L'amore a qualche condizione
Terza traccia del Concorso Scrittura di @AmoreTiOdio
Le gocce di pioggia scendevano come lacrime sul finestrino del bus. Nonostante la condensa non permettesse davvero di vedere all'esterno, Clara con lo sguardo puntato sul finestrino tentava disperatamente di estraniarsi dal chiasso che la circondava.
La sua mente continuava a riproporle le scene di quella mattina. Giada che la tempestava di messaggi e lei che alla fine aveva ceduto nonostante sapesse quanto sua madre odiasse vederla utilizzare cellulari a tavola. Aveva approfittato del momento in cui la donna era scomparsa in cucina, ma non si accorta di quando quella era rientrata e, zac, le aveva sfilato il cellulare di mano.
Clara poteva solo immaginare l'espressione di terrore che le si era dipinta in volto in quel momento. Doveva essere per quello che sua madre non si era limitata alla solita strigliata e aveva cominciato a scorrere i messaggi sulla chat di Giada.
Non ci era voluto molto, era bastato risalire ad appena qualche ora prima per scorgere i messaggi compromettenti.
I primi tempi Clara neanche accettava di scambiare quel genere di messaggi con la sua ragazza, poi aveva ceduto ripromettendosi di cancellarli ogni sera e l'unica volta che aveva tentennato, decidendo di tenere qualche loro conversazione, era successo tutto quello.
Per un po' c'era stato solamente silenzio. Un silenzio opprimente, spezzato dal verso strozzato di sua madre. Solo allora Clara aveva alzato lo sguardo per scorgere il viso sbiancato di sua madre.
"È-È vero? Quello che ho letto" non aveva completato la frase, continuando a scuotere la testa disgustata.
Una singola lacrima aveva solcato la guancia della ragazza. Poi l'arrivo dell'autobus le aveva dato l'occasione di scappare.
Era scappata da quegli occhi colmi di giudizi.
Libera. Lo era mai stata?
Quella società la libertà la contemplava davvero?
Eri libero, sì. Libero di pascolare entro il recinto che i modelli e gli stereotipi avevano eretto.
Spingersi oltre voleva dire sottoporsi alla pubblica gogna.
Tutti volevano essere liberi, ma nessuno voleva essere escluso.
Tutti si adattavano, ma nessuno stava bene.
Era sopravvivenza. Non libertà.
Ma a lei stava bene?
Accettare il disgusto o forse un giorno l'indifferenza della madre era veramente ciò che voleva?
Neanche l'amore era davvero libero. Neanche quello di una madre.
Tutti amavano con dei patti, con delle riserve. Con delle condizioni.
Sua madre l'aveva amata finché era stata la brava ragazza che portava buoni voti a casa. Ma adesso? Ora che quell'episodio aveva portato alla luce qualcosa che la donna non aveva previsto, quell'amore aveva qualche possibilità?
Clara sospiró, abbassando lo sguardo sul suo cellulare.
Un nuovo messaggio. Ancora Giada.
In tutta quella confusione aveva persino dimenticato di controllare.
Allora? Domani andiamo al cinema o no?
Giada non aveva mai accettato la sua diffidenza a mostrarsi in pubblico. Lei il loro amore voleva gridarlo ai quattro venti e anche se affermava il contrario, Clara sapeva che no, non la capiva davvero quando lei con le lacrime agli occhi le diceva di non sentirsi pronta.
Clara sorrise, un sorriso amaro. Anche quell'amore imponeva qualcosa.
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