CAP. CI Indifferenza

L'aria che si respira dentro gli ospedali riesce sempre a crearmi un magone alla bocca dello stomaco.

Ogni volta che varco la porta principale il disagio mi assale e devo lottare per restare il più possibile calma e serena.Prendo un bel respiro e con il mio amico affianco attraverso il corridoio del reparto di DCA.

La madre di Matteo tornerà a prenderci tra poco meno di un'ora e quindi non abbiamo molto tempo per i saluti.

Busso alla camera 22 e proprio mentre compio il gesto una domanda si affaccia spontanea in testa. E se nella stanza con Marie ci fosse anche Riccardo?

Mi sento debole e le gambe tremano appena.
Non so perché non abbia pensato a tale possibilità durante il tragitto però adesso si manifesta chiara e lampante e mi fa quasi mancare il respiro.

Riccardo non era a scuola stamani e ci sono il novantanove virgola nove percento di probabilità che sia rimasto a fare compagnia alla sorella prima della partenza.

- Ciao - la voce di Marie interrompe tutti i miei pensieri.

Matteo sorride e si allunga a darle un bacio tra i capelli, - Ciao stellina! –

Lo studio tra il tenero e il divertito.

Matteo sente il bisogno di giustificarsi, - Marie ha illuminato la mia vita, è la mia luce personale! - prende il labbro inferiore tra i denti e lo tira, - tipo la cometa per i Re Magi - spiega soddisfatto del paragone.

Marie muove i suoi occhioni verdi da lui a me, - Una luce che purtroppo dovrà allontanarsi per un po' dal proprio cielo - si rattrista.

Matteo le avvolge un braccio intorno alle spalle, - Shh! Non ti allontanerai da me, tu brilli più di qualsiasi altra stella - la porta a sbattere contro il suo petto, - e io continuerò a vederti splendere anche a milioni di chilometri di distanza! -

Lei socchiude gli occhi rassicurata, io mi sciolgo di fronte a una visione così dolce e tenera. Sapevo che Matteo fosse esperto con le parole, infondo lo è stato anche con me, ma non credevo fino a questo punto. E' esattamente la persona romantica e sicura che ogni donna vorrebbe al suo fianco.

E io ne vado enormemente fiera!

Mentre aspetto che i due fidanzatini si stacchino dall'abbraccio, vago con lo sguardo per la stanza alla ricerca di tracce della presenza di Riccardo. Il fatto che non ci sia qui in questo preciso istante non significa affatto che non sia solo uscito un attimo e non ritorni da un momento all'altro.

Al solo pensiero l'ansia mi assale inquietante e quando vedo il suo piumino e la sua Kefiah appoggiati a una sedia, il mio cuore e il mio respiro si bloccano.

Panico.

Comincio a sudare freddo e devo cercare qualcosa per mettermi seduta, - Scusate non mi sento molto bene - biascico.

Non è esattamente la reazione che credevo di avere.

E' tutta la mattina che cerco di vedere la figura di Riccardo tra la gente o la sua moto nel parcheggio e adesso che so che c'è una buona chance che possa incontrarlo, mi sento come morire.

Matteo si avvicin, -Tutto okay? -

Marie mi osserva preoccupata, - Vuoi dell'acqua? - Prima che possa rispondere si precipita al comodino a recuperare un bicchiere di plastica, - Qua dentro fa piuttosto caldo, forse stai avendo un calo di pressione o di zuccheri...-

Tento di alzarmi, ma Matteo mi respinge sulla sedia, - Non ti muovere – ordina, - sei ancora molto pallida! –

- Sto bene - lo rassicuro, - è solo che...- I miei occhi finiscono di nuovo sul piumino e vi rimangono incollati.

Matteo fissa la mia stessa direzione e pare capire tutto.

Marie mi consegna il bicchiere colmo. Ne bevo solo dei piccolissimi sorsi. L'acqua fresca riporta i polmoni a respirare quasi normalmente.

- Solo che? - La voce di Marie suona premurosa.

Gli occhi non riescono a scollarsi da quel giubbotto e la voce esce monotona e apatica, - Solo che ho paura...-

Lei scuote la testa confusa.

- Ho paura di incontrare tuo fratello, e allo stesso tempo vorrei vederlo perché mi manca da morire! - poso il bicchiere sul tavolo

- Ah - sospira - lui...- guarda Matteo e poi sposta l'attenzione di nuovo su di me, - lui è qui, è solo andato a mangiare con il ragazzo della reception, dice che gli doveva un pranzo in cambio di un favore che gli ha fatto in passato...-

Annuisco, collegando le sue parole alla consegna della lettera, la famosa lettera che mi ha spinto a perdonare i suoi guai. Navigo tra i ricordi e prendo coscienza del fatto che Riccardo potrebbe apparire dalla porta anche in questo stesso istante.

Matteo si passa una mano tra i ricci, - Ragazze che ne dite se vi lascio un po' da sole? Magari avete bisogno di fare un discorso tra donne...- indietreggia, - vado a prendermi qualcosa alle macchinette da mettere sotto ai denti, voi fate come fosse a casa vostra! -

Marie lo osserva uscire. Apre e chiude la bocca per dire qualcosa, ma poi ci ripensa e alza solo le spalle.

In effetti non ci sono parole per descrivere Matteo. Frenetico, altruista, iperattivo e pieno di vita sono fin troppo miseri per rapprensentarlo. Lui è qualcosa di più!

Ci ha appena lasciate da sole per poter fare degli insensati discorsi femminili strappalacrime e non credo che troppi ragazzi avrebbero avuto una simile accortezza in questa circostanza.

Apro la cerniera del cappotto e mi rivolgo a Marie che è ancora in piedi davanti a me, - Queste sono le ultime ore che tu e lui potete trascorrere insieme ed io...- sospiro, - io sono solo passata a salutarti, non credo sia giusto togliervi del tempo prezioso...-

- Stai scherzando? - mi rassicura, - sono felice di avere un'amica con la quale parlare, come ben sai non ne ho avuta una in tutta la mia vita e fare due chiacchere da donna a donna è la cosa migliore che possa chiedere! -

Accenno un sorriso, anche se risulta triste e incerto. Lei trascina la poltrona di fronte alla mia postazione.
C'è qualcosa di diverso nel suo corpo e nella sua mobilità, qualcosa che la rende più leggera e meno malata.
Poi guardo meglio e scopro che non ha più la sacca di nutrizione appesa.

- Mi hanno tolto la cannula questa mattina - segue il mio sguardo sull'incavo del braccio, - adesso la guarigione è in mano solo alle mie forze! Niente più calorie artificiali, solo cibo in carne e ossa! -

Sorrido, prendendo atto degli enormi passi avanti fatti. Poi mi metto in silenzio.

Marie siede sulla poltrona, - Arianna! – dice, - E' inutile girarci intorno! Voglio essere schietta e diretta con te! Matteo mi ha raccontato quello che è successo con Riccardo e mi dispiace davvero un sacco! – sospira, - Non voglio assecondare mio fratello, assolutamente, si è comportato in modo ignobile nei tuoi confronti, però devi capire che non sta affatto bene...-

Mi muovo sulla sedia come se improvvisamente scottasse.
Riccardo non sta bene, ma neanche io.
Questa non è certo una scusa sensata che giustifica il suo maledetto comportamento.

Lei mi posa una mano sul ginocchio e incrocia il mio sguardo, - La scoperta che tuo padre è l'assassino dei nostri genitori lo ha mandato completamente in tilt, tu sai quanto ci tenesse a scoprire il colpevole e a vendicarsi e adesso che è arrivato al raggiungimento del suo obiettivo non può gioire perchè il responsabile ha lo stesso identico dna della persona che ama! -

Il riassunto non fa una piega, ma la mia testa non riesce a concepire nessun tipo di alleggerimento.Rimane focalizzata sul testo del messaggio d'addio e su quegli occhi smeraldo che mutano da buoni a cattivi nel giro di pochi secondi, distruggendo per sempre l'amore costruito e tanto sudato.

- Riccardo non mi ama e non mi ha mai amata, altrimenti non mi avrebbe abbandonata così, da un giorno all'altro e con uno stupido messaggio -

Marie scuote la testa, - Ha sbagliato! Si è comportato da stupido, da bambino, ma ti ama! Lo so perchè come parla di te, come ti difende, come ti guarda, come fa tutte queste cose non lo ha mai fatto con nessun'altra ragazza! -

Il mio stomaco si contorce, - Neanche con Elisa? -.

Quel nome suona stonato nella stanza.
Marie apre di più gli occhi sorpresa.

- Scusami è una domanda idiota! Sono una sciocca non ...- poso i gomiti sul tavolo e scivolo la testa sulle braccia, avvilita.

- Non sei una sciocca, Elisa è stata molto importante per mio fratello – dice, - erano amici e forse qualcosa di più, ma dentro l'istituto i sentimenti sono mutevoli e irreali, è tutto così dannatamente diverso e impersonale e comunque con lei non credo di averlo mai visto felice come con te...-

Sollevo appena gli occhi, restando con la tempia appoggiata all'avambraccio, - Sai cosa vorrei? – sospiro, - potermi svegliare una mattina e scoprire che è tornato tutto come prima; mia madre in attesa di papà che torni a casa il sabato, la scuola che prosegue nel migliore dei modi, il cuore che trepida per qualche ragazzo bello e irraggiungibile! Niente bugie, niente abbandoni, solo la mia vita, di nuovo! -

Marie posa una mano sul mio ginocchio, - E' quello che ho pensato anche io tutte le mattine per ben otto lunghi anni...- rivela, - spegnere la sveglia e andare a scuola come le ragazze della mia età, litigare con i genitori per uscire, avere delle amiche e innamorarmi di qualcuno! - muove appena la mano sulla mia rotula, - ma la vita è stata crudele e mi ha negato tutto questo! Però c'è una cosa che ho capito dalla mia esperienza...-

La seguo, attenta e coinvolta.

- Dobbiamo avere tanta speranza e credere nei nostri desideri – I suoi occhi brillano leggeri, - i sogni non sono oggetti che possiamo prendere e usare quando e come vogliamo, i sogni sono come bambini, li dobbiamo accudire, nutrire e cullare e un giorno saranno in grado di ripagarci completamente! -.

La scia di un aereo si intravede dai vetri sigillati e il rumore degli zoccoli di un'infermiera nel corridoio mi riporta al presente. Sono nella stanza d'ospedale della sorella del mio amore perduto e le sue parole sono così vere e profonde da lasciare dei solchi ben definiti nel cuore.

La mano di Marie abbandona il mio ginocchio e finisce sopra il suo, - Arianna io devo ringraziarti - cerca di incontrare il mio sguardo, - tu mi hai dato una piccola mano nell'accudire il mio sogno e io te ne sarò per sempre riconoscente! -

-Non credo di aver fatto niente di importante - aggrotto la fronte.

- Oh! si che lo hai fatto – sorride, - ricordi il primo giorno quando ci siamo conosciute? -

Annuisco, senza riuscire a capire dove vuole andare a mirare.

- Mi hai spiegato piuttosto dettagliatamente cosa significasse innamorarsi...-

Seguo con gli occhi la linea dolce e più piena del suo viso, - Credo di ricordarlo –

- All'inizio credevo che quelle cose delle farfalle sullo stomaco, delle gambe che tremano e roba varia fossero solo una tua invenzione e invece mi sono dovuta ricredere!- La sua voce assume un tono fiero e sicuro, - quando Matteo è entrato in questa camera per la prima volta e i nostri sguardi si sono incontrati, io ho provato tutto ciò che mi avevi detto, ed è stato lì che ho capito che tu non mi avevi presa in giro ed io mi stavo innamorando! -

Un lieve sorriso si forma sul mio viso.

Lei e Matteo sono la coppia più dolce e perfetta che abbia mai visto e sentir dire queste cose da una ragazza che fino a pochi giorni fa non desiderava altro che scomparire dalla faccia della terra, mi riempie il cuore di una gioia immensa.

- Come vedi uno dei miei desideri si è avverato e forse un giorno potrebbero avverarsi anche gli altri. I miei genitori non torneranno più questo è palese, ma potrei provare ad andare a vivere da mio zio quando sarò tornata da Berlino, adesso non ho più paura del mondo fuori, se ci sono persone come te e Matteo, forse allora non è poi così male! -

- Sei una ragazza speciale – dico, senza abbassare lo sguardo da lei.

- Anche tu lo sei, mio fratello capirà la grande stupidaggine che ha fatto lasciandoti! -

A queste ultime parole mi rabbuio e poso gli occhi sul tavolo, - Non sarà facile! In questo momento mi odia soltanto! -

Marie non dice niente e si lascia andare indietro sullo schienale.

La porta si apre lentamente facendomi saltare in piedi all'erta. I ricci biondi di Matteo compaiono sulla soglia e le mie gambe tornano a sedersi.

- Spero che abbiate esaurito i vostri discorsi, altrimenti dovrete includere anche me nella conversazione, se rimango un altro paio di minuti là fuori svaligerò l'intera macchinetta e finirò ricoverato con una colica addominale! -

Sorrido e lui finisce la sua lattina e la getta nella pattumiera. Si incammina verso il letto e vi si butta disteso.

Marie lo riprende, - Se ti vedono le infermiere ti faranno uscire dalla stanza! -

Lui scrolla le spalle e incrocia meglio le gambe, - Gli farò degli occhi così dolci che non potranno resistere al mio fascino! -

Lei rivolge lo sguardo al soffitto e scuote la testa sconfitta.

L'ora che abbiamo a disposizione passa piuttosto velocemente, quando arriviamo al momento dei saluti, a Marie le si gonfiano gli occhi. Matteo scende dal letto e l'abbraccia sussurrando al suo orecchio qualcosa di dolce e gentile.

Lei è la sua stellina e lui il cielo che la contiene.

Sono una piccola scintilla di perfezione nel cosmo imperfetto.

Il viso di Marie si bagna di lacrime e mi porta fuori un grande senso di nausea.

Perché la vita deve farci incotrare delle persone speciali per poi portarcele via? Perché più una persona è importante e più qualcosa o qualcuno l'allontanerà sempre da noi?

- Torno domani - Matteo solleva di poco il corpicino di Marie, - non potrei non venire a salutarti prima della partenza! -

Lei si asciuga gli occhi con i palmi, - Ma parto di mattina e tu sei a scuola, non voglio che perdi un giorno per me. -

- Non dirlo neanche per scherzo - la bacchetta, - perderei l'intero anno scolastico per te se solo fosse necessario. -

Marie cerca di sorridere, anche se i suoi occhi non vogliono saperne niente di gioia e felicità.
Poi si allontana da Matteo e viene verso di me.
Io odio i saluti, ma infondo sono venuta qui proprio per questo e adesso è giunto il momento. So che non si tratta di un addio, Marie guarirà, tornerà e sarà la mia seconda migliore amica, ma per adesso fa solo male saperla lontana, a lottare da sola con il mostro che le sta mangiando la vita.

- Per favore Arianna stai accanto a Matteo, non fargli fare stupidaggini e tienimelo d'occhio, se so che ci sei tu sarò molto più tranquilla...- mi sussurra all'orecchio.

La stringo forte tra le mie braccia, - Sarò la sua ombra te lo prometto - la rassicuro, - e tu fai presto a guarire! Ti voglio bene...-

- Anche io - si allontana da me. Il suo viso, completamente bagnato, pare avere un barlume di serenità.

Facciamo per andarcene, lasciandola in piedi accanto al letto con una maglia extra large e dei pantaloni di cotone a strisce di un paio di taglie più larghi, quando ci richiama a gran voce, - Aspettate un attimo! -

Matteo si blocca ed io pure.

- C'è un desiderio che vorrei soddisfare prima di partire - fa un paio di passi avanti e sposta l'attenzione da Matteo a me e di nuovo a lui, - Mi piacerebbe avere un vero e proprio appuntamento fuori da qui, come due veri fidanzati... -

Sento il respiro del mio compagno arrestarsi e sbatto le palpebre con l'intento di dare una connotazione logica alla richiesta di Marie.

- Non prendetemi per pazza, è solo che vorrei tanto sentire ciò che si prova quando due persone stanno insieme da sole fuori da queste mura! -

- Non sei affatto pazza - mi ritrovo a sorridere, - è un'idea grandiosa, è...- mi giro verso il mio amico e lo scuoto, - Matteo dì qualcosa! E'fantastico! -

Lui non toglie gli occhi da quelli della ragazza che ha di fronte e con un filo di voce acconsente, - E' la cosa più bella che poteva venirti in mente! -

Marie sorride e piange ed io li guardo slanciarsi in un abbraccio.

- Ti porterò fuori questa sera stessa, chiederemo alla dottoressa Arnold il permesso per farlo -

Marie si rattrista e posa una guancia sulla sua spalla, - Non credo sia così semplice – dice, - so che occorrono dei permessi speciali e vengono accordati solo con la presenza di un adulto-

Matteo non si lascia scoraggiare, - Tu non preoccuparti, stasera ti porterò via, al costo di doverti rapire! -

Una voce dietro di noi ci fa riscuotere, - Chi vuoi rapire, tu? -

Il mio cuore ha un arresto improvviso.
Matteo lascia andare Marie e si gira di scatto.
Riccardo è appena entrato e sento i suoi passi avanzare dentro la stanza.

- Non porterai Marie da nessuna parte! - dice duramente, - scordalo!-

Matteo stringe gli occhi riducendoli a due piccole fessure e riprende Marie per la vita, - Tu non hai nessun diritto di dirmi quello che devo e non devo fare! -

Pian piano riesco a voltarmi. Con il cuore fino in gola incrocio lo sguardo arrabbiato di quello che è stato e sarà per sempre il primo amore della mia vita.

Riccardo sposta l'attenzione su di me e si sofferma sui suoi passi.

Sento il respiro mancare, mentre le sue iridi verdi scavano dentro le mie.
Non so cosa leggervi. Forse residui di bene, oppure solo una grande marea di odio, tuttavia non ho tempo per pensarci, Riccardo sgancia il mio sguardo e lo sposta rapidamente sulla sorella e poi verso Matteo, lasciandomi senza alcun appiglio sul quale aggrapparmi.
Improvvisamente mi sento sola e smarrita, una nullità trasparente.

- Adesso te ne vai da questa stanza e mi lasci da solo con mia sorella, chiaro? -

Marie non riesce a trattenere le lacrime e dopo poco partono pure i singhiozzi, - Riccardo! Non puoi comportarti come se fossi ancora una bambina, io voglio uscire con il mio ragazzo questa sera, sono stata io a proporre la cosa e tu non potrai fare niente per opporti perchè sono io che decido della mia vita! -

Lui serra i pugni e si dirige verso la sedia di fronte al tavolo. Afferra malamente il giubbotto, la sciarpa e torna dalla coppia, - Voi due...voi due...- tira indietro il solito ciuffo di capelli finito sull'occhio e prende un bel respiro per tentare di calmarsi. Poi stringe la mascella e punta un indice contro la sorella, - Questo ragazzo ti farà solo soffrire! - La sua voce è quasi un urlo di rabbia e dolore, - ti porterà nella merda e io non posso permettermi di perdere pure te! -

Marie posa le dita sulla mano di Matteo e la fa allontanare dolcemente dal suo punto vita, - Non mi perderai – punta gli occhi contro quelli del fratello, - Matteo mi ha aiutata a vedere una luce in fondo a questo tunnel buio nel quale ancora sto barcollando, come può una persona così buona farmi tutto il male che stai dicendo?-

Il respiro di Riccardo aumenta e diminuisce.

L'aria della stanza è tensione allo stato puro. Mi sento come "Alice nel paese delle meraviglie" quando assume la pozione che la rende sempre più piccola.

Riccardo è al mio fianco ma non mi degna di uno sgaurdo. La sua attenzione è concentrata sulla sorella, io è come se neanche fossi presente. Lo strato di ghiaccio che ormai avvolge il mio cuore si fortifica, diventando una barriera quasi impenetrabile. Tutto il desiderio che avevo di vederlo, di incontrarlo sfuma di fronte a questa sua sdegnante reazione. Preferirei mille, duemila, un milione di volte che lui mi gridasse contro qualcosa, anche brutta e dolorosa ma pur sempre qualcosa, perchè questa sua indifferenza fa più male delle parole.

Matteo si avvicina di nuovo a Marie e la riprende per i fianchi, - Uscire con me è il tuo desideri, stellina , lo esaudirò questa sera stessa, te lo prometto! -

La bocca di Riccardo assume una smorfia di disgusto, mentre le sue "Converse" indietreggiano fino all'uscita, - Non ci provare Matteo! - afferra forte la maniglia della porta, - stanotte rimarrò io a fare la guardia e tu non metterai neanche il naso in questa stanza, se non vorrai che te lo riduca in poltiglia! -

Matteo non fa in tempo a rispondere, che Riccardo come una furia fugge via. Prima che varchi la porta però, i miei occhi incontrano i suoi. Quelle iridi verdi che amo alla follia.

E' un istante, ma pare che duri oltre l'infinito più infinito. Nel viso di Riccardo si forma una ruga leggera, impercettibile, in mezzo al naso.
Un segno di insicurezza e confusione, che svanisce non appena io faccio un passo verso di lui. Di colpo la sua testa si gira e le gambe si muovono veloci portandolo di nuovo lontano da me. Resto a osservare la sua uscita, impietrita e interdetta.
Mi sento una statua di ghiaccio con il cuore e lo sguardo diretti verso il suo polo Nord.

Il rumore di una lacrima cade dagli occhi di Marie a terra e mi riscuote, riportandomi al mondo umano e reale.

Matteo accarezza lo zigomo della sua ragazza lentamente, - Non pensare a quello che ha appena detto tuo fratello, ti ho dato la mia parola e le promesse le mantengo – afferma, - io e te stasera avremo il nostro appuntamento, fidati di me! -

Lei sorride appena e io guardo di nuovo verso il corridoio vuoto.

Il mio cuore prova ad espandersi, ma la lastra ghiacciata che lo circonda è più spessa della potenza calda del sangue che lo irrora.

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