Un Mese Nel Regno Fantastico - Prompt 1


Avevo capito ci fosse qualcosa di strano nel Bosco da quando a cinque anni ci ero andato a recuperare il pallone.

Quando quel pomeriggio avevo chiesto spiegazioni alla nonna e ottenuto solo il divieto categorico di avvicinarmi ancora, la mia sensazione era stata confermata.

Per anni mi ero limitato a passarci accanto durante le mie corse, senza più entrarci, e adesso l'occasione mi si presentava così, come l'unica alternativa per salvare Thomas.

Curarlo. Il termine usato dal Druido.

Si poteva davvero curare una dipendenza?

La mia espressione doveva essere stata così scettica che quello mi aveva preso le mani tra le sue per rassicurarmi.

Era possibile che le voci del villaggio fossero veritiere, ma mentre mi facevo spazio tra le frasche nulla me lo faceva presagire.

Le fronde si erano diradate e tra gli alberi si era allargato uno spiazzo verde.

Davanti a me due grotte macchiate di muschio e bagnate dall'acqua. Le stalattiti erano protese verso il suolo con le loro punte acuminate che brillavano alla luce di un tiepido sole.

Un attimo di distrazione.

Bastó quello e quando mi voltai eccolo.

La creatura somigliava ai folletti dei film.

"T-Tu chi sei?" chiesi affascinato. Mossi un passo avanti senza quasi accorgermene, ma quello con un schiocco di dita fece allargare una crepa sul suolo tra di noi. Urlai mentre venivo sbalzato all'indietro.

"Questa domanda dovrei farla io, ragazzo" ribattè, aggiustandosi gli occhiali rotondi sul naso bitorzoluto. "Chi ti manda?"

"Il Druido del villaggio" risposi esitante. "Lui dice che-"

"Sì sì, lo so cosa dice il Druido" m'interruppe con un gesto della mano, dandomi le spalle. "Sai cosa dovresti dirgli invece? Che gli umani dovrebbero prendersi le proprie responsabilità, senza ricorrere continuamente alla magia." Sembrava vagamente seccato mentre saltellava da una pietra all'altra, facendo rimbalzare il mantello color tortora. "Ma già che ci sei, seguimi."

Un po' scettico, lo feci.

Quando si fermó di scatto, rischiai di inciampargli addosso. I suoi occhi, piccoli bottoncini neri, tornarono a fissarmi. "Dunque, quale Grotta scegli?"

Nuovamente le sue parole mi lasciarono perplesso. "Ehm, quella a destra?"

Ero stato sin troppo esitante e la sua occhiata me lo confermó.

"Quella a sinistra, allora."

"Ragazzo, credi di star giocando al lotto?" sbottó, le folte sopracciglia corrugate in un'espressione accigliata. "Il Druido ti ha almeno spiegato come funziona?"

Scossi la testa e lui imprecò in una lingua sconosciuta.
"Allora ti hanno raccontato la frottola delle creature pericolose, scommetto!"

"Frottola?"

"La frottola più grande di tutti i tempi!" spalancó le braccia. "Qui non ci sono creature che sbranano o succhiano il sangue. Qui ci sono solo alberi!"

"A-Alberi?"

"Esattamente, ragazzo. Ciò su cui non ti hanno mentito è il pericolo. Gli alberi che abitano queste terre sono potenti e il potere nelle mani sbagliate si trasforma in pericolo."

"C-Che genere di alberi?"

"I frutti di questi alberi sono i Desideri" indicó la prima grotta. "E le Paure" puntó la seconda. "Per nient'altro l'uomo ha compiuto le più grandi follie. Allora, ragazzo, quale Grotta scegli?"

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