CAP LI Riccardo e la promessa
Riccardo
La porta della dispensa si apre con una gomitata decisa e ben assestata. Vado a colpo sicuro con la mano sull'interruttore della luce.
- Eccoci nel nostro Paradiso! - Le braccia di Elisa si allargano e i piedi si muovono, facendola girare come una trottola.
Nella stanza ci sono tre enormi scaffali colmi di provviste. Sembra di essere ai magazzini generali.
- Cosa vuoi che prendiamo ? – chiede, - biscotti? - Apre uno sportello. – Pane in cassetta? Cioccolato? - Si sposta da uno scaffale all'altro, fingendosi sorpresa di quello che via via riesce a trovare, quando in realtà conosciamo entrambi per filo e per segno cosa contiene ciascuno dei cassetti. - Oppure marmellata ? - mi rivolge i suoi occhi castani, accompagnati da un sorriso infantile.
Mi ritrovo imbambolato a fissarla.
E' davvero cambiata molto e non credo sia solo il taglio di capelli.
Sembra che ci sia qualcosa di più, qualcosa che non riesco a decifrare. Qualcosa che non aveva quando sono uscito da qua e neanche l'altra sera quando ero con mio zio e ci siamo incrociati.
In quell'occasione si era dimostrata fredda e distante, quasi a farmi pagare il prezzo di essermene andato, mentre adesso è come se fosse tornata la solita Elisa. Un vulcano, solo un pò meno triste.
- Hai scelto? – mi richiama.
- Decidi tu – faccio scendere la cerniera del piumino e lo sfilo, gettandolo lontano. Compio un piccolo salto e con le braccia mi aiuto a sedermi sul bancone al centro della stanza.
Gli occhi di Elisa si posano di sfuggita sui miei bicipiti tesi per lo sforzo. Per un attimo mi sembra di essere tornato indietro nel tempo.
A lei che ci prova spudoratamente, a io che non mi tiro indietro.
A lei che lascia il suo cuore fuori dalla nostra relazione, a io che mi innamoro.
Ma è un illusione. Non esiste nessuna macchina del tempo.
Ho solo incontrato una mia vecchia amica e non c'è alcun tipo di coinvolgimento, perchè il mio cuore è a pezzi e in prognosi riservata a causa di un'altra persona.
Elisa si porta un indice sulle labbra e alza gli occhi. – Umm, vediamo... Direi che ho voglia di pane e cioccolata!- Si getta sullo scaffale per raggiungere il barattolo della "Nutella" e la scatola del pane.
In silenzio spalma due soffici tramezzini e sale sul bancone.
Si posiziona a gambe incrociate di fronte a me e me ne porge uno.
Ci guardiamo mentre mangiamo e non diciamo una sola parola.
Soltanto dopo l'ultimo morso rompo l'atmosfera con una delle mie domande: - Con Danilo come va? -
Lei si pulisce gli angoli della bocca sporchi di cioccolato, - La stessa rogna - alza le spalle, - E tu? -
- Io mi sono innamorato. -
Elisa sgrana gli occhi, - Allora fai sul serio? -
- In verità l'ho appena scaricata. Non sono molto bravo nelle relazioni stabili. -
Lei scende dal bancone e prende dalla mensola il fiaschetto di vino bianco. La visione mi disgusta perchè ho ancora in circolo i residui della birra.
Non le dico niente e afferro la bottiglia. Mando giù dei grandi sorsi.
- E adesso? - risale sul banco, questa volta un pò più vicino. - Cosa pensi di fare? -
Il vino mi impasta bocca e stomaco. - Non ne ho la più pallida idea.Là fuori è tutto così dannatamente difficile ! -
- Anche qui lo è. Te ne sei forse dimenticato? -
- E' vero – ammetto, - anche qui lo è, ma fuori è diverso. Emozioni e sentimenti sono portati all'ennesima potenza e non c'è nessuno che ti spieghi come gestirli! -
- Non sono d'accordo - mi ferma, - Fuori è fuori! -
Ha ragione. Fuori è vita. Difficile, bastarda, complicata, ma vita.
Qui invece è solo buio. Immancabilmente il mio pensiero si sposta su Marie. Lei è nel buio, nel buio più nero che esista.
Elisa si mangiucchia lo smalto, - Forse anche io ho trovato una famiglia – dice.
- Una famiglia per l'affido? -
I suoi occhi brillano. - Sì -
Mi sforzo di sorridere. - Sono felice. - Se tutto ciò fosse avvenuto più di un mese fa sarei precipitato nel panico più totale. Senza di lei non avrei resistito un attimo dentro a questo buco, ma adesso sono davvero emozionato per lei. Merita un nuovo inizio.
Le passo il fiasco di vino, - Dobbiamo brindare. Alla tua vita fuori! -
Lei si attacca alla bottiglia.
- Hai già conosciuto la tua futura famiglia? – chiedo.
- Ieri – posa il fiasco sul tavolo. - Mi sono sembrati tipi apposto. -
- Dove andrai a vivere? -
- Milano – dice, - non mi spaventa cambiare città. Non ho niente da perdere a Roma, anzi, inizierò una nuova avventura e mi abbandonerò tutto alle spalle. -
Per un attimo mi soffermo sulle sue parole. Anch'io ho provato la stessa identica sensazione quando mi è stato concesso di vivere con mio zio. Finalmente potevo dare un taglio alla mia vecchia vita e avere la possibilità di scoprire quel farabutto che me l'aveva distrutta.
Mi sentivo al massimo e pieno di energie, ma a guardarmi adesso non sembra proprio che le cose stiano andando come mi aspettavo. Il pirata è ancora in giro, Marie non ha voluto seguirmi e io sono tornato a rassicurarmi nel luogo dal quale ho sempre voluto fuggire. - Quando sarà il grande giorno? – domando.
- A gennaio. -
- Danilo come l'ha presa? -
Elisa passa la lingua sulle labbra e tira forte il labbro superiore con i denti, - Non gliel' ho ancora detto. Desidero crogiolarmi nella notizia un altro po'. Non voglio che nessuno possa rovinarla. E so che lui lo farebbe! -
- Non credo sia giusto nascondergli una cosa del genere – le faccio notare.
- Glielo dirò prima possibile - chiude il discorso bruscamente. - Piuttosto tu? Hai detto di esserti innamorato, si può sapere chi è la fortunata? -
Noto una nota di gelosia nella sua voce, ma forse mi sto solo facendo suggestionare dalla situazione.
- Si chiama Arianna. - È sufficiente pronunciare il suo nome che il mio cuore comincia a battere a mille.
Elisa segue le mie gambe, che dondolano in modo alternato, - E cosa ha di così speciale questa Arianna? E'bella? Dolce? Intelligente? Simpatica? -
- Tutto – sussurro, - tutto quello che hai appena detto e molto di più! -
Lei sospira. - Siamo proprio cotti a puntino! – si posiziona in ginocchio dietro di me. - E perchè mai l' hai lasciata se ti piace così tanto-
La sua domanda è pertinente e rivela palesemente quanto io sia sbagliato.
- L'ho vista mentre abbracciava un altro ragazzo. Tra loro c'era qualcosa che mi ha dato fastidio. Si sono anche inviati messaggi molto intimi, non ci ho visto più e ho gettato la spugna!-
Elisa posa le sue mani sulle mie spalle, - Ah! Riccardo, Riccardo! – La sua voce è un sussurro accanto al mio orecchio.
Un tempo sentirle dire il mio nome così vicino, mi avrebbe fatto quasi perdere i sensi, adesso invece non mi provoca più quella passione accecante e irrazionale.
- Qui c'è bisogno di un bel massaggio, sei tutto contratto! - muove le dita affusolate sulle mie spalle.
Chiudo gli occhi e mi abbandono alle sue mani. Mani che conosco e che infondono sicurezza e fiducia. Mani che si muovono, affondando dolcemente e con decisione dentro la mia pelle.
Dal collo alle clavicole, fin dietro alle scapole. Mi rilasso e lei insiste con più forza.
- Vedo che il massaggio sta funzionando. - sposta le dita in avanti sul mio petto, - I tuoi muscoli si stanno sciogliendo, erano così legati... -
Il suo respiro è vicino e familiare. I suoi denti vanno a mordere dolcemente il lobo del mio orecchio, facendomi sfuggire un gemito.
Lei conosce il mio corpo e sa quali sono i tasti giusti.
Stare con lei è magnifico e rischioso allo stesso tempo perchè è al corrente di troppe cose di me. Sa che affondando le dita sui miei pettorali e i denti sul lobo dell'orecchio la mia testa va in panne.
Sa anche che se adesso ci mettesse insieme di nuovo un debole sospiro con il mio nome, io perderei completamente il lume della razionalità.
Spero che lo faccia, anzi no, che non lo faccia.
Smarrirei il controllo e non voglio. Sto bene adesso e desidero rimanere per sempre così, rilassato e fuori dal mondo. Quel mondo dove non riesco ad integrarmi. Quel mondo non adatto a me.
Qui sono a casa. Con Elisa sono a casa.
Senza che possa impedirlo dalle sue labbra esce il suono tanto atteso e temuto; le sillabe del mio nome.
Come previsto il mio istinto maschile prende il sopravvento.
Mi giro di scatto, mettendomi in ginocchio sul tavolo. Afferro Elisa per la vita. La faccio sdraiare e mi posiziono sopra di lei.
I nostri respiri si incontrano.
- Non sai quanto mi manchi, non sai quanto mi manca tutto questo. –
Le sue parole aprono un varco grande dentro di me. Un abisso.
Sapere che lei è presente mi conforta. Sapere che non sono da solo alleggerisce ogni pena, ma dentro al cuore sento che molte cose sono cambiate. Tutto quello che sto facendo è ridicolo e inutile.
Il mio torace si muove sincrono col suo e la testa viaggia come un missile verso il viso di Arianna, facendo paragoni insensati.
Gli occhi di Elisa scintillano, ma sono più chiari di quelli che vorrei vedere contro di me.
I polsi che sto stringendo sono molto più grandi di quelli che bramo tenere in pugno e le labbra che ho quasi sulle mie sono eccessivamente in carne rispetto a quelle che desidererei baciare adesso.
- Non è mai stato giusto quello che abbiamo fatto– dico.
Elisa stringe gli occhi e alza e abbassa il torace sotto la felpa, - Non farti troppe domande. –
- Non siamo mai stati corretti, nè verso Danilo, nè verso noi stessi. -
Lei forza sulle mani e prova a sollevarsi. - Non farti problemi adesso, non te ne sei mai fatti - sussurra a un centimetro dalle mie labbra.
Ho il fiato corto. La birra e il vino mi confondono.
- Coraggio! La tua Arianna non saprà mai niente. Poi hai detto che vi siete lasciati, quindi non la stai tradendo. Stai solo cercando di dimenticare...- Le sue dita finiscono sul bottone dei miei jeans e armeggiano per cercare di aprirlo.
Elisa ha ragione.
Sto solo cercando di dimentare.
Sto solo facendo questo. Scordare Arianna e Matteo abbracciati.
Scordare il mio amore. Scordare la mia vita.
Le sue labbra si posano sulle mie e le sue dita hanno la meglio sul bottone stretto. E' come se fossi catapultato di nuovo indietro nel tempo, a quel periodo che ho cercato di cancellare, ma che adesso è di nuovo vivo e presente più che mai. Quel tempo fa disperatamente parte di me e non potrò mai liberarmene.
La mano di Elisa fa scendere la cerniera dei miei pantaloni.
La sua lingua entra in contatto con la mia, - Riccardo - ansima dentro la mia bocca.
Il mio cuore è in tumulto, il cervello in tilt, mentre mi sento rispondere con un gemito: - Ari -
Elisa si stacca di colpo, le sue mani si allontanano dai miei jeans.
Entrambi respiriamo a fatica ed io mi rendo conto di quello che è appena successo, di come l'ho chiamata.
Resto a bocca aperta senza dire una parola. Il fiatone e basta.
- Bello mio, credo proprio che ci sei rimasto sotto! -
Aspetto che il cuore riprenda a pulsare normale. Poi mi sollevo e prendo la testa tra le mani, - Dannazione! Mi dispiace! –
- Forse è meglio così. Non ho nessuna voglia di fare sesso con te mentre tu pensi ad un'altra ragazza.- si alza.
Non riesco a spiccicare parola. Sono confuso e teso per quello che doveva succedere e non è accaduto, ma anche sollevato perché probabilmente me ne sarei fatto una colpa per il resto dei miei giorni.
- Torniamo di sopra prima che qualcuno ci trovi! – dice.
Mi riabbottono i jeans e infilo di nuovo il piumino.
Prima di uscire dalla dispensa Elisa si ferma, - Solo un momento. Voglio dire addio a tutto questo. – volge lo sguardo intorno alla stanza, - Alle nostre notti passate a mangiare e fare sesso. Sono finiti i tempi di fuggire e rintanarci in questo buco. Per entrambi comincierà una nuova vita. Per te in realtà è già iniziata e per me è solo questione di settimane...-
Risaliamo sul lungo corridoio, le nostre voci sono solo sussurri tra le vecchie mura.
- Posso chiederti un favore? – chiede, prima di dedicarci ai saluti, - Promettimi che lo farai! -
- Ti ascolto. -
- Tu prima giura! -
- Non posso giurare qualcosa che non so - replico.
- Fallo – insiste, - promettimelo! -
– Okay, te lo prometto! – sbuffo.
Elisa sorride e mi porge la mano con il mignolo alzato.
Io ricambio. Le nostre dita si incrociano.
- Si può sapere cosa ho appena promesso? –
- Stasera andrai da Arianna e le dirrai quanto la ami. Ma devi farlo adesso, subito, non devi aspettare altro tempo! -
- Perchè proprio tu mi chiedi questa cosa? -
- Perché i tuoi occhi sono cambiati. Tu sei cambiato, tutto di te è cambiato. Una volta non ci avresti pensato due volte a sbattermi sul bancone e prendermi e adesso guardati, hai la testa solo per quella ragazza. Perchè l' hai piantata se non puoi farne a meno?-
Le sue parole mi lasciano di sasso. Letteralmente. - Perchè non sono in grado di amare. E' troppo impegnativo e grande per me. -
- Niente è più grande di te se davvero lo vuoi. -
- E allora perchè tu non lasci Danilo? Perchè non lo hai mai fatto pur continuando a venire a letto con me? -
- Perchè io non lo volevo veramente. Danilo è la mia facciata perfetta, ma non lo amo, così come non ho mai amato te – dichiara, - ti ho voluto bene, quello sì, e ti ho usato. Per distrazione, per sostegno, per il sesso. Anche tu so che hai fatto la stessa cosa con me. Forse c'è stato un periodo che hai creduto di amarmi, ma amare è un'altra faccenda. Noi ci siamo soltanto sostenuti per non affondare. Adesso ciascuno proseguirà per la propria strada e il nostro legame resterà solo un bellissimo ricordo. Dobbiamo andare avanti e credo che potremo farcela anche senza appoggiarsi l' uno all'altra! -
Ho sempre saputo che Elisa non mi ha mai amato e che la mia era solo un' adorazione malata per lei, ma sentirglielo dire mi lascia profondamente turbato. - Hai ragione. Dobbiamo farcela con le nostre gambe. Però anche tu devi farmi una promessa. - incrocio i suoi occhi. – Vai da Danilo e digli la verità sull' affido. Lui deve saperlo! -
Lei abbassa lo sguardo, - Stasera saremo in due ad avere una missione. Tu correrai da Arianna e le dimostrerai quanto sia importante per te ed io mi precipiterò da Danilo e gli riferirò che la mia vita sta per cambiare. -
Butto fuori un lungo sospiro. Sarà una lunga notte immagino. Per entrambi.
- In bocca al lupo Elisa -
- In bocca al lupo Riccardo – mi abbraccia.
Ricambio il suo slancio.
Non appena lei si allontana il mio cuore inizia a martellare.
So che quando uscirò da qui ripiomberò nella tristezza e nella solitudine più profonda, ma so anche che qualcosa forse sta cominciando a cambiare. Passare queste ore con Elisa mi ha reso più forte.
Non ho ceduto, non mi sono lasciato predere dall'amore malato per lei.
Elisa se ne va, alzando la mano in un ultimo saluto e scomparendo oltre il corridoio che porta ai dormitori femminili. Io procedo verso l'uscita.
Salgo sulla moto con in mente solo una cosa da fare: dirigermi da Arianna. Le devo dire che ho sbagliato tutto. Mi sono comportato da geloso egoista ma voglio ascoltarla e crederle. Voglio affondare la mia testa nel suo collo e le mie labbra sulle sue. Ho un disperato bisogno di quelle labbra.
La strada che mi riporta in città è trafficata. Quando arrivo sulla Nomentana sono ormai le ventuno passate. Spengo la moto accanto al cancello di casa Valenti e scendo. Sto per accedere al vialetto che conduce alla porta d'ingresso, quando mi colpisce la luce accesa ad una finestra.
Mi soffermo e una sagoma si muove per la stanza.
E' la figura di Arianna.
E quella è la sua cameretta.
Le tendine sono state dimenticate aperte e posso vedere chiaramente lei che cammina avanti e indietro con un libro in mano. La sua bocca si muove e i gli occhi vanno al libro e tornano per la stanza.
Probabilmente sta ripetendo la lezione.
Mi appoggio con la schiena al muretto che delimita il giardino e la osservo, concentrando tutto il coraggio per suonare il campanello.
Coraggio che purtroppo però non arriva affatto.
Forse ho paura.
No. Non ho paura.
Magari un briciolino.
Okay! Ho paura. Ho dannatamente paura di un suo rifiuto perchè so che non potrei affatto sopportarlo. Lo so che ho promesso a Elisa che sarei corso subito a scusarmi, ma non cambia molto se lo farò tra una dozzina di ore. Sto rimuginando sul da farsi, quando Arianna si avvicina alla finestra, per chiudere la persiana.
Nel panico di essere scoperto, mi catapulto di schianto dentro la siepe.
Alcune frasche mi frustano il viso e un paio di rametti mi graffiano le caviglie. Inciampo e mi ritrovo con le mani su qualcosa di morbido, denso e consistente.
- Dannazione! – sbotto, cercando di rialzarmi. Mi rendo conto che ho i palmi cosparsi di una strana roba marroncina, - Oh no! Merda! –
Istintivamente pulisco le mani sui jeans, inveendo contro quel cane che ha deciso di lasciare la sua produzione proprio qui dentro.
L'odore nauseabondo si impossessa delle mie narici.
Alla luce più chiara dei lampioni mi accorgo che i palmi sono sporchi ed anche i pantaloni non sono in condizioni migliori. Le imprecazioni e le maledizioni si moltiplicano all'infinito per tutto il tragitto di ritorno.
Spero solo che Elisa sia stata più fortunata con Danilo. Io per stasera non sono riuscito a mantenere la promessa. In realtà non sono mai stato bravo a mantenere i giuramenti, ma questo è diverso. Questo lo rispetteró, sicuramente.
Domani.
Adesso ho solo l'estrema necessità di liberarmi dei vestiti imbrattati e infilarmi sotto al getto della doccia. Voglio strofinare la pelle con una forza tale da portarne via almeno due strati per non lasciare nessuna traccia di questa sfortunata e nauseabonda caduta di stile.
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