CAP. IX La spinta della curiositá
E' il secondo giorno che sono chiusa in casa, tra antidolorifici e unguenti lenitivi.
Per fortuna adesso la caviglia va meglio. Ho appena tolto la fasciatura e sembra che il gonfiore si sia notevolmente ridotto.
Giulia è stesa di traverso in fondo al mio letto, concentrata su una nota rivista di gossip.
Il nome di cantanti e attori entra nella mia testa per lasciarla un attimo dopo.
Non sono una fan degli amori stagionali, non impazzisco per flirt mondiali o da copertina.
Io sono una ragazza semplice ed amo le storie comuni, quelle che non fanno notizia, quelle che non creano nessun tipo di business.
- E quindi sei caduta come una pera cotta davanti al mio amore? - Giulia ride divertita, sfogliando pagina dopo pagina - avrai davvero voluto vedere la scena! -
Sbuffo infastidita e sposto lo sguardo verso la pila di libri sulla mia scrivania.
Lei scuote la testa - quel ragazzo penserà che ho un'amica di cartapesta, prima si fa quasi investire e poi viene atterrata da un' innoqua porta del bagno! -
- E' stato solo un incidente, poteva succedere a chiunque -mi difendo.
- Dovrò regalarti un cornetto rosso per il tuo prossimo compleanno! - posa sul letto la rivista e ne prende un'altra. - Comunque non puoi negare che Riccardo sia stato gentile ad accompagnarti in infermeria, quel ragazzo è magnifico, forse un po' troppo taciturno, ma così bello e generoso! - sospira.
Improvvisamente sento i battiti del cuore salire e devo impiegare una grande forza mentale per riportarli alla loro velocità standard.
Pensare a Riccardo e al tragitto in corridoio, a suo stretto contatto, mi crea un certo trambusto.
Giulia continua a sfogliare il giornale ignara del caos che sta prendendo campo dentro di me ed io provo ad allontanare il più possibile il ricordo del profumo, della pelle e del sorriso più bello e strafottente che abbia mai incontrato.
Improvvisamente Giulia scatta seduta sul letto. - Ah! dimenticavo!- esclama. - Sai che mi sono sentita con lui su Facebook prima di venire qui, mi ha chiesto di accompagnarlo domani sera ad una festa! - lancia la rivista sopra l'altra. - Si tratta del compleanno del ragazzo nuovo del bar! -
- Renato? - domando, focalizzando la mente alla presentazione di un paio di giorni fa.
- esatto ! - squilla lei - proprio lui! - sposta i capelli di lato e prende ad intrecciarli - naturalmente verrai anche te e Marcello, non è vero? -
Istintivamente poso lo sguardo sul mio piede steso e rialzato. - Giu, anche se sto meglio, non credo di essere nelle condizioni migliori per i festeggiamenti -
- Stai scherzando vero? - spalanca i suoi occhi azzurri. - Tu devi venire assolutamente, anche a costo di farti portare in braccio o comprarti un paio di stampelle! -
- Non sei affatto divertente! - incrocio le braccia al petto. - E comunque...anche se volessi, Marcello non mi ha detto niente di questa festa...-
Giulia non si arrende. Allunga il braccio e afferra il mio telefonino sotto al cuscino. - E cosa ci vuole? - squittisce, - chiamalo tu e fatti invitare! -
Non faccio a tempo a prendere l'apparecchio tra le mani che mia madre compare sulla soglia di camera con in braccio Lacky, il nostro jack russel - chi è che mia figlia dovrebbe chiamare? - interviene - e soprattutto, dove dovrebbe farsi invitare? -
Il cellulare cade dalla mano di Giulia e rimbalza sul materasso, mentre gli occhi di mia madre si spostano da lei a me in attesa di risposta.
Io trattengo il respiro e non fiato.
Giulia vince la tensione e rompe il silenzio - c'è una festa di compleanno domani sera e mi farebbe piacere se Arianna potesse venire con il suo ragazzo -
I miei polmoni se prima erano in apnea, adesso collassano direttamente.
Giulia ha davvero detto a mia madre che ho un ragazzo? Perché lo ha fatto?
Cerco di evitare il surriscaldamento delle guance e lancio un'occhiataccia alla mia amica, maledicendola mentalmente.
- Tu hai un fidanzato? - La voce di mia madre è sorpresa e sonora. - Perché non me ne hai mai parlato?-
- Non so - biascico, - non ..-
Lei fa un passo dentro la stanza.
Giulia si mette in mezzo e cerca di rimediare al pasticcio: - E' solo da pochi giorni, scommetto che Arianna le avrebbe detto tutto, giusto il tempo di lasciar consolidare le cose ...- poi aggiunge: - comunque può stare tranquilla, Marcello è un tipo apposto, è molto carino e insieme formano una coppia stupenda! -
Chiudo gli occhi e ringrazio il cielo che almeno non se ne sia uscita con il fattore dell'età.
Per quanto mia madre abbia una visione mentale aperta e schietta, sapere che sua figlia esce con un ultra maggiorenne, non credo sia proprio di suo gradimento.
Lacky salta giù dalle sue braccia e fa il giro dello stanza, annusando il tappeto e i vestiti sparsi a terra.
- E dove è questa festa? - chiede mia madre, posando le mani sui fianchi.
- A casa di un ragazzo che lavora al bar della scuola - spiega Giulia, - i suoi hanno una villa con piscina a Fregene. Si dice che sia una casa da favola, non possiamo non andarci...-
Mamma prende un paio di minuti per riflettere e infine acconsente - E va bene, chiama pure questo fidanzatino e fatti invitare alla festa, hai il mio permesso..-
Giulia grida dalla felicità e si alza ad abbracciarla - grazie grazie Simonetta! -
Lacky salta sul letto e abbaia, incrementando il frastuono.
Io nel frattempo prendo il cellulare e senza caricare troppo sulla gamba malata, arrivo alla finestra.
Compongo il numero di Marcello e attendo il suono della sua voce.
Giulia e mia madre sono immobili insieme a Lacky aldilà del letto a una piazza e mezzo e quando, cinque minuti dopo, mi giro, le sento chiedere in coro: - Allora? -
Faccio trasparire un lieve sorriso. - Allora domani sera si festeggia! -
Giulia prende la rincorsa e si butta tra le mie braccia.
Devo stare attenta a non cadere, in equilibrio come sono su un solo piede.
- Sono felicissima! - mi stringe forte, - finalmente l'uscita a quattro che ho sempre desiderato! -
Le permetto di strattonarmi qua e là, lasciandole credere che si tratti di una uscita a coppie, quando in realtà sarà solo una festa piena di gente e musica e probabilmente non avremo neanche il modo di parlare con in nostri rispettivi accompagnatori.
Mia madre puntella ancora di più le mani sui fianchi. - A patto però che non fate più tardi della mezzanotte! - precisa.
- Ovviamente! - diciamo in coro per abbandonarci di nuovo ad un abbraccio forte e coinvolgente.
Giulia è al massimo della felicità ed io semplicemente al massimo.
Dopo cena, quando la mia amica se ne è andata e mia madre e Lacky sono fuori per l'uscita serale, sono spinta a fare una cosa che so essere profondamente sbagliata.
Mi collego a Facebook e cerco il profilo di Riccardo tra gli amici recenti di Giulia.
Mentre lo faccio la mia mano trema sul mouse e i miei polmoni trattengono l'ossigeno.
La foto del ragazzo con gli occhi verdi appare nitida e definita.
Il primo piano è semplicemente perfetto e mi incanto a guardarlo.
Faccio scorrere un indice sullo schermo quasi a volerlo accarezzare e poi clicco sul suo diario.
Le impostazioni della privacy sono attive e purtroppo non riesco a vedere nient'altro se non un paio di foto oltre a quella principale.
In una di queste Riccardo è immortalato all'età di circa sei anni, mano nella mano con una bambina poco più piccola.
La somiglianza è strepitosa. Entrambi hanno lo stesso grembiule nero con il fiocco e soprattutto gli stessi, identici occhi verde smeraldo.
Poi la curiosità mi spinge a visionare anche l'altra fotografia.
Un gruppo di ragazzi delle età più varie, in un'aula dai muri corrosi dal tempo.
Stringo lo sguardo alla ricerca di Riccardo, e dopo alcuni minuti lo trovo, o meglio, riconosco i suoi occhi tra tutti gli altri. E' in seconda fila, al fianco di una ragazza dai capelli lisci e corti.
Non riesco a staccare lo sguardo da quelle due immagini.
E' come se una sete di sapere, un desiderio sfrenato di conoscenza si sia improvvisamente impossessato del mio corpo.
So che sto commettendo un errore.
Non dovrei neanche lontanamente avvicinarmi al profilo del ragazzo che sta frequentando la mia migliore amica, ma non riesco proprio a farne a meno.
Intorno a Riccardo aleggia un'aura di mistero.
Non conosco niente di lui, da dove viene, quello che ama e non ama fare e fremo dalla voglia di saperlo.
Da quando quei due occhi verdi sono entrati in collisione con i miei, il cervello pare essersi trasformato in una scodella di pappa bagnata e il cuore in un vecchio motore impazzito.
E anche se chiudo il portatile, disconnettendomi dal social network , le immagini di Riccardo che mi sostiene tra le braccia, che mi stringe la mano presentandosi, che mi guarda incappucciato dal suo giardino e che parla animatamente e misteriosamente nel bagno maschile, continuano ad affacciarsi alla mente in flash continui e ravvicinati.
Spengo la luce e mi giro sul fianco.
Dormire forse è l'unico modo per non pensare troppo, con la speranza però che quegli occhi verdi e brillanti non vengano a disturbarmi anche nella profondità del sonno.
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