Io, te contro il resto del mondo

Non sono bravo io con le parole,

non quando esse riguardano il cuore:

son come lampi le mie deduzioni,

celeri schegge di meditazioni.

Perché, se gli altri vedono soltanto,

la mente mia sempre sa ben osservar:

dai più sottili indizi tutto quanto

porta nel palazzo mio di dati il mar.

Mi protegge star solo sulla vetta.

sì, c'è chi mi schiera su tra gli angeli,

ma bada: al tuo giudizio non por fretta.

Pur spesso combattendo i più crudeli,

io no, non sono affatto uno di loro.
Son solo vinto dall'ardor del gioco,

di tutto ciò che smuove l'apatia:

il tedio l'uggia la calma la noia

mi spengono come una malattia,

casi non aver è per me un boia.

Per tanto tempo l'unico mio amico

è stato il mio violino, discreto eco

ai miei pensieri troppo neri,

finché sei arrivato tu che non c'eri.

Sì, tu che sei la mia spalla perfetta,

una luce che le tenebre spazza,

chi mi porge il cappello se ho fretta

o mi offre un'idea o di tè una tazza.

Tu, il sostegno di cui no, non sapevo

di avere bisogno. Tu che il mio cuore

- e non ricordavo di averlo, un cuore! -

riscaldi, rendendolo più sereno.

In questo criminale girotondo

uniti, intrepidi, sempre giovani

col rischio sempre tra le nostre mani

io, te contro tutto il resto del mondo.

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