CAP LXX My little flower princess

Gli anfibi percorrono un paio di scalini alla volta. Il cuore martella fino alla gola.

Riccardo mi chiama dal terzo piano. Aumento il passo. Torno a piano terra, immergendomi nel caos di gente e musica.

Il richiamo di Riccardo si fa lontano, fino a scomparire completamente, inghiottito dalle note ripetitive di "Intossicated".

Voglio fuggire da lui, anzi sto fuggendo realmente da lui! La sala è ancora piena di gente che balla, inibita e chiassosa.
Mi guardo intorno alla ricerca di Matteo e il suo gruppo oppure Giulia e Leo. Ma niente, di loro nessuna traccia.
Faccio alcuni passi incerti tra la folla. Mi sento una bambina persa nel bosco, alla ricerca del giusto sentiero.

In mezzo alla mischia scorgo un ragazzo dai ricci biondi. Mi illumino all'istante in un sorriso. Quando il biondino si gira e mi rendo conto che non si tratta del mio amico, le labbra tornano al loro posto deluse.

Mi muovo qua e là completamente fuori bussola. Cerco di ravversare i capelli e il vestito. Perchè ho ceduto al bacio di Riccardo?

Dopo tutto il male che mi ha fatto e tutta la fatica impiegata a tentare di allontanarlo dalla mia testa e dal mio cuore, come ho potuto ricadere tra le sue braccia così facilmente?

Forse perchè la sua voce e i suoi gesti sembravano davvero amorevoli e sinceri. Forse perchè l'alcool mi ha impedito di ragionare consapevolmente.

Forse perchè io, Arianna Valenti, nonostante tutto, sono ancora maledettamente innamorata di lui, di quello che oltretutto è sempre, a tutti gli effetti, il mio ragazzo ufficiale.

No, non è possibile!
Non posso essere innamorata di un individuo tanto bugiardo e sbagliato.
E' stato tutto un errore, un tremendo sbaglio!

Non appena mi sarò ripresa troncherò con Riccardo definitivamente.
Addio a quegli occhi verdi e brillanti.
Addio a quel carattere infuocato e iperprotettivo.
Addio a quelle labbra carnose e perfette.

La sola ipotesi di un' abbandono definitivo mi fa morire. Se dico addio a Riccardo dirò addio alla mia vita, ma non posso continuare così. Troppi tormenti e bugie. Troppa sofferenza.

Mi faccio strada tra un paio di ragazze, che si abbracciano e urlano a ritmo della musica remixata. Attraverso la pista da ballo.
Scendo un paio di scalini e arrivo al bancone delle bibite. La visione dei bicchieri carichi di alcool e coloranti mi fa salire di nuovo il senso di nausea. Sono costretta ad appoggiarmi a una colonna a riprendere fiato. Poso la testa al muro e provo a immaginare la mia vita senza Riccardo, o meglio, Riccardo con un'altra ragazza. Il solo pensiero mi fa contorcere lo stomaco.

Non posso lasciarlo andare, non posso allontanarmi da lui.
Sono innamorata di lui.
Riuscirò a superare i guai. Riuscirò a farlo.
Mi convinco.
In fondo avevo solo chiesto del tempo, del tempo che non mi è stato concesso.
Da ora in avanti prenderò ogni secondo, ogni minuto, ogni ora necessaria per ripulire il cuore dai ricordi e prepararlo ai nuovi eventi.
Ho solo bisogno di smaltire la sbornia e provare a non pensare a niente. Non pensare a Riccardo. Solo così capirò se posso davvero superare rancori e malintesi.

Cerco di riprendere il controllo delle azioni, quando una mano si posa sulla mia spalla.

- Ehi bellezza, bisogno di aiuto? -

La voce di Marcello mi procura una lancinante fitta allo stomaco.

- Nessun aiuto, grazie! - Faccio un paio di passi e riprendo a guardarmi intorno, alla disperata ricerca dei miei amici che, a quanto pare, sembrano essersi volatilizzati nel nulla.

- Come mai da sola? Hai perso quel tuo amichetto biondo? – Marcello si lascia andare in una risata. - O forse non trovi più quell'idiota del tuo ragazzo? - cammina al mio fianco, - L' ho visto arrivare alla festa così trafelato, con chi era arrabbiato? -

Stringo gli occhi contro di lui, con la speranza di freddarlo con un solo sguardo. Ciò non accade.

Marcello prosegue, - Era arrabbiato con te? Cosa gli hai combinato di così grave? –

- Piantala e sparisci dalla mia vista! – replico.

- Sto scherzando! Qualsiasi cosa tu faccia non è mai abbastanza per tutti i disastri che quel verme è in grado di procurarti. Dovresti stare lontano da lui, saresti molto più tranquilla! -

Mi giro di scatto, - Ho detto sparisci! Non ho affatto bisogno di qualcuno che sia qui a dirmi cosa sia meglio fare della mia vita! Neanche qualcuno che mi ricordi gli errori commessi dal mio fidanzato, anzi se vogliamo proprio essere precisi non sono neanche dell'animo adatto per ascoltare le tue fandonie! Vatti a fare un giro e lasciami in pace!-

Marcello sembra non prendere troppo sul serio le mie parole, - Bellezza calmati! Non volevo farti riscaldare così, ho solo detto ciò che penso di Riccardo e dei suoi sporchi giochi, niente di personale con te -

- Non fa molta differenza – passo oltre, - Addio Marcello, buona serata! -

Lui mi rincorre, – Aspetta! Volevo solo chiederti scusa per come mi sono comportato prima sulla terrazza! Ho agito di impulso e intendo rimediare!-

- Non è il momento, lasciami perdere! - mi volto e torno ad avanzare spedita.

Lui pare non mi ascolta, - Bellezza! - si aggrappa alla spallina del mio vestito, - Avevo piacere di scusarmi anche per tutte le altre volte! So che ti ho offesa, specialmente sul fatto dell'essere ancora vergine! – dice, – Infondo hai solo quindici anni, non c'è niente di male in questo, anzi è lodevole...-

Mi soffermo, colpita dalla sua affermazione.

- Quello che è successo là fuori, sul terrazzo, era solo un modo disperato per arrivare a toccare i tuoi sentimenti! – La sua mano scivola sul mio braccio, facendomi voltare, - Ti prometto che non cercherò più di prenderti con la forza, nè offenderti con parole inadeguate. Ti prego deponiamo le armi -

- Cosa? - lo guardo allibita, - Quali armi? Non ho nessuna arma in mano! Sei tu che usi le parole come coltelli affilati! -

Marcello alza le spalle, - Se provassimo ad essere amici? -

Non riesco a concentrarmi sulle sue richieste insensate. Lui vuole annientare ogni offesa e essere mio amico? Lui che mi ha da poco assalita per strapparmi un bacio violento?

Cerco di rimanere calma e essere abbastanza gentile, - Sei molto contraddittorio, fino a poco fa dicevi di amarmi e voler tornare insieme a me, dicevi che il tuo cuore....-

- Hai ragione - mi blocca, - Ma so bene che, per adesso, tu non sei in grado di ricambiare i miei sentimenti, allora pensavo che potremo tentare almeno la strada dell'amicizia!-

- Non potremo mai essere amici, siamo incompatibili! -

Lui scuote la testa, - Sono l'amico più in gamba che esista. Sono l'amico dell'amico. Sono l'amico numero uno. Mettimi alla prova! -

- Mi dispiace. Noi due siamo ex fidanzati e rimarremo tali, che tu lo voglia o meno! -

- Cosa ti costa provare? –

- Ho già i miei amici, dei quali mi fido! – dico.

- Io ti conosco meglio di loro, io so quello che ami fare, so...-

- Piantala! – sbotto.

Marcello non demorde. Mette le mani a preghiera davanti al viso e piagnucola, - Dammi solo una chance, giuro non te ne pentirai! Non ti salterò ancora addosso, non ti offenderò, non ti disturberò quando vorrai stare da sola e in compenso ci sarò sempre, sempre e solo per te!-

Sospiro. Cosa gli è preso? Perchè tutto questo buonismo? Si è bevuto un cocktail allucinogeno? Ha sbattuto la testa?
Se il cazzotto di Isac gli avesse provocato una commozione cerebrale?

Devo riconoscere che se non fosse stato per Marcello non avrei mai scoperto della famosa lista, ma questo non giustifica il fatto che dobbiamo instaurare un idilliaco rapporto di amicizia. Non voglio avere più niente a che fare con questo ragazzo, né ora, né mai!
Non perchè è una promessa fatta a Riccardo, ma perchè sento di stare lontana da lui e dai guai che si porta dietro.

Poi il suo modo di ragionare non mi convince.
I suoi atteggiamenti sono più appiccicosi della colla, qualcosa nelle sue parole puzza di bruciato.

- Mi dispiace, non credo che una storia d'amore finita male, possa divenire una buona amicizia – affermo.

- Se siamo stati insieme ci sarà un perché! Scopriamolo e coltiviamolo. Non buttiamo tutto senza criterio! Proviamo almeno a recuperare quello che c'è ancora di bello! – replica.

- Non c'è niente di bello, se proprio vuoi saperlo! - riprendo a camminare.

Devo trovare velocemente la toilette.

Inizio ad avere la vescica grande quanto un pallone da football.

Se non la sgonfio finirà per uscire il liquido giallognolo anche dalle orecchie.

Marcello mi blocca ancora la strada, - Ti prego restiamo amici! -

- Tra noi è finita! Non c'è amore e nè amicizia. Adesso lasciami passare prima che urini qui, sui tuoi piedi! – sbotto, esausta.

Lui abbassa le spalle.

Con mia grande sorpresa questa volta mi fa spazio per proseguire.

- Pensaci, però! - grida alle mie spalle

Avanzo, disorientata e traballante. Il vestito spiegazzato, i capelli tremendamente scomposti, le calze rotte.

Quando noto quello che sembra avere tutto l'aspetto di un bagno lascio andare un sospiro di sollievo. Finalmente potrò svuotare la vescica e risistemarmi.
Mi appoggio sulla maniglia per abbassarla proprio nell'attimo in cui, dall'interno, esce qualcuno. La porta viene spinta con forza contro di me.
Cado indietro. Mi riprendo con le mani per attutire il colpo. Gli occhi azzurri di Giulia mi si parano davanti.

- Tata !!! – squilla la voce della mia amica.

Tento invano di rialzarmi mentre metto a fuoco la sua immagine. Sembro quasi una tartaruga rovesciata sul guscio.

Lei mi porge una mano, - Mi dispiace non volevo farti cadere! Ma cosa ci facevi qui dietro la porta? -

- Stavo andando a fare pipì – dico.

- Sei tutta intera? – mi palpeggia, - Ti sei fatta male? -

Mi rimetto in piedi, scuoto e spiego il vestito sulle cosce, – E' tutto okay!-

- Meno male – Giulia smette di toccarmi ovunque, - Dove ti ha portata Riccardo? Cosa ti ha fatto? Ero preoccupata! -

- Va tutto bene - la rassicuro.

Il suo viso diventa serio, - Da quanto fumi erba? -

Le sue parole mi trafiggono il cuore come una lama. Mi aspettavo questa domanda, ma non immaginavo quanto il suo giudizio fosse davvero così importante e doloroso per me.

- E' solo la seconda volta che lo faccio – mi giustifico.

Lei disapprova scuotendo la testa, - Se Matteo vuole fottersi il cervello che lo faccia pure,non tu! Promettimi che non toccherai mai più quella roba!-

Distolgo lo sguardo dal suo, troppo carico di aspettative. Vago con gli occhi nella sala.
Non posso fare questo giuramento.
Quella roba fotte il cervello, invecchia i neuroni, ma è qualcosa che condivido con Matteo. Non sono in grado di prendere nessuna decisione senza prima parlarne con lui.

Giulia mi prende la mano e la stringe. Non ricevendo risposta sbuffa e cambia argomento, - Coraggio Tata, vai in bagno, poi ti riportiamo a casa!-

Le rivolgo una espressione interrogativa.

Lei sospira. - Leo è fuori, suo padre è già arrivato e tu verrai con noi! -

Provo a aprire bocca per ribattere che voglio aspettare Matteo, magari è in ansia o mi starà cercando.

Lei insiste: - Non accetto obiezioni! - mi spinge dentro al bagno, - Sbrigati, dobbiamo andare! -

Non ho scelta. Usufruito della toilette e recuperato il mio cappotto sul divano vicino all'ingresso, seguo Giulia fuori dalla casa di Federico. L'aria ci accoglie fresca e rigenerante.

- Ecco! - Giulia indica con un dito il parcheggio, - L'auto è quella! Andiamo, Leo è già dentro! -

Sono rimasta qualche passo indietro.
La musica che proviene dalla tenuta è sempre più soft man mano ci allontaniamo.
Mi volto indietro per dare un ultimo sguardo alla tenuta. I miei occhi salgono, il mio cuore precipita nel ricordo di quello che è successo al terzo piano di questo edificio. Le mani, la pelle, l'odore, gli occhi di Riccardo.

- Andiamo Tata !!! – Giulia mi richiama.

Caccio indietro alcune lacrime, che hanno troppa furia di uscire e accelero il passo. Giulia sta già aprendo la portiera dei sedili posteriori, quando sento scricchiolare dei sassi alle mie spalle.

Un paio di anfibi si avvicinano e un sorriso storto si camuffa nella notte. Resto immobile a guardare il ragazzo con il lungo giaccone nero venirmi incontro.

- Te ne vai, baby? - Isac si ferma a un passo da me.

Annuisco, rivolgendo lo sguardo all'auto ferma, con il motore acceso. Lui mi fa un cenno di saluto con la mano.

Ricambio un debole sorriso, - Mi dispiace. Ti faccio le mie scuse da parte di Riccardo, spero le accetterai. Lui ha sbagliato, non doveva mollarti quel cazzotto!-

Isac infila le mani nelle tasche, - Ha un bel caratterino! – ammette, - Però lo capisco. Forse anche io avrei reagito come lui al suo posto. Vederti accanto a un altro mentre stai fumando una specie di cannone gigante immagino non sia il massimo! -

Indago nei suoi occhi, - Adesso come stai? – chiedo, - Voglio dire per quel pugno? -

- Niente di grave. Ho uno stomaco di ferro! -

- Okay -

- Tu, come stai? -

Lo guardo interrogativa.

- Intendo per la sbornia e il fumo, vedo ti sei ripresa! -

Mi stringo nel cappotto, - Ho vomitato -

Isac alza le sopracciglia, - Non avevo dubbi! Quel bulldozer ti ha portata via come un pipistrello appeso! -

I nostri occhi restano a fissarsi un attimo di troppo, mentre le mie labbra sussurrano: - Comunque grazie per avermi salvata da Marcello, in quel caso me la stavo vedendo davvero brutta!-

Isac sposta il peso sui suoi piedi, - Con mio cugino non scorre buon sangue e fidati è stato davvero un piacere tirargli un cazzotto nel naso! -

L'auto dei genitori di Leo emette intrepida un suono di clacson.

- Adesso devo andare -

Lui annuisce, - Allora ci vediamo! -

Sorrido debolmente.

Isac allunga la mano,– Ah! Quasi dimenticavo. Questo immagino sia tuo! – mi posa sul palmo lo Smarphone regalatomi da Riccardo, - Non dovresti lasciarlo troppo in giro! -

Non riesco a ricordare l'ultima volta che ne ho fatto uso, - Dove lo hai trovato? – boccheggio.

- Dentro il tuo cappotto abbandonato sul divano. Avrebbe potuto portarlo via chiunque! -

Resto a bocca aperta con il cellulare tra le mani, - Grazie – sussurro.

Isac si volta. Si rincammina verso l'edificio con passo lento.

Mi trascino in auto al fianco di Giulia e poso la testa sul finetrino. Il padre di Leo preme sull'acceleratore.
Non appena l'auto esce dal parcheggio una moto ci sorpassa. La giacca di pelle marrone di Riccardo, la Kefiah attorno al collo, le "Converce" rosse. Il due ruote si piega aggressivo nella curva finale e sparisce dalla mia vista, definitivamente.

Resto con la testa incollata al vetro.
Giulia continua a guardarmi per tutta la durata del tragitto. So che brama dalla voglia di sapere cosa sia successo con Riccardo e cosa mi sia appena detta con Isac, ma adesso non può fare domande.

Il signor Mori guida in silenzio.
Nell'abitacolo regna un'atmosfera di calma mista a sonno. Ciascuno sembra immerso nei propri pensieri e non è affatto il momento di rompere la quiete vigente.

Non appena arrivo a destinazione ringrazio del passaggio, bacio Giulia e le dico all'orecchio di stare tranquilla, le racconterò tutto. Entro in casa cercando di non fare rumore. Sono le una passate. Mia madre è già a letto.

Tolgo gli anfibi. Percorro le scale in punta di piedi.Mi disfo degli abiti e indosso il pigiama.
Mi fiondo sotto le coperte. Spero che il sonno arrivi veloce. Non voglio pensare troppo a tutti gli avvenimenti della giornata.

Il mio desiderio sembra avverarsi. Le palpebre si chiudono, quando un fischio mi riscuote improvviso. Un messaggio.

Prendo il telefono.
Un altro fischio, poi un altro ancora.
Tre buste che lampeggiano, tre diversi mittenti.

<< Buona notte amica mia. Mi dispiace non ci siamo salutati. Non è stata la serata che volevi, ma ricordati: ti voglio un sacco di bene. Lontano o vicino, ieri, oggi, domani, sempre! Matteo>>

Il cuore sembra riempirsi di gioia, scacciando via la tristezza che lo stava pian piano riempiendo. Il mio compagno di banco non mi ha abbandonata. Scaccio via la triste immagine di lui e dei suoi occhi azzurri desolati, di fronte alla mia fuga costretta da Riccardo.

Elimino dalla mente le sue mani fragili, che lasciano cadere a terra la bottiglia di alcool. I mille pezzi nei quali si era disintegrato il mio cuore, adesso lentamente ritrovano la giusta collocazione. Poi le dita scorrono e il secondo mittente è un numero non memorizzato.

<< Bellezza, la vera amicizia sorge sempre dopo un grande amore. E' un sentimento puro che tutti conservano dentro al proprio cuore, anche noi! Marcello >>

Il sorriso dalle mie labbra si blocca in una espressione di disgusto. Perchè ancora questa tremenda storia dell'amicizia? Come posso far capire a quel ragazzo che non voglio assolutamente avere a che fare con lui? Nè amicizia, nè amore. Niente di niente.

Sono presa da un improvviso attacco isterico e cancello il messaggio. Con esso pure il numero.

Scorro al terzo sms. I nervi tesi sono rimpiazzati dalla sorpresa.

<< Se un giorno dovessi lasciare quel bulldozer, ricordati, la mia richiesta di uscire è sempre valida. Buonanotte, Baby! Isac. >>

Isac si è preso il mio numero di cellulare, alla faccia della privacy!

Poso il telefonino sul comodino e mi tuffo con la testa nel cuscino. La testa ondeggia ancora in balia di qualche postumo di alcool e fumo.

Chiudo gli occhi e sto per abbandonarmi al sonno quando un nuovo fischietto mi riscuote. Chi è ancora? Con estrema fatica allungo il braccio. Un tocco sullo schermo e apro l'area messaggi.

<< Forgive me my little flower princess. R. >>

Gli occhi restano fissi sulle dolcissime e inaspettate parole.

Il telefono mi scivola di mano. Finisce sul materasso insieme a una lacrima, che scende indisturbata dalla guancia.

Non è facile prendersi il tempo per pensare. Il mio cuore si scioglie ad ogni singola parola, a ogni piccolo e significante gesto. Mi giro in parte, copro la testa con il cuscino per attutire i singhiozzi profondi.

Morfeo mi accoglie tra le sue braccia, mentre nella testa si diffonde una dolcissima ninna nanna. Una musica soave, intonata da un ragazzo dagli occhi verdi in un prato pieno di fiori.

My little flower princess....
My little flower...
My little...
My...

Poi finalmente il buio.

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