CAP. LIII Come una farfalla
Matteo dispone sul muretto in fila indiana un accendino, un numero imprecisato di veline, un cartoncino spesso e un sacchettino trasparente con alcune piccole fogliole verdi schiacciate e compresse.
- Cos'è questa roba? - balbetto.
- Non hai mai sentito parlare di "Maria"? -
- Maria? Maria? - biascico esterrefatta, - Quella "Maria"? -
- Esatto! –
Continuo ad aprire e chiudere la mascella ritmicamente, - Tu hai con te della...della... della...-
- Marijuana!- Matteo dispone l'erba sul cartoncino e lo maneggia delicatamente tra le dita.
Arriccio il labbro superiore, - E cosa dovremo farci? -
Lui alza un sopracciglio e mi guarda quasi fossi un aliena appena scesa sulla terra, - Emm...fumarla ? -
- Tu stai scherzando? - balzo in piedi, - Fumarla? Io dovrei fumare quella...quella...- mi guardo intorno, impaurita che da un momento all'altro qualcuno possa sorprenderci come due ladri con le mani nel sacco.
- Rilassati Ari, è solo un po' d'erba! -
Matteo sembra così tranquillo e pacato che quasi mi chiedo se sappia davvero cosa stia tenendo tra le mani. Non voglio pensare cosa direbbe mia madre se mi vedesse o, peggio ancora mio padre, oppure Riccardo...
E se ci avesse seguiti? Se ci scoprisse con questa roba tra le mani?
Al solo pensiero mi sento svenire e devo tornare a sedermi.
Matteo posiziona le foglie al centro di una delle cartine. Poi la arrotola con entrambe le mani, strusciando tra le dita i lembi della carta. Posa la lingua sul foglio e chiude i lati a formare una specie di sigaretta, solo molto più tozza e corta. Più passano i minuti e più mi convinco che Riccardo non è venuto dietro, altrimenti a quest' ora sarebbe già sbucato da una di queste piante per fare una strage di me, di Matteo e dell' erba.
Il mio amico termina il suo lavoro e riordina tutti gli attrezzi dentro la bustina colorata. Prende l' accendino e dà fuoco in cima alla specie di sigaretta. Lentamente posa le labbra sul filtro e fa un grande e lunghissimo tiro. Viene a sedersi vicinissimo a me e butta fuori un enorme nuvola di fumo. Le sue gambe sono affianco alle mie e l'odore della cannabis è dolciastro e potente, fino in fondo alle narici.
– Prendila. Ti farà bene! – mi passa il corpo del reato.
Avvicino la mano a quella del mio amico e prendo tra le dita la cartina arrotolata, – Io non so...non so quello che devo fare. Non ho fumato mai neanche una semplice sigaretta, non credo di esserne capace...-
Matteo sorride, - Devi tenere lo spinello tra queste due dita. - mi posiziona la mano correttamente, - Ci sono qui io, stai tranquilla! -
Sto per fumare dell'erba insieme al mio fedele compagno di banco, in uno sperduto nascondiglio dietro scuola, al momento dell'intervallo.
Dovrei stare tranquilla?
Gli occhi color del mare di Matteo rispondono al mio quesito; devo lasciarmi andare. Va tutto bene e non sto facendo poi chissà quale reato! Non sto rubando, né uccidendo, né tradendo.
Senza aspettare oltre le mie labbra poggiano sulla canna proprio dove il mio compagno le aveva appena posate. Quando cerco di imitare il suo movimento, nel tirare dentro il sapore e l'odore dell'erba peccaminosa, un brivido di paura misto ad entusiasmo passa lungo la schiena,
- Stai andando alla grande - dice Matteo, - Adesso metti le labbra così. - fa il verso di una specie di O, - E fai uscire fuori il fumo. Devi sentirlo risalire dal torace alla bocca, fino all'esterno. -
Cerco di concentrarmi sul fumo da espellere. Probabilmente i miei muscoli e i miei polmoni non sono avvezzi, perchè mi ritrovo con la trachea chiusa, la gola in fiamme e il fiato strozzato. Tossisco ininterrottamente, – Non... è...così...semplice! - Gli occhi mi escono dalle orbite e sto quasi per sputare un polmone.
Matteo ride, piegandosi sulla pancia, - Battesimo effettuato! -
Gli mollo una pacca sulla coscia e cerco di riprendere fiato.
Lui mi afferra lo spinello dalle mani e fa un altro paio di tiri, continuando a divertirsi della mia prima esperienza da fumatrice. Aspetto qualche secondo poi decido di ritentare la fortuna. Questa volta riesco a ingurgitare il sapore e ricacciare fuori il fumo, facendo solo un colpetto di tosse.
Sono fiera di me stessa e pian piano divento sempre più esperta.
Lo spinello passa senza sosta dalle dita di Matteo alle mie e di nuovo alle sue. Il sapore della cannabis si mischia a quello della nostra saliva sulla cartina. Mi sento leggera, a tal punto che posso percepire il corpo lievitare sopra il muretto.
- Devi pensare a qualcosa di piacevole - dice Matteo, - qualcosa che ti faccia stare in pace con te stessa. Io ogni volta che fumo penso sempre all'emozione che provo durante una gara di karate. - La cartina si accorcia tra il suo pollice e indice, – E tu?-
- Non lo so. La mia mente è un pò annebbiata in realtà... - La bocca è secca e impastata.
- Quando fumi erba devi pensare sempre a qualcosa di bello, altrimenti se la tua testa è riempita da pensieri negativi ti prende una botta di depressione pazzesca! -
Cerco di seguire il suo esperto consiglio e mi concentro il più possibile su qualcosa che mi faccia sentire bene. Qualcosa che non siano gli occhi arrabbiati di Riccardo, la sua bocca stretta e la sua mascella contratta. Finisco per concentrarmi solo sul respiro. Sul torace che si alza e si abbassa con movimenti lenti e regolari, sul sapore di questa sostanza che per la prima volta è entrata a contatto con la mia bocca e con il mio corpo.
- Chiudi gli occhi - mi istruisce Matteo, - Immagina un momento bello della tua vita. -
Seguo il consiglio e la mia mente non va molto tempo indietro.
Si ferma alla notte che Riccardo è rimasto a dormire a casa mia di nascosto.
Il battito del cuore rallenta mentre mi concentro sull'immagine di lui sul mio letto che mi avvolge tra le braccia.
Poi la voce di Matteo mi distoglie dai ricordi, – Ari apri gli occhi!-
Spalanco le palpebre e torno alla realtà.
Matteo è al mio fianco e mi prende dalle mani lo spinello, - Questo lo finisco io. Tu hai già fatto troppi tiri per essere la prima volta. -
Intontita permetto che si impadronisca della cartina.
Mi lascio trasportare dall'odore forte che ci circonda e che si posa ovunque, sui capelli, sui vestiti, sulle mie mani e sulle mie labbra.
- Come ti senti? –
- Mi bruciano gli occhi e ho il battito lento. -
Matteo getta via il mozzicone e salta giù dal muretto.
- E' stata un'esperienza strana – sorrido.
- Strana in senso positivo? -
- In senso molto positivo - confermo.
La testa mi ha portato alla notte indimenticabile con Riccardo.
E' come se avessi fatto un viaggio nel tempo.
Un bellissimo e dolcissimo viaggio nel ricordo più bello.
Matteo mi aiuta a scendere, - Non ti chiederò dove siano finiti i tuoi pensieri, anche se a giudicare dal sorriso stampato sulla tua faccia mentre avevi gli occhi chiusi, credo a qualcosa di bello! -
Sospiro. Era più che bello. Era il momento più importante della mia vita, fino ad oggi. Matteo procede avanti e mi fa strada, spostando i rametti che ostacolano il passaggio della stretta via.
Perdo appena l'equilibrio e inciampo contro di lui, che mi sostiene passandomi un braccio sulla spalla.
– Scusami. Ho i piedi che affondano sulle nuvole e la testa che si stacca dal corpo. E' normale? -
- Non lo so...- Il suo tono di voce sembra incerto, - Quanti tiri hai fatto? – chiede, - Forse dovevo fermarti. La prima volta è sempre abbastanza forte!-
I miei piedi sembrano seguire una linea retta adesso, - Sto apposto. Sono solo un pò strana...- lo rassicuro, poggiandomi alla sua spalla larga e accogliente.
Torniamo nel retro del cortile proprio mentre suona la campanella di fine ricreazione. Prima di salire la scala antincendio mi blocco.
E' come se d'un tratto mi fosse venuta una paura estrema, - E se qualcuno si accorge di quello che abbiamo fatto? -
Matteo ride del mio sguardo spaventato, - Non preoccuparti, nessuno si accorgerà di niente. -
Mi fermo e studio le sfumature azzurre delle sue iridi, paragonandole a quelle verdi di Riccardo. Non so perchè la mia testa continua ad andare sempre, immancabilmente a quel ragazzo.
Matteo mi accarezza una guancia, - E' la prima volta che condivido questa esperienza con una femmina, in genere fumo con i miei amici...-.
Resto in silenzio. Il suo tocco è leggero e io mi perdo nella delicatezza del suo palmo. Ho la testa rallentata, i movimenti rallentati e i pensieri altrettanto rallentati, - Grazie per avermi fatto provare - biascico con le labbra secche. Ho bisogno di acqua adesso. Litri e litri di acqua.
Lui sorride e si avvicina al mio viso, lasciandomi sullo zigomo un semplice bacio. Le sue labbra sono morbide e il suo tocco è estremamente dolce.
- Sei una buona amica. - torna a guardarmi negli occhi, - Spero di esserti stato d'aiuto e aver alleggerito un pò le tue pene d'amore! -
Annuisco e non dico niente. Non riesco a parlare. Sono confusa e disorientata da lui e dalla cannabis in circolo.
Matteo mi trascina sù per la scalinata, – Andiamo! Saranno già rientrati tutti in classe ormai! – Improvvisamente si blocca e si gira verso di me, – Ah! Dimenticavo! Prendi questa! - mi porge una gomma da masticare.
Lo fisso interdetta e lui senza esitare me la ficca in bocca.
Prima che riesca a protestare qualsiasi cosa, si toglie dalla tasca una bottiglietta spray trasparente e me la spruzza addosso, - Gomma alla menta e profumo al gelsomino sono sempre necessari in queste occasioni! –
Quando entriamo nel corridoio mi sento profondamente rilassata e leggera. Così leggera che potrei prendere la rincorsa e planare libera.
Mi sento una farfalla che sorvola i fiori, felice e colorata.
- Matteo! - mi volto verso di lui, - Puoi controllare sulla mia schiena se mi sono spuntate delle ali? -
Lui porta un palmo alla mia fronte, - Se non hai la febbre è stato lo spinello!-
- Credevo che fossi diventata una farfalla. Mi sento così soffice e leggera! - metto il broncio.
Matteo scompiglia i suoi ricci ribelli, - Sapevo che dovevo farti fare solo un paio di tiri!-
- Perché solo un paio di tiri? Si sta così bene ad essere farfalle!- protesto.
Lui scuote la testa e lascia andare un sospiro profondo prima di aprire la porta di classe.
Entro in aula dientro di lui e mi concentro a non camminare sulle punte e con le braccia aperte.
Matteo dice che non ho le ali e non sono una farfalla, ma io non ne sono poi così pienamente convinta!
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