IO SONO JACK

Avevo deciso di anticipare il duro lavoro di rifornire la legnaia; l'autunno stava lanciando chiari segnali che l'inverno sarebbe arrivato precocemente e sarebbe stato un duro inverno. Bisognava darsi da fare per non farsi trovare impreparati.
Non c'è momento migliore per manovrare la scure che il mattino presto dopo un'abbondante colazione. La montagna di tronchi mi aspettava paziente dietro il fienile. Una buona parte era stata tagliata in pezzi da 15 pollici pronti per essere spezzati, ma il lavoro duro doveva ancora arrivare e chi doveva farlo se non io?

Stavo lavorando di lena da almeno un'ora quando cominciai a sentire l'abbaiare di Jack provenire da dietro il fienile. Sul momento non ci feci caso, Jack abbaiava spesso a qualche procione o ad altri animali che si avvicinavano a casa.
Dopo circa un quarto d'ora però non aveva ancora smesso e stava diventando un po' fastidioso.

"Jack!! Piantala! Smetti di abbaiare"

Di solito il vecchio cane obbediva ma questa volta a quanto pare non ne voleva proprio sapere

"Jack! Sacco di pulci piantala! La devi smettere"

Anche questa volta i richiami non sortiscono effetto, il sacco di pulci continua senza sosta.

"Jack! Adesso vengo li e te le suono figlio di una cagna di strada"

Ma neanche le minacce più esplicite parevano pacificare Jack

Spezzai l'ennesimo ceppo e con un colpo secco calai la scure assicurandola ad un tronco.

"Adesso arrivo!! Sto arrivivando e una dose di calci non te la leva nessuno"

All'ennesimo richiamo un risultato sembrai raggiungerlo. Jack smise d'improvviso di abbaiare.

"Ok ragazzo! Vedo che hai capito testone che non sei altro".

Ripresi in mano la scure e aggiustai un ceppo cominciando a colpirlo con precisione e così uno dopo l'altro ripresi a lavorare di lena andando a crescere il monte di legna sul lato sinistro.
Passarono non più di dieci minuti quando mi fermai di botto come se fossi stato colpito da un rumore improvviso, forte, deciso, una specie di sparo ma nessuno sparo o altro rumore si era sentito nei dintorni se non solo nella mia mente.

Un dubbio quando ti si presenta in mente a volte può fare molto rumore.

Qualcosa non andava, c'era troppo silenzio. Un silenzio innaturale. Nessun rumore di acqua, di vento, nessun stridere cinguettare, grugnire, strisciare.
Non andava affatto bene, qualcosa non funzionava e poi d'un tratto mi tornò in mente l'abbaiare di jack .
Accidenti! Avrei dovuto pensarci prima, non era normale l'abbaiare insistente del pulcioso, sarei dovuto andare a dare un'occhiata. Qualcosa non andava per il verso giusto.

Mollai la scure e presi la vecchia Betsy. La doppietta non mancava mai al mio fianco, soprattutto nell'autunno inoltrato quando gli orsi per prepararsi al letargo osavano avvicinarsi ai centri abitati per razziare un po' di cibo dai rifiuti o dai pollai.

No! Qualcosa non andava.
Presi a muovermi a passi lenti avvicinandomi al fienile. Lo avrei aggirato sul lato a nord per sbucare sullo spiazzo davanti a casa e vedere da un punto riparato se qualcosa era andato storto.

Per un attimo pensai di chiamare jack ma decisi di non farlo, avrei dato l'impressione di essere allarmato a chiunque fosse sulla mia terra con cattive intenzioni. In silenzio lo avrei colto di sorpresa chiunque o qualsiasi cosa avessi trovato.

Arrivai al fienile e con le spalle al muro lo percorsi fino a girare l'angolo e gettai uno sguardo verso casa e fu li che lo vidi.

Un tipo strano se ne stava diritto nel mezzo dello spiazzo e Jack era accucciato al suo fianco, tranquillo come se fosse un amico.

Spianai Betsy, meglio essere sicuri, non si sa mai. Percorsi con passo incerto la distanza che ci separava lanciando alternativamente uno sguardo allo strano tipo e uno sguardo a jack.

"Hei amico, chi diavolo siete? E che cosa avete fatto al mio cane?"

"Nulla Al, non ho fatto nulla a Jack, come vedi è qui tranquillo." - rispose

"E' questo che non quadra" - risposi

"jack non da confidenza nessuno e men che meno a degli sconosciuti, e tu sei uno sconosciuto"

sibilai con aria minacciosa tenendo ben spianata la Betsy.

"Quindi gli hai fatto qualcosa a quel cane, ma chi diavolo sei e cosa vuoi"

"Ma come? Non hai neanche la più pallida idea? Sono il tuo angelo Custode"

La Betsy in un attimo sembrò pesare una tonnellata, come per folgorazione mi resi conto che quello che diceva era vero.

" Ok e cosa vuoi da me?" gli chiesi più incuriosito che spaventato

"Niente! Da te non voglio niente, solo che me ne sto andando perchè è giunto il tempo per Jack e siccome io sono Jack mi porto via anche la sua vecchia e dolente carcassa, non hai idea di quanto duro sia portarmela appresso ogni giorno."

Mi sentii colpito al petto da una forza bruta, come un calcio di mulo. Ci sono momenti in cui ti rendi conto della verità che sempre hai avuto intorno a te ma che non avevi mai voluto guardare e capisci che non ci puoi fare niente, che non puoi fare niente per cambiare le cose come stanno, la vita è una fottuta fregatura.

Ma io non volevo che andasse così! Non lo volevo certamente e così mi rivolsi al tipo con un coraggio che non sapevo di avere.

"Tu non andrai da nessuna parte con Jack! Quel pulcioso è mio e solo mio, nessuno al mondo può portarmelo via. Non mi interessa chi sei o chi ti manda, fosse anche il Padreterno tu lo lasci qui e se apri ancora quella fottuta boccaccia io ti scarico addosso mezza oncia di piombo e se non basta ti spezzo l'osso del collo con le mie mani"

e continuai

" e non me ne frega niente se sei un fantasma, uno spirito o qualche strano tipo di angelo, quel sacco d'ossa non si muove da qui senza di me"

Tutto ad un tratto mi sembrò un'ottima idea quella che mi era saltata in mente

" Già! Senza di me non se ne va. O porti via tutti e due o nessuno! E' chiaro?"

Ed è così che andarono le cose. E' così che quel giorno mi presero alla lettera e io e Jack ce ne andammo da questa Terra ... lasciando una montagna di legna da spaccare e un infinito numero di procioni da spaventare...

FINE

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