CAP. CXI La regola delle regole
- Buia! buia! buia! - Le voci si sovrappongono l'una all'altra, sovrastando la musica stessa.
Mi guardo intorno, disorientata. Nonostante sia la seconda volta che accedo a questa enorme casa, non riesco affatto a sentirmi a mio agio.
Isac mi tiene per mano e mi trascina nel bel mezzo della sala, avvicinandosi sempre più ai ragazzi riuniti in cerchio, che continuano a gridare come dannati.
Cerco di individuare l'obiettivo della loro attenzione all'interno del gruppo e di capire il perchè di tanta agitazione, - Cosa stanno urlando? - domando a Isac.
Lui ride e si fa spazio dentro al cerchio.
Non appena si viene a creare un piccolo varco, posso individuare il padrone di casa con indosso una maglietta con la scritta "Jamaica one love" e in mano un bicchiere colmo fino all'orlo di liquido azzurro.
Un liquido che riporta indietro nel tempo.
Un liquido che fa salire nausea e cattivi pensieri.
Isac mi stringe più forte la mano, - Stanno incitando Federico a bere, probabilmente ha perso una scommessa o qualcosa del genere, adesso deve pagare buttando giù il contenuto del bicchiere in un lunghissimo sorso! -
Gli occhi mi escono dalle orbite, - Deve bere un bicchiere di alcool tutto insieme? - domando sgomenta, - come è possibile? -
Non faccio a tempo a chiedere che il ragazzo dai capelli rossi e la barba appena accennata sugli zigomi, alza il braccio e ingurgita d'un fiato l' "Angelo Azzurro".
Immagino la sua gola, il suo stomaco e i suoi visceri prendere letteralmente fuoco, mentre intorno a noi esplode un boato di esultazioni e grida.
Federico si passa un braccio a pulire la bocca, poi lo alza in aria, vittorioso.
Un tipo con una parrucca di treccine scure e un sigaro in bocca si avvicina, battendogli una pacca sulla spalla per congratularsi. Aggrotto la fronte e studio meglio il viso del giovane, rendendomi conto che si tratta di Paolo in uno dei suoi travestimenti a tema.
Distolgo lo sguardo dai due e dal gioco malsano e lo sposto intorno alla stanza.
Le pareti sono addobbate con festoni a strisce rosse, gialle e verdi e in un angolo del salotto riconosco il divano dove ci eravamo appostati alla scorsa festa.
Isac mi osserva, - Baby, scommetto che stai pensando a quando io e te abbiamo scambiato due parole per la prima volta! - La sua voce mi arriva dritta al cuore, schiacciandolo, - Galeotto fu il divano e chi lo sedette...- improvvisa una risata per la battuta infelice.
Chiudo gli occhi, rivangando quel momento. Avevo appena scoperto della lista ed ero ancora sotto shock per la storia della probabile gravidanza della mia amica, finita per fortuna in una bolla di sapone.
Leo si avvicina alle nostre spalle, - Nell'altra stanza c'è un buffet di dolci - mi riporta al presente, - io e Giulia andiamo a mangiare qualcosa, venite con noi? -
Isac acconsente e senza mollare la presa su di me, mi conduce fino al banchetto.
Non ho mai visto tanta leccornia tutta insieme.
Non so chi si sia preso la briga di preparare tutte queste cose e ne' come abbiano fatto a sistemarle in modo così invitante, fatto sta che l'enorme quantità di dolcezza riesce a distogliere la mente dai ricordi.
Giulia si accaparra bignè e sfoglie.
Leo si fionda su un'invogliante zuppiera di tiramisù, - Stasera peccato e domani penitenza! - punta il cucchiaino contro la fidanzata, - andremo a correre all'alba, niente se e niente ma! -
Giulia sbuffa, per niente felice di svegliarsi alle prime luci del sole della domenica mattina per smaltire le calorie accaparrate, tuttavia, dal momento che deve farlo, ne approfitta e ficca in bocca con più convinzione un intero e gustoso pasticcino.
Isac mi porta di fronte ad una specie di fontana di plastica e preme un bottone. Improvvisamente quello che sembrava solo un innocuo soprammobile, diviene la cascata di cioccolato fondente più spettacolare che abbia mai visto.
La bocca si spalanca e gli occhi si incantano, - E' stupenda! -
Isac prende da un piatto uno spiedino di fragole e uva e lo passa sotto al getto. La frutta si lava nel cioccolato, incorporandolo e ricoprendosi pienamente, - Per te, baby - avvicina lo spiedino alla mia bocca.
Chiudo gli occhi e sfilo con i denti il chicco d'uva. Il sapore acido si mescola al dolce del cioccolato, in un connubio da far girare la testa.
- E' piacere allo stato puro - si accaparra la fragola, - non trovi? -
Annuisco estasiata.
Isac ride e prende un altro spiedino e poi un altro ancora, fino a quando non si vede il fondo del vassoio.
Trascorriamo una buona mezz'ora al buffet di dolci, assaggiando, spiluccando e ridendo come bambini approdati al parco divertimenti.
Poi, con la pancia piena e le guance colorite, torniamo nell'altra stanza, tra la folla e la musica.
Giulia e Leo si lanciano nelle danze, saltando su una "Ele Jibo" in house remix, accompagna da jambè e grida.
Isac sta per trascinarmi in pista, quando si arresta improvvisamente sul posto, facendomi andare a scontrare con la sua schiena, - Non ci credo - stringe i piccoli occhi scuri, - quello stupido è anche qui! - sbuffa, - possibile che sia sempre presente a qualsiasi festa venga organizzata? -
Muovo la testa in direzione del suo sguardo per cercare di capire di chi stia parlando. Al centro della pista finalmente scorgo il destinatario delle sua parole.
- Con la scusa che è mio cugino, si imbuca ad ogni ricevimento - sospira Isac.
Marcello si muove senza un minimo accenno di ritmo e accanto a lui, Rebecca.
La bionda alza la testa a incociare il mio sguardo, sposta appena l'attenzione verso Isac e di nuovo a me.
Resta più del dovuto con gli occhi fermi sui miei, dopodiché si sporge ad abbracciare il fidanzato che, girato di spalle, per fortuna risulta completamente ignaro della mia presenza alla festa.
Rebecca avvicina le labbra a quelle di Marcello e in un battito di ciglia gli infila la lingua in bocca.
Deglutisco, schifata dalla visione.
Nel frattempo un ragazzo con un paio di pantaloncini hawaiani passa frenetico tra me e Isac, rovesciando parte del contenuto del bicchiere sulle mie scarpe.
Sopprimo una imprecazione, mentre il giovane neanche si degna di rivolgermi delle scuse e prosegue agitando in aria ciò che resta del drink.
Isac mi posa una mano sulla spalla, - Che ne dici di andarcene da qualche parte di più tranquillo? -
Annuisco e lascio che mi trasporti fuori dal caos, lontano da visioni scomode e baci ripugnanti.
Passiamo di fronte al tavolo degli alcolici.
Isac si accaparra una bevuta, - Vieni! Andiamo di sopra, lassù niente e nessuno verrà a disturbarci -mi prende per mano.
Il mio cuore batte all'impazzata e le gambe tremano.
Ogni scalino è una puntura di spillo.
Ogni scalino un'amara realtà.
Isac non molla mai la mia mano. Mi conduce lungo il corridoio del secondo piano.
Mi aggrappo saldamente a lui per non sprofondare.
La mente attraversa il viaggio più doloroso e insensato della storia.
A ritroso rivivo la scena del trasporto sulle spalle di Riccardo, proprio su questo stesso piano e infine la corsa a quello superiore.
La sala da biliardo, le carezze, la mia fuga.
- Federico non si accorgerà se ci rifugiamo in una delle camere degli ospiti - fa Isac, - ne ha così tante in questa casa che a malapena ricorda la fattezza! - si sofferma sulla porta di una delle stanze e mi rivolge un sorriso semplice e spontaneo.
Ricambio a stento, entrando dopo di lui.
Isac cerca l'interruttore ed il mio cuore parte a mille.
Le note afro sono solo un lontano ricordo, le persone che ballano una fastidiosa presenza, che però adesso manca più dell'aria.
La mano di Isac si muove sulla parete e il respiro si dimezza, per tornare regolare solo quando, un lungo istante dopo, finalmente la stanza si illumina a giorno.
Isac lascia andare la presa su di me e si sposta nella stanza, bevendo il suo drink, - Ti piace qua? -
Annuisco, guardandomi intorno, nell'imbarazzo più completo.
Il letto di fronte è perfettamente fasciato da un piumone bianco e gli accessori presenti sono tutti quanti semplici e in stile con l'arredamento vintage del casolare.
- Bevi un po', baby - mi passa il bicchiere, - è un ottimo miscuglio questo! -
Poso le labbra sul vetro, assaporando la potenza del rum e il retrogusto piacevole della "Cola".
- Non sono un appassionato di "Cuba libre", ma sempre meglio di quell'insignificante "Angelo Azzurro" - alza le spalle.
Improvviso una specie di sorriso e gli porgo di nuovo il bicchiere.
Lui lo prende e lo posa sul comò, - Sei molto bella stasera! - fa un passo verso di me.
Credo di non percepire più un filo di aria, di essere divenuta pallida come un fantasma.
La vicinanza di Isac mi opprime e toglie il fiato allo stesso tempo.
Le sue dita sfiorano lentamente la mia guancia e gli occhi si incollano ai miei, - Non sono uno stupid, so che hai sofferto e stai soffrendo ancora adesso! - La sua voce esce carica di patos ed energia.
Sostengo il suo sguardo, quasi ad implorarlo di continuare a parlare, di proseguire a divulgare ciò che sta passando nella sua testa, in questo preciso istante. In questo frangente in cui i nostri profumi si confondono da quanto sono accostati.
- Non ho voluto parlare di proposito del tuo ex, della tua storia familiare e di tutto ciò che è successo intorno a te - rivela, - in questi giorni che ci siamo visti ho preferito sorvolare e dedicarmi alla tua serenità! - I suoi occhi si piegano in un sorriso, - spero di esserci riuscito, spero di aver spostato il baricentro dei tuoi freddi e negativi pensieri più a sud! - La sua carezza si sposta al mio collo e infine mi raggiunge lo sterno, leggermente a sinistra, - verso il calore del cuore! -
Abbasso lo sguardo sulla sua mano, - Lo hai fatto - respiro forte, - in questi giorni sono riuscita a stemperare il dolore - ammetto, - la tua presenza mi è stata molto d'aiuto e non finirò mai di ringraziarti! -
Isac sorride compiaciuto e risale con il palmo alla mia guancia, -Ricordi quando ti avevo parlato di alcune regole per una buona riuscita di una serata? -
Alla mente mi torna la serata al "Cristal", il fatto del buon bere, della buona musica e degli amici. Annuisco.
- E ricordi che avevo detto che ti avrei svelato la quarta regola, prossimamente? - scorre la mano sui miei capelli, - credo che sia arrivato il momento di confessartela! -
La testa mi gira, mentre la bocca del mio accompagnatore si muove lentamente e dolcemente verso la mia.
- Un buon bacio - sussurra Isac a filo delle mie labbra, - questa è la regola delle regole! -
Il corpo si contrae totalmente mentre la mano di Isac mi spinge la testa contro la sua.
Le nostre bocche si sfiorano, incontrandosi. I nostri respiri si uniscono.
Con cautela mi ritrovo a sollevare le braccia per posarle sulle sue scapole.
Non mi faccio domande, non mi do risposte.
Mi lascio andare al bacio e all'abbraccio del ragazzo che cerca con tutte le forze di annientare per sempre il ricordo di Riccardo.
Ricordo che brucia ancora come un tizzone di fuoco nell'anima.
Ricordo che arde mentre le nostre lingue si sfiorano e devasta completamente quando prendono a danzare un ballo sconosciuto.
Un ballo che non posso chiamare amore, desiderio o passione.
Un ballo che è improvvisato, frenetico e presente.
Un ballo che non è affatto il mio, ma al quale sto partecipando pienamente cosciente.
Nessuna scia di alcool o fumo confonde il nostro volere, non questa volta.
Sono lucida, perfettamente.
Al massimo distratta da qualche carboidrato semplice residuo del buffet.
Sono del tutto consenziente.
Sono del tutto convinta ad andare avanti.
Con maggiore foga e determinazione.
Isac mi spinge fino al letto e lentamente mi fa sdraiare sopra al materasso. Si posiziona su di me, senza staccarsi dalle mie labbra.E' il bacio più lungo e duraturo che abbia mai dato. Mai un attimo per riprendere fiato, mai un momento per riflettere su quello che sta realmente succedendo. Probabilmente è molto meglio così!
Molto meglio non fermarsi, perché, se Isac staccasse le sue labbra dalle mie, anche solo per ingurgitare aria, io morirei con la realtà.
Una realtà che parla la mia stessa identica lingua.
Una verità che non ha il sapore dolce amaro del miele.
Non ha occhi verdi e splendendi e non si chiama Riccardo.
La mano di Isac mi percorre il braccio, fermandosi sulla mano, - Sogno questo bacio dal primo momento che ti ho vista! Lo sogno da quando sei salita sulla mia auto, tirandoti la gonna sulle ginocchia e da quando facevi la bambina fredda sul divano al piano di sotto! - Le dita di Isac si intrecciano alle mie, mentre il busto si sposta di lato, avvolgendomi in un abbraccio, - Dimmi che è avvenuto davvero, dimmi che quella ragazzina inesperta e impaurita che ho conosciuto alla festa di Halloween è la stessa che sto stringendo al mio corpo in uesto preciso istante? -
La mia voce esce graffiante, quanto un foglio di carta crespa, - Sono io quella bambina e quello che è appena successo è tutto vero! -
- Mi prenderò cura di te - dichiara Isac, - ti prometto che metterò in un angolo ogni sorta di stravaganza del mio carattere e mi occuperò di te, solo di te, voglio riportarti ad essere felice!-
Istintivamente mi stringo a lui.
Voglio essere ancora felice.
Lo voglio come nessuna altra cosa al mondo.
E mentre la nostra mano si stringe e le bocche di nuovo si incontrano più accese e sicure di prima, in testa nasce una sola e unica domanda; potrò mai essere felice senza Riccardo?
Una domanda che resta sospesa sulle nostre teste e sul nostro secondo e interminabile bacio.
Quando torniamo al piano inferiore trovo Giulia completamente esagitata, - Tata, sono le undici e trentacinque minuti! - urla, - dove ti eri cacciata? Ti ho cercata ovunque, è tardi, molto tardi, Leo è già in auto con suo padre che ci aspettano nel parcheggio! -
Arrangio delle scuse. Ho completamente perso la concezione del tempo.
Lei sposta lo sguardo da me a Isac. Scruta i miei capelli scomposti, le guance arrossate, il rossetto sbavato. Poi si focalizza sulle nostre mani intrecciate .
I suoi occhi brillano, - Ho capito! - La bocca si allarga in un sorriso da prima copertina. - A quanto pare quel fatto di doverci pensare si è tramutato in un bellissimo ed ovvio sì! - sghignazza divertita.
Apro e chiudo la bocca colta in fallo.
- I miei più vivi e sentiti complimenti! - si rivolge ad Isac,- ottima scelta! - Poi mi prende per un braccio, sottraendomi alla presa del mio accompagnatore, - Adesso però devo rubartela! - Altrimenti sua madre e la mia ci uccideranno! -
Isac alza le mani di fronte a sè e mi guarda allontanare verso l'uscita.
Mi giro, lo guardo e faccio spallucce.
La mia amica non è una squilibrata mentale, è semplicemente Giulia.
Isac muove le dita in segno di saluto.
Non mollo il suo sguardo fino a quando non esco sul cortile.
L'aria è fredda e mi costringe ad indossare velocemente il piumino.
Giulia si chiude la gola con la sciarpa e mette il basco, - Tata, sono contenta per voi due e spero con tutta me stessa che Isac torni a farti sorridere! - infila il braccio sotto al mio, - mi piace come tipo e mi fido di lui, ti ha salvata da Marcello quella volta sulla terrazza, vedrai, ti salverà anche dal ricordo di Riccardo! - giunge a conclusione.
Cerco di convincermi che accada veramente, quantomeno voglio sperarci.
Salgo in auto, mi stringo a Giulia e Leo sui sedili posteriori e scorgo nel giardino i ricci biondi di Matteo.
L'auto parte ed io seguo con lo sguardo il mio amico.
Non l'ho mai visto durante la serata, avevo addiruttura supposto che non fosse presente. Invece eccolo lì, bello come la mezza luna che illumina il casolare, a passeggiare avanti indietro, indisturbato, con un braccio alzato all'orecchio. A quanto pare è al telefono.
E a quanto pare è anche piuttosto felice di esserci.
Non posso non pensare che sia in comunicazione con Marie.
Anzi, a giudicare dai suoi occhi sognanti ne sono pienamente sicura!
Le sue labbra si muovono dolcemente e la sua mano passa tra i capelli, arruffandoli.
Sorride e si sposta.
Sorride e guarda verso la notte stellata.
Un cielo che è uguale in Germania e in Italia.
Un cielo che è comune a entrambi.
La vettura si immette sulla strada principale e il mio basso ventre si contrae forzatamente. Prego che le mestruazioni attendano almeno l'arrivo a casa, per evitare una brutta figura e uno stillicidio di sangue sulla simil pelle dei sedili del signor Mori.
Intanto Giulia, al mio fianco, spiffera a Leo il motivo del mio ritardo.
Sento che racconta di avermi ritrovata in pieno sconvolgimento post bacio.
Lui guarda avanti serio, accennando appena un leggero sorriso.
Un sorriso vago e indefinito.
Un sorriso enigmatico.
Forse Leo è felice per me, o forse è solo meno triste e preoccupato nel non sapermi più sola.
Infondo rifugiarsi in un nuovo amore è molto meno dannoso dell'alcool o del fumo.
Molto più sano e vitale.
Almeno credo.
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