CAP CXXII Riccardo, nuovo anno e nuova vita

Riccardo

Con l'indice percorro dolcemente il suo profilo.

Arianna è bella.

Stesa e nuda.

Completamente mia.

Adesso più che mai.

I capelli scomposti sul cuscino di piume, il torace che sale e scende lentamente fino a riprendere il ritmo naturale.

Quello regolare e calmo, quello dopo l'affanno, dopo la corsa e la rinascita.

Piccole gocce di sudore depositate in mezzo ai seni e ad imperlare la fronte. Le braccia abbandonate sul letto ed una vecchia coperta tirata fin sotto l'ombelico.

- Piccola come stai? - Il mio è solo un timoroso sussurro.

La paura di rompere l'incantesimo creato è tanta, quanto la voglia di viverlo di nuovo a pieno e fino in fondo, per il resto dei miei giorni.

Lei si gira, quel poco che basta per rivolgermi un rapido sguardo, - Credo di stare bene - risponde.

- Come...- dico incerto, - come è stato? -

Arianna si stira, allungandosi sul letto, - E' stato coinvolgente ed esplosivo, è stato dolce e strano...-

Cerco di scovare nei suoi occhi la profondità di quello che sta provando.

Si tratta della sua prima esperienza.

Quella che non si dimentica.

Quella che resta nel cuore e nella mente.

La prima volta che qualcuno ha avuto accesso al suo corpo, che ha posseduto la parte più nascosta di lei, che l' ha amata come nessun altro mai.

E quel qualcuno sono stato io.

E lo sarò per sempre.

Le sue braccia si incrociano a coprire i seni, - ...è stato bellissimo - rivela, - sto vivendo un sogno - sorride dolcemente, - spero di non svegliarmi mai! -

Allungo la mano sulla sua pancia e muovo le dita con leggerezza, - Anche io sto vivendo un sogno - concordo, - ma non ho paura di svegliarmi, perchè il mio è uno di quei sogni quasi reali, di quelli che si fanno ad occhi aperti - mi perdo nell'oscurità delle sue iridi, - il mio sogno sei tu! -

Le guance di Arianna divengono rosse e non posso evitare di sorridere.

La sua timidezza mi uccide ed eccita allo stesso tempo.

E' qualcosa che fa tremare le gambe e stringere forte lo stomaco su se' stesso.

Poso la mano sotto alla tempia e mi metto nella posizione più comoda per osservarla.

Il freddo che aveva quando è arrivata è scomparso, per lasciare posto al calore creato dai nostri corpi. Corpi che si sono incontrati, uniti e scambiati emozioni che mai avrei pensato fosse possibile provare in questa vita terrena. Ho appena scoperto che l' amore non è sesso, anzi non ha neanche le sembianze del suo più lontano progenitore.

La pelle, gli sguardi, i sospiri di Arianna sono diversi da quelli delle altre ragazze. Loro mi penetrano dentro, fino a scavare nel cuore e nell'animo un tunnel lungo e profondo, nel quale posso fuggire a rifugiarmi.

Gli occhi passano dal suo viso, al suo corpo, che fino a pochi attimi fa era in perfetta unione con il mio, alla stanza circostante.

Oggi è il giorno più brutto e bello della mia esistenza.

Jo se ne è andato per sempre, mentre Arianna è tornata a far parte della mia vita.

Vorrei che il tempo si fermasse.

Vorrei rimanere qui disteso all'infinito, ad accarezzare la pelle più liscia e sensibile che abbia mai toccato, baciare di nuovo le labbra morbide e sincere e fondermi ancora una volta corpo e anima con l'unico mio vero amore.

E poi vorrei che tutto il dolore che ci circonda smettesse di esistere.

Chiudo gli occhi e immagino una grande bolla di sapone posizionarsi esattamente ad avvolgere i nostri corpi per proteggerli, dalle invidie, dall'odio, dal male del mondo.

Arianna si muove, girandosi in parte, - Stai dormendo? - mi domanda.

- No - scuoto le testa, - stavo solo pensando che mi piacerebbe rimanere qua per sempre! -

- Tu ed io da soli? -

Sollevo le palpebre e torno a vedere, - Non da soli - mi allungo a baciarle la punta del naso, - tu, io e i nostri tre figli -

Lei scatta indietro come colpita da un fascio di corrente elettrostatica, - Cosa hai detto? -

Passo una mano tra i capelli e lascio andare la testa sul cuscino.

Il soffitto è scorticato, dal tempo e dagli anni, - Tu ed io avremo tre figli, tutti maschi, anzi no, due maschi e una femmina che sarà carina quanto te e vivremo per sempre in questa casa, lontano dalla civiltà e a contatto con la natura -

Posso sentire lo sguardo di Arianna addosso, meravigliato e sconvolto, - Stai scherzando, non è così? -

Mi giro leggermente, - Scherzando? - chiedo, - riguardo a quale parte ti riferisci esattamente? -

Lei spalanca gli occhi, - A tutte le parti! - esclama, - davvero vuoi tre bambini? E sul serio vuoi vivere in questo posto? -

Alzo leggermente le spalle e torno a guardare le macchie di umidità impresse nel sottotetto, - Perché no? -

Arianna si posiziona nuovamente supina e fissa la stessa immagine di vernice consumata, - Non ho mai pensato ad un marito e dei figli - dice, - in realtà neanche ad una casa! -

Sposto il braccio fino ad incastrarlo sotto al suo collo e la trascino contro il mio petto, - Neanche io - rivelo, - ma con te è diverso, con te farei una famiglia anche oggi stesso se tu me lo chiedessi! -

Lei alza gli occhi sui miei e sorride.

Ed io non posso fare altro che avvicinare le labbra alle sue, depositandovi un bacio soffice e sincero.

- Promettimi che le tue non resteranno solo delle inutili parole - dice non appena ci stacchiamo, - promettimi che io e te cresceremo insieme, ci divertiremo e faremo tutto quello che amiamo fare e poi, quando saremo abbastanza maturi e pronti realizzeremo il progetto di una casa e dei figli! - afferma, - promettimi che questa tua buona idea si trasformerà in realtà-

Sorrido nel sentir catalogare uno dei miei desideri più grandi come semplice buona idea, - Te lo prometto - dico, - e sentiamo, prima di mettere su famiglia quali sono i sogni che vorresti realizzare?-

Lei aggrotta la fronte, unisce e allunga le labbra in segno di riflessione. Il silenzio invade la stanza, interrotto solo dal ritmico ticchettio dell'antica sveglia sul comò.

- Terminare il liceo e andare all'università e magari trovare anche un lavoro - porta l'indice a battere sul mento, - e poi...- fa un' espressione strana, che pare quasi una smorfia - vorrei conoscere mio padre, quello vero...- alza appena le spalle, - vorrei che mia madre ritrovasse un po' della serenità perduta e...-

Intanto che lei pensa, io afferro con gli incisivi il labbro inferiore e soppeso i suoi obiettivi.

Lo studio, il lavoro, i genitori.

Desideri del tutto legittimi.

- Ah! Sí! - esclama improvvisamente euforica, - vorrei anche imparare a nuotare! -

Alzo un sopracciglio interdetto, ricordando l'unica volta che l'ho vista a che fare con dell'acqua ed una piscina, - Prima però dovresti capire come stare a galla senza annegare! - la schernisco.

Lei molla una pacca contro il mio braccio, - Sei uno stupido! - si risente.

Faccio scorrere le dita tra i suoi capelli, districandoli, - Anche se ti prometto che quest'estate sarò io ad insegnartelo? -

I suoi occhi brillano, - Lo faresti sul serio? -

Annuisco, - In fin dei conti ho un brevetto da bagnino, e poi con me sei al sicuro, ti ho già salvata una volta, lo potrei fare altre cento o mille...-

Arianna trattiene un sorriso e io mi avvicino per un altro piccolo bacio. Le sue labbra sono attrazione pura e la sua presenza fin troppo vicina per resistere.

- E tu? - Gli occhi fissi contro i miei, - quali sono i tuoi sogni?-

La domanda mi lascia spiazzato, - I miei sogni? -

- Sì, quali sono le cose che vorresti sistemare o realizzare prima di mettere la testa a posto? -

La mente si vuota completamente, - Io, io...non lo so! - biascico.

Arianna scuote la testa, - Ci sarà pur qualcosa che ti piace! -

Faccio un rapido summit delle varie opzioni e infine sospiro, - Ma sono tutte quante cose banali...-

Lei non pare per nulla convinta, - E potrei sapere quali sono queste cose banali? - incalza.

- Oh...beh...vorrei...vorrei finire il liceo e divenire un buon cuoco, poi vorrei che mia sorella guarisse e tornasse quella di un tempo...- pian piano mi immedesimo nel gioco, dilungandomi fin troppo nei ragionamenti, - e poi vorrei portarti ad un concerto per ascoltare dal vivo la nostra canzone...-

Arianna sbatte le ciglia, - Tu vorresti andare ad un concerto per sentire "Story of my life" ? - La sua voce è più alta e sbalordita del solito, - Ho sentito bene? -

Faccio spallucce, incapace di capire cosa abbia mai detto di strano, -Perchè? Che male c'è? -

Lei sorride, - Ma quelli sono gli One Direction! -

- Allora? Cosa hanno i loro concerti? - mi risento, - sono proibiti? -

L'espressione di Arianna è un misto di ilarità e fanciulezza, - Assolutamente no! - ride - anzi, mi piacerebbe molto realizzare questo tuo desiderio! -

Prima che dica qualsiasi altra cosa le blocco un braccio, - E poi c'è anche un' altra cosa! - faccio precipitoso, - vorrei imparare a ballare! -

Arianna sistema i capelli dietro le orecchie e si sofferma a guardarmi, come avessi espresso qualcosa che ha dell'alieno o del soprannaturale, - Potrei insegnartelo io un giorno, immagino che saresti un ballerino da favola! -

Piego il gomito, tornando a sostenere la testa con una mano, - Io sono una favola piccola, anche senza saper ballare! -

Lei lascia andare il capo indietro e ride forte, - Una favola implica un principe e io non ne ho mai visto uno che non sappia ballare! -

Mi porto sul suo corpo, sfiorandole la pelle dei seni con il mio torace, - Si sbaglia signorina! - la ammonisco, - nel mio castello esistono, ed io ne sono il maggior rappresentante! -

Lei continua a ridere e allunga le braccia, cingendomi il collo perfettamente.

L'abbraccio che ne deriva è pura follia.

Stare accosto al suo calore è migliore di qualsiasi altro volere o sogno.

E' realtà.

Perfetta e semplice verità.

Le respiro dentro al collo, inalando ogni singola nota di profumo che porta e non posso non pensare a quanto tutto questo mi sia mancato terribilmente.

Anche quando la testa era sovraccarica di odio e rancore, il cuore batteva solo e soltanto per lei e il nostro amore.

Pian piano mi abbandono, con il peso a caricare su di lei.

Non la lascerò più andare via.

Ne' adesso e ne' domani.

Improvvisamente però dalla mente passa un pensiero scomodo e ingombrante.

Parigi.

Lo stage.

La partenza.

Un fulmine in pieno cielo.

Il cuore si blocca e il sudore si ghiaccia sulla schiena.

I bicipiti si tendono per farmi tornare di nuovo al mio posto.

Una sequela di domande si presentano, sbucando e sfrecciando ovunque dentro il cervello.

E adesso cosa devo fare?

Partire? Oppure non fuggire più via?

Se me ne vado realizzerò uno dei miei principali obiettivi di carriera.

Le basi per divenire un cuoco, quelle della mia passione.

E poi in Francia potrò essere seguito dal dottor Duval.

E' lui il luminare che mi aiuterebbe a guarire davvero.

E' con lui che potrei imparare ad amare, metabolizzando la morte e l'abbandono una volta per tutte.

Ma adesso che Arianna è di nuovo con me e i legami con il passato sono distrutti, sarà sempre necessario farlo?

Forse basterà la sua vicinanza come insegnamento a volermi bene e voler bene agli altri. Il suo sostegno sarà sufficiente senza alcun bisogno di analisti e psicologi.

Il soffitto vortica davanti agli occhi mentre la voce di Arianna si avvicina al mio orecchio - tutto ok? -chiede.

Mi riscuoto.

Come sorpreso a pensare qualcosa di inopportuno e vigliacco.

Accenno un vago sorriso e le accarezzo una guancia.

Il suo viso è dolce e perfetto.

E i suoi occhi perle scure e profonde.

Luci nel buio.

Un'illuminazione che fatico ad abbandonare, che non posso lasciare per giorni e mesi.

Non posso stare distante dalla mia unica ragione di vita.

Non ne sono affatto capace.

Così, senza il bisogno di pensare e pensare ancora, prendo la mia decisione, guidato dall'istinto e dalla responsabilità.

Resterò a Roma.

Accanto ad Arianna.

Accanto all'Amore.

Parlerò con mio zio e invierò una lettera di rinuncia alla scuola francese.

Pian piano scorro con le dita sullo zigomo, sul collo e sulla spalla della persona che mi ha letteralmente fatto perdere la testa - va tutto bene -la rassicuro.

Lei si spinge a baciarmi.

Nel movimento la coperta si sposta, scendendo e la sua mano rapidamente la tira di nuovo in alto, a coprire le cosce.

Non facciamo in tempo ad unire le labbra che un boato pazzesco ci sorprende.

Un rumore assordante, che fa tremare vetri e assi.

Arianna balza seduta sul letto, scossa e frastornata, - Cos' è? -

Dal vetro della finestra scorgo un gran bagliore di luce.

Un altro scoppio e un altro ancora.

Improvvisamente mi rendo conto che si tratta dell'ultimo giorno dell'anno.

E di colpo capisco che il tempo è davvero passato veloce quanto un razzo.

Il pomeriggio e la sera sono finiti ed è già mezzanotte.

- I fuochi d'artificio! - dico a gran voce.

Arianna si mette in piedi e recupera la sua biancheria. In fretta, quasi inciampando sui suo stessi piedi, tenta di indossare gli slip, - E' tardissimo! - si mette a gridare, - mia madre mi avrà data per dispersa! - raggiunge la borsetta, gettata in un angolo della stanza e tira fuori il cellulare e il filo del caricabatterie.

Gli scoppi si fanno più insistenti.

Mi sollevo e nudo mi trascino fino alla finestra.

Lo spettacolo che ho di fronte è quello di un' immensa distesa bianca, illuminata dalle luci dei fuochi d'artificio, che scoppiano nella notte.

Un brivido passa lungo la schiena e poi la consapevolezza.

La certezza che non riusciremo a discendere a valle.

Poso il palmo della mano contro il vetro freddo e seguo le luci che brillano e scoppiano tra le stelle, - Piccola - dico, - scrivi a tua madre che questa notte non tornerai - mi schiarisco la voce, - la neve è alta molti centimetri e la moto immagino ne sarà ormai sommersa! -

I suoi occhi guardano fuori e poi guardano i miei, - Vuoi dire che siamo bloccati qui dentro? -

Alzo le spalle e annuisco.

Lei solleva gli occhi al cielo e sospira.

Poi digita qualcosa velocemente e abbandona il telefono sul materasso, collegato ad una presa di fortuna, e viene vicina.

I suoi movimenti sono incerti e lo sguardo vaga nella casa e fuori dalla finestra. Il freddo della neve e il caldo della stanza e dei nostri corpi si sovrappongono. Il vento fischia e i tuoni colorati si alternano senza una fine.

Siamo soli e lontani.

Da tutto e da tutti.

Da dietro faccio scorrere un braccio sulla sua vita e mi piego a baciarle una spalla.

Il suo corpo trema appena ed io le chiedo - hai paura? -

Arianna posa la fronte contro il vetro e ammira lo spettacolo pirotecnico nel cielo di Tivoli - con te non ho mai paura -

La sua voce si disperde nell'ambiente, arrivando come un missile al mio cuore.

Mi solleva.

Mi rende forte e sicuro.

- Felice anno nuovo, piccola - le sussurro tra i capelli.

Lei gira la testa e fa scontrare le labbra con le mie, - Anche a te - abbassa leggermente lo sguardo, - ma tu hai intenzione di restare tutta la notte così, senza vestiti? -

- Non dirmi che ti imbarazza... - la prendo in giro.

Lei arrossisce, - è che...non è affatto...non è...-

Alzo un sopracciglio e la giro completamente verso di me, - Non è cosa?-

- Non riesco a non guardarti e non dormirò di sicuro con te nudo al mio fianco - balbetta.

- E chi ha detto che dovremo dormire? Chi non fa l'amore il primo giorno dell'anno non lo fa tutto l'anno, quindi, credo proprio che avremo un bel da fare nelle prossime ore! -

Lei trattiene un sorriso e mi spinge indietro, - Riccardo Serio sei ufficialmente il fidanzato più stupido e meno romantico che conosca!-

L'afferro per un braccio e la riporto vicino a me, - E tu piccola mia sei l'unica fidanzata che vorrei mai avere! -

I fuochi d'artificio proseguono indisturbati, facendo compagnia ad un bacio unico e indimenticabile.

Un bacio che segna l'inizio di un nuovo anno ed una nuova vita.


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