Marcello in un nodo quasi perfetto. Stringe la corda, seguendo i miei consigli. Sono stato proprio un ottimo maestro!

- A cosa vuoi essere legato? -

Marcello aggrotta la fronte, confuso.

- Al letto? All'armadio? Alla finestra? Al termosifone? al...-

- A te! – propone il cascamorto.

Un moto di repulsione, accompagnato da bile acida mi risale in gola.

Se proprio Arianna deve essere legata a qualcuno quello semmai sono io.

Non tu!

Arianna sbuffa, - Non è possibile! Devi essere legato a qualcosa di materiale! -

- Ma tu sei materiale, sei più che materiale! – dice lui.

Arianna scuote la testa, infastidita, - Okay! Non importa! Deciderò io! Quella cabina armadio mi sembra abbastanza grande! -

Marcello protesta: - Non saremo più comodi sul letto? -

Lei alza le spalle, - la cabina armadio andrà benissimo - apre le due ante, - vieni qui! -

Marcello si lascia legare alla barra di ferro appendiabiti, - Vuoi farlo in piedi? – chiede, sbalordito.

Arianna sorride, divertita, - Non hai abbastanza addominali? -

- Bellezza! Ne ho a sufficienza per un'intera notte di sesso in questa posizione! - replica con una smorfia.

Arianna fa scorrere la sua mano sul torace di Marcello, - Perfetto! Allora sopporterai anche qualche giusto preliminare! -.

Lui la fissa con occhi sognanti, - Scendi più giù, bellezza!-

Cosa? Più giù? Più giù un corno!

Arianna porta le mani all'elastico dei boxer di Marcello, - Ancora di più? - chiede.

Lui annuisce, esaltato.

Mi agito, infastidito, ripugnato e pentito per aver ideato questo piano insensato.

Il respiro di Marcello è già piuttosto eccitato e dalla protuberanza dei suoi boxer pare che anche qualcos'altro lo sia.

Okay, Arianna! Lo scopo è stato pienamente raggiunto!

Adesso basta così!

Purtroppo la mia dolce metà non sembra ascoltare i miei pensieri.

Scende con la mano lungo la stoffa delle mutande del mio nemico.

Vedere i suoi polpastrelli attraversare i genitali di un altro uomo, se pur ricoperti da uno strato di cotone, mi manda fuori di testa. Perdo il lume della ragione e le mie gambe, già in bilico sul WC, tremano e finiscono per cedere. E' un istante.

Perdo l'equilibrio e precipito pesantemente a sedere sulla tavoletta.

Durante il tracollo, mi aggrappo alla cordicella dello sciacquone, unica ancora di salvezza, e, senza che possa fare niente per impedirlo scatta il meccanismo di ricircolo dell'acqua.

Maledico me stesso e questo dannato bagno.

Cerco di rialzarmi, facendo il meno rumore possibile, anche se ormai è già troppo tardi.

- Chi c'è nella toilette? - la voce di Marcello si fa possente, risvegliandosi dallo stato di trance nel quale è precipitato.

- Nessuno! – dice in fretta Arianna.

- E' partito lo scarico, ci deve essere per forza qualcuno! Scioglimi subito che vado a controllare! -

Mi riposiziono in piedi sulla tavoletta.

Arianna è intenta a cercare una giustificazione sensata, - Non c'è nessuno là dentro, sono bagni moderni! – afferma, - ogni ora lo sciacquone parte in automatico, stai tranquillo! –

Marcello non sembra convincersene, - Sei sicura di ciò che dici? Meglio controllare! - si inferfora, - avanti scioglimi e lasciami andare a vedere chi c'è di là! Io sento una presenza, sento dei rumori! -

Lei deglutisce e non lo lascia terminare.

Decide di zittirlo con una mossa che mi lascia letteralmente di stucco.

Apre la mano e la schiaccia bene, avvolgendo interamente il contenuto dei suoi boxer.

Il mio cuore subisce un vero e proprio colpo. Percepisco il sangue diventare solido e freddo istantaneamente. Non ci vedo più!

Al diavolo il piano!

Al diavolo questa situazione assurda e insensata!

Al diavolo questa inutile sopportazione!

Il mio cervello prende fuoco e prima che le fiamme mi escano dal naso e dalle orecchie, salto giù dalla tavoletta e mi dirigo, a grandi falcate, fuori dal cesso.

Raggiungo la camera come un pazzo appena uscito da un manicomio criminale.

I capelli disordinati, gli occhi furenti e una scarpa bagnata.

Arianna stacca la mano dall'eccitazione sempre più evidente del mio ex amico.

Spalanca gli occhi meravigliati contro i miei.

La fulmino con una semplice occhiata, la spingo di lato e procedo dritto contro il nemico.

Marcello smette di ansimare e riporta la testa frontale.

I suoi occhi incrociano i miei.

Vedo passare immagini di confusione seguite a scene di paura e terrore.

La scarica di adrenalina che muove il mio corpo è talmente potente, che non aspetto un solo istante per scaraventarmi contro e prendere le sue guance tra le dita.

- Brutto pezzente! – urlo, - mi fai schifo! Mi fai pena! - la mia faccia sempre più rossa è a un millimetro dalla sua.

Marcello prova a parlare, ma la presa della mia mano sulle sue guance è talmente forte da impedirgli di formulare una semplice frase di senso compiuto.

- Vuoi sapere chi era la presenza dentro al bagno? Vuoi saperlo? Ero io! Sciocco! Io! – dico, furente, - e tutto questo bel teatrino è solo una messa in scena! Una recita, per farti capire quanto tu sia un povero illuso! -

Lui agita le gambe, cercando di scalciarmi.

- Stai buono! – inveisco, lasciando andare il suo viso. Mi allontano di un passo, - Veramente credevi che Arianna potesse concedere il suo corpo a una carogna come te? Pensavi sul serio fosse possibile? -

Marcello respira forte. I suoi occhi sono sbarrati, ora guardano me e ora Arianna, che si è messa al mio fianco.

Tiro indietro il ciuffo, che mi è finito sugli occhi, - Farai meglio a stare alla larga dalla mia ragazza una volta per tutte! - gli punto un indice contro.

- Sei un bastardo! - biascica Marcello, - hai fatto pietà come amico e lo farai anche come fidanzato. Sei un egoista bugiardo! - sposta lo sguardo su di lei, - e tu Arianna lo capirai presto! -

La rabbia sorvola le viscere e arriva dritta alle mani. Preparo un cazzotto potente, pronto per mollarglielo in piena faccia, ma Arianna mi blocca il polso a mezz'aria.

- Non farlo! – grida, - non usare la violenza! Ti prego! -

Non so la fatica che faccio per darle ascolto, ingoiare il rospo e riportare il pugno lungo il corpo. Stringo duramente lo sguardo contro quello di Marcello, poi mi giro di scatto, afferro Arianna per un braccio e recupero la sua maglietta e i suoi jens, - Rivestiti! – le ordino.

Lei mi dà retta. In silenzio e piuttosto rapidamente rientra nei suoi abiti.

Aspetto che abbia tirato sù la cerniera dei pantaloni e la prendo per le mani, - Vieni qui - l'attiro a me.

La stringo forte, come se non ci fosse un domani, come se non ci fosse un poi o un seguito. Lei si lascia avvolgere dolcemente dalle mie braccia.

Poi ci stacchiamo, sotto le urla pressanti e disperate di Marcello, - Slegatemi subito! - si dimena come un giustiziato pronto a finire sul patibolo.

- Al diavolo Marcello! - mantengo stretta una mano della mia donna e la trascino via dalla stanza, - una notte appeso come un prosciutto sotto sale ti farà riflettere, così forse smetterai di fare il maniaco una volta per tutte!-

Lui si muove con più forza, facendo tremare la barra di metallo e di conseguenza l'intero armadio, - Non potete lasciarmi in questo modo, non potete farlo! -

La sua voce mi trapassa i timpani, mentre spingo Arianna nell'anticamera e poi dritta sul corridoio.

- Riccardo sei un coglione! – continua a gridare Marcello, - e tu Arianna una povera illusa! -

La porta della 107 si chiude, lasciando all'interno un ragazzo seminudo, legato, appeso in redenzione dei peccati.

Sfilo la chiave della stanza e la caccio dentro alle tasche dei pantaloni.

Arianna respira velocemente, fissa a terra e pare stia cercando il modo migliore per sbollire la rabbia e la fatica appena compiuta.

Mi avvicino e l'abbraccio, - Sei stata brava piccola "Lolita" - le sussurro dolcemente tra i capelli, - sono fiero di te! - l'allontano e le prendo il viso tra le mani.

Lei aggrotta le sopracciglia, fini e ben delineate, - Grazie – dice, - se mi avessi permesso di terminare il mio lavoro, sarebbe potuta andare molto meglio di così...-

- Che intendi esattamente per lavoro? – domando, - quello che stavi facendo non era affatto un lavoro! Dannazione! Stavi toccando il suo, il suo...ma cosa ti è saltato in mente? -

Lei distoglie lo sguardo, - Volevo solo rendere tutto più eccitante, niente di più!-

- Ma avevi la mano sul suo...-

Arianna porta gli occhi di nuovo sui miei, - Lo so – dice, - ma era una recita, per rendere tutto più reale! Ho seguito lo stesso copione che hai adottato con Rebecca, anche tu non sei stato da meno. Ti ricordo che le hai palpato il seno! -

- Ma non è la stessa cosa! – protesto.

- Oh! Sì che lo è! – dice lei, incrociando le braccia al petto.

- Al diavolo le mie idee! – sbuffo, infastidito.

Arianna tenta di consolarmi, - Non prendertela per così poco, è andato tutto secondo i piani e questo è ciò che conta!-

Lascio andare un respiro più lungo del dovuto e chino mestamente la testa.

Accantono ogni immagine che urta il mio sistema nervoso, - Hai ragione! La cosa fondamentale è che siamo riusciti nel nostro intento e che tutto sia finito! - sollevo la testa, - adesso però andiamocene da qua! - avvinghio le dita a quelle della mia alleata e la trascino lungo il corridoio, giù per la scalinata.

Nella sala del ricevimento recuperiamo in tutta fretta i nostri cappotti e con passo svelto fuggiamo verso l'uscita, io avanti e Arianna dietro.

Nella hall, a sedere su uno dei divanetti rossi scorgo la figura di Renato, il quale alza gli occhi su di noi e segue il nostro passaggio.

Frugo in tasca e tiro fuori le chiavi delle stanze.

- Ehi amico! - gliele lancio con un tiro deciso e perfetto, - vai a dare un occhio alla 107 se tieni abbastanza al tuo collega! Ah! Se ne hai voglia dai uno sguardo anche alla 105! -

Arianna ride alle mie spalle e sotto lo sguardo allibito e preoccupato di Renato ci dileguiamo sulla scalinata esterna.

Quando arriviamo vicino alla moto ridiamo come due pazzi.

Ho le lacrime agli occhi e è una cosa che non mi era successa da un sacco di tempo.

Tiro Arianna verso di me e preso dalla foga le mollo un bacio mozzafiato. Lei risponde, pienamente rapita dalle mie labbra. In poco tempo i nostri respiri si trasformano in un un unico alito.Passo le mani sul suo cappotto, stringendola così forte contro il mio busto, da non volersene più allontanare. Assaporo ogni parte della sua bocca e quando mi stacco ho letteralmente il fiatone, - Chi devo ringraziare per averti conosciuta? –

Gli occhi di Arianna brillano, - Non lo so – dice, - ma se trovi il responsabile, ringrazialo anche da parte mia...-

Le bacio la fronte.

E' la mia piccola e la mia donna.

E' tutto ciò che di più bello potesse capitare nella distruzione della mia vita.

- Adesso però dobbiamo andare sul serio! – dico, - prima che quei due vengano liberati! -

Procediamo a cavalcioni della moto, verso l'uscita del parcheggio.

Prima di allontanarci, scorgiamo Giulia e Leo salire nell'auto del signor Mori.

- Ma dove eravate finiti? - urla Giulia, abbassando il finestrino.

Arianna la saluta con un cenno della mano, - Giù, ti spiego poi per messaggio !!! –

Lei non pare molto soddisfatta della risposta, ma io sgasso e in un lampo siamo sulla strada. Corro sulla moto con Arianna alle mie spalle.

Sentire le sue mani intorno alla vita mi crea una sorta di euforia ed eccitazione. Il suo tocco, il suo contatto, la sua presenza è tutto ciò che di più semplice e puro si possa desiderare.

Una buona mezz'ora e siamo già sotto casa sua.

Mi soffermo all'entrata del vialetto.

Lei mi saluta con un dolce bacio della buonanotte, io, mai sazio, la richiamo per dargliene un'altro e un'altro ancora.

Arianna si finge scocciata, ma in realtà so che è felice di posare una, due, tre volte le sue labbra sulle mie.

- Notte! – mi susssurra, e prima di voltarsi sposta l'attenzione sulla mia gamba destra, - Posso farti una domanda? – aggrotta la fronte, - cosa hai fatto lì? È da prima volevo chiedertelo, perché sei bagnato? -

Mi guardo la scarpa e il pantalone ancora umidi, - Oh! Niente! Sono solo scivolato! –

Lei alza un sopracciglio, insoddisfatta della risposta ricevuta.

- Sono caduto in quel dannato cesso quando ero chiuso in bagno! Al diavolo! Dovrò mettere il tutto a disinfettare! -

Le labbra di Arianna si increspano in un sorriso, - Sei una frana! -

Sbuffo sonoramente.

Lei socchiude il cancellino, apparentemente divertita.

- Aspetta! - la richiamo, - posso farti anche io una domanda, personale? –

Arianna annuisce titubante, indietreggiando verso il porticato.

- Quelle mutandine rosa e azzurre - sposto gli occhi sul suo punto vita, - dove le hai prese? - mi lascio sfuggire un sorrisetto camuffato dentro al casco, - cos'erano un ricordo della Prima Comunione? -

La sua faccia si fa scura. Giro la moto e ingrano la marcia.

Mi dileguo accompagnato dal suono della sua voce stizzita: - Vai a quel paese, Riccardo! -

Rido tra me e piegato sul mio due ruote svolto l'ultima curva, pensando che, dannazione! Io amo quelle mutande!

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