Amicizia
Racconto per il concorso di @AnonymusGirls_
Quando hai per migliore amica una ragazza bisognosa d'affetto come Sasha Borton, non hai bisogno di preoccuparti dei capelli in disordine, del rossetto sui denti, non hai bisogno di chiederti come si faccia a baciare per la prima volta un ragazzo senza sembrare una completa deficiente, perché quando hai accanto una ragazza come Sasha Borton i ragazzi non ti si avvicineranno nemmeno o, se lo faranno, sarà solo per avere lei. Sasha Borton. La mia migliore amica. Non hai bisogno di farti problemi sull'imbarazzo che proverai dopo essere uscita per la prima volta con un ragazzo, perché Sasha Borton non ti permetterà di uscire con un ragazzo. Sasha è come un sensore che intercetta testosterone ad un kilometro e mezzo di distanza e ci si getta sopra come l'ape sul miele.
Sasha è come la Terra e tu il suo satellite. Come il Sole e tu i pianeti che gli gravitano attorno.
Avevo compiuto cinque anni da un paio di giorni quando ho visto Sasha per la prima volta.
Io ero una persona anonima e discreta, come lo sono adesso, e lei si distinse sin da subito, come accade anche adesso. Con i lunghi codini biondi legati da elastici colorati e la sua aria sofferente.
Sono cresciuta con una madre che ha continuato a lodare mio padre, anche quando quest'ultimo l'ha brutalmente lasciata, definendola "santarellina del cazzo", prima di sparire per sempre dalle nostre vite. Non ho mai visto mia madre arrabbiarsi, avere una reazione violenta o dire una parolaccia nemmeno quando mio padre gli ha sbattuto in faccia la sua nuova vita. Non ha mai avuto segni di cedimento, o di rabbia. E ovviamente questo ha influito sulla mia educazione. E sul mio modo di vedere il mondo.
Mia madre mi ha insegnato l'amore incondizionato per il prossimo, il perdono, la legge del "porre l'altra guancia".
Ma, contrariamente a quanto si può credere, non sono venuta su come la seconda incarnazione della Madonna sulla Terra. Tutt'altro. Dall'esperienza di mia madre ho capito che più fai e meno ricevi; che la cattiveria esiste, ma esistono anche persone come mia madre destinate a farsi prendere per i fondelli in eterno.
Sono una persona disponibile, aiuto le persone che richiedono il mio aiuto, ma ciò non significa che non sono in grado di capire quando una persona mi sta palesemente prendendo in giro.
Sono stata cresciuta così e, quando mi sono trovata davanti questa bambina con gli occhioni azzurri colmi di lacrime, incoraggiata anche dal discorso delle maestre sul benvenuto da dare alla "bambina nuova", le ho teso la mano e ho pronunciato il mio nome, scandendolo lettera per lettera. Lo avevo imparato per davvero solo il giorno precedente.
Non ha subito risposto al mio tentativo di fare amicizia, ha osservato la mia mano, dalle dita grassoccie e i rimasugli di smalto sulle unghia dalla forma quadrangolare, con quel broncio che oggi definirei "adorabile".
Siamo stati un paio di secondi di troppo ad osservarci, l'avrei mandata a quel paese se la voce di mia madre nella mia testa non mi avesse imposto il contrario.
Dopo un po' ha allungato la mano e, seppur titubante, ha stretto la mia.
Voglio bene a Sasha. Gliene ho sempre voluto. Sin da quel primo giorno, dopo esserci sedute sul tappeto davanti alle cattedra delle maestre a giocare con le costruzioni, ho capito quanto fosse speciale.
Ma, lo ammetto, quando siamo arrivati in primo liceo e lei ha cominciato ad indossare il reggiseno con le coppette e a sedersi vicino ai ragazzi e ad ignorarmi totalmente quando stava parlando con uno particolarmente carino, inizialmente non l'ho capito. Non l'ho capita. Mi sono persino incazzata, l'ho giudicata e ci sono stata male.
Adesso, a distanza di un paio d'anni, so cosa la spinge a cercare attenzioni anche da persone che non l'attraggono.
Il bisogno d'amore. Ecco cosa la spinge. Di sicurezze. Di certezze. Di sentirsi importante, apprezzata. Sasha è bellissima e lo sa e ha bisogno di sentirselo dire ogni giorno. Sasha è la mia migliore amica, l'unica che abbia mai avuto, e lo sa e ha bisogno di accertarsene ogni volta.
Adesso lo so.
Sasha ha l'autostima sotto i piedi. Ha bisogno di coprirsi la faccia di trucco ogni giorno per uscire di casa. Ha bisogno di buttarsi adosso ad un ragazzo ogni volta che ne ha l'occasione e ha bisogno di vedere accettate le proprie avance.
Adesso lo so. E mi sono pentita di averla giudicata. E mi sono sentita in colpa perché, evidentemente, l'amore di cui ha bisogno io non riesco a darglielo.
Non sono una persona esattamente estroversa, nascondo il mio affetto per le persone dietro i piccoli gesti e mi dispiace di non riuscire a farle capire quanto le voglio bene.
Quanto, non importa il numero di ragazzi che ti chiedono di uscire o soffrono per te, fondamentale sia essere importanti per se stessi, più che per gli altri. Perché ci sarà sempre una persone a cui non piacerai, ma ciò non vuol dire che sei meno di quanto pensavi che fossi.
Mi dispiace di non farle capire quanto la sua insicurezza faccia soffrire, oltre se stessa e le persone che le vogliono bene, anche tutti quei ragazzi a cui chiede di essere amata, senza ricambiare quell'amore.
Non è facile per un ragazzo comprendere la sofferenza di una ragazza quando la prima cosa che vede di lei sono le sue tette e l'ultima cosa, prima di chiudere gli occhi insieme nello stesso letto, la sua vagina.
No, non lo è.
Ed è anche per questo che molti ragazzi rimangono stupiti quando la mattina dopo della bellissima pantera bionda non trovano che un mucchio di lenzuola, una macchia di rossetto sulla camicia o un indumento dimenticato. Ed è sempre per questo che cercano di ricontattarla in tutti i modi possibili, senza ovviamente ottenere risposta.
Quell'estate conobbi un ragazzo. Frederick Hughes. Ci presentammo al chiosco dei gelati dove ero andata a comprare il ghiacciolo al limone per mio fratello. Sasha era in vacanza con sua nonna, quindi non ebbe la possibilità di metterci su le grinfie. Ma la sentì la freddezza nella sua voce quando per telefono le raccontai di lui. Finsi di non capirlo, ma lo so che fu rammaricata perché non poté esserci lei al posto mio. Non so perché, ma non le dissi che lui mi aveva chiesto di lei.
Frederick era carino, divertente e intelligente. Ma sapevo che non era per me. Non m'illudevo. Ero abituata alle persone che entrano nella mia vita solo per conoscere lei.
A settembre Sasha arrivò a scuola a cavallo di una moto. E no, non fui così sorpresa quando il ragazzo alla guida si tolse il casco e ne uscì la testa bionda di Frederick.
Sasha mi venne incontro mano nella mano con Frederick e mi guardò con le sopracciglia inarcate. Davvero credevi fosse per te?
Finse di non sapere che quello fosse Frederick Hughes. Il ragazzo che avevo conosciuto in estate. E quando glielo dissi, spalancò la bocca. "È piccolo il mondo, eh?" Sorrise a Frederick e lo baciò.
Vorrei non aver capito che Frederick per lei stava diventando importante. Sono stati a letto e lei la mattina dopo non è corsa via, mezzanuda e più vuota di prima, ma mi è venuta a raccontare di quanto è stato spettacolare. E l'ho vista quella luce diversa nei suoi occhi.
Frederick non era come tutti gli altri. Non l'ha portata subito a letto, non le ha chiesto di uscire solo per questo. Frederick l'ha conosciuta, l'ha voluta capire, prima di prendersi il suo corpo. Frederick l'ha studiata, lo vedevo quando a pranzo la osservava con il suo sguardo avido, attento a non perdersi nessun piccolo insignificante dettaglio di lei.
Vorrei non aver capito che quello sguardo non era pura smania di portarsela a letto. Frederick in pochi mesi ha scoperto tutti i punti deboli di Sasha e poi li ha usati contro di lei. Ed io ho assistito a quel ragazzo che stava lentamente preparando la disfatta della mia migliore amica e non ho fatto niente per fermarlo. Per avvisare Sasha. Probabilmente non sarebbe comunque servito. Pura invidia, sarebbe stata la giustificazione che Sasha avrebbe dato ai miei tentativi di farle aprire gli occhi. Ma magari adesso una parte dei miei sensi di colpa non mi graverebbe sulle spalle.
Frederick ha portato a letto Sasha per distruggerla e poi ha portato a letto me per distruggerla. E infine se n'è andato.
Non ha lasciato altro che le macerie di due cuori infranti e il ricordo di un'amicizia decennale.
Vorrei poter dire di essere stata accecata dall'amore per Frederick e, per questo, non essere stata in grado di resistere alla passione. In parte è stato così. In parte, in un luogo oscuro della mia mente sospettavo, sapevo con una certezza quasi assoluta quello che Frederick stava facendo e pensavo che Sasha lo meritasse.
Frederick ha ingannato la mia migliore amica, l'ha conosciuta, l'ha fatta innamorare, l'ha portata a letto e poi l'ha abbandonata ed io l'ho lasciato fare perché una parte di me pensava che quella fosse il giusto riscatto.
Alcuni mesi dopo scoprimmo che Frederick era gay ed era innamorato di Thomas Green. Uno dei ragazzi usa e getta di Sasha. Si era avvicinato a noi per vendicare il suo amato e ci era riuscito nel migliore dei modi: distruggendo Sasha e la nostra amicizia.
Avevo amato due persone, ma nessuno dei due abbastanza da evitare certi errori.
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