CAP. LXXI E tu non sai se questo è amore?
Il mattino successivo mi sveglio alle undici, in seguito all'urlo di mia madre al piano inferiore.
- Maledetto! Perché non funzioni? –
Mi stiro, fino a occupare l'intero materasso. Lascio scivolare le gambe giù dal letto e mi trascino sotto la doccia. L'acqua lava i residui di trucco e i ricordi della serata trascorsa.
E' stata la notte di Halloween più movimentata della mia vita. Il bagnoschiuma offusca la mente dall'odore di alcool e erba sulla pelle.
Lo shampoo tenta di scacciare i brutti pensieri dalla testa. Lo scroscio di acqua mi colpisce dritta sulla nuca.
Chiudo gli occhi, nel ricordo della promessa che mi sono imposta.
Non pensare a niente.
Non pensare a Riccardo.
Non è affare semplice, dopo i fatti accaduti nella sala da biliardo di Federico. Esco dal getto caldo e procedo a tamponare tutto il corpo. Mi sono comportata come una bambina, caduta in tentazione a delle colorate Marshmallow.
Riccardo è un bugiardo. Mi ero ripromessa del tempo, per provare a superare ogni suo dannato errore. Invece sono venuta meno al mio ferreo principio.
Per cosa? Per un bacio!
Un semplice, stupendo,fantastico,magnifico,eccezionale bacio!
Afferro il phon, quasi fosse l'arma magica, in grado di allontanare il patire d'animo. Liscio i capelli con la spazzola. Dovrò decidermi a tagliarne le punte, stanno diventando doppie e sfibrate. Indosso jeans stretti e un maglione grigio, quasi argento.
Aggancio al collo la collanina con l'infinito.
Stringo il ciondolino dentro il palmo. Questo gioiello per me è simbolo dell'amicizia più vera e grande che esista. Un'amicizia in grado di superare le barriere più spesse, quelle della gelosia e dell'orgoglio. Ritrovare Giulia ha rappresentato l'unica cosa bella successa ultimamente. L'unica cosa davvero importante e reale.
<< Buongiorno Giù, ti sei alzata? >> Le invio un messaggio.
Lei risponde all'istante: << Sono appena rientrata dal parco. Leo mi ha trascinata a correre, tu come stai dopo la sbornia di ieri sera? >>
<< Abbastanza bene >> digito. Poi aggiungo: << Immagino dovrai abituarti alla vita salutista del tuo neo fidanzato! >>
Lei mi invia delle stupide faccine con la lingua di fuori e gli occhi spropositati, << Sono a pezzi abbiamo fatto quasi dieci chilometri! >> scrive, << ma tu non deviare i discorsi e non pensare di sfuggire al mio interrogatorio! Devo sapere cosa mi nascondi riguardo al damerino che ti ha salvata dalle grinfie di Marcello. Quello che non ti lasciava più venire via, come hai detto che si chiama? Isac? >>
<< Sì >> scrivo.
<< Dovrai aggiornarmi anche della tua fuga con Riccardo. Dove ti ha portata? Cosa vi siete detti ? >>
<< Ti racconterò tutto domani a voce. >>
<< Domani? Vuoi dire dovrò stare sulle spine per tutto questo tempo? Almeno anticipami qualcosa! >> replica.
<< Giù preferisco dirti a voce, davvero! >>
<< Cercherò di reprimere la mia innata curiosità femminile, però ti aspetto da me domani dopo pranzo, come sempre sono da sola. Ne approfitteremo per fare un pò di compiti, devo ancora mettermi sotto nella versione di latino. Martedì rientriamo a scuola e non ho aperto libro! >>
<< Perfetto! Porterò compendio e vocabolario. A domani! >>
<< A domani! >>
Chiudo l'applicazione. Prima di abbandonare il cellulare sul materasso, sbircio il messaggio di Riccardo, con il quale mi sono dolcemente addormentata.
<< My little flower princess >>
Avvicino lo Smartphone al petto. Un sorriso sfugge alle mie labbra.
Il rumore di alcuni piatti che si rompono mi riscuote. La mia espressione passa da ebete a preoccupata in un battibaleno.
Raggiungo il piano inferiore, seguendo il frastuono.
- Buongiorno! –
Intorno a me c'è una grande confusione di stoviglie.
- Buongiorno un corno! - sbotta mia madre, fuoriuscendo con la testa dal mobile, - Il congelatore si è rotto, tutte le cose che c'erano all'interno si sono avariate. Non riesco più a trovare le forbici per tagliare il pollo! - si lascia cadere su una sedia, esausta, – Che poi, cosa importa di quelle maledette forbici? Non abbiamo neanche più un pollo da cuocere! -
Poso una mano sulla sua spalla, - Cosa succede? Non dirmi sei arrabbiata per le forbici o per il pollo, non ci credo proprio...-
Lei sospira e inizia a singhiozzare.
Mi avvicino e l'avvolgo in un abbraccio, – Mamma con me puoi parlare, lo sai! -
- Grazie tesoro, so perfettamente che non dovrei farmi vedere in questo stato da te, scusami, ma non ci riesco. Non riesco a fingere che tutto vada bene!- dice.
- Non devi fingere. Non sarei mai capace di chiederti una cosa simile! -
I suoi singhiozzi rallentano, - Tuo padre da quando ieri se ne è andato via non ha chiamato, non ha inviato un messaggio, nè alcun segnale. Questo è il primo anno che passo la festa dei Santi da sola! -
Mi piazzo davanti a lei, - Io sono qui, non sei sola.-
Lei si asciuga il viso con le mani, - Lo so tesoro mio, lo so...-
Prendo dei tovagliolini sul ripiano e glieli porgo, - Non piangere per favore, fallo per me!-
Lei afferra la carta e la porta al viso.
Mi inginocchio di fronte, - Non so cosa stia succedendo a mio padre. Se ogni volta che lui è in questa casa deve alzare le sue mani, preferisco se ne stia il più lontano possibile! -
- Tesoro, non meriti una famiglia così triste e vuota! – soffia fuori.
Un lampo di senso di colpa prende campo dentro ai suoi occhi.
Non voglio indagare, – Sono fortunata. Ho una madre eccezionale, non posso chiedere altro!-
Lei fa uscire un singhiozzo trattenuto troppo a lungo, - Non sono eccezionale, tesoro, non lo sono affatto! – butta il viso dentro il fazzoletto, – Oh sapessi! -
Le prendo il viso tra le mani, - Cosa dovrei sapere? Tu, mamma, sei eccezionale punto e basta! - mi tuffo in un abbraccio, affondando la testa nel petto della donna alla quale devo la mia stessa vita.
- Ti voglio bene tesoro, sei tutto per me. -
- Anche io ti voglio bene – annuisco, - Sai cosa facciamo adesso? Sistemiamo tutto questo disastro e poi usciamo a pranzo, io e te! - propongo, - Vai a toglierti questo grembiule da cucina, voglio vederti bella e splendente come la migliore delle mamme! -
Lei esce dalla porta di cucina, asciugandosi il viso.
Ne approfitto per fare ordine.
Un quarto d'ora dopo mia madre ritorna trasformata in una bellissima signora elegante. La gonna a tre quarti e la camicetta color pastello.
- Stai benissimo! Adesso possiamo uscire! - la prendo a braccetto.
La trattoria scelta è pulita e confortevole.
Mia madre si rilassa, io allontano i cattivi pensieri. Tutto procede per il meglio fino a quando mamma, al momento del dolce, se ne esce con una inconsapevole e banale domanda: - Come vanno le cose con quel ragazzo, Riccardo? -
Le briciole della crostata mi vanno di traverso.
Afferro il bicchiere quasi fosse la mia unica ancora di salvezza.
Mamma mi fissa preoccupata, - Tutto okay? -
Annuisco. Poso il bicchiere sul tavolo.
Lei riprende: - Stavo dicendo, con il ragazzo della moto le cose vanno bene? -
Tiro indietro i capelli, accavallo e scavallo le gambe. Faccio un giro con gli occhi per la sala, alla fine incapace di mentire abbasso le spalle, - Non proprio – sospiro.
- Tesoro, perché non mi hai detto niente? -
- Non è nulla di importante, problemi di ragazzi della mia età – dico. Le mie dita fanno sottili strisce con il tovagliolo di carta. - Poi tu avevi già un sacco di pensieri a causa di papà, non volevo aggiungerne altri!-
- Ti va di parlarne adesso? – allunga la mano verso di me, sopra alla tovaglia a quadri,.
- Non c'è davvero molto da dire - taglio corto.
- Tu ami quel ragazzo? -
Una spada mi trafigge il cuore, facendolo sanguinare pesantemente.
E' chiaro che lo amo, altrimenti non starei in questo stato, dannatamente patetico.
Mia madre mi incita con gli occhi.
- Sì - ammetto.
- E lui? Ti ama? -
Chiudo gli occhi.
Perchè tutte queste domande? Capisco mia madre voglia sapere qualcosa della mia vita e del mio stato d'animo.
Infondo siamo molto legate, tra noi non ci sono segreti, ma questa giornata avrei voluto prendermela come pausa, evitando anche solo di fare il nome del ragazzo, causa dei miei principali problemi.
- Io...- deglutisco, continuando a torturare il tovagliolo, - Non lo so! – ammetto, - In realtà non ci siamo mai detti ti amo.-
Lei sorride, - Ma non ce n'è bisogno! Non occorre mettersi in ginocchio e urlare ti amo a squarciagola, l'amore lo si capisce anche da molte altre cose!-
- Quali cose? – biascico.
Lei rivolge gli occhi alla finestra che si affaccia sulla collina spoglia e, quasi parlando con un fantasioso interlocutore, afferma: - I gesti dell'altro, il suo modo di rivolgerti uno sguardo o una carezza, il suo modo di difenderti e proteggerti, il movimento delle sue labbra quando parla, ogni piccolo momento insieme! -
Resto in silenzio. Il tovagliolo ridotto a brandelli.
Penso a Riccardo e ai suoi gesti.
Sembra di vederlo tirare indietro i capelli e accendersi una sigaretta con fare rapido e nervoso. I suoi occhi nella mia testa sono profondi e intensi. Ogni suo sguardo pare volermi scavare infondo all'anima.
I pugni pronti a scattare per difendere il mio corpo dagli altri.
Le mani sui miei polsi a attirarmi contro di sé.
Ogni singola azione compiuta da Riccardo è carica di passione e desiderio.
Ma amore?
Mia madre emette un colpetto di tosse, riportandomi al presente, – Tesoro, non devi darmi una risposta! Volevo solo aiutarti a pensare. Non so quali siano i problemi tra voi due, ma se c'è l'amore tutto è risolvibile! - alza una mano per richiamare l'attenzione del cameriere.
Il ragazzo del locale si appresta a lasciare il conto al nostro tavolo.
- Le bugie? - I miei occhi si alzano su quelli di mia madre, - Anche quelle si possono superare per amore? -
Lei prende lo scontrino, dandone una rapida occhiata, – Dipende! Alcune volte le persone mentono proprio per troppo amore! Spesso per proteggere e proteggersi da una realtà dolorosa e tragica, spesso per cancellare gli errori. A volte sarebbe meglio una dura verità, piuttosto che una finta realtà!-
Annuisco, cercando di individuare il senso specifico della sua affermazione. Forse mia madre ha ragione.
Spesso si tende a nascondere la verità per amore. Tuttavia, prima o poi, quella realtà viene fuori più forte e cruda di prima.
Riccardo ha mentito sul suo rapporto sessuale con Giulia, probabilmente lo ha fatto per non farmi del male o per evitare litigi.
Adesso è venuto tutto a galla. Il dolore è più grande e imponente di quello di essere state minimamente preparate. E' un dolore doppio.
Un pò per la bugia, un pò per il danno.
Per quanto riguarda la lista, averla scoperta pone di fronte ad un comportamento inquietante e psicopatico, ma, sopratutto mette in dubbio che Riccardo provi davvero affetto per me. Sembra quasi che quello che lui dice trattarsi di amore sia solo maledetta e dannata una menzogna. Una finzione, per aggiungere il mio nome a quell'elenco infernale.
- Andiamo tesoro! - Mia madre mi distoglie dai ragionamenti. Paga il pranzo e mi conduce fuori dalla trattoria, - Sai cosa ti dico? Basta pensare a mariti e fidanzati, adesso ci mettiamo sul divano e ci rivediamo insieme la prima puntata di "The O.C", sei d'accordo? -
- Pop-corn e Cola? -
- Ovviamente! –
Durante la strada di ritorno la voce di "Vasco" invade l'abitacolo.
Mi godo la campagna che si prepara all'inverno. Penso all'incontro di "Marissa" e "Ryan" nella prima stagione del mio telefilm preferito.
Giungiamo sulla Nomentana, svoltiamo di fronte al nostro vialetto.
Di colpo, i sogni e la serenità acquisita evaporano in mille bolle di sapone.
Il respiro improvvisamente si spezza.
Resto paralizzata. La bocca aperta e le pupille dilatate.
Le parole di "Sally" riempiono la mia testa vuota.
Gli occhi non riescono a staccarsi un secondo dall'enorme, gigantesca, esuberante scritta di vernice bianca, sui mattoncini rossi del muretto, che conduce alle abitazioni.
<< It's forgiveness, I'll be waiting for....>>
Mia madre si volta verso di me. Con voce sorpresa e sbalordita esclama: - E tu non sai se questo è amore? –
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top