CAP CXXX Riccardo, un tutt'uno con l'amore
Riccardo
Il sole è basso.
Tende ad un rosso vermiglio e illumina la parte visibile del cosmo.
Dalla tendina i raggi arrivano a pungere le lenzuola in disordine e la testata in ferro battuto.Mi sollevo dal letto a recuperare boxer e canotta dalla spalliera della sedia, vicino al tavolo. Li indosso e raggiungo la valigia.
- Ho intenzione di preparare una cenina con i fiocchi solo per noi due - apro il bagaglio, - et voilà! - estraggo una bottiglia di Bordeaux, un paio di barattoli e scatole acquistate prima di ripartire in un grazioso bistrot francese, - mousse de saumon, Camembert e patè de foie gras -
- Paté de foie che? - Arianna scatta seduta sul letto con una strana espressione, tra disgusto e meraviglia.
- Fegato d'oca - preciso in lingua più comprensibile.
Le sue labbra si piegano in basso, - Io non credo di riuscire a mangiarlo -
Porto tutto l'occorrente al piano della cucina, - Ci riuscirai - apro il mobile alla ricerca degli utensili adatti, - e poi lo farai per me, per rendermi felice -
Lei stira le braccia e si alza, recuperando la biancheria pulita, - Se mangerò della carne d'oca, sappi che ti farò davvero un bellissimo regalo - dice, - e poi dovresti saperlo che i francesi, per fare quella specie di pasticcio, compiono torture e crudeltà verso le povere anatre - Le mie parole si diffondono come un noioso ritornello nella stanza, - le alimentano forzatamente, gli fanno crescere il fegato a dismisura, le tengono in allevamenti mostruosi e poi le uccidono! - si porta al mio fianco.
- Da quando sei divenuta un' agguerrita animalista? - mi giro, quel tanto che basta per incrociare i suoi occhi scuri.
Lei tira il labbro con i denti e si mantiene in equilibro sulle punte dei piedi, per vedere meglio il contenuto dentro la ciotola, - Non sono un'accanita animalista, è semplice buon senso! -
Il mio sguardo si sposta dal piano di lavoro al suo corpo. La pelle ancora carente di abbronzatura e i capelli scompigliati dal momento di amore sfrenato e tanto desiderato.
- Sai cosa farei con questo patè? - tufo un dito nell'insalatiera, prendendo un po' del contenuto e lo avvicino al suo braccio, - te lo spalmerei su tutto il corpo e poi lo mangerei dalla tua stessa pelle! -
Arianna scatta indietro e si pulisce immediatamente la spalla, - Tu sei pazzo! - squittisce.
Rido sonoramente, - E tu saresti sexy da morire ricoperta di fegato d'oca -
- Detesto quando mi prendi in giro - incrocia le braccia impermalita.
Un passo verso di lei, i nasi a sfiorarsi, le labbra a desiderarsi, - Non mi sto prendendo gioco di te - sussurro a filo con la sua bocca, - sul serio, penso che saresti una bomba con qualsiasi cosa ti spalmassi addosso, anche questo pasticcio divino! -
Le sue guance si colorano ed io indietreggio, per evitare che la cena venga sostituita da qualcos'altro di altrettanto piacevole.
- Vai ad accomodarti a tavola - indico la sedia vicino al muro, - la tua vicinanza mi deconcentra il lavoro! -
Lei guarda le mie mani tornare all'impasto, - Amo osservarti cucinare! - I suoi occhi scintillano appena, - in realtà amo seguire qualsiasi cosa tu faccia e credo che gli occhi abbiano bisogno di rimediare il tempo perduto -
Muovo la testa, spostando il ciuffo che ricade sugli occhi. Dovrò passare da un barbiere nel giro di pochi giorni, se non vorrò prendermi un brutto torcicollo a furia di spingere i capelli indietro.
- Sono state settimane dure per entrambi! - riconosco, - la tua mancanza è stata forte ed estenuante, ma il pensiero che ci saresti stata a riabbracciarmi, una volta atterrato a Fiumicino, mi ha fatto tenere duro -
Lei prende la tovaglia posata sul primo ripiano e la stende sopra il tavolo, - Sono fiera di te - La sua voce arriva alle mie spalle, piena e viva, - sono fiera del traguardo che hai raggiunto! Sei riuscito a portare a termine uno stage importante e sei stato capace di mandare avanti la scuola in un ambiente del tutto nuovo! - posa i palmi sul tavolo e si sofferma a guardare il mio profilo.
Sento il cuore riempirsi, - Anche io sono fiero di te - passo le mani sul canovaccio, preparandomi a sistemare il patè in un vassoio, accompagnandolo a croccanti crostini di pane - Nonostante tutto quello che è successo in questo anno, da quello che mi hai scritto anche la tua pagella è andata alla grande e sei riuscita a mantenere una buona media -
- Già - Arianna si siede, - abbiamo entrambi fatto molta fatica, ma dobbiamo essere orgogliosi dei nostri risultati -
Mi volto, - Credo che dobbiamo essere anche riconoscenti con le nostre famiglie, tua madre ti ha sostenuta molto e mio zio...- espiro lungamente, - ...senza il suo aiuto non avrei mai potuto intraprendere questo percorso, lo stage è costato dei soldi ed anche le lezioni private, lui mi ha accompagnato e mi ha sostenuto! Lo stesso ha fatto con Marie, non ci ha mai abbandonati! - torno a guardare il cibo, disposto nel modo più elegante possibile, - per noi ha fatto e sta tuttora facendo molti sacrifici e io voglio essergli pienamente riconoscente - mi schiarisco la voce, - il suo lavoro non è più sufficiente per il sostentamento di tutti e tre così, di comune accordo, abbiamo deciso di mettere in vendita la casa dei miei genitori -
Lo sguardo di Arianna si perde nella stanza.
Forse ricorda il nostro primo incontro.
La tavola imbandita, il focolare e il carattere irascibile di un tempo.
- Mi dispiace che sei stato costretto a fare una scelta simile, quella casa faceva parte dei tuoi ricordi più importanti -
- Quella casa è l'unico appiglio con il passato - confermo, - ma adesso devo pensare al futuro e per viverlo bene, la sua vendita è l'unica soluzione - chino la testa, - anche se con grande dispiacere devo mettere da parte la nostalgia e rimboccarmi le maniche, il passato è passato e non potrà più tornare - faccio con esemplare ovvietà, - mentre il domani è lì che mi aspetta - torno a guardare i pozzi scuri della ragazza di fronte, - che ci aspetta! - mi correggo.
- Sei cambiato - la sua bocca si increspa in un lieve sorriso, - a quanto pare Parigi ha creato un Riccardo sorprendentemente saggio! -
- Sono più riflessivo e meno impulsivo, sono più consapevole ed è merito del dott Duval! Gli incontri con quel luminare sono stati piuttosto intensi e proficui - mi sporgo ad afferrare la bottiglia di vino rosso, - con la psicoanalisi ho fatto un viaggio enorme indietro nel tempo, ho rivissuto tutti i momenti bui e dolorosi della mia vita, sono ripartito dal male per prenderlo di petto e farlo divenire una fetta dell' esistenza - cerco il cavatappi nel secondo cassetto di legno, - uno spicchio che deve rimanere indelebile, ma non occupare tutto il cuore - preciso, - non ho dovuto dimenticare, solo costruire delle basi abbastanza spesse al di sopra del dolore -
Arianna mi guarda aprire la bottiglia, - Il dottor Duval è stato in gamba, ma anche tu! Non credo sia stato facile affrontare tutto questo! -
Prendo un paio di calici e verso il liquido rosso e corposo, - E' stata la cosa più difficile del mondo, se togliamo la fatica fatta per riconquistarti al microfono della preside! -
Lei ride sonoramente e allunga un braccio a prendere il bicchiere, - Brindiamo, alla tua rinascita e alla mia identificazione -
Aggrotto la fronte e scuoto la testa confuso, - Identificazione? -
- Ah ah - annuisce, - ti presento ufficialmente Arianna Greco! -
La mascella si abbassa appena e il calice tentenna, - Greco? -
Lei si solleva, portandosi di fronte a me.
Il reggiseno e le mutande che indossa sono estremamente sensuali, nonostante siano dei semplici capi di cotone.
- Ci sono molte cose che ti sei perso in questo lasso temporale - nasconde un sorriso, - ed una di queste è che mio padre, Walter Greco, ha fatto il riconoscimento! - si inumidisce le labbra e fa toccare il vetro contro il mio, - alle nostre nuove vite! -
Annuisco frastornato e porto alle labbra il bicchiere. Il vino riempie e dona un gusto forte e deciso al palato, facendomi assorbire la nuova notizia, - quindi da oggi in poi non esiste più ne' Valenti ne' Colonna, ma dovrò abituarmi a chiamarti Arianna Greco? -
- Esattamente! - alza il calice.
- Dannazione, non è affatto semplice! - butto fuori, - spero non ti arrabbi se a volte farò un po' di confusione tra cognomi! -
Lei beve e ride divertita, - Non avrai bisogno di impararti nessun cognome - dice, - per te sono e voglio rimanere soltanto la tua piccola -
I miei occhi si specchiano nei suoi.
L'anima è tranquilla, pura e felice.
Nessun velo di tristezza o malinconia.
Arianna è serena adesso e la luce di bambina accompagna ogni singolo gesto.
Una ragazza di sedici anni.
Solo quello.
- Vieni qui - le prendo il bicchiere dalla mano e lo poso sul tavolo, - ho bisogno di baciarti, piccolina - l'enfasi che metto sull'ultima parola è disarmante.
Lei trattiene il respiro e acconsente alle mie labbra di sfiorare le sue.
Un piccolo tocco per sentirla solo e soltanto mia.
Quando ci sediamo l'uno di fronte all'altra, il sole è ormai oltre la collina. Non ho mai notato la bellezza del tramonto, ma adesso, in compagnia dell'altra metà della mia vita, scopro quanto anche le cose più banali siano magnifiche.
Arianna scrive un messaggio alla madre di non preoccuparsi, che è in buone mani e passerà la notte con me e poi si appresta a mangiare le golosità francesi che ho preparato. E, le iniziali proteste sulle anatre e i loro fegati, sembra non ricordarle più. Spolveriamo il vassoio con i bocconcini di oca e salmone in meno di dieci minuti e restiamo seduti a parlare per quasi due ore.
Sono tante le cose da raccontare.
Tanti i momenti persi da riassumere e recuperare.
Due mondi che tornano ad unirsi.
Due binari paralleli che si incrociano al capolinea della stazione.
Arianna riferisce del processo e della condanna di Colonna. L'annullamento del falso matrimonio con Simonetta, il disconoscimento della paternità dopo i relativi controlli di laboratorio, l'accusa e gli anni di carcere per l'incidente e la morte dei miei genitori.
Gli eventi sembrano eruzioni vulcaniche di odio, rancori, dolori e sofferenza.
Lava che ha fatto terra bruciata attorno, rovinando vite e relazioni, ma che adesso si è pietrificata e dissolta e non prenderà più il sopravvento.
E' la fine di una brutta storia.
La mia vendetta personale e la sua rinascita di vita.
- E' stata dura affrontare le udienze senza di te al mio fianco - La voce della persona che ha catturato la mia esistenza, come una farfalla nel pugno di una mano, si spezza appena, - ho avuto l'appoggio di mia madre e dei miei amici, ma tu sei mancato lo stesso, come e più dell'aria! Ogni volta che rincontravo gli occhi di Domenico, ogni volta che varcavo quel maledetto portone del palazzo di Giustizia e ogni volta che il giudice batteva sul tavolo quel martello fastidioso, il mio cuore perdeva un colpo e la testa vagava verso di te e la tua assenza -
- Mi dispiace - dico, - avrei dovuto prendere un aereo e tornare, almeno per la sentenza definitiva - poso lo sguardo sulla tovaglia a quadri bianchi e azzurri, - ma le assenze allo stage non erano ben viste e i voli...- tiro il labbro superiore con gli incisivi, - i voli erano troppo costosi e, e ti ho detto, non è stato un periodo facile economicamente ...-
- Ehi! - Arianna allunga la mano a incontrare la mia, - non era mio intento fartene un cruccio o una colpa, volevo solo esprimere i sentimenti provati ...-
Scorro le dita sulle sue, - Anche se non ero con te fisicamente, lo ero con il cuore e con la testa - I miei occhi si sollevano sui suoi, - quei due giganti non ti hanno mai abbandonata per tutto il tempo -
La sua bocca si lascia andare in un sorriso, - Non vedo l'ora di farti conoscere mio padre - fantastica.
Stringo lo sguardo dolcemente, - Ne sarei felice -
- Walter è un bellissimo uomo ed è anche molto gentile con me e con mia madre - sfila la mano da sotto la mia e la porta ai capelli, spostandoli da un lato all'altro.
Il nuovo taglio le dona e la rende ancora più attraente.
- E' rimasto da noi una settimana poco dopo la tua partenza e insieme abbiamo fatto davvero mille cose - prende il bicchiere di vino e lo avvicina alle labbra, - ad agosto tornerà di nuovo e io non vedo l'ora -
L'entusiamo di Arianna è trascinante ed emana energia nuova e positiva, che si diffonde nell'aria come profumo dolce e frizzante.
Vitalità che si incupisce appena, - Sai, neanche lui ha avuto una vita facile, si è separato dalla moglie da qualche anno e lei ha portato con sè i figli... -
- Quindi tu hai dei fratellastri? E questa volta hanno davvero parte del tuo sangue? -
- Già - annuisce - Jonas e Delicia, ma li ho visti solo in fotografia, sono gemelli ed hanno un paio di anni meno di me - sposta gli occhi nella stanza e poi di nuovo sui miei, - sai che da quando mio padre e mia madre si sono rivisti, non smettono di sentirsi per telefono e di scriversi messaggini? Forse è solo una mia impressione o un mio grande desiderio, ma se davvero tra loro potesse rinascere qualcosa io ne sarei enormemente contenta! - I suoi occhi brillano di luce propria.
- Ti auguro tutta la pace che meriti, anche a tua madre! -
Lei butta giù un paio di lunghi sorsi, - Non sai quante volte ho creduto di non farcela, di non essere abbastanza forte, e invece la notte buia sta passando e finalmente si vedono le stelle -
Sorrido del paragone insolito, - Altro che stelle, io ti auguro di vedere il sole - prendo anche il mio calice, - senza nubi e senza nebbia, una bella palla alta e splendente! -
Lei ride e poi si ferma e diviene seria. Il calice a metà e le pupille a cercare le mie, - In realtà lo sto già vedendo - dice - ed è esattamente di fronte a me -
Il cuore trema e le labbra si muovono istintivamente, - Anche il mio cielo lo è - smorzo un sorriso, - e un sole senza cielo non è esattamente niente! -
Arianna resta in apnea. I nostri sguardi si catturano, si fondono, si mangiano per secondi infiniti. Il viso dolce e buono della ragazza di fronte si colora ad ogni nuovo sorso di vino.
La testa gira e si fa sempre più pesante, mentre il livello di Bordeaux nella bottiglia scende dal collo, alla pancia, fino a restare un inutile residuo sul fondo.
Poi una domanda mi salta in testa e mi ritrovo a pronunciarla senza neanche rendermi conto dell'effettiva valenza, - Perdonerai mai quello che ha fatto Domenico Colonna? -
Arianna trattiene il respiro e poi butta fuori, - Non so - alza le spalle, - forse un giorno...- muove le pupille contro le mie, - infondo per quindici anni ho creduto che quell'uomo fosse mio padre e, a prescindere da tutto il dolore che ha causato, se lui ha retto il gioco per così tanto tempo lo ha fatto perché probabilmente in fondo al suo cuore esisteva un briciolo di bene - dice, - per me e mia madre, intendo... -
Poso gli occhi sul tavolo e stringo la mascella, - Quindi con il tempo credi di poter superare la violenza e le bugie? -
Lei sospira, - Mi auguro che il carcere faccia riflettere Domenico sui suoi errori e lo trasformi in una persona migliore, migliore da quello che è stata fino ad oggi - poi aggiunge, - ha due figli, meritano di crescere con un padre più responsabile al loro fianco! -
Domenico Colonna ha distrutto le nostre vite.
La mia e quella di Arianna, ma è un uomo e come tale può commetere errori. Ed io l'ho capito, l'ho compreso in prima persona.
Non so se da parte mia potrò mai perdonarlo, ma sono felice se Arianna riuscirà a farlo e soprattutto se il futuro darà anche a lui una mano per riprendere in mano la sua vita, lui che ne ha portate via due con un semplice gesto.
Pian piano gli argomenti pesanti vengono sostituiti da stupidi paragoni insensati.
Le nostre risate e il volante sollazzo.
Il vino, l'aroma, il festeggiamento dei giorni migliori.
Quelli del ritorno.
Quelli della giovinezza e dell'inizio dell'estate.
- Qggi mi avete fatto una splendida sorpresa - ammetto, - vedere te, Giulia, Leo, Matteo, Marie, tutti quanti all'areoporto, mi ha suscitato una grande emozione! - La voce rimbomba nelle orecchie, facendomi rendere conto di quanto il grado di alcool in circolo sia ormai superiore al limite, - è stata una botta di vita esagerata!| -
Arianna ride e ingurgita altro vino, - Non poteva essere altimenti - mantiene la testa con la mano, - avrebbero dovuto essere presenti anche Marcello e Rebecca, ma sono partiti per l'Avana proprio ieri - posa il bicchiere sul tavolo, - a proposito mi hanno chiesto di salutarti -
Sollevo un sopracciglio, - Non avrei mai pensato che quei due finissero per far parte del nostro gruppo! -
Lei scuote la testa, - Neppure io - sorride e riprende in mano il calice, - però devo ricredermi su molte cose, infondo sono stati buoni in questo periodo e non hanno infranto nessuna regola del codice dell'amicizia -
Poso i gomiti sul tavolo e mi sporgo in avanti, - E Marie? Che mi dici di lei? -
Arianna bagna le labbra e gira con l'indice sull'imbocco del bicchiere, - Marie è cresciuta molto! Il suo rapporto con il cibo sta migliorando e anche quello con il proprio corpo, certo, ancora ha tante insicurezze, ma è in gamba e credo che riuscirà a risolverle, e poi non è sola, ci siamo noi e la aiuteremo...-
La bocca si rilassa in un debole sorriso, - Ovviamente - sussurro, - è fatta davvero una ragazza stupenda - chiudo gli occhi e la rivedo nel pieno della sua energia.
Niente più vuoti negli occhi.
Niente più abiti larghi e ossa sporgenti.
Soltanto vita e salute.
Un'altra persona.
La bambina che era e che di nuovo è.
Poi il maledetto striscione passa nella testa, come un meteorite vagante, - Vuoi togliermi una curiosità? - Torno a stringere gli occhi nei suoi, cercando di mettere a fuoco il viso semplice e dolce, allegramente offuscato dall'alcool, - perchè Matteo sbandierava quel cartello? Io sono stato indulgente con lui e gli ho concesso la mano di mia sorella, ma che voleva dire che, in mia assenza, si è consolato con lei? - scuoto la testa, - ci è forse andato a letto? -
Arianna e il suo sorriso fanno quasi luce nella stanza, - ma cosa vai pensando...- sghignazza, - stava solo scherzando...-
Passo le dita sul cerchietto adeso al sopracciglio, - Sei sicura? -
Lei si trattiene dal continuare a ridere di me e della mia paura, - Non dirmi che sei geloso di tua sorella fino a questo punto? - afferra il calice e termina di bere il residuo di rosso.
Non mi piace il comportamento di Arianna.
Per niente.
Sembra nascondere qualcosa o prendersi gioco di me.
Le gambe si sollevano di scatto, spingendo il corpo in alto, - Dannazione! Non sono geloso, solo che non può succedere! - batto una mano sul tavolo.
Lei sposta indietro la sedia, riscuotendosi, - Ehi, menomale che eri divenuto più riflessivo e comprensivo! -
Torno a sedere e soffio, cercando di placare il mio ardore, - Questo cosa c'entra? -
Arianna sposta i capelli di nuovo da una parte all'altra, - Perchè ti agiti tanto? Matteo infondo è un bravo ragazzo, vuole bene a Marie e prima o poi anche loro dovranno vivere il loro momento di intimità, come abbiamo fatto noi...-
Mi sollevo di nuovo in piedi e vago per la stanza, anzi barcollo perchè effettivamente mi rendo conto che non riesco a mantenere una postura più di tanto corretta.
- Noi due siamo un'altra cosa, Marie...lei è piccola, lei è mia sorella...-
Arianna si alza e mi raggiunge, posando una mano sulla mia spalla, - Ha la mia stessa età - mi ricorda, - ed ha una vita, un fidanzato, un cuore e una mente proprio come tutti noi...-
Alzo lo sguardo al soffitto e svuoto le guance gonfie, - Dimmi la verità - lo sguardo supplichevole, - oltre ai baci tra lei e Matteo c'è qualcosa di più? Tu devi saperlo, voi due siete amiche e le amiche si confidano sempre tutto! -
Arianna posa anche l'altro braccio su di me, - Nessuno ti ha mai detto che tra amiche esiste qualcosa chiamato segreto professionale? - mi avvolge il collo.
Guardo la sua bocca vicina e attraente come il più desideroso dei richiami, - Anche tra fidanzati esiste il segreto professionale - controbatto, - quindi per la proprietà transitiva, tu adesso parlerai!-
Lei scuote la testa, - Altrimenti? Cosa farai? -
Gli occhi passano dalle labbra, al naso, alla fronte, ai capelli, fino al resto del corpo.
Il seno stretto nella terza di reggiseno, la pancia piatta e i fianchi morbidi.
- Altrimenti...- I palmi posano sulle braccia e scorrono lentamente fino ai polsi, - altrimenti...- Un bizzarro sorriso al lato della bocca e poi la follia più pura.
Pazzia alimentata dai tredici gradi del vino francese e dagli ormoni al limite con la resistenza.
- Altrimenti ti ucciderò di baci e solletico - sghignazzo, scorrendo le dita velocemente sulla sua pelle.
Dalla pancia, alle cosce, al retro delle ginocchia.
Arianna urla e fugge, ma io la riacchiappo facilmente e la porto sul letto.
- Non puoi scappare da me, non puoi sfuggire alle mie grinfie e al mio amore! - La mia bocca è sulla sua, le mani ovunque sul corpo e suoi capelli.
I baci, le carezze vogliose e pesanti fanno dimenticare i dubbi su Matteo e Marie, fanno scordare che la sera sta sopraggiungendo.
Buia e isolata. Nostra.
La voce di Arianna suona nelle orecchie dapprima gioiosa e poi sempre più rauca e sensuale. La testa se ne va completamente e l' odore della donna che mi eccita all'ennesimo potenza, si mescola a quello del vino e della cena.
Io e la mia metà.
Io e la mia stella migliore.
Finiamo di nuovo in metamorfosi con le lenzuola. Rotoliamo e cerchiamo il contatto dei nostri corpi.
- I tuoi baci mi sono mancati da morire - La voce di Arianna è un filo sottile e delicato.
I capelli sparsi sul materasso e le ginocchia alzate.
E' bellezza pura.
E' splendore.
Mi sollevo, mantenendo un braccio in tenzione al lato del suo corpo, - Anche i tuoi mi sono mancati - confesso, - e poi, io non avevo nessuno con cui consolarmi, mentre tu avevi Annardo...-
Lei sorride, - Ho baciato quel panda tutte le sere prima di addormentarmi, ma era troppo peloso e poco collaborante rispetto a te! -
Il cervello compie un vortice pazzesco.
L'alcool evapora dalle orecchie e dal naso.
L'immagine di Annardo si confonde dentro la testa, sfumandosi.
Ed io non vedo altro che Arianna e il mio desiderio crescente.
Ne ho abbastanza di parole, frasi e poesie.
Ho di nuovo bisogno di lei.
La mia donna.
Il mio unico motivo di vita.
Deciso mi tuffo nel suo collo ed aspiro la fragranza della pelle.
Odore dolce, macchiato dalle note umide del lago.
Altro che baci.
Mi è mancato ogni cosa di lei.
Il sapore, il sorriso, gli occhi.
La semplice presenza.
Tutto.
In poco tempo la biancheria finisce a terra.
La mia e la sua.
La ricerca del piacere si mescola ai sentimenti più veri. E per la seconda volta nell'arco di una sera ci troviamo l'uno sopra l'altro. Protetti, incastrati e affannati.
Vivi come non lo siamo mai stati prima di adesso.
Arianna è il pezzo mancante dei miei ingranaggi imperfetti, è il bianco di una pellicola bicolore, rosa nel deserto, il canto preferito di un ode pazzesca.
E' luce e ombra.
E' tutto ciò che sono andato cercando ed ho trovato nel momento esatto in cui i miei occhi hanno incontrato i suoi.
Sulla strada, in quel lontano giorno di ottobre, tra foglie secche e storie distorte.
Un solo istante.
La svolta di una vita intera.
E fare l'amore con lei adesso e sempre, è come riprendersi ciò che la vita ha tolto in modo meschino e malvagio.
Arianna è pienezza e destino e, come tale, vorrei averla ad ogni ora del giorno e della notte.
I respiri si intrecciano e si fondono.
Le mani cercano e vagano con la sola voglia di conoscere sempre un pizzico in più dell'altro.
La pelle d'oca, il peso sullo stomaco e quello sul cuore formano un'enorme mongolfiera vagante. Un pallone colorato, alimentato dal fuoco della vita, che sale e sale, fino a scomparire tra le nuvole.
Mi sento leggero.
Mi sento libero.
Alto e felice.
Sono un tutt'uno con il cielo.
Sono un tutt'uno con l'amore.
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