CAP. LXVI Angelo Azzurro

Le ruote di un auto bianca e sportiva frenano esattamente di fronte ai miei anfibi. Una musica a tutto volume si propaga fuori del veicolo.

Andare a questa festa forse è un errore enorme.

Il desiderio di tornare dentro casa, da mia mamma, è forte.

Non faccio neanche in tempo a formulare l'ipotesi che dalla portiera posteriore esce Matteo, sorridente, al massimo del suo splendore, - Buonasera amica mia! - mi trascina in un abbraccio avvolgente.

L'ansia e la delusione per l'amara scoperta di qualche ora fa si placano.

Mi stringo più forte contro di lui, scossa da brividi leggeri.

Matteo mantiene le mani sulle mie spalle, – Stai tremando! Che succede?-

I miei occhi incontrano i suoi. Azzurri, limpidi e buoni.

- Non sei felice per il risultato del test? -

Annuisco, - Lo sono! –

Un riccio ribelle penzola sulla sua fronte, - Allora cos'è che non va? Non dirmi che Riccardo ha continuato a cercarti dopo lo squallido teatrino di questa mattina...-

Alzo le spalle, liberando un profondo sospiro.

Matteo incalza, - E' venuto da te? Ti ha detto qualcosa che...-

- No! – lo freno, - Sono stata io a andare da lui! Avevo bisogno di spiegazioni.-

- Non è andata bene, vero?- Sembra confuso o semplicemente preoccupato.

- Già! Non avevo altra scelta, necessitavo di risposte. Adesso ce le ho! Ho capito quanto sia falso l'amore che dice di provare per me. Tante belle parole, un'infinità di bugie! -

Matteo cerca le mie mani, - Quante altre cose Riccardo ti ha nascosto, oltre al fatto di lui e Giulia? -

Nella mia testa si materializza la lista maledetta. Devo stringere gli occhi a fondo per poterla cacciare in un angolo remoto del cervello, - Non me la sento di parlarne, non adesso...-

- Non preoccuparti - dice Matteo, - Stasera azzeri il tuo cervello. Smetti di pensare agli intrighi di Riccardo e ti lasci andare alla mia fiducia!- batte una mano sul suo piumino, - Ecco qua! Il cavaliere senza macchia e senza paura!- mi porge il braccio perchè possa incastrare il mio sotto, - Pronto a correre in soccorso a una bellissima fanciulla in difficoltà! -

Le sue parole riescono a farmi uscire un mezzo sorriso.

Mi lascio prendere a braccetto, mentre il suono di un clacson ci richiama alla realtà.

Un ragazzo dalla testa rasata si affaccia al finestrino del passeggero e grida nella nostra direzione, - Ehi voi due prendetevi una stanza! –

Dal sedile del guidatore un'altra voce maschile fa eco, - Noi nel frattempo ce ne andiamo, non vogliamo assistere a scene troppo piccanti! -

Matteo sbuffa, - Siete due cafoni! -

Il ragazzo affacciato ride, buttando il capo sul poggiatesta.

Poi fa risalire il finestrino.

- Coraggio, andiamo! – dice Matteo, – Ricordati: stasera non pensare a niente, solo e soltanto a te stessa! –

Siedo sui sedili posteriori. L'orlo del tubino sale, scoprendomi il ginocchio. Faccio il gesto di tirarlo giù, con esito alquanto scarso.

Maledico me stessa per aver seguito la malsana idea di mia madre di acquistare un abito così corto e stretto.

Matteo si sistema al mio fianco, - Non credo che quella stoffa scenda tanto di più! - mi fa notare con tutta tranquillità, divaricando le gambe a occupare anche parte del mio spazio.

Alzo la testa per rispondere al suo commento. Mi trovo circondata da sei occhi, che mi fissano spudoratamente le cosce.

D'istinto porto le mani a coprire le ginocchia.

Il ragazzo al posto guida poggia il gomito sul bordo del sedile, - Non preoccuparti, baby! Non sono il tipo che si scandalizza per un paio di belle gambe!-

Boccheggio a corto di risposte.

Matteo interviene prontamente, - Ari perdonalo! - Poi si rivolge all'amico: - Bella presentazione! Neanche la conosci e già le hai mostrato il Casanova che è in te! -

Il ragazzo porta una mano al petto, - Hai ragione. Scusami baby! Sono molto diretto alle volte! - I suoi piccoli occhi scuri, brillano, – Comunque, Matteo non ci aveva detto di avere una fidanzata così carina! -

- Non sono la sua fidanzata! – replico.

Il tipo sorride, – Oh! Dai vostri atteggiamenti, immaginavo voi due stessi insieme! -

- E' una mia amica! - interviene Matteo. Il suo tono si sofferma sulla A per mettere ben in chiaro il nostro legame.

- Ehi! - ride il giovane, - D'accordo, meglio così! –

Matteo ripiomba indietro sul sedile. Con il ginocchio tocca il mio.

Il contatto mi infonde la sicurezza necessaria per affrontare questa serata, che si prospetta alquanto lunga e faticosa!

- Comunque, sono Isac, piacere di conoscerti! - La mano del moro si allunga sopra il sedile.

- Arianna - ricambio scettica la stretta.

Lui tiene fermo il palmo nel mio molto più del necessario.

I suoi occhi si incantano nei miei. La sua presa sulle mie dita è appena percettibile, ma il suo sguardo è come se riuscisse ad arrivare esattamente dentro, al centro del petto e leggermente a sinistra del torace.

- Amico! Non farti passare strane idee per la testa! - Matteo colpisce Isac con una pacca dietro al collo, - Arianna non è la tipa per te! -

Lui distoglie lo sguardo e lascia andare la mia mano, - Sei geloso? Non hai appena detto che non è la tua fidanzata? –

Matteo si agita sul sedile, - E' la mia migliore amica! Devo proteggerla! -

Isac ride, - Proteggerla? Da me? -

- Anche da te se necessario! Non l'ho portata a questa festa perchè tu le saltassi addosso! - ribatte Matteo

Isac alza le mani, – Oh, oh! Non ti scaldare! - volge lo sguardo verso di me, - Ehi baby! Sei fortunata, non è da tutte avere la guardia del corpo personale! -

Matteo si sporge in avanti, per mollare una seconda pacca sul collo dell'amico, questa volta un pò più forte, - Piantala! Sei il solito attaccabrighe! –

Isac accusa il colpo, – E tu sei solo un ragazzino! - infila le dita tra i suoi ricci biondi, - Ma ti voglio bene lo stesso, quindicenne! -

Matteo sposta via la mano di Isac, - Sarai anche maggiorenne, ma hai la testa di un poppante! -

Isac ride sempre più forte, tira indietro i capelli, raccogliendoli in una piccola coda. Assisto alla scena senza sapere come muovermi e cosa dire, fin quando il ragazzo rasato rompe il mio imbarazzo, distraendomi dalla ridicola sceneggiata, - Lasciali perdere questi due! - allunga una mano verso di me, - Tanto piacere, Paolo! –

Ricambio il suo gesto, improvvisando una specie di sorriso.

Sono stordita, dalla situazione, dagli eventi legati a Riccardo.

Credevo che uscire da casa, vedere facce nuove potesse essere utile, invece mi sento ancora più sconfortata. Anche parlare è uno sforzo sovraumano.

Per fortuna il tragitto verso la festa è piuttosto tranquillo, per quanto possa essere tale, in un auto con un'incomprensibile musica acustica, con dei ragazzi che parlano di tette e glutei siliconati.

Poi per fortuna la conversazione cambia rotta.

I tre intraprendono un noioso discorso sugli allenamenti di karate dei prossimi giorni.

Poggio la fronte sul vetro, focalizzando l'attenzione sulla campagna circostante. Più l'auto si allontana dalla città, più la mia ansia aumenta.

Più i chilometri vengono macinati, più mi allontano dalla causa delle mie gioie e dei miei dolori.

Il profumatore per auto al pino selvatico si sovrappone alle fragranze maschili.

Distolgo lo sguardo dal finestrino, sorprendendo Isac a fissarmi dallo specchietto anteriore. I nostri sguardi si incrociano.

Il mio cuore subisce un piccolo capitombolo.

Mi giro prontamente, riportando l'attenzione al paesaggio esterno.

Spero di arrivare a Frascati il prima possibile.

Ci vogliono poco più di trenta minuti per raggiungere il casolare di Federico. Non appena entriamo nel parcheggio, un gruppo di ragazze esce dalla casa, barcollando.

Isac indica con la testa il cerchio di persone formatosi intorno a due tipe, che stanno vomitando in un angolo del giardino, - Perfetto! A quanto pare alcool non ne manca! -

Paolo si toglie la cintura di sicurezza, – Alcool, donne e non solo! - si volta appena, incrociando lo sguardo del mio compagno di classe, - Hai portato l'essenza della nostra serata, non è vero? -

Matteo si picchietta sulla tasca dei jeans, - Non poteva mancare! –

Scendo per ultima dall'auto.

Matteo fa un gesto ampio, abbracciando la tenuta di fronte, - Ecco qua l'umilissima dimora del nostro amico cintura nera!-

- Tu conosci Federico? - mi chiede Paolo, facendo il giro dell'auto per raggiungerci.

- Sì, ci siamo presentati una volta. – rispondo, – E' il ragazzo di quinta che ha organizzato l'occupazione a scuola. -

Paolo annuisce, –Federico e la sua ribellione dal sistema! Lotta, occupa, manifesta. Poi quando torna a casa, indossa l'abito da piccolo lord e si fa tagliare le unghie dal cameriere di turno! -

La risata di Isac risuona nella sera, - Lui può farlo! Può ribellarsi quanto vuole ai professori, alla società, tanto avrà sempre il paparino avvocato che gli spianerà la retta via e sistemerà i suoi disastri! -

Resto in silenzio. Non conosco Federico a tal punto da poter esprimere un giudizio. Oltretutto i loro commenti risultano molto forti e personali.

Le loro voci si sovrappongono, mentre l'aria fredda punge sulle gambe.

Non sono abituata a indossare la gonna. L' ultima volta ne ho messa una è stata la sera che sono uscita con Riccardo.

Quella sera. Quella del nostro primo appuntamento!

Lunghi brividi attraversano la schiena.

Chiudo gli occhi per anestetizzare il dolore del ricordo.

Gli schiamazzi delle due ragazze appoggiate con la schiena contro una conca, accanto ai loro vomiti, mi riportano alla realtà .

Nel vederne alcune distese a terra, con le calze rotte e i capelli scombinati, mi lascio sfuggire una smorfia di disgusto.

Isac e Paolo passano oltre, lanciando uno sguardo fugace alle lunghe gambe allungate sul prato.

Matteo mi prende di nuovo a braccetto. Attraversiamo il porticato.

All'interno della sala un enorme mole di gente si muove, urla e balla a ritmo della voce di "Enrique Iglesias".

Il salone è gigantesco. Sulle pareti si propagano finte ragnatele.

L'illuminazione presente è data da zucche vuote poste intorno alla stanza.

- Questo si che è un vero e proprio Halloween Party! - urla Paolo.

- A questo serve un amico con i soldi - replica Isac, – Al diavolo ogni preconcetto! Divertiamoci! - improvvisa un sorriso, finendo con gli occhi nei miei.

Il suo sguardo mi mette in difficoltà. Questa gente mascherata, questa musica assordante mi corrode l'anima.

Non credo di poter resistere un'intera sera in tale bordello. Tutti sembrano ridere e svagarsi mentre, dentro di me, sto morendo lentamente.

Un tipo travestito da scheletro ci viene incontro a braccia aperte.

- Benvenuti nella mia parca dimora! -

- Fede !!! - Paolo batte una pacca sulle sue spalle, - Sei il padrone di casa più macabro che abbia mai visto! -

Lui si gongola del suo costume, - Divertitevi ragazzi! Ci vediamo in giro! - Si allontana, improvvisando dei ridicoli passi di salsa.

Paolo propone di prendere posto nel divano libero. Io e Matteo acconsentiamo. Isac ci viene dietro, sfilandosi il cappotto.

Sul tavolino sono appoggiate delle maschere. Paolo si fionda su una parrucca. La sua testa rasata viene sostituita da lunghi capelli corvini.

Matteo scoppia a ridere sonoramente e si impadronisce di una maschera azzurra. Posiziona l'elastico tra i capelli e incrocia le braccia mantenendo il peso su entrambe le gambe divaricate, - Direttamente dal pianeta Pandora, Matteo lascia il suo corpo per trasferirsi nel suo Avatar! -

Il gesto riesce a distendere parte dei nervi tesi e farmi sorridere.

Isac si butta tra i cuscini e alza le gambe sul divano, - Siete ridicoli! -

Matteo agita una mano davanti a sé, - Tu non hai bisogno di una maschera, amico! Ne hai già una, quella faccia di cesso che ti ritrovi! -

Isac lo manda al diavolo.

Matteo ride dentro la sua nuova faccia azzurra.

- Adesso noi ce ne andiamo a prendere qualcosa da bere - Paolo utilizza una falsa voce in falsetto. - Non è vero, tesoro? - Allunga le labbra verso Matteo.

Lui disgustato gli molla uno schiaffo. - Non sei il mio tipo! Ma da bere non posso negarlo a nessuno, quindi "Mortisia" andiamo! - Matteo avvolge con un braccio le sue spalle, - Porteremo fiumi e fiumi di alcool da Pandora direttamente a questo tavolo! - si incammina verso il bancone.

A metà percorso si gira di scatto, - Aspetta! Non posso abbandonare qui da sola la mia Neytiri! - grida, indicandomi.

Mi rendo conto di essere rimasta immobile fino a questo momento. Faccio un piccolo spostamento di peso da un piede all'altro.

Paolo guarda verso la mia direzione, lottando con le ridicole ciocche scure finitegli davanti al viso, - Non preoccuparti amico! La tua Neytiri attederà qui il tuo ritorno, non è vero? -

Annuisco.

Gli occhi azzurri di Matteo mi fissano attraverso la maschera.

La sua distanza è deleteria per me, tuttavia non posso pretendere di stare incollata a lui tutta la sera, così lo incoraggio con la testa ad allontanarsi.

- Andate pure in missione amici, ci penserò io a Neytiri. Mi sono sempre piaciute le tipe di altri pianeti! - interviene Isac.

Matteo sposta gli occhi da me a lui, preoccupato.

Isac accavalla i piedi l'uno sull'altro, - Non fare il geloso della tua migliore amica! - lo rimprovera.

La voce di Matteo suona dura e aspra, - Non sono geloso! Non mi fido di te, è diverso! -

- Sarò gentile, terrò le mani a posto non preoccuparti! -

Matteo non sembra molto convinto e Paolo deve trascinarlo via quasi di peso. Rimango da sola con Isac. Non è certo la situazione nella quale vorrei essere in questo momento. In piedi, con lo sguardo spostato verso l'ingresso, chiedendomi tra quanto tempo Giulia e Leo saranno qui.

Lo sguardo di Isac è fisso sulla mia persona, - Hai intenzione di restare lì in piedi tutta la sera? – domanda.

Le guance si colorano, - Si da il caso che ti sei preso tu tutto il posto! - gli faccio notare.

Lui piega le ginocchia, - Scusami, neanche ci avevo fatto caso! Prego siediti pure! - indica il posto lasciato vuoto.

Lancio uno sguardo fugace alle sue labbra, che sembrano sfidarmi o addirittura prendermi in giro. Non so bene cosa stia passando per la testa di questo ragazzo, ma c'è qualcosa in lui che mi agita e mi fa sentire a disagio.

Mi avvicino al divano. Sfilo il giubbotto e lo poso sul bracciolo.

Mi ritrovo con il solo tubino. Mi sento nuda e scoperta, d'istinto mi apposto nell'angolino più lontano, composta e con le ginocchia strette.

Isac si porta a sedere, - Sei sempre così silenziosa? O solo quando non hai la guardia del corpo vicino? - La sua gamba si accosta alla mia, - Non ho intenzione di mangiarti. Le brune preferisco tenerle per altro piuttosto che come pasto! -

Mi sposto appena, - Non sei affatto simpatico! -

Lui incolla di nuovo i suoi pantaloni alla mia coscia.

- Ti ha mai detto nessuno che sei così pieno di stesso da far venire l'orticaria? - sbuffo infastidita.

Isac muove sempre più il sedere nella mia direzione, - Me lo dicono in molti, ma non importa cosa pensa la gente! -

Mi schiaccio contro il corrimano.

- Qualcosa mi dice che ti fa paura la mia vicinanza! - La sua voce è profonda, mentre accosta anche il braccio contro il mio.

La superficie per spostarmi è finita. Sono costretta ad accettare la sua prepotente e turbante esuberanza, - Non ho paura di te! Mi dai solo fastidio, dal momento che stai invadendo il mio spazio vitale! - Seguo con gli occhi il suo braccio, - Menomale avevi promesso a Matteo che avresti tenuto le mani al loro posto! -

- Questo non è un problema! - porta i palmi dentro le tasche dei jeans. - Ecco qua! Qui sono al loro posto! – sorride, a pochi centimetri dal mio viso.

Le sue pupille sono illuminate da una luce rossa e da una gialla, a ruota.

- Non sei affatto divertente! – dico.

- Non voglio esserlo! Voglio solo che tu possa capire che non sono un pericolo! - I suoi occhi puntano fermi verso la folla che balla.

Mi incanto sul suo profilo. Il naso piccolo, leggermente curvo.

Gli zigomi con un lieve cenno di barbetta.

Siamo così vicini che posso sentire il calore emanato dal suo corpo.

Un odore sensuale, che proviene dai vestiti e dal collo.

Isac si gira di scatto, - Mi stavi fissando? -

Sobbalzo, colta in fallo, – Affatto! - porto i capelli dietro l'orecchio e abbasso la mano sulla coscia, a lisciare nervosa la stoffa del vestito.

Isac ride, tirando indietro la testa.

Non toglie le mani dalle tasche e neanche pensa di allontanarsi da me. Anzi, a ridurre maggiormente la poca distanza che ci separa, pensa bene di avvicinare la sua bocca al mio orecchio e sussurrare: - Sai cosa ti dico? Qui vicino a te non si sta per niente male!-

Le sue parole fanno accapponare la pelle .

Un paio di ragazze passano di fronte a noi. Si gettano nella mischia, muovendosi a ritmo di "Break the Rules".

Prego affinchè Matteo e Paolo tornino velocemente. Ho bisogno del mio amico e, soprattutto, di una doppia, anzi tripla dose di alcool.

- Baby, cosa dovrei fare se volessi uscire con te, uno di questi giorni? - domanda Isac, - Chiedere prima il consenso a Matteo?-

Questa situazione si sta facendo insostenibile. Scatto in piedi, allontanandomi dalla poltrona.

- Baby, dove vai? – Isac si alza dietro a me.

- Non sono baby! - dico esausta, - Sono Arianna! E non sto andando da nessuna parte, anzi sì, da una parte ben precisa: lontano da te! -

- Ma non ho allungato le mani! – Isac si lamenta. I suoi palmi ancora nascosti nelle tasche.

- Mi stai soffocando con le parole e con il tuo fastidioso corpo! – replico.

- Nessuno mi ha mai detto che ho un corpo fastidioso! -

- Vorrà dire che io sono la prima! - soffio.

- Baby, mi dispiace! Coraggio siediti, cercherò di mantenere le dovute distanze! -

Incrocio le braccia al petto, - Va bene, ma tu non chiamarmi baby! -

Isac si posiziona dalla parte opposta del lungo divano. Il busto rivolto verso di me, - Per quella uscita cosa mi dici? -

Rilasso le braccia lungo i fianchi, lasciando andare l'espirazione più lunga della mia vita, - Sono già fidanzata -

La sua espressione muta da divertita a seria a accigliata.

- Cosa c'è? - grido sopra il frastuono, - Ti ho tolto le parole? -

Isac stringe gli occhi verso di me, - Credevo fossi libera! Chi è quel fidanzato che lascia andare una ragazza così bella in giro da sola? -

Deglutisco.

La sua frase apre la profonda ferita che sto cercando di curare senza alcun beneficio. Isac senza volerlo ha colto il segno. Ha individuato la mia debolezza.

- Lui, lui...- farfuglio.

Il dolore che porto dentro da questa mattina diviene concreto e tangibile.

Gli occhi scuri di Isac si sovrappongono a quelli verdi del ragazzo che mi sta facendo perdere la testa. Credo di impazzire.

- Baby! Tutto bene? - Isac mi richiama.

Apro la bocca per ribattere qualcosa che somiglia ad una risposta decente, quando le mani di Matteo piazzano davanti al mio viso due grandi beveroni. Sollevata nel sentire di nuovo la presenza del mio amico, lascio andare un respiro profondo.

Isac si allunga sul divano e afferra il bicchiere destinato a lui.

Matteo si posiziona al mio fianco. Paolo va a sedersi sul tavolino di fronte.

- Questo è per te, amica mia! – Matteo mi mette in mano un bicchiere con un liquido azzurro e limpido, esattamente in tinta con la sua maschera.

- Cos'è? – chiedo curiosa.

- Angelo Azzurro! Il drink perfetto per la tua serata! - fa sbattere il suo bicchiere contro il mio, - Per dimenticare e resettare la testa dai brutti pensieri! -

- Baby, cosa devi dimenticare? - Isac cerca i miei occhi, - Sappi che io sono molto meglio di un Angelo Azzurro per far dimenticare i problemi! - fa schioccare la lingua, - Le donne mi adorano per questo!-

- Isac piantala! - interviene Matteo, - Non sono affari tuoi! Arianna deve distrarsi, non ha certo bisogno di altri guai! -

- Non sono un guaio! – replica, risentito.

- No amico, tu sei un grosso, gigantesco guaio! - Matteo avvolge un braccio intorno al collo di Isac e lo tira in basso, - Sei un guaio dalla testa ai piedi! Arianna in questo momento non ha certo bisogno di un ragazzo che le rivoluzioni la vita. Ne ha già uno e le basta e avanza! -

Resto a bocca aperta, realizzando quanto siano vere queste parole.

Isac si ributta sullo schienale del divano, accavalla la gamba e posa l'anfibio sul ginocchio, - Quanta premura per questa fanciulla! -

Matteo si scalda, - Non è premura! E' semplicemente un avvertimento! Con te è meglio essere chiari fin dall'inizio! -

Isac gli molla un nuovo colpo sulle scapole, – Tranquillo! Ho tenuto le mie mani al loro posto mentre eri via e continuerò a farlo! – Poi sposta la testa in avanti, verso di me, - Mi sono comportato egregiamente, diglielo, baby, alla tua guardia del corpo versione Avatar!-

Il mio sguardo rimane incollato un secondo di troppo a quello sfrontato di Isac. Poi devia su quello del mio amico, – E' tutto a posto, davvero! - annuisco.

Isac posa un braccio sulle spalle di Matteo, - Fidati di me. Non ho intenzione di approfittare in nessun modo della tua bellissima amica, anzi la difenderò come stai facendo tu. Con noi sarà in una botte di ferro! -

Matteo porta il bicchiere alle labbra, per prendere un grande sorso.

Isac sorride, mordendosi il labbro inferiore.

Mi getto a capofitto sul mio drink.

L'alcool entra a contatto con la bocca. Scende, bruciando l'esofago.

Non è affatto buono, ma scalda la gola e lo stomaco.

Il dj opta per una alternativa "Uptown funk".

Paolo urla: - Questa la dobbiamo ballare! Avanti alzate le vostre chiappe da quel divano! -

Isac rifiuta l'invito e si posiziona meglio tra i cuscini.

Io vengo trascinata con Matteo al centro della pista.

Ci confondiamo nella folla. Tutti ballano, ridono e scherzano.

Paolo e Matteo muovono gambe e braccia come marionette. Io penso al mio amore tormentato. E' inutile cerchi di negarlo.

Riccardo manca come l'aria.

Mi sento distrutta dentro e fuori. Porto alle labbra il bicchiere meccanicamente. Non mi piace bere. Non mi piace sballarmi.

A dire la verità non sono mai neanche arrivata a ubriacarmi tanto da vomitare o non essere più in grado di intendere e volere, ma stasera voglio farlo. Devo annientare ogni singolo pensiero!

L'Angelo Azzurro riempie il vuoto, più di quanto mi aspettassi.

Per una volta nella mia vita mi lascio andare. All'alcool e alla musica.

La batteria picchia forte. I miei anfibi si muovono insieme alla testa, al collo e alle braccia. Mi sciolgo sempre più.

Mi sento osservata. Alzo la testa. Gli occhi di Isac sono fissi sul mio corpo. Stranamente, questa volta non mi blocco. Forse l'Angelo Azzurro sta già cominciando a dare i suoi benefici.

Isac sembra accennare un sorriso. Chiudo gli occhi.

Assorbo l'energia che questa sala e questa notte possono e riescono a darmi. Non penso a Riccardo.

Non penso a Isac, che sembra mangiarmi con gli occhi.

Non rammento Matteo, che si dà da fare per proteggermi e difendermi dalle insidie del mondo. Semplicemente non penso.

Dei palmi morbidi si posizionano esattamente di fronte ai miei occhi.

Dal tocco caldo e delicato capisco subito che si tratta di una donna.

Il mio cuore compie una mezza capriola quando riconosco il bracciale di pietre di Giulia. Avevo cominciato a disperare del suo arrivo, invece è qui, ad affiancare la mia solitudine.

- Giù !!! - Le salto addosso attenta a non far cadere il drink.

Lei ricambia la mia stretta, - Fatti vedere! - mi fa girare su me stessa un paio di volte, - Sei uno schianto! -

- Anche tu! Questi short sono la fine del mondo! – indico i suoi pantaloncini.

Leo si avvicina cauto. Vederlo al fianco di Giulia mi fa stringere il cuore.

Per un istante provo un pizzico di gelosia nel guardarli insieme.

Sono una bella coppia. Lui la venera con i suoi grandi occhi nocciola, lei pare essere mansueta e felice.

Immancabilmente penso a Riccardo. Con lui una simile intesa sarebbe alquanto improbabile!

Leo è una spalla sicura, Riccardo un bambino inaffidabile.

Leo è semplice e scontato, Riccardo un mistero della natura!

Giulia mi distrae dai pensieri, chiedendomi un sorso del mio drink.

- E' vomitevole! – rigetta tutto dentro il bicchiere.

Riprendo il mio Angelo Azzurro, - Non sai quanto sono felice che tu sia arrivata, non sapevo più come affrontare questa assurda situazione! -

Lei si lascia strattonare, - Quale situazione? -

Le indico i due ragazzi che ballano.

Matteo nei panni della più famosa versione Avatar, Paolo in quelli di una affascinante Mortisia.

In pista, intorno a loro, si è creato letteralmente il vuoto.

Giulia scoppia a ridere, - Sono completamente fusi! –

Anche Leo, alla visione del suo ex compagno di banco con la maschera azzurra sul viso, ride.

- Non hai visto la situazione peggiore! - alzo un sopracciglio.

Giulia scuote la testa, - Quale? -

- Quella! – indico il divano.

Lei segue la mia direzione, fino a raggiungere Isac. I suoi piccoli occhi scuri, i capelli lucidi, le braccia incrociate.

- Vuoi dire quello? – chiede.

Annuisco.

- Non mi sembra una situazione così drammatica! – constata.

Alzo gli occhi al soffitto, – Lo è! Fidati che lo è! -

Giulia guarda me, il bicchiere e di nuovo me, - Sei sicura di non aver bevuto troppo? -

- Non ho bevuto molto! – dico, - In realtà ho appena iniziato! Poi senti da che pulpito! Ti sei ubriacata più o meno ad ogni festa dove siamo state, adesso fai la morale a me per un banale drink? -

Giulia alza le mani, – Okay! Bevi pure, ma prima che diventi poco lucida voglio sapere tutto di quel ragazzo! -

- Vuoi dire della "situazione drammatica"? - Improvviso delle virgolette con le dita.

Lei lancia un'occhiata fugace al divano e al tavolino, - Quella "situazione drammatica" suppongo avrà un nome? - Poi aggiunge: - Andiamo fuori così posso fumare e tu mi racconti tutto! -

Abbandoniamo Leo insieme a Matteo e Paolo.

Usciamo sul terrazzo.

L'aria è fredda. I led posizionati sul davanzale creano un fantastico gioco di luci. I capelli di Giulia sembrano avere mille sfumature di biondo, mentre si guarda intorno, - Questa casa è magnifica! – afferma. Accende la cicca e butta fuori una nuvola di fumo, - Hai intenzione di mettermi al corrente con qualche altro dettaglio circa quel bel morettino? -

- Non c'è molto da sapere! Si chiama Isac, è un tipo strafottente, stravagante, irritante, pieno di sé! - riferisco.

Giulia ride, - Ehi! Menomale non c'era niente da sapere! -

- Il fatto è che mi irrita! – mi difendo.

- Sicura non ci sia altro? E' davvero un bel ragazzo! - butta fuori il fumo.

Spalanco gli occhi, impermalita, - Ti sembra il momento adatto per pensare ad altri ragazzi? Ho già Riccardo a movimentarmi abbastanza la vita! -

- Scusami! E' solo che, quel tipo mi sembrava piuttosto interessato! Ti guardava con due occhi profondi! Ti ha seguita con lo sguardo fino a qui fuori! -

Decido di non rispondere e procedo verso il davanzale. Mi sporgo.

Il prato sottostante si estende per molti metri.

Giulia si avvicina al mio fianco, – Tata, come stai? -

Sono eccessivamente confusa e emotiva. Le sue semplici e dolci parole

fanno salire dentro di me l'enorme magone che l'alcool era riuscito a mantenere in basso, sotto allo stomaco.

Una lacrima scende dai miei occhi. Devo impegnarmi abbastanza per trattenere tutta l'altra valanga, che altrimenti rovinerebbe il trucco.

- Giù, sono a pezzi! – abbasso le spalle.

Lei sospira, - E' stata dura per tutti affrontare il test, la probabile paternità di Riccardo, ma ormai è scongiurato il peggio! Supereremo insieme questo episodio. Ce la faremo, ce la farai a riacquistare la fiducia in lui! -

- Non è solo per quello! - poso il bicchiere sul davanzale. Volgo lo sguardo oltre le colline nascoste nell'oscurità della sera, - Riccardo non è il ragazzo che pensavo! E' un bugiardo! Non solo per avermi nascosto quello che è avvenuto con te, mi ha mentito fin dall'inizio! -

- Cosa stai dicendo? - chiede Giulia, confusa.

Sospiro, - Oggi pomeriggio, quando sono uscita da casa tua, sono stata da lui, dovevo mettere in chiaro molto cose dentro la mia testa. In realtà sono riuscita solo a confonderle di più! Riccardo tiene una lista con i nomi di tutte le ragazze che si è portato a letto. L'ultimo nome dell'elenco è proprio il tuo! -

Giulia sussulta, spalancando i suoi occhi celesti.

- Riccardo non mi ama, non mi ha mai amata! Probabilmente sono solo un trofeo da conquistare! Come te e come tutte le precedenti ragazze con le quali è andato a letto! -

Giulia non dice niente. Mi guarda e sbatte le ciglia.

Tra noi il silenzio, l'aria della sera e mille considerazioni.

All'improvviso una risata alle nostre spalle ci fa sussultare.

Ci voltiamo di scatto.

Marcello è appoggiato al balcone. Un drink in mano e un enorme sorriso stampato in faccia. Il mio respiro si blocca e la mascella cade.

- Dovrò chiamarti S.Tommaso! – dice, spostando appena il bicchiere verso di me, - Se non vedeva non credeva e tu, bellezza, hai fatto esattamente come lui! -

Mi sento gelare il sangue nelle vene. Improvvisamente capisco quanto freddo ci sia su questo balcone.

- Adesso che hai visto con i tuoi occhi quella lista, crederai che non ero io quello che stava mentendo! – prosegue compiaciuto.

Sapere che Riccardo mi ha tenuto all'oscuro di molti fatti è doloroso. Avere alle calcagna Marcello a ricordare ogni singolo errore è a dir poco insostenibile.

Mi giro di scatto verso Giulia, – Per favore torniamo dentro! - La mia voce ha il suono di un ordine estremo.

Lei annuisce. Non facciamo a tempo a fare un solo passo che Marcello si attacca al mio braccio.

- Bellezza non te ne andare! – mi supplica, - Non devi essere arrabbiata con me! Io non sono come Riccardo. Io ti ho sempre amata e continuerò a farlo! Per te farei qualsiasi cosa, non ti mentirei mai! -

La testa comincia a pulsare. Percepisco gli effetti dell'alcool in circolo in ogni vena e in ogni capillare del corpo.

Non sono più in grado di compiere i movimenti che vorrei.

Impiego molto più del previsto per provare a liberarmi dalla stretta soffocante di Marcello. Quando finalmente riesco a farlo, barcollo e inciampo sui miei stessi piedi.

Giulia mi prende per mano, risparmiandomi una caduta, – Andiamocene, Tata! -

Marcello posa il bicchiere a terra, - Ti prego, bellezza, torniamo ad essere fidanzati, io ti voglio con me! -

Giulia mi tiene forte la mano, trascinandomi a rientrare.

Marcello mi blocca nuovamente il braccio, - Non dare retta alla tua amichetta, è solo gelosa! – dice, - Ascolta il tuo cuore, lo senti? Sta dicendo che ha bisogno di amore! Io posso dartelo, come prima e anche di più!-

Provo ad allontanarmi, seguendo la pressione esercitata da Giulia sulla mia mano. La presa di Marcello è troppo forte. Non riesco affatto a sottrarmene.

- Lasciala Marcello! Oppure inizierò ad urlare! - Giulia grida.

- Tu vai a farti un giro! - la ammonisce lui, - Non dovresti essere a casa a fare le calzine ai ferri al tuo bebè? -

Giulia soffoca un respiro, - Non c'è nessun bebè! -

Marcello le lancia una brutta occhiata. Poi avvicina la sua bocca ai miei capelli.

- Vattene! – grido.

Più mi muovo e più le sue mani cercano di fermarmi.

Tento di mollargli un calcio, ma lui blocca il movimento con il busto.

Per poco non finisco a terra.

Lui sorride e spinge Giulia, scrollandola via dalla mia presa. Lei vacilla e va a sbattere contro il muretto di pietra. Marcello approfitta del momento. Avvicina di nuovo la sua faccia alla mia.

Questa volta prova a baciarmi.

Giro la testa in qua e in là. La sua bocca finisce tra i miei capelli, sulla fronte e sullo zigomo. Sento la prepotenza di Marcello su di me.

Vorrei non aver bevuto così tanto alcool per essere abbastanza lucida e forte. Giulia urla, io mi dimeno come una pazza.

Poi all'improvviso le braccia di Marcello mi lasciano.

Da avere le sue dita ovunque, a ritrovarmi libera, con il sedere a terra, è un attimo. Alzo la testa.

Marcello è in piedi, fermo con un palmo compresso sul naso.

Stringo gli occhi e lo guardo respirare forte. La sua mano pian piano diviene sempre più rossa. Sangue.

Sobbalzo.

Giulia mi aiuta ad alzarmi. - Tata come stai? - Mi abbraccia.

Faccio un'enorme fatica a mantenere l'equilibrio.

Le mie calze si sono rotte nella caduta.

Nonostante tutto annuisco, - Bene –

Marcello tiene la testa indietro. Al suo fianco Isac.

Marcello cerca invano di ripulire il sangue dalla sua faccia, - Mi hai rotto il setto nasale! Giuro te la farò pagare!-

Isac lo ammonisce, - Prova a mettere di nuovo le mani su di lei e sarò io a fartela pagare!-

Marcello indietreggia, - Vai a quel paese, Isac! - corre dentro, alla ricerca di qualcosa che blocchi il sanguinamento e non imbratti ulteriormente i suoi vestiti.

Isac alza e abbassa le spalle, dispiaciuto, - Mio cugino è molto insistente alle volte, dovete perdonarlo! –

La voce di Giulia si schiarisce al mio fianco, - Tuo cosa? -

Isac spiega che sua madre e quella di Marcello sono sorelle. Poi porta le mani alle braccia e le strofina sulla camicia, - Che ne dite se rientriamo? E' piuttosto freddo qui fuori!-

Giulia acconsente.

Isac posa un braccio sulla mia spalla. Il gesto mi sorprende, ma non mi dispiace. Se non fosse stato per il suo tempestivo intervento, le avance di Marcello si sarebbero trasformate inevitabilmente in qualcosa di più serio. Non voglio neanche pensarci.

Il mio salvatore si batte una mano sulla fronte, - Che sbadato! Non mi sono neanche presentato! - guarda indietro, verso Giulia, - Sono Isac! -

Lei sorride e rivela il suo nome.

Quando rientriamo i ragazzi sono di nuovo al tavolino.

Devo essere abbastanza sconvolta perchè Matteo si alza immediatamente, venendo verso di noi, - Cosa è successo? - sfila la sua maschera di Avatar e la lancia sul divano.

I suoi occhi viaggiano dai miei al braccio di Isac sulla mia spalla.

Giulia parla per me, - Solo un brutto incontro -

Leo si avvicina alla sua fidanzata e le cinge la vita.

Isac si rivolge a Matteo, - Adesso è tutto apposto. Ho risolto ogni problema, quando ci sono io la tua amichetta è al sicuro! -

Matteo è scettico, non si dà pace fin quando Isac non decide di togliere il braccio dalla mia spalla. Mi siedo sul divano. La faccia di Marcello, quella di Riccardo e Isac girano dentro la testa, come in una danza infernale. Desidero altro alcool per poter colpire e affondare ciascuno di quei volti. Metà del mio corpo è ancora scoperto.

Ho bisogno di riempirlo completamente. Il vuoto deve evaporare del tutto.

Prendo dal tavolino un bicchiere di non so chi dei ragazzi.

Faccio un paio di sorsi abbondanti. Non è un buon sapore, ma scende meravigliosamente bene. Poso la testa e abbasso le palpebre.

Giulia si avvicina, - Tata hanno messo "Fight for this love" vado a ballarla con Leo, non muoverti da questo divano! -

Annuisco. Tento di aprire gli occhi, ma li richiudo all'istante.

Tutta la stanza gira, portandosi con sè mobili, sedie, gente e bicchieri.

Un sapore acido mi sale in gola. Se mi muovo di un solo centimetro sarei anche in grado di vomitare.

Resto sul divano a occhi chiusi per qualche minuto o forse per una buona mezz'ora. Poi la voce di Matteo si avvicina al mio orecchio, - Sta facendo il suo effetto l'Angelo Azzurro? -

Apro appena le palpebre, - Immagino di sì!-

- Ti va di venire di sopra? Gli altri ragazzi ci aspettano con una sorpresa!-

Guardo attraverso una sottile fessura tra le palpebre.

Il divano è vuoto. Ci siamo solo io e il mio amico.

Provo ad alzarmi. La testa mi gira pesantemente, - Non so neanche se riesco ad arrivare alle scale! - cado di nuovo indietro, - Vai tu! Aspetto qua, giuro non mi muovo! -

Lui mi solleva, sostenendomi per attraversare la sala, - Non ti lascerei mai da sola!-

La presenza di Matteo si confonde con l'alcool e la musica.

Non importa se la testa è un vortice continuo. Sono tranquilla e al sicuro!

Sono con il mio amico, non può succedermi niente di male.

Gli scalini si sdoppiano. Raggiungiamo il piano superiore.

E' tutto più silenzioso. La musica solo un'eco lontana.

Trascino gli anfibi pesantemente sul pavimento, anche se il corridoio sembra non finire mai.

Guardo i due enormi buchi sulla coscia. - Ho le calze rotte! – biascico.

Matteo mi rassicura, - Nessuno ci farà caso, non preoccuparti! -

- Ho il trucco sbavato! – mi lamento ancora.

Gli occhi di Matteo mi scrutano il volto, - Neanche un pò, sei perfetta! - Non riesce a convincermi.

I fori sulle calze di nylon sono ben visibili. Il mascara non può aver resistito alle lacrime e alla lotta contro Marcello.

Focalizzo l'attenzione sui miei passi. Matteo mi prende per mano, guidandomi verso la porta di quella che sembra una camera da letto. Entriamo. Un cerchio di persone è seduto a terra. Tutti stanno ridendo.

Quando si accorgono del nostro arrivo si voltano.

- Eccoli! - Paolo sposta dagli occhi i ciuffi neri della sua parrucca, - Adesso siamo tutti, possiamo iniziare! -

Mi guardo intorno disorientata. Ci sono un sacco di facce che non ho mai visto. Isac è seduto con le gambe incrociate e le mani indietro a sorreggere tutto il corpo. Si scosta, facendomi posto vicino a sé.

Matteo mi guida dalla parte opposta.

Gli occhi di Isac mi restano incollati addosso.

Ancora non riesco a credere come sia possibile che questo ragazzo sia il cugino di Marcello. Poi ci penso meglio. In effetti a livello di esuberanza siamo alla pari! Però devo riconoscere che è stato gentile, per quanto il suo modo di fare mi dia i nervi, mi ha salvata. Mi ha sottratta dalle grinfie del mio ex! Non gli ho neanche detto un dovuto grazie. Non appena sarò più lucida e tranquilla dovrò farmi perdonare della mancanza.

Matteo siede a terra e mi trascina giù, al suo fianco.

Mi ritrovo tra di lui e una ragazza con un appuntito cappello da strega.

Isac è dall'altra parte del cerchio, leggermente spostato a destra.

Giro lo sguardo su ciascuno dei presenti, - Dov'è Giulia? – chiedo.

- Con Leo, stavano ballando! –risponde Matteo.

Butto fuori un lungo respiro.

- Non preoccuparti, sei con me – mi rassicura, - Vedi l'oggetto al centro del cerchio? -

I miei occhi mettono a fuoco una grande bottiglia di plastica, riempita fino a metà con del liquido trasparente. Sembra avere le stesse sfumature azzurre della mia bevuta.

Reprimo il senso di nausea. Stringo gli occhi sul collo di plastica.

Sono presenti tre fori, che si sfuocano e si sovrappongono.

- E' qualcosa che non hai mai provato, ma che sarà un'esperienza unica! - dice Matteo.

Lascio che le sue dita giochino con le mie, – E' una bottiglia con del liquido e dei fori...-

- Non è una bottiglia, è la bottiglia !!! – precisa. Poi aggiunge, con grande serietà: - E' il veliero !!! –

Spalanco gli occhi meravigliata, – E cos'è il veliero? –


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