Parte senza titolo 4


"Si." Sussurrai con voce tremante balzando in piedi e avvicinandomi alla porta.
Mi lisciai la maglia sopra ai jeans e fece alcuni passi incerti verso di essa.

Mi ricordai di pettinarmi un poco i capelli con le dita e lanciai un occhiata al grande specchio che c'era in camera mia.

Sorrisi guardando la mia immagine.
Ero rimasta più piccola, raggiungevo a stento un metro e sessanta ed ero magra, tanto magra come se non mi fossi mai sviluppata completamente.
I miei capelli erano una lunga massa nera e folta e i miei occhi scuri erano spaventati in quel momento.
Mi ricordai che non lavavo i denti da tutto il giorno e rabbrividii.

Ero ossessionata dai miei denti. Al Groven, tanti bambini avevano avuto problemi con essi e da più grandi molti di loro avevano bocche improponibili. Io li lavavo con estrema cura più volte al giorno.
Da piccola ero convinta che fosse il mio biglietto da visita. Più i miei denti fossero stati bianchi, più possibilità avrei avuto di trovare una famiglia..

"Allora?"
Sentii chiedere con quel timbro di voce basso che mi fece sussultare. Non era Richard.

Corsi verso la porta e la spalancai restando a bocca aperta.

Dalla foga, mi ero catapultata fuori dalla stanza pestando il piede a quello che doveva essere Travis.

"Ohh." Dissi soltanto quando lui si ritrasse con un imprecazione, evidentemente scocciato.
Mi guardò dall'alto al basso con la bocca inclinata in segno di ripudio e io mi sentii come nuda davanti a lui.

Abbassai gli occhi guardando le mie all stars grigie e mi vergognai per come ero vestita. Mi sentivo così in soggezione.

"Sono Nina." Sussurrai portando avanti la mia mano. Ma Trevis si rifiutò di prenderla e sghignazzò.

"E chi se no?" Rispose con aria di scherno.

I capelli mi caddero davanti al viso e alzai leggermente la testa per osservarlo meglio.

Non capivo se davvero fosse seccato per la mia presenza, se fosse arrabbiato perché gli avevo pestato il piede o se mi stesse prendendo in giro.

Ma Travis era lì, di fronte a me, a testa alta e con lo sguardo di chi non mi voleva lì con lui.
Restai imbabolata a guardare il suo viso e il respiro mi si fermò in gola.

Non avevo mai visto tanta bellezza in un volto.
Era molto più alto di me e aveva dei ricci scuri che gli ricadevano sul viso. La barba non era fatta da alcuni giorni e circondava dellle belle labbra a forma di cuore. Ma non era questo a colpirmi. Non era la sua posa quasi felina, la testa alta e orgogliosa di chi non ha paura o la sua mano grande appoggiata al muro. Erano i suoi occhi.

Profondi pozzi di acqua limpida. Luci di Natale che danzavano su un viso. Specchi del cielo che mi fissavano ma dentro di essi, oh dentro di essi c'era qualcosa che io conoscevo bene. Lo stesso sguardo che mi osservava ogni mattina allo specchio ora era lì davanti a me.

Lo sguardo di chi ha paura, di chi teme di essere un agnello nella tana del lupo e quindi finge di essere forte ma in realtà ha il mare dentro e degli scogli che non riescono più a marginarlo.

Tossicchiai strozzandomi con la mia stessa saliva e Trevis piegò ulteriormente le labbra in giù.

"Che cazzo hai da fissarmi?"
Chiese arrabbiato.
Si fece più vicino facendomi arretrare e mi puntò un dito contro.

"Io e te non siamo amici. Mai. Io faccio la mia vita e tu la tua. Non voglio parlare con te, mangiare con te, stringere amicizia con te.. Io e te siamo e saremo sempre degli estranei. Girami al largo, intesi?"

Abbassai di nuovo gli occhi e lui mi soprassò dandomi una spallata leggera per farmi scansare.

"Scendi."
Disse soltanto mentre già saltellava giù dalle scale.

Mi voltai a guardarlo con l'animo desolato.

Io dovevo fare pipì.

-§-

"Eccoti qui Nina, ti ho lasciato dormire questo pomeriggio. Sarai stata sicuramente stanca!"
Mi accolse Richard con un bel sorriso e spostando una sedia per indicarmi dove sedermi.

"Abbiamo ordinato le pizze, per festeggiare." Continuò lui con entusiasmo.
Mi accomodai dove mi aveva indicato e accavallai subito le gambe tentando di controllare quello stimolo impellente.
Mio Dio, in che situazioni mi cacciavo. Non potevo semplicemente chiedere dove fosse il bagno?

Mi accorsi che sul tavolo c'erano due calici di vino e ne dedussi che avevano bevuto un bicchiere insieme lui e Travis.
Richard si accorse che li stavo osservando e balzò in piedi nuovamente.

"Vuoi un bicchiere di vino Nina? Travis, saresti così gentile.."
Senza proferire parole, Travis aprì l'anta di un armadio ed estrasse un bicchiere portandolo al tavolo e mettendolo a fianco a me senza dire una parola.

Prese posto accanto al padre che si rimise seduto evitando accuratamente di guardarmi e osservando la pizza in maniera famelica.

"Oh no grazie signor Bentley.."
Sussurrai alzando le mani di fronte a me.

Travis scoppiò a ridere quando sentì la mia voce uscire in un sussurro.

Richard si voltò a guardarlo con un sorriso.

"So che al foyer era vietato l'alcool ma qui puoi berne un goccio con noi, per festeggiare."
Mi spronò l'uomo alzando la bottiglila.

Il panico si impossessò di me. Odiavo l'alcool. Mi ricordava la signora Morin, la sua puzza che imbastiva tutta la casa e mi penetrava fino nella pancia. Inoltre, mi scappava la pipì in maniera allucinante.

Alzai la mano tentando di agguantare il bicchiere e di porgerlo a Richard ma presa dall'agitazione, e complice la goffaggine che mi contrastingueva, lo urtai involontariamente facendolo cadere a terra.

Trattenni il respiro mentre questo andava in frantumi, in un milione di piccoli pezzi, così come la mia anima.

"No." Sussurrai sconvolta chiudendo gli occhi forte e mordendomi il labbro.
Sentii Richard alzarsi dalla sedia velocemente e fare il giro del tavolo e per un singolo istante immaginai che venisse verso di me per mollarmi un ceffone.

Non fu così invece. Mi sorpassò velocemente continuando a ripetere che non era importante, di non preoccuparmi e corse a prendere una scopa per pulire.

Lasciai uscire l'aria dai polmoni e riaprii gli occhi tentando di calmare il mio cuore.

Travis era lì, di fronte a me. Il suo bicchiere di vino in mano mentre mi scrutava in una maniera indecifrabile. Non distole gli occhi dai miei, lì lasciò lì fissi per diversi secondi senza aria di scherno ma nemmeno di compassione per quella stupida che ero. Non disse una parola fino a quando poi scosse la testa e si alzò in piedi.

Fu come riprendere conoscenza e all'improvviso mi ricordai del disastro che avevo combinato.

"Faccio io signor Bentlley. Io.. Mi dispiace.. Sono mortificata!"
Dissi a voce alta cercando di prendere la scopa dallle sue mani.

"Oh Nina cara cosa vuoi che sia. Sapessi quanti bicchieri ho rotto nella mia vita.."
Continuò l'uomo con voce divertita mentre allontanava l''aggeggio dalle mie mani e mi scansava per mettermi a pulire.

"io, io.." Cercai di dire qualcosa di intelligente ma tutto mi moriva sulle labbra. Come avevo potuto combinare un disastro del genere? Il primo giorno che mi trovavo in quel posto bellissimo?

Mi inginocchiai cominciando a raccogliere i vetri con le mani.
"Nina, ti taglierai! Lascia andare i vetri."
Mi disse Richard con voce dolce.
Era come se le mie orecchie non potessero sentirlo.

Dovevo aggiustare quel disastro. Non potevo lasciare tutta quella sporcizia in quella casa. Non potevo portare sporcizia ovunque.

"Mi dispiace tanto." Dissi di nuovo trattenendo le lacrime.

Non mi accorsi che Richard si era fatto più vicino e aveva allungato la sua mano.
Lo vidi solo quando il suo palmo si posò gentilmente sulla mia spalla. Mi toccò come si tocca un animale selvatico che potrebbe mordere da un momento all'altro, oppure fuggire.

Allungò l'altra mano e mi chiese silenziosamente con gli occhi di dargli i cocci di vetro che tenevo sul mio palmo.

Mi resi conto allora di quanto dovessi sembrare pazza in quel momento. Lasciai cadere i vetri per terra ma mi allungai per prendere la scopa e mi alzai iniziando a pulire quel disastro.
Richard mi lasciò fare rendendosi conto che ne avevo bisogno, che dovevo farlo. Restò di fianco a me e si scambio alcune occhiate con il figlio.

Pulii tutto quanto assicurandomi di non aver lasciato nulla per terra e solo allora sollevai gli occhi.

Tutti e due gli uomini mi stavano osservando.

Richard lo faceva in una maniera quasi dolorosa, come se vedesse il male che portavo dentro.
Ma Travis, Travis no. Travis sapeva quello che provavo. Mi guardava come se fossi uno specchio, come se guardasse sé stesso.

"Mi dispiace." Sussurrai ancora lasciando ricadere le spallle davanti. "Dovrei andare in bagno." Aggiunsi subito prima che Richard potesse dire qualsiasi cosa.

"Certo, certo vai pure. Noi ti aspettiamo qui con la pizza. Ora mangiamo, okay?"
Feci un cenno di assenso e mi guardai intorno.
Stavo per farmi la pipì addosso e ci mancava solo quello.

"Non mi ricordo dove si trova il bagno."
Aggiunsi allora con voce fioca e piena di vergogna. Ero un disastro. Io ero così mortificata.

Richard balzò subito in avanti e mi passò accanto in maniera gentile.
"Vieni Nina. Ti faccio vedere."

Alzai gli occhi per puntarli su Travis ma ormai mi dava le spalle. Era meglio non vedere, il disastro che ero.


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