CAP CXXIV Solo e soltanto amore
Dopo due settimane di libertà, riprendere il ritmo con le lezioni non è affatto semplice, mentre il corpo rimane immobile sulla sedia, la mente compie viaggi enormi e giri immensi che portano ben lontano da queste quattro mura scolastiche.
Alle undici e dieci il suono della campanella interrompe la sequela di nozioni snocciolate dalla Giorgi e così mi ritrovo a fare un sospiro di sollievo, lungo quanto quello di un sub appena uscito da un' immersione. Annoto velocemente sul diario i compiti per i giorni seguenti e penso a quanto, tutti gli eventi successi in questi mesi, abbiano dato una brusca sterzata alle mie priorità.
Un tempo la scuola era avanti a tutto.
Studio, studio e ancora studio.
Mai essere impreparata, mai un brutto voto, ogni momento assorta e concentrata.
Adesso invece i libri assumono una dimensione assolutamente relativa.
L'importanza dell'istruzione non è più da sola, ma si affianca alla bellezza dell'amicizia, dell'amore e della vita.
- Tata, corri! - Giulia preme i palmi delle mani sul mio banco, - Marcello offre la colazione a tutti noi!-
Matteo al mio fianco alza la testa e drizza le orecchie, - Hai detto, colazione? -
Giulia sembra impaziente e io prendo il mio amico per una mano, - Sì, colazione - confermo, - coraggio, vieni anche tu! -
Al bar la confusione è ai massimi livelli.
La fila al banco è assurda e Renato e Marcello sono praticamente sommersi da giovani chiassosi e affamati.
Ci districhiamo tra la folla, fino a raggiungere Leo e Riccardo seduti al tavolino storico vicino alla finestra, davanti ad un vassoio enorme di panini farciti. Immagino che devono aver fatto una corsa pazzesca per arrivare a prendere posto così presto.
Leo alza una mano vedendoci arrivare, - Fossi in voi mi darei una mossa - suggerisce con la bocca già strapiena, - se non volete cibarvi solo delle briciole! -
Giulia va a piazzarsi a sedere sulle sue ginocchia e gli molla una pacca dietro la nuca, - Non ti ingozzare! - lo ammonisce, - non ho nessuna intenzione di venire al parco a correre per smaltire le tue voglie! -
Lui tira fuori la lingua e mostra tutto ciò che la bocca contiene, generando un momento di puro panico e ribrezzo.
Riccardo lo spintona, - Piantala, fai schifo! - borbotta, poi sposta l'attenzione verso di me e infine su Matteo, dritto in piedi al mio fianco, - ci sei anche tu? - inarca un sopracciglio perplesso ed indecifrabile.
Il mio compagno di banco accenna una specie di sorriso, se pur teso e contratto.
Riccardo si pulisce le labbra con il tovagliolo e muove la mano a indicare la sedia vuota vicina, - Prego - dice, - siediti! -
Matteo mi rivolge un'occhiata titubante e io lo incito, accennando un lieve sorriso di rassicurazione. Non so cosa stia frullando in testa del mio fidanzato in questo momento, ma non riesco ad essere per niente tranquilla. Conoscendo la repulsione che prova per Matteo, immagino che si sia irritato a vedermi accosto a lui e mi aspetto un'imminente e diabolica esplosione.
Invece devo ricredere ai miei sospetti.
Riccardo si schiarisce la voce e prende a parlare, lasciandomi letteralmente a bocca aperta, - Bravo Matteo, mi voglio proprio complimentare con te, so che in questo periodo nero hai salvato Arianna dal fumare e hai fatto del tuo meglio per proteggerla da quel damerino con il codino, che se non erro è pure tuo amico! -
Trattengo il respiro tra sorpresa e paradosso e studio gli occhi chiari del mio vicino spalancarsi, - Sai che non permetterei mai che Ari si facesse del male - risponde Matteo, - e poi, infondo, ho fatto esattamente come mi avevi chiesto! -
Quest'ultima affermazione mi lascia totalmente basita. Sbatto le palbebre frastornata e reclamo attenzione, - ...fatto esattamente come mi avevi chiesto? - ripeto a pappagallo, - cosa significa? -
Matteo passa una mano tra i ricci, scomponendoli, - Oh! niente - farfuglia, - era così, tanto per dire -
La mia attenzione si sposta da lui a Riccardo, che abbassa lo sguardo sul tavolino e non favella.
- Volete spiegarmi ? - mi agito, - che diavolo c'è sotto? -
Matteo scuote una mano davanti al viso, - Ma niente, stai tranquilla! -
Un senso di nausea e stordimento mi avvolge, facendomi sentire come sospesa a due metri da terra.
È come se tra i due ci fosse stato una specie di accordo.
Ma per quale scopo?
Forse proteggermi e tenermi fuori dal dolore e dai guai?
Il respiro sale e scende, portandomi quasi in apnea.
Matteo cerca di smorzare il tutto con uno dei suoi sorrisi, mentre Riccardo balza in piedi e prende la situazione in mano, - Calmati piccola! Ho solo chiesto al tuo amico di farti da spalla d'appoggio! - confessa, - perdonami se l'ho fatto, ma io volevo che qualcuno ti proteggesse al posto mio, dal momento che non ero più in grado neanche di guardarti negli occhi! -
Il mio cuore si stringe, alle parole e all'espressione imbarazzata e premurosa del ragazzo dolce e stupendo che ho di fronte. Piego la testa e metto ogni sorta di energia possibile per allontanare dalla mente, una volta per tutte, il periodo che ha segnato i giorni più bui della mia vita.
- Non è stato facile chiedere a un'altra persona di prendersi cura di te e della tua vita, ma non avevo altra scelta, devo riconoscere che Matteo è stato in gamba - allunga un braccio sul tavolino verso la mia mano, - ti ha sostenuta restando nell'ombra della vostra amicizia. Un'amicizia che ho capito essere autentica e senza doppi fini! -
Pian piano alzo lo sguardo e gli occhi verdi di Riccardo risplendono contro i miei. Mi sento presa in giro e manovrata alle spalle, ma infondo so che qualsiasi fatto, evento, comportamento, qualsiasi meccanismo messo in atto, è stato compiuto solo a fine di bene.
Lascio andare un leggero sospiro e permetto che le dita di Riccardo incontrino e si incastrino alle mie. Non ci sono parole di replica, solo e soltanto un debole ma sincero sorriso verso i due uomini che sono entrati a far parte della mia vita, modificandola e sconvolgendola.
Nel male e nel bene più assoluto del mondo.
Riccardo e Matteo.
Amore e amicizia.
Delirio e sicurezza.
- Adesso vieni qui - Riccardo torna a sedersi e mi indica le sue ginocchia.
Il contatto con il suo corpo è tiepido e toccante.
Mi accaparro un sandwich al pomodoro e faccio attenzione a non imbrattare mani e vestiti per mangiarlo.
Riccardo versa aranciata a tutti e per ultimo a Matteo, - E comunque non farti troppe illusioni - lo ammonisce, - Arianna è e continuerà ad essere tua amica, ma ricordati che per prima cosa si tratta della mia fidanzata! - stringe lo sguardo verso di lui, - quindi no agli abbracci più lunghi di due secondi, no ai baci sulla guancia più vicini di due centimetri dal lato della bocca e no a palpate di qualsiasi tipo!-
Matteo alza lo sguardo al soffitto e soffia, - Che fidanzato esigente!-
Riccardo gli punta un dito contro, - Ricorda, l'esigenza è il mio forte! -
Lui scuote la testa e si getta a capofitto su un oblungo panino al prosciutto crudo. Mi sposto di lato, permettendo a Riccardo di portare il bicchiere alle labbra e bere un paio di sorsi. Poi lo sento premere il corpo contro la mia schiena e sporgersi ancora verso il riccio.
- Ah! un'altra cosa - lo richiama, - fai anche il bravo con mia sorella! - Le parole escono quasi scontate, - ho deciso di darti fiducia e spero tanto che non mi deluderai! -
Le guance di Matteo si colorano immediatamente di una tonalità sorprendente di rosa acceso, - Marie è la persona più bella e fragile che abbia mai conosciuto - I suoi occhi sembrano sognare, anche solo a rammentare il suo nome, - non potrei mai farle del male, non potrei mai ferirla perchè io l'amo più della mia stessa vita - La sua voce è pura armonia e le parole, semplici e buone, sono frutto dell'amore più grande, quello vero e incondizionato. Quello senza dubbi ed esitazioni.
Riccardo fa una smorfia.
Poso i gomiti sul tavolo e mi sbilancio con il busto in avanti, curiosa di conoscere possibili novità sull'andamento di Marie, - Come sta? Sai quando potrà tornare tra noi? -
Matteo si illumina, - Migliora giorno dopo giorno e se continua così penso che potrà essere dimessa per l'inizio dell'estate! -
Le braccia di Riccardo mi passano attraverso la pancia e le labbra sfiorano il collo con un bacio dolcemente appiccicoso. I brividi del suo tocco si mescolano alla gioia delle parole di Matteo, - Non vedo l'ora che rientri in Italia -
Il mio amico annuisce - Idem - sospira.
Riccardo si dedica a spostarmi i capelli da un lato, - Quando sarà di nuovo qui sarò il ragazzo più felice del mondo perché avrò le mie due donne di nuovo vicino! - dichiara.
Lascio andare la testa indietro, posando la nuca sulla sua spalla. Guardo Matteo e poi giro il viso verso Riccardo, - Scommetto che il tempo passerà veloce e Marie riuscirà a tornare e soprattutto ad uscire da quel tunnel nero nel quale era piombata! E' una ragazza in gamba e dentro di lei c'è un mondo tutto da vivere! -
Il respiro del ragazzo che fa ormai parte dei miei giorni si strozza contro il mio orecchio.
Matteo appoggia il mento sul dorso della mano e libera la fantasia, - Non vedo l'ora di riabbraciarla -
Il cuore trema, sentendosi al contempo fortunato ed egoista.
Non posso non pensare quanto il mio compagno di banco stia male e quanto sia grande e potente la sua forza. Marie manca, ma io e Riccardo possiamo farci forza a vicenda, mentre lui è da solo ad attendere un amore lontano e in lotta contro un'assurda e mostruosa malattia.
Giulia si sporge verso di noi e, sentendo i discorsi, troppo carichi di pathos e malinconia, smorza la situazione con una delle sue idee strane e pericolose, - Tata tra due giorni è il tuo compleanno! - ricorda a tutti, - che ne dici se organizzassimo una festa? -
Leo sorride compiaciuto e Matteo si rallegra appena.
Riccardo cerca di studiare la mia espressione, mentre io soppeso ad una ad una tutte le varie possibilità. Fin da piccola ho sempre odiato il rito del compleanno.
Indire feste e festeggiamenti non è mai stato il mio forte.
Non adoro essere al centro dell'attenzione e non amo soffiare delle maledette candeline. Tuttavia quest'anno non è come le altre volte.
Una festa potrebbe essere davvero una buona occasione per tagliare nettamente con tutti gli episodi successi e augurare il principio di stuizzicanti e proficue novità.
Quindi, sorprendendo pure me stessa, butto dietro le spalle qualsiasi timore e malavoglia e annuisco - Credo che sia un'idea magnifica-
Giulia alza le braccia al cielo, - Siiii!!!!! Yuppi si fa festa !!!! - spinge il sedere in alto e in basso, rimbalzando sulle cosce di Leo, il quale protesta sommessamente per la troppa frenesia, - allora dobbiamo pensare alla location e agli addobbi, al tema e alla torta...-
- Ehi! - la freno, - non voglio assolutamente niente di esagerato! Preferisco una festa semplice e limitata a pochi intimi! -
Giulia sbuffa, - Ma io immaginavo di dare una mega cerimonia, con tanto di musica e stripman -
Leo protesta, - Semmai stripgirl! -
Lei gli tappa la bocca, - Shh tu non capisci niente di feste! - lo silenzia - fai parlare me! -
- Sentite ragazzi - prendo di nuovo parola, - sono felice dell' idea e anche dell'entusiasmo che mettete, ma voglio davvero essere io a scegliere in quale maniera dire addio ai miei quindici anni - dichiaro, - quindi, se non avete niente in contrario credo che per questo sabato organizzerò un semplice e innocuo pigiama party -
Riccardo si pietrifica e Matteo da un paio di colpi di tosse.
Giulia e Leo si guardano perplessi per alcuni interminabili secondi.
Poi un sorriso vero e sincero prende a insinuarsi nel volto della mia amica, - D'accordo, se questo è quello che vuoi per la tua festa, credo che sia giusto accontentarti -
Il resto del gruppo protesta, ma alla fine è costretto ad abbandonare lo scetticismo e lasciarsi travolgere dalla mia fermezza.
Riccardo alza il bicchiere di aranciata in aria, - Vada per il pigiama party!-
Leo e Matteo avvicinano le loro bibite tra se' e a quella del mio ragazzo, facendole scontrare.
- A patto però che Leo si presentati con il suo bellissimo perizoma natalizio! - ride di gusto Riccardo.
Tutti restiamo perplessi, completamente ignari e inconsapevoli di cosa diamine stia parlando, cioè tutti o quasi perché Giulia diviene improvvisamente paonazza e Leo si agita sulla sedia, boccheggiando.
- Scusami - Riccardo alza le spalle, rivolgendosi all'amico in apnea, - ma non ho resistito! - posa il bicchiere, - d'altronde no renna no party! Anzi no renna no pigiama party!-
Cerco di capire il perché rammentare renne e perizomi faccia divertire tanto Riccardo e disturbi profondamente i miei due amici, quando una voce alle mie spalle interrompe qualsiasi risata e riflessione, - Ho sentito bene? - squittisce Rebecca, - avete detto pigiama party? -
Ci voltiamo e restiamo imbambolati a guardarla, zittendoci improvvisamente.
Lei passa in rassegna i nostri volti confusi per poi allargare le braccia e sorridere, - Adesso che siamo amici sarò invitata anche io, non è vero? -
Matteo guarda Riccardo, Riccardo si gira verso Leo, il quale scruta attentamente Giulia, che indecisa e impaurita lancia uno sguardo contro di me.
- Allora? - Rebecca pare spaesata, - è un sì? -
Di colpo mi trovo a rivivere la serata allo Chalet. La foto del bacio con Riccardo, quale capo espiatorio per la mia rovina, ma anche svolta e cambiamento. E così, senza che possa evitarlo, indago nel fondo degli occhi della bionda, alla ricerca di un possibile doppio fine, uno scopo marcio e subdolo, che però con mia grande sorpresa non scovo affatto. Pupille e iridi sembrano davvero pulite e si schiariscono maggiormente non appena arriva anche Marcello ad affiancarsi a lei.
- Di cosa si parla qui? - chiede lui ignaro.
Sposto l'attenzione da Rebecca al suo fidanzato, - Sabato organizzerò un pigiama party a casa, in occasione del mio compleanno e...ecco...io...mi...mi farebbe piacere se anche voi due fosse presenti-
Gli occhi di Marcello si allargano, facendosi più scuri, - Vuoi dire che stai invitando il tuo ex e la sua ragazza, nonché acerrima nemica ad una festa sotto il tuo tetto? -
- Spero di non pentirmene - convengo.
Marcello mi strizza l'occhio, - Non te ne pentirai, hai fatto la scelta migliore! - avvicina la bionda contro il suo petto e le molla un bacio tra i capelli, - Rebby sei pronta ad indossare quel baby-doll da panico? -
Lei si lascia accarezzare la schiena fino al sedere, - E tu? - sbatte le ciglia fin troppo cariche di rimmel, - sei pronto a tirare fuori il tuo pigiama di seta? -
Riccardo avvicina le labbra al mio orecchio, impedendomi di continuare a sentire il raccapricciante dialogo, - Hai fatto bene, è giusto dare loro una seconda possibilità - Il suo fiato sul mio collo è caldo e dolce, - spero solo che si comportino bene, altrimenti ho sempre le perline della collana a disposizione! -
Porto una mano alla bocca e nascondo un risolino, - Conservale - lo consiglio, - potrebbero davvero rivelarsi molto utili! -
La campanella del rientro ci coglie di sorpresa, facendoci tornare svogliatamente ognuno al proprio lavoro, chi dietro al banco del bar e chi dietro a quello di classe.
L'insegnante madrelingua di inglese cerca di migliorare la nostra pronuncia, ma senza risultati evidenti. Provo a sforzarmi nello stare attenta agli accenti e alle cadenze, ma la mente non ha molta voglia di collaborare. L'idea del pigiama party è deliziosa e non riesco affatto a non pensare a quello che potrei indossare, la musica da scaricare e i film da prendere in prestito.
Mille idee vorticano confuse e quando torno a casa, la prima cosa che faccio è cercare mia madre per avere il consenso all'organizzazione dell'evento.
In cucina non c'è anima viva e neanche in salotto. Così, un gradino dietro l'altro, salgo fino al pianerottolo delle stanze superiori, - Mamma sei qui? - apro la porta della camera matrimoniale - mamma sei...-
Non finisco la frase perché la scorgo seduta sul letto con il telefono all'orecchio e l'indice della mano davanti al naso a compiere il gesto di fare silenzio.
Mi blocco immediatamente sul posto.
Lei sorride e si mette in piedi.
Fa un paio di passi ,- E' appena tornata - dice all'interlocutore, - se vuoi posso passartela, so che le farebbe piacere -
Un brivido mi percorre la schiena, dal coccige fino alla nuca, mentre la mano di mia madre si allunga a porgermi il cellulare, - Tesoro vuoi parlare con Walter? - chiede, - vuoi sentire tuo padre? -
Le mie gambe hanno un piccolo cedimento e devo sedermi sul letto per evitare di crollare a terra. Fisso il ricevitore e guardo il viso disteso e incitante di mia madre. Sono corsa per comunicarle di una stupida festa e lei, nell'arco di mezzo istante, ha sostituito tutti i pensieri più semplici e banali, con quello che rappresenta il mio desiderio e sogno più grande; conoscere il mio vero padre.
Così, su due piedi e senza un minimo di preparazione, mi ritrovo a prendere tra le mani il telefonino e sussurrare debolmente, - Pronto! -
La voce aldilà della cornetta è rauca e disturbata.
E' una voce nuova, ma che sembra di conoscere da sempre.
"Arianna " dice.
" Sono io " riesco a biascicare, anche se con grande difficoltà e stranezza.
" Come, come stai? " trema.
" Bene " rispondo, anche se vorrei dire che in realtà non so come diamine mi senta, sicuramente non male, ma non certo al massimo delle mie facoltà, " tu? "
Lui sospira e soffia nella cornetta, " Credo okay! " afferma.
Entrambi siamo frastornati e impacciati l'uno dell'altro. Curiosi.
Impossibilitati a mettere in piedi un discorso, tanta è l'emozione e l'imbarazzo.
Poi è l'uomo in linea a rompere la spessa lastra di ghiaccio che ci divide, " Sono felice di sentire la tua voce " Un tenero accento spagnolo offusca le sue origini, " e sono felice anche che tua madre abbia deciso di dire la verità " si schiarisce la gola, " Simonetta è stata l'amore più vero della mia vita e ricevere la notizia della paternità mi ha dato una potente scarica elettrica e aperto un orizzonte del tutto nuovo! "
Deglutisco e fisso il pavimento, respirando a fatica.
" So che dovrei essere arrabbiato con tua madre per il silenzio di tutti questi anni, ma non ci riesco, non dopo che sono venuto a conoscenza delle vostre vicende, anzi sono dispiaciuto e provato" prosegue, " ma vi sono vicino e vi capisco, purtroppo anche la mia storia non è stata fortunata, mia moglie mi ha lasciato un anno fa per un uomo molto più giovane e si è portata via i nostri due figli, adesso sono un uomo solo, una persona distrutta " Qualche rumore nella linea e di nuovo la sua voce, " però ho una nuova speranza, quella di una terza figlia e di una donna che ha bisogno di aiuto! Voglio conoscerti, bambina mia, voglio vedere il colore dei tuoi occhi, dei tuoi capelli, l'espressione del tuo sorriso, voglio stringerti e annusarti, voglio fare tutto quello che un padre inconsapevole come me si è perso in questi sedici anni! "
Muovo appena le labbra, quel che basta per accennare un " Anche io lo voglio -ì"
Le lacrime riempiono gli occhi e un nodo alla gola stringe così forte da non permettermi di aggiungere altro.
Mamma si avvicina al letto, si siede e mi abbraccia.
" Dammi solo qualche settimana, giusto il tempo di portare a termine un importante impegno lavorativo, e poi prenderò un volo per Fiumicino e verrò da voi "
Il mio cuore si riempie subito di gioia.
Questione di tempo, non molto, e potrò vedere dal vivo mio padre, lo potrò toccare e abbracciare.
Un puro sconosciuto, che sta per entrare a far parte della mia vita, dei miei pensieri, di ogni mio singolo giorno.
" A presto, bambina mia "
" A presto papà!"
Chiudo la chiamata.
Non riesco a dire, né sentire altro.
L'emozione è troppo forte, troppo coinvolgente.
Il torace sale e scende sotto a dei ripetuti singhiozzi, che mamma cerca invano di placare, ma in realtà non fa altro che alimentare dando vita a scosse ripetute e dirompenti.
Nelle orecchie il tono rassicurante e buono dell'uomo che ha realmente dato vita alla mia esistenza.
- Tesoro, calmati - posa i palmi sulle mie guance, - coraggio fai dei bei respiri e butta fuori l'aria - mi incoraggia.
Faccio come dice e con gli occhi appannati la rassicuro, - Sto piangendo di felicità, mamma, sto piangendo perchè per una volta tutto procede per il verso giusto! Ho un vero padre, come tutti gli altri miei compagni, tu stai meglio ed io e Riccardo siamo di nuovo insieme, felici e tranquilli ed abbiamo anche fatto l'amore! -
Le sue braccia cadono lungo i fianchi e la mascella cala pesantemente, - Fatto cosa? -
- L'amore - ripeto, - ed è stato bellissimo -
Lei si solleva e fa qualche passo nella stanza, - Calma, Simonetta calma, va tutto bene, Arianna è abbastanza grande, Arianna sta crescendo...- ma non fa in tempo a tornare a sedersi vicino a me, che il suo respiro affanna e la testa le gira, - Okay, credo di non sentirmi molto bene -
Lesta corro al piano inferiore e prendo un bicchiere di acqua e zucchero. Lo porto di sopra e aspetto che, a piccoli sorsi, lo termini completamente.
- Va meglio adesso? -
Lei annuisce, - Sapevo che tu e quel ragazzo facevate le cose sul serio, l'ho sempre saputo - ammette, - siete anche rimasti due giorni da soli in mezzo al nulla, avrei dovuto immaginare che saresti andati oltre ad un bacio, ma non ci volevo pensare e adesso, sentirtelo dire così, come la cosa più bella e semplice del mondo mi ha letteralmente scioccata! -
Mi asciugo il viso, tamponando le lacrime residue, - Mamma io con te non ho segreti, lo sai! -
Lei sorride e posa il bicchiere sul comodino, - Non ne avere mai, tesoro - I suoi occhi contro i miei, - sei una persona responsabile e in gamba e anche Riccardo lo è, quello che voi due avete trascorso va oltre qualsiasi immaginazione, ricordati quindi di imparare dal passato e fare sempre le cose con la testa sulle spalle - si raccomanda, - e vi prego state attenti! -
Io abbasso il capo mestamente e lascio che mi sfiori con le dita lo zigomo appena pronunciato, - Nessun'altra madre è come te -
- Nessun'altra figlia lo è -
Il cuore si riempie di sicurezza, - Posso chiederti un favore? -
Lei stringe gli occhi e si appresta ad ascoltarmi.
- Sabato sarà il mio compleanno, potrei festeggiarlo qui a casa con i miei amici? -
I suoi occhi vagano nella stanza per poi tornare sui miei, - Certo! Non ci sono problemi! -
- Anche se si tratta di un pigiama party? -
La bocca si piega in una smorfia e la fronte si assottiglia in minuscole rughe, - Significa che indosserete un pigiama e dormirete tutti quanti insieme? -
- Non, non, non dormiremo tutti insieme, cioè ognuno avrà il suo sacco a pelo e passeremo la notte a vedere dei film, ad ascoltare musica e a inventarci qualcosa di divertente - cerco di togliere dalla testa di mia madre l'idea che un pigiama party equivalga ad una specie di orgia sadomaso.
- D'accordo - acconsente, - vedrò di trovare asilo politico da una mia amica per cena, ma sarò di ritorno a mezzanotte e mi piazzerò nella mia stanza, non posso dormire fuori e neanche lasciarvi da soli tutta la notte! -
- Va bene - acconsento, - credo che si possa fare! - mi metto in piedi e faccio qualche passo verso la porta.
Lei attende che arrivi sulla soglia e mi richiama, - Tesoro, aspetta! -
Mi volto con espressione interrogativa.
- C'è una cosa che volevo restituirti - si sporge ad aprire il primo cassetto del comodino.
La osservo frugare dentro e infine tirare fuori un foglio di carta sgualcito e composto da piccoli pezzettini tenuti insieme da scotch trasparente, - Ecco - allunga il braccio, - questa è giusto che la tenga tu! -
Accolgo tra le mani quella che ha tutte le sembianze di una lettera.
Una lettera a me molto comune.
La lettera di Riccardo.
La dichiarazione che avevo ridotto a brandelli il giorno della nostra rottura.
Istintivamente la porto al petto e la stringo forte.
Mia madre sorride ed io non posso fare altrimenti.
- L'ho salvata - dice, - perché immaginavo che prima o poi anche il vostro amore lo avrebbe fatto! -
Prendo la rincorsa e mi getto tra le sue braccia.
Contenta della lettera resuscitata, del calore del suo corpo, della felicità che, quasi come un miracolo, scorre di nuovo nelle vene.
Più rossa del sangue, più trasparente dell'aria.
Più leggera di qualsiasi farfalla possa immaginare fumando erba.
Niente più lacrime, delusione, paura o gelosie.
Solo e soltanto amore.
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