61
La festa era anche abbastanza divertente. C'era molta gente a casa di Kelly, e Alex non aveva mai visto prima di allora alcuni di loro. Ma erano tipi alla mano, simpatici, quindi era felice di essersi fatto convincere da Anthony.
Luke rideva sul divano fatto come un cocco, mentre Jasmine gli succhiava il collo.
Alex passo davanti a loro distogliendo lo sguardo, e si diresse verso la cucina. La musica era alta. Per fortuna la casa di Kelly era abbastanza isolata e i vicini...bè non erano molto vicini.
Appena entrò in cucina, notò un ragazzo biondo discutere con Amber. Aveva il trucco colato e i capelli spettinati.
Appena lo vide, si mise una mano tra i capelli, come per riodinarseli un po', e disse altre due parole a quel ragazzo palestrato, quando alla fine lui andò via, prendendo a spallate chiunque gli barrasse la strada.
Alex si avvicinò a lei, cercando di essere gentile.
"Serataccia, eh?"
"Diciamo che potrebbe andare meglio!" rispose Amber, guardando in terra.
Quello sguardo triste e sconsolato, per un attimo, gli portò in mente qualcuno...ma era abbastanza alticcio, e decise di tenere a freno i ricordi.
"Bè, non ho idea di chi sia quel tipo, ma se n'è andato, quindi puoi anche cominciare a divertirti!" disse lui, sorridendole.
L'angolo della bocca di Amber si piegò in un mezzo sorriso e lo guardò. "Hai ragione!"
Alex le mise un braccio sulle sue spalle e l'accompagnò in sala.
L'alcol scendeva a fiumi. La musica era assordante e Alex sentiva di dover uscire per prendere una boccata d'aria.
"Io esco dieci minuti!" Disse ad Amber. Alex si era scordato che fuori c'era la neve a ricoprire il giardino e tutto ciò che c'era intorno, ma non aveva le forze per rientrare. Con il freddo che saliva in ogni centimetro del suo corpo, guardò il cellulare per vedere se Michy gli avesse risposto ai messaggi di quel pomeriggio.
Non avendo ricevuto nulla dall'altra parte dell'Oceano, ripose il telefono in tasca. Si mise le braccia intorno al corpo e prese a ciondolare sulle ginocchia per combattere i brividi.
"Forse è meglio se ti metti questa!" disse una voce dietro di lui.
Quando si voltò, vide Amber in piedi sulla porta del giardino coperta di tutto punto, con il giaccone di Alex in mano.
"Grazie Amber!" sorrise lui.
Non aveva voglia di compagnia, in quei momenti, di solito.
Ma se non avesse avuto nessuno con cui parlare, quella sera, sarebbe di sicuro affogato nel passato.
"Ciao Michy!" disse Gian, sulla porta di casa.
Michy era andata poche volte a casa sua, e mai da sola. C'erano sempre Manu, Titto, Laila o Nico, insieme a lei, ma quella mattina decise che era meglio chiarire, senza lasciare nulla in sospeso.
"Ciao Gian." rispose cordiale lei, mentre entrava.
"Uh non ti aspettavo, scusa." esclamò Gian, quando Michy osservo il caos che c'era in casa. Scarpe sparse in terra nell'ingresso, piatti da lavare ammucchiati nel lavandino, e tantissimi fogli sul tavolo in cucina.
"Non ti preoccupare! Sono entrata in case messe molto peggio!" rise Michy, ricordando le condizioni in cui aveva trovato l'appartamento di Titto e Manu molto spesso.
Gian scaraventò nell'armadio le maglie che erano sul divano, e la fece sedere.
"Non starò molto!" disse Michy, come per convincersene lei stessa.
"Lo so!" disse Gian, sedendosi vicino a lei.
"Ho bisogno di chiarire che ciò che è successo l'altra sera. Per me non ha significato niente."
"So anche questo!" il tono di Gian era triste, si aspettava di sentire altre parole uscire da quelle labbra perfette.
"Ho avuto un momento di debolezza. Tutte quelle birre, e gli spinelli...non ero in me!"
"Senti, Michy, davvero, so già tutto. Non c'è bisogno che ti giustifichi."
"io ti voglio bene, Gian, e non voglio usarti come scaccia pensieri!"
"Non capiterà più!" dice lui, cercando di dare a quelle parole un tono convinto.
"Sei uno dei miei migliori amici, lo sai vero?"
"L'ho capito quella sera che hai pianto con me parlando di lui!"
"Già, e mi hai ascoltato!"
"Solo perchè non mi sei piombata addosso con passione!" rise Gian, facendo ridere anche Michi.
Michy lo abbracciò forte a sè.
Davvero voleva bene a Gian, gli voleva bene tantissimo. Ma ogni cosa con lui doveva rimanere solo una grande amicizia.
"Come pensavi di non morire di freddo, senza giacca?" rise Amber, mentre Alex si copriva.
"Mah, diciamo che non mi ero posto il problema!" le sorrise lui.
"So che il ricordo di quella ragazza ti attanaglia, Alex, e se hai bisogno di parlare io ci sono!"
Alex la guardò. Sapeva che Amber provava dei sentimenti nei suoi confronti, ma capì che in quel momento lei era sincera.
"E' solo che ogni volta che penso a lei, mi sento così in colpa per averla lasciata, di nuovo."
"Tornerai Alex. E tutto si sistemerà!"
"Io non so quanto tu possa aver ragione, sai?"
"Perchè?" chiese lei, guardandolo.
"Perchè è una fottuta testa di cazzo. Ecco perchè! Quando si mette in testa qualcosa, lo ottiene senza problemi. E' la tipa più testarda che abbia mai conosciuto. E quando si allontana, lo fa per davvero!"ricordava Alex che ogni volta che lui era tornato a chiederle scusa, lei aveva ceduto. Ogni volta. Ma sapeva anche che non potevano fare così in eterno.
Amber prese il pacchetto di sigarette dalla borsa, e lo pose ad Alex, insieme all'accendino.
"Forse non sa neppure lei ciò che è giusto!"
Perchè Amber continuava a mettergli idee strane in testa? Iniziava a pentirsi di aver iniziato quella conversazione con lei.
"Non mi risponde ai messaggi da due giorni, Amber. E ho paura che abbia preso la sua decisione!" Alex fumava nervoso. Contava i giorni che lo separavano da lei, ma iniziò a pentirsi di aver comprato quel fottuto biglietto aereo.
"Ne parlerete quando andrai giù, Alex. Non fasciarti la testa adesso."
Alex non era molto sicuro.
"Grazie Amber!"
"E di che?" anche lei era a disagio a parlare di Michela con Alex, che le piaceva così tanto.
"Forse è meglio che entriamo, ora. Qui fuori si gela!" disse lui, stemperando un po' la tensione e l'imbarazzo.
Amber annuì, e quando lo prese a braccetto, rientrarono nel trambusto della casa.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top