CAP CXXIII Un oggi di pura felicità

- Tata sono felice! - Giulia mi si attacca al collo come un polipo dai mille tentacoli, - ma cosa dico felice? - esulta, - mega felice, super felice, felicissima! -

Il suo sorriso è semplice benedizione.

Una visione perfettamente rigenerante in questo giorno non troppo entusiasmante di rientro a scuola.

Le vacanze sono trascorse veloci e colme di emozioni ed eventi.

Giorni bui sostituiti dalla luce del sole, dalla luce degli occhi di Riccardo.

- Coraggio, racconta com'è stato! Ti è piaciuto? Ti sei lasciata andare? - La sua voce squilla fin troppo di prima mattina, superando il caos di studenti profondamente depressi presenti in cortile, - devi spifferare ogni singolo particolare! -

Mi sottraggo dalla sua presa, - Non ne ho affatto intenzione, sono cose private e personali - incrocio le braccia, - e poi mi vergogno! -

Lei fruga in tasca, alla ricerca del pacchetto di sigarette, - Non puoi avere pudore con la tua amica del cuore, ci siamo sempre dette tutto, io e te non abbiamo segreti! -

Faccio spallucce e guardo verso l'alto. Il cielo è coperto di nubi e la cappa di freddo è bassa e pressante, - Tu hai sempre raccontato i particolari dei tuoi incontri, non io - le ricordo, - io voglio che restino chiusi in quella casetta sul pontile e nel mio cuore -

Lei sbuffa, - Ti ho mai detto quanto siano noiose le tue smancerie?-

Le faccio linguaccia, - E ti ho mai detto quanto sia tremendamente fastidiosa la tua malata curiosità? -

Giulia infila la sigaretta in bocca, - Almeno dimmi come si è comportato Riccardo, si è dimostrato dolce? - I suoi occhi sbattono nei miei, ansiosi di conoscere la dovuta impressione, - che ci sappia fare è fuori discussione, quello lo so...-

Faccio una smorfia, - Giù per favore...- mi lamento.

Odio pensare che anche lei sia stata una delle amanti di Riccardo.

Odio pensare che lui abbia toccato e sfiorato il suo corpo e forse nel farlo abbia anche provato le stesse emozioni che ha sentito con me.

- Okay, okay! - alza le mani, - hai ragione, scusami ho esagerato! - accende la cicca e ispira, - però almeno puoi dire semplicemente come è stato rimanere bloccata per due giorni consecutivi, in una casa ai confini del mondo, con l'amore della tua vita? -

Sorrido, imbambolandomi al ricordo di ogni singolo momento.

La neve, l'apprensione di mia madre, la mia più grande gioia e paura.

- E' stato, è stato...- sospiro, - è stato il tutto in assoluto! -

Lei butta fuori una boccata di fumo scuro, - Sei cotta cara mia - riconosce, - proprio cotta! -

Le mollo una pacca sulla spalla, - E tu? - l'affronto, - un uccellino mi ha detto che hai risolto quel gran bel problema che avevi con Leo...- sghignazzo, - quello che inizia per S e finisce con ...esso -

Lei diviene seria e stringe gli occhi, - Chi te lo ha detto? -

Divertita faccio qualche passo, fino a portarmi davanti alle gradinate, al centro del piazzale.

- E' stato Riccardo, non è vero? - mi segue, - lui e Leo sono sempre al telefono - posa una mano sul fianco, - peggio di due ragazzine pettegole in pieno boomerang ormonale!-

L'immagine mi fa allungare le labbra in un sorriso.

Giulia indispettita aggrotta la fronte, ma poi, senza poter resistere si lascia coinvolgere dal mio divertimento.

- Dovremo impedire a quei due di stare troppe ore alla cornetta! - propongo.

Lei asciuga le lacrime sul bordo degli occhi, - Hai ragione credo che sarebbe il caso di prendere i giusti provvedimenti ! E comunque okay, ammetto che Leo si è sbloccato, non so quale sia la ragione, ma sto seriamente valutando di andare a mettere un cero di ringraziamento in Chiesa! -

Non posso non scoppiare in una nuova risata.

Ed improvvisamente è come se tutto fosse tornato uguale a un tempo, a qualche mese fa, quando la spensieratezza faceva parte dei nostri giorni migliori e i dubbi, il pianto, la gelosia e l'odio erano solo puri sconosciuti.

Il cortile pian piano si riempie.

Facce comuni e monotone.

Sempre le solite.

Persone infreddolite, con le schiene piegate dagli zaini pesanti e la testa ancora in vacanza.

Giulia si ricompone e termina la sigaretta, - E il processo? - cambia discorso, - quando avrai la seconda udienza? -

Mi stringo nel piumino, - Tra un paio di giorni -

Lei getta via il mozzicone, - Vedrai che sarà tutto più semplice, adesso che sai la verità sulle tue origini ed hai Riccardo vicino! -

- Lui mi da davvero una grande forza - riconosco, - anzi lui è la mia forz..-

Non faccio in tempo a terminare la frase che un paio di braccia ben tornite mi afferrano da dietro, stringendomi i fianchi, - Chi è la tua forza? - La voce è inequivocabile e armoniosa, - ci scommetto il cazzo che stavi parlando di me! -

Mi volto, costretta dalla spinta di Riccardo e sorrido contro le sue labbra, - Quanto sei volgare ed egocentrico! - lo ammonisco, - quando capirai che il mondo non gira solo intorno a te e ai tuoi fantastici occhi smeraldo? -

Lui fa una smorfia, piegando il sopracciglio e con esso il cerchietto appeso, - Quando si parla di forza, si parla di me - ribatte, - non ci sono dubbi! -

Gli mollo una pacca sul torace prima di avventurarmi con decisione contro la sua bocca.

Riccardo piega leggermente la testa e schiude le labbra, acconsentendo alla mia lingua di toccare e girare contro la sua, dando luogo ad un bacio semplice, ma tremendamente coinvolgente.

Il cuore batte forte e le tempie pulsano pesantemente.

È sufficiente un suo tocco, un suo microscopico elettrone a contatto con la mia orbita, per generare l'incendio planetario interno più grande della storia dell'astrofisica.

Dalla testa passano le immagini della nostra prima volta e di quelle successive.

I corpi sudati e infreddoliti, i respiri vicini e il fuoco impegnato a riscaldare la stanza.

Il ricordo, l'eccitazione, la voglia si mescolano dannatamente, facendo del mio umile organismo un vulcano in procinto di esplosione.

- Perché non vi prendete una stanza? - La voce di Leo interrompe bruscamente il nostro idillio.

Mi fermo, mi volto e lo vedo. Mantiene un braccio attorno al collo di Giulia e ci guarda impettito e gioioso.

- Ragazzi ! - esclama, - siete così cucciolosi che mi dispiace quasi dovervi ricordare che siamo davanti al liceo e sta per suonare la prima ora! -

Riccardo punta lo sguardo verso di lui e improvvisa un colpo di pistola con indice e pollice, - Cuccioloso sarai tu e il tuo cazzo maledetto! -

Leo lo sfida con lo sguardo e con le dita compie lo stesso gesto di rimando, - Muori! - finge un colpo con il rinculo.

Riccardo alza semplicemente il medio e lo manda a quel paese.

Giulia supplica di smettere con questi fastidiosi giochi infantili ed io penso che non mi interessa un accidente di quello che fanno o dicono, potrei passare ore e ore a guardare Riccardo anche soltanto fingere una sparatoria con le dita della mano.

Nel parcheggio antistante i pullman ripartono, mentre nuove auto arrivano, parcheggiando in doppia fila, per far scendere ragazzi incappucciati e sbadiglianti. 

Tra la folla di vittime sacrificali, si materializzano magicamente Marcello e Rebecca, i quali avanzano a braccetto, seguiti dalle due storiche amiche bionde.

Non appena arrivano alla nostra altezza si soffermano.

La mano del mio ex fidanzato è strettamente legata a quella della bionda più perfida del liceo e i loro sguardi si dirigono prima verso Giulia e Leo e poi verso me e Riccardo.

- Ma che belle coppiettine! - esclama Rebecca con voce stridula e acuta.

Giulia la fulmina malamente e poi lancia un'occhiata di avvertimento ed orgoglio contro Alice, che posa gli occhi su Leo in modo alquanto imbarazzante.

- Le due amiche del cuore si sono sistemate - sghignazza la bionda, - sono davvero felice per voi! - Il sorriso che libera è un varco attraverso il cerone steso sulle guance e sul mento.

Credo che la mia espressione e quella di Giulia siano un misto di odio, rabbia e avvertimento, tanto che Rebecca alza le mani in segno di difesa, - Non sto scherzando! Sono davvero contenta! - muove velocemente le pupille da me alla mia migliore amica, - e voglio cogliere l'occasione per porgere le mie scuse per i guai che vi ho causato fino ad oggi -

Giulia sbatte le palpebre ed io inarco un sopracciglio, abbastanza frastornata. Rebecca che si scusa fa sicuramente parte di qualche strana allucinazione.

- Stare con Marcello mi ha fatto capire cosa significa essere davvero innamorata e non solo ambiziosa nei confronti di qualcosa o qualcuno - si struscia contro il compagno come una gatta dal pelo lungo e raffinato, - io e lui siamo felici insieme e vedere che anche voi lo siete, è bellissimo! A quanto pare l'amore ha vinto su tutto e su tutti! -

Apro e chiudo la bocca, sempre più sbalordita.

Giulia scruta l' antica nemica, come se un demone benefico si fosse impossessato improvvisamente di lei.

- Allora? - Rebecca squittisce, - scuse accettate? -

Io e Giulia ci scambiamo una rapida occhiata, sotto gli sguardi attenti e curiosi dei nostri fidanzati e infine decidiamo tacitamente di acconsentire.

Lei emette un gridolino di gioia, mentre Alice, indispettita dalla situazione e probabilmente in preda ad una crisi di gelosia isterica, decide di fare retromarcia e allontanarsi dal gruppo, seguita subito dopo da Megan.

La bionda guarda le ragazze andare via senza battere ciglio, - Non preoccupatevi, scoveranno anche loro qualcuno che possa amarle - alza le spalle, - se l'ho trovato io, possono trovarlo tutte! -

Marcello stringe più forte la spalla della fidanzata e punta gli occhi nei miei, - Bellezza - mi reclama, - è giusto che anche io porga le mie scuse - porta una mano allo sterno, - stando con Rebecca mi sono reso conto che con te ho scambiato una banale infatuazione per il grande amore e mi sono comportato da vero codardo! -

Le sue parole echeggiano quasi incredibili nel cortile.

Mi domando quale strana infezione contagiosa abbia coinvolto entrambi.

Forse qualcosa che ha a che fare con l'ebola o l'aviaria o addirittura la peste bubbonica.

Lo sguardo di Marcello è quasi implorante, - Credimi mi sono lasciato prendere la mano e l'orgoglio ha prevaricato sul cuore - riconosce, - scusami se ti ho offesa, se ho cercato di abusare del tuo corpo e se non mi sono accorto che il nostro era solo un rapporto superficiale e totalmente privo di basi -

Incamero una buona quantità di ossigeno e boccheggio.

Le dita di Riccardo mi accarezzano le braccia e il respiro arriva delicato e rassicurante alla base del collo, oltre la sciarpa e il bavero del cappotto.

- Cosa dici bellezza, puoi perdonarmi per tutto questo? - Gli occhi scuri di Marcello sembrano sinceri e veri.

Forse non esiste nessuno strano morbo virale.

Forse davvero lui e Rebecca hanno scoperto il significato dell'amore.

Probabilmente due forze del male come loro, unendosi, hanno raggiunto il bene assoluto.

Lo stomaco si stringe al ricordo di tutti gli eventi passati.

Dal primo appuntamento in pizzeria, alle colazioni offerte, alla tentata violenza, fino alla legatura al letto.

Deglutisco mentre mi sento rispondere: - Sì, posso farlo, posso perdonarti -

Lui sorride rassicurato e devia lo sguardo contro quello di Riccardo, - E tu? Puoi passare sopra a tutti gli screzi e recuperare quello che pareva essere l'inizio di una buona amicizia?-

Sento la presa del mio fidanzato stringere e poi allentarsi.

Il respiro sale e scende ed io resto immobile, come il resto del gruppo, in attesa di quello che sarà il responso.

Giulia, Leo, Rebecca e Marcello fissano Riccardo quasi fosse un profeta in procinto del sermone ed io chiudo gli occhi e trattengo il fiato, fino a quando non sento le due sillabe sperate uscire dalle sue labbra, quasi come un miraggio nel deserto.

- Okay! - sussurra.

Marcello sorride e fa un passo avanti, allungando una mano verso di lui, - Allora, amici come prima?-

Riccardo indirizza lo sguardo contro il palmo aperto del barista, - Amici come prima! - ripete, scambiando una vigorosa stretta, - a patto però che tu non osi commettere stupidaggini con Arianna!-

Marcello molla la presa, - Basta Arianna e basta con qualsiasi altra donna! Una come Rebecca mi basta e avanza! - fa l'occhiolino.

La fidanzata gli molla una pacca sulla spalla e lui ride forte e deciso.

La campanella suona e gli studenti si muovono confusamente tutto attorno al cortile. Piumini e cappelli di lana che si spostano come catapultati in un fiume ad alto scorrimento.

- E' ora di andare - interviene Leo, ponendo fine alle scuse e le riappacificazioni.

Tutti acconsentiamo, ma non facciamo in tempo a muoverci di un passo che alle nostre spalle giunge l'urlo straziante e furente di una ragazza, - Stronzo! Sei uno stronzo! -

Ci voltiamo di scatto.

Dietro a Riccardo, completamente fuori di se', sta arrivando di corsa la giovane dalla tempesta di lentiggini e i capelli ramati. Rossa in viso, quasi quanto le ciocche che le ricadono sulle spalle.

- Cosa significa questo messaggio? - punta uno smartphone enorme davanti a se', - cosa vuol dire che dici per sempre addio al passato? Cosa? - implora, - io non sono il passato, io sono il presente ed ero disposta ad essere il tuo futuro! - Le sue guance si accalorano sempre più, - invece mi hai presa in giro! - sbraita, - mi hai solo usata per i tuoi sporchi comodi! -

Riccardo resta imbambolato e immobile, preso completamente alla sprovvista. La ragazza sposta lo sguardo su di me, i nostri occhi si incrociano e il cuore si ferma.

Samanta.

È una donna arrabbiata, ferita e delusa.

Ed io sono profondamente turbata nel vedere per la seconda volta, a distanza ridotta, la persona con cui Riccardo ha avuto una storia.

Non posso non immaginare le mani di lui sulla sua pelle e sul suo corpo intero. E non posso non provare ripudio e dolore vero.

- E' per lei che mi hai mandato al diavolo? - La voce della ragazza è incrinata da un imminente pianto.

Riccardo molla la presa sul mio piumino e la fronteggia, - Sì è per lei - risponde, - sono innamorato di Arianna, lo sono stato e lo sarò per sempre -

Gli occhi della giovane puntano di nuovo sui suoi, - Allora perchè sei venuto a letto con me? Perchè mi hai detto che ci saremo supportati a vicenda? Perchè lo hai fatto se nel tuo cuore c'era un'altra persona? Ho tradito il mio ragazzo per te, gli ho mentito perchè avevo fiducia in noi! - sputa fuori, - perché credevo in noi! -

Riccardo apre bocca per rispondere, ma lei lo anticipa drasticamente, - Adesso ti odio! ti detesto! - una lacrima le riga il viso, - mi fai schifo! - stringe le mani in due pugni e comincia a lanciarli contro il petto del mio fidanzato.

Riccardo le afferra i polsi e la respinge, - Piantala! Tu non sei niente per me e non lo sei mai stata! -Ci siamo semplicemente trovati in un momento buio per entrambi, ma la nostra storia non significa assolutamente niente, quindi torna dal tuo ragazzo e lasciami proseguire la vita in pace! -

Lei si libera dalla presa e punta un indice contro il volto arrabbiato e scuro di Riccardo, - Nessuno osa dire a Samanta quello che deve fare! - sputa fuori, - Nessuno! Hai capito? -

Lui fa un passo indietro e cerca di nuovo con la mano la mia presenza, il mio appoggio.

Tremo frastornata mentre Rebecca viene avanti impavida e si mette tra i due, - Ascoltami bene Miss lentiggini o come diavolo ti chiami - la ammonisce, - in questa scuola la paladina del male e delle scenate in pubblico sono solo e soltanto io! Quindi vedi di fare retromarcia e tornare da dove cavolo sei venuta, perché non permetterò che tu mi rubi la fama della ragazza più cattiva e schizzata del liceo! -

Samanta guarda la mia storica rivale, completamente confusa.

In effetti anche io lo sono, anche Giulia lo è. Noi tutti.

Rebecca che si scusa e poi prende le difese di qualcuno che non sia se' stessa è un evento da segnare letteralmente nel calendario.

Samanta butta fuori un bel respiro.

Si sente accerchiata e sconfitta e la rabbia prende campo indisturbata.

Da Rebecca sposta gli occhi a me e infine a Riccardo.

Con lestezza porta una mano al collo, afferra la collana di perle e la tira, strappandola, - Tieniti pure questo stupido regalo! - grida, - non voglio avere più niente a che fare con te! - la scaglia contro di lui come una furia, - vai all'inferno insieme ai tuoi stupidi amici! - si gira e corre via piangendo.

Riccardo passa una mano tra i capelli, emette un respiro lungo e duraturo, mentre le perline della collana prendono a saltare e tintinnare per tutto il piazzale.

Leo e Giulia sono notevolemente spiazzati, così come la piccola folla di studenti che si è radunata tutto attorno a noi.

Rebecca incrocia le braccia soddisfatta, - Signori e signore lo spettacolo è finito - si rivolge al pubblico studentesco, - e direi proprio che è ora di entrare a scuola se non vogliamo prenderci una nota il primo giorno dopo le vacanze di Natale! -

Non faccio in tempo ad accennare un passo, mantenendomi stretta contro Riccardo, che una mano tozza e pelosa si piazza in mezzo a noi, dividendoci, - io direi che non è affatto ora! -

Riccardo lancia una specie di lamento mentre le dita del bidello afferrano e stringono il suo padiglione auricolare in una morsa letale.

- Questa volta ti ho preso brutto ragazzaccio! - sbraita l'uomo tra rabbia ed euforia, - sei un incivile e un maleducato! - grida, - e adesso raccoglierai tutte queste perline ad una ad una, fino all'ultima! - lo trascina in ginocchio, - a costo di doverci impiegare un'intera mattina! -

Riccardo tenta di ribellarsi, - Ma cosa c'entro? - agita il braccio per scacciare invano la presa fin troppo salda e dolorosa, - non sono stato io a rompere quella collana! -

Il bidello si infuria ancora di più, - Tu o non tu - grida, - fatto sta che sei sempre nel mezzo! - lo rimprovera - taci e raccogli! -

Lui cerca di afferrare le palline a terra, che però si muovono più veloci delle sue dita, - Dannazione! Non ci riuscirò mai! -

Il bidello molla la presa all'orecchio e lo mantiene per il retro del giubbotto, - Se stai zitto farai sicuramente prima! - lo strattona.

Sospiro e presa dalla pena nel vedere il mio fidanzato inginocchiato a terra come davanti al muro del pianto, mi posiziono al suo fianco e lo aiuto a portare avanti l'operazione. Piegata sul piazzale, a inseguire le rotondità brillanti, mi giro appena verso di lui e accenno un sorriso.

Riccardo sbuffa ed io mi allungo al suo orecchio, - A quanto pare il destino di questa collana era che prima o poi arrivasse nelle mie mani! -

Lui mi guarda di traverso, - Vuoi sapere davvero quale destino è scritto per questa collana? - mi fulmina, - farla finire al più presto nel cesto della spazzatura o nello scarico del cesso, - si avvicina e con voce rauca grugnisce, - oppure su per il sedere del bidello, perlina dopo perlina! -

Scoppio a ridere, nonostante l'assurdità della situazione e la volgarità delle parole.

Quando riprendo fiato, alzo la testa e mi accorgo che Giulia, Leo, Rebecca e Marcello si sono chinati intorno a noi, per aiutarci a raccogliere i residui del gioiello di Samanta.

Regalo ormai rotto e spezzato, quanto il loro rapporto, quanto la crudeltà del passato.

Un passato che lascia il posto ad un presente fatto di nuove e speranzose amicizie. Un oggi di certezze e rappacificazione.

Un oggi di pura felicità.


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